Timidezza-paura delle donne-eccessiva emotività

Cari dottori, il mio consulto riguarda un problema che ho sempre avuto, ma che solo da poco ho capito essere un vero problema.
Ho sempre avuto paura di approcciare le ragazze che mi piacciono veramente, quelle che davvero vorrei conoscere e che mi piacciono a prima vista.
Non sono timido, in linea di massima, ma ho sempre sentito in maniera troppo forte le emozioni, positive o negative, mi definisco perciò una persona emotiva e sensibile.
Il problema è che questa mia eccessiva emotività mi ha spinto, negli anni, a trattenermi per paura di non poter controllare al meglio le mie emozioni e, di conseguenza, per evitare di subire delusioni, sconfitte, rifiuti o, semplicemente, brutte figure.
Ho deciso di affrontare il problema e, quindi, di cambiare, perchè mi rendo conto di non essere più un ragazzino: ho 35 anni e non ho mai avuto relazioni serie.
Sono stato con ragazze, certamente belle, ho avuto sporadici rapporti sessuali, ma non ho mai avuto relazioni stabili nè provato veramente l'amore, forse perchè tutte le ragazze con cui ho avuto delle brevi relazioni sono ragazze che non mi hanno mai veramente interessato (per un breve periodo ho anche temuto di essere gay, ma ora lo escludo con certezza).
Ho provato quello che si chiama amore a prima vista per ragazze che non conoscevo bene, ma senza essere contraccambiato, o perchè non mi sono mai dichiarato, o perchè sono stato rifiutato (questo è successo tre anni fa, quando per la prima volta in vita mia ho corteggiato veramente una ragazza che mi faceva "impazzire", chiarendole i mie i sentimenti, la quale però mi ha rifiutato dicendomi che il suo cuore era già per qualcun'altro e che la mia era solo una "infatuazione", perchè io non la conoscevo affatto).
Paradossalmente questa ragazza mi ha fatto i complimenti perchè, nonostante il suo rifiuto, aveva apprezzato il mio coraggio e la mia apertura nel confidargli i miei veri sentimenti, dicendomi che lei non sarebbe stata capace di esprimersi come avevo fatto io (dà un po' l'idea di un contentino, anche se sembrava sincera)!!
Ma veniamo al presente.
C'è una bellissima ragazza che conosco di vista.
Mi sono accorto che lei mi guarda, mi sorride, ha anche cercato il contatto fisico con me, venendomi a sbattere di proposito e sorridendomi.
Io, nonostante voglia conoscerla, non sono stato "pronto" a cogliere l'occasione ed ora, tutte le volte che la vedo, faccio finta di niente, mi atteggio come se fossi poco interessato, quando in realtà vorrei andare da lei a scambiare due chiacchiere e conoscerla: magari mi piace e veramente io piaccio a lei (come sembra, almeno esteriormente) oppure mi rendo conto che non fa per me.
Il problema è che ho sempre un blocco che mi impedisce di andare da lei, non ci riesco, e soprattutto non faccio nulla per forzarmi.
Sapete spiegarmi perchè mi comporto così? Come posso fare per correggere questo comportamento? Se non cambio rimarrò sempre solo, oppure circondato da chi non mi interessa e non mi emoziona.
Grazie mille.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Il problema è che questa mia eccessiva emotività mi ha spinto, negli anni, a trattenermi per paura di non poter controllare al meglio le mie emozioni e, di conseguenza, per evitare di subire delusioni, sconfitte, rifiuti o, semplicemente, brutte figure>

E proteggendosi dal fare brutte figure o dal timore di non essere accettato ha assecondato le sue paure, rinforzandole.

Dato che le difficoltà che ci ha esposto ( che brevemente sembrerebbero legate a una problematica di tipo ansioso) si trascinano da molto tempo e limitano la sua qualità di vita in particolare nello stabilire relazioni con l'altro sesso, sarebbe opportuno che si rivolgesse ad uno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione diretta e indicazioni sulla strada da percorrere per far fronte in modo efficace ai suoi disagi, ritrovare migliore benessere e qualità di vita.

Se le servissero ulteriori informazioni restiamo in ascolto.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> (dà un po' l'idea di un contentino, anche se sembrava sincera)!!
>>>

Sì, anche a me dà un po quest'idea. Una ragazza, specie se minimamente attraente, è abituata ad essere approcciata molto spesso, perciò è probabile si sia trattato di una ragazza sensibile, che non voleva ferirla.

Concordo con la collega Rinella nel farle presente che ogni paura, compresa la paura del rifiuto, aumenta e si rinforza se si continua a evitare l'oggetto della paura. Perciò più evita di approcciare, più la sua paura aumenterà.

Se però non riesce da solo a vincere tale paura, è appropriato rivolgersi a uno psicologo, che potrà insegnarle come fare ad aumentare la sua esposizione senza sentire troppo male.

Tenga presente però che ciò che le serve non è proteggersi di più, è provare sulla sua pelle un po' di rifiuto (in dosi controllate) per abituarcisi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Vi ringrazio molto per le risposte e per i consigli, effettivamente ho atteso sin troppo per affrontare di petto il problema.
Mi sembra di capire che fuggendo dalle mie paure ed insicurezze ho peggiorato la situazione, quindi se non riesco a "forzarmi" da solo devo rivolgermi ad uno specialista che sappia consigliarmi, concretamente, come migliorare.
Sapreste darmi già ora dei consigli su come "aumentare la mia esposizione senza sentire troppo male"?
Normalmente non sono timido, quindi saprei accettare un rifiuto, il problema che divento timido solo con le ragazze che mi interessano davvero.
Mi sembra di cambiare completamente atteggiamento e comportamenti a seconda di chi ho di fronte, quasi che avessi paura di lasciarmi trasportare o di essere felice.
Forse dovrei considerare le ragazze che mi piacciono sul serio come persone normali, senza idealizzarle, e di conseguenza potrei essere più sciolto, più naturale, e fare le cose giuste.
Che ne pensate? Potrebbe essere utile?
La cosa strana è che normalmente sono una persona abbastanza decisa e sicura di sè, particolarmente nel lavoro dove mi faccio rispettare e dove non ho problemi a espormi e a parlare in pubblico.
Sono davvero molto confuso e capisco che la psicologia è una scienza davvero molto complicata!
Sinceramente provo anche un certo imbarazzo nel riconoscere questa mia debolezza, mi sembra chiaro che non ho ancora raggiunto una piena maturità, perlomeno a livello affettivo.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi sembra di capire che fuggendo dalle mie paure ed insicurezze ho peggiorato la situazione
>>>

Esattamente. Credendo di mettersi al sicuro, si è reso da solo più vulnerabile. Tutto ciò che protegge, limita.

>>> Sapreste darmi già ora dei consigli su come "aumentare la mia esposizione senza sentire troppo male"?
>>>

No, purtroppo da qui non possiamo intervenire direttamente sui problemi presentati dagli utenti, per motivi di regolamento e perché tanto non funzionerebbe comunque. Dovrebbe consultare un collega di persona. Non è detto che debba trattarsi di un percorso necessariamente lungo, se è motivato a seguire le indicazioni che il terapeuta le darà. Legga qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

La lascio con un aforisma scherzoso a proposito dell'approccio: "Se sei un uomo che ha paura di attaccare discorso con le donne, vedila in questo modo: è come attaccare discorso con un uomo. Basta non parlare male delle donne né raccontare barzellette sulle donne."
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
la timidezza, riservatezza, non obbligatoriamente correlano con un suo essere inadeguato e diverso ....ma potrebbero rappresentare un valore aggiunto al suo modo di essere.

Da quanto leggo di lei, però questa sua modalità riservata, sembra diventare "evitante" quando lei incontra una donna di possibile suo gradimento.
La paura di non essere adeguato, all'altezza, l'impaccio relazionale, contribuiscono poi alla "paralisi comportamentale\ affettiva" e ad evitare un possibile corteggiamento..

Non mi è chiaro dal suo racconto, se fino ad adesso non ha mai avuto una fidanzata o se ha già sperimentato delusioni, rifiuti?

Lei scrive:
"Cari dottori, il mio consulto riguarda un problema che ho sempre avuto, ma che solo da poco ho capito essere un vero problema."

ma poi scrive ancora:
"Sono stato con ragazze, certamente belle, ho avuto sporadici rapporti sessuali, ma non ho mai avuto relazioni stabili nè provato veramente l'amore..."

Il blocco emotivo le succede soltanto quando si innamora?
Quando una donna le piace veramente tanto?
Quando la iper-valuta?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Cari dottori,

vi ringrazio per le vostre risposte.
Diciamo che questo blocco emotivo c'è sempre stato, anche se mi succede solo quando "mi innamoro", o comunque quando una donna mi piace moltissimo ed infatti mi è capitato più volte di idealizzarle, di metterle sopra un piedistallo.
Dico che mi è capitato più volte perchè ora ho capito che tutto questo è sbagliato e, mi sembra, di non idealizzarle più.
Tuttavia questo blocco c'è ancora, forse perchè mi sono talmente adagiato in questi anni che ho difficoltà a cambiare atteggiamento.
Fidanzate non ne ho mai avute, tranne brevi relazioni, al massimo di un paio di mesi, chiuse per reciproca insoddisfazione: da parte mia perchè mi accorgevo che non ero veramente interessato, da parte delle ragazze perchè capivano subito che io non ero innamorato o, comunque, non ero convinto di quello che stavo facendo.
Posso confermare che solo una volta, appunto 3/4 anni fa, mi sono spinto a corteggiare una ragazza che mi faceva veramente "girare la testa", lasciandomi completamente andare, tuttavia sono stato rifiutato e, sinceramente, ci sono rimasto molto male, mi è sembrata una sconfitta.
Anche la mia vita sessuale non è stata particolarmente brillante, sono stato solo con poche ragazze.
In effetti mi ritengo una persona sensibile, forse romantica, ed il sesso in quanto tale non mi è mai interessato granchè; diciamo pure che ho "perso" molte occasioni a causa della mia svogliatezza.
Voglio dire, in altre parole, che la mia incapacità affettiva non è stata compensata da una vita "spericolata", fatta di sesso, droga e rock and roll, per intenderci.
Insomma in questi anni ho trascurato i sentimenti, pur capendo che per me sono importanti, infatti vedo questa mia incapacità relazionale come una mancanza, un difetto da correggere.
Spero di essere stato più chiaro.
Grazie in anticipo.
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

la Sua richiesta mi pare molto chiara, ma ritengo che, oltre che a parlarne qui, dovrebbe prendere seriamente in considerazione l'idea di chiedere personalmente ad uno psicologo psicoterapeuta, COME FARE per cambiare totalmente atteggiamento davanti alle questioni che Le fanno paura.

Vede, fare tanti ragionamenti, per certi versi, allontana dal raggiungimento di tali obiettivi. Pensare con l'aiuto di uno psicoterapeuta come poter operativamente cambiare, quali comportamenti implementare, quali strategie disfunzionali (es evitamento) abbandonare, ecc... sono invece dei punti che dovrebbe mettere a fuoco con un professionista di persona.

Il tempo, i vissuti di fallimento, la sensibilità e il modo di elaborare tali esperienze probabilmente hanno fatto in modo che Lei, in maniera del tutto inconsapevole e quindi automatica, abbia messo in atto strategie di fuga da ciò che Le faceva paura.

Questo meccanismo può essere spezzato con la psicoterapia e in tempi anche ragionevolmente brevi.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica