Ansia e preoccupazione costante

Ciao a tutti, sono un ragazzo di 23 anni.
Ho sempre vissuto la mia vita con calma e tranquillità, come chiunque senza particolari eccessi limitandomi ad un esistenza tranquilla e forse un pò monotona. Ho sempre avuto una grande pazienza, cerco sempre di reagire con forza difronte ai problemi, provo a non abbattermi mai tenendo tutto dentro di me senza mai manifestare i miei sentimenti. Negli anni però sono diventato abbastanza ansioso al punto da soffrire di DOC lieve che si manifesta a periodi alterni in base allo stress, la mia ossessione principale è la paura che possa succedere qualcosa di brutto alle persone che amo, è un ossessione che però ho sempre provato a tenere a freno, spesso con successo. Adesso però sono arrivato al limite, la vita sfortunatamente mi sta sottoponendo a tanti problemi non riguardano me, ma i miei cari, senza contare che vivo in una situazione economica complicata. Già in passato la mia famiglia ha avuto problemi di salute poi risolti, ma ora sembrano essersi ripresentati a più di un componente, so poco riguardo l'entità di questi problemi ma il punto principale è che penso di essere giunto al limite. In casa i miei genitori e familiari sono costantemente preoccupati nervosi demoralizzati, sono così per carattere..da sempre e per quanto provino a nasconderlo...non ci riescono. Sono tristi e ansiosi per qualunque cosa. Anche i periodi tranquilli e senza problemi li ho vissuti sempre male a causa della loro ansia tristezza e pesantezza. Vivo nell'ansia da circa 9anni. Un'ansia continua che adesso ha iniziato a logorarmi, questa volta i tantissimi problemi di vario tipo si sono accumulati e non so so se sarò in grado di reggere. Tutta quest'ansia si è riversata nel mio carattere, da anni ho timore della gente dei luoghi con tante persone, ho degli amici che vedo con piacere ma i luoghi aperti mi mettono ansia, mi sento sempre osservato e la cosa brutta è che prima non ero così, ero timido ma non avevo problemi di questo tipo, questi ultimi anni mi stanno distruggendo, vorrei fuggire via da questo contesto e prendere la mia strada ma la paura mi tiene agganciato al presente impedendomi di guardare avanti. Il terrore di perdere le persone che amo e il continuo stress a cui sono sempre sottoposto mi sta distruggendo.
So che in apparenza questo potrebbe sembrare uno sfogo, ma sono seriamente preoccupato. Mi chiedo se dopo tanti anni di ansia in un contesto simile, sia giunto il momento di rivolgersi ad un specialista.Ho paura di sprofondare in un baratro, già adesso sono talmente stanco che a volte non sento nulla a livello emotivo, e vorrei prevenire ulteriori problemi. Mi chiedo se è la vita ad essere difficile per tutti, o se sono io a non essere particolarmente fortunato, i problemi che ho infondo non sono più gravi di altri, e questo mi fa sentire in colpa. Sapere che c'è chi sta peggio di me, mi spaventa, come se quello che sto vivendo adesso, e già mi fa soffrire, fosse solo l'inizio di un brutto periodo.
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

sicuramente una situazione familiare come quella che descrive non favorisce un clima di tranquillità e un certo senso di sicurezza.

In più, se vi è la tendenza a considerare le vicende altrui come se fossero strettamente personali, allora la situazione si complica ulteriormente.

La preoccupazione per i propri cari è sacrosanta, ma non implica il fatto di sostituirsi a loro per risolvere i loro problemi, altrimenti significa che in realtà tale preoccupazione riguarda Lei stesso.

Bisogna quindi saper definire il confine tra la giusta preoccupazione per gli altri e il soffrire al loro posto.

Per quanto riguarda il DOC, non dice se Le è stato diagnosticato da uno specialista; in ogni caso, tenga presente che spetta ai professionisti il compito di effettuare le diagnosi.

Consultare uno psicologo (ve ne sono anche nel servizio pubblico) per approfondire i vari aspetti delle Sue preoccupazioni può certamente essere utile, dato che fare chiarezza è il punto di partenza per avviare ogni cambiamento.


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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
gentile Utente,

una valida strategia psicologica è quella di trovare e mantenere una "giusta distanza tra sé ed il mondo", anche se per mondo si intende quello familiare.

Andare in confluenza con gli eventi, di qualunque natura essi siano, non aiuta né lei, né gli altri.

Uno psicologo può darle un mano, inoltre potrebbe approfondire dal punto di vista diagnostico il suo doc, se di doc si tratta

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Vi ringrazio per le vostre risposte, per quanto riguarda il "definire il confine tra la giusta preoccupazione per gli altri e il soffrire al loro posto" riscontro delle serie difficoltà, perchè distaccarmi mi fa sentire in colpa, come se stessi volutamente ignorando i problemi di chi mi sta accanto, so che razionalmente sbaglio ma è come se la mia testa non riuscisse a trovare vie di mezzo tra l'eccessiva preoccupazione e il totale distacco.
Per il DOC, si tratta di un disturbo che mi sono auto-diagnosticato basandomi sulle caratteristiche tipiche di questa patologia, ovvero, continue ossessioni (al 99% relative a problemi di salute dei miei cari) che riuscivo ad allontanare provvisoriamente con determinati rituali (azioni ripetute più di una volta oppure parole da utilizzare, nel mio caso pregavo) e nel momento in cui non ci riuscivo solitamente mi ritrovavo in un grande stato d'ansia con una lieve tachicardia. Non mi sono mai rivolto ad un medico perchè, a parte un periodo un pò pesante in cui ero molto stressato, questo problema non mi ha mai causato difficoltà tali da rendere la mia vita difficile. In queste ultime settimane ho notato un ritorno di queste ossessioni, ma nulla di preoccupante. Sono un ragazzo giovane e ho chiaramente tutti i "problemi" che affliggono i ragazzi di quest'età. Dallo studio alle varie situazioni in cui un ragazzo si può trovare, e si tratta sempre di problemi "leggeri" che viviamo un pò tutti, nonostante ciò nulla di questo mi ha mai provocato ossessioni. La maggior parte delle mie paure è rivolta solo ed esclusivamente alla salute delle persone a cui tengo. E negli ultimi anni ho sviluppato una sorta di timore verso i luoghi con molta gente, mi spavento del giudizio degli altri e mi sento costantemente osservato, riesco a superare tutto ciò, esco comunque con i miei amici e vado all'università, come un ragazzo normale. Ma non posso fare a meno di pensare che tutti questi problemi che ho, siano strettamente collegati tra di loro.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Il fai da te, sia diagnostico che terapeutico, gentile Utente, non porta a nulla, se non ad amplificare le ansie

Si rivolga ad una struttura pubblica per un supporto adeguato al fine di poter recuperare la qualità di vita smarrita
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Utente
Utente
Gentili dottori, sfortunatamente la situazione è degenerata. I problemi di salute che affliggono i miei cari sono stati confermati, con occhio distaccato mi azzarderei a dire che la situazione non è catastrofica ma chi mi sta intorno è troppo fragile e tende ad abbattersi facilmente. Vivo nell'ansia, tra pianti, visi preoccupati, urla, frasi tragiche e qualche momento più tranquillo in cui sembra essere tornata la pace. Ho avuto la fortuna di passare una settimana fuori, mi sono sentito rinato....le paure non passano ma si sono attutite, immerso nella quotidianità di un ragazzo della mia età sono riuscito ad essere sereno. Sono riuscito finalmente ad aprire i libri che devo studiare, cosa che non riesco più a fare quando sono a casa. Adesso sono tornato a casa, e la situazione è precipitata. La situazione di chi mi sta intorno non è estremamente grave, anzi ci sono stati dei piccoli successi ma i miei non la pensano così, si sentono sollevati e poi ripiombano nella tristezza. Ognuno soffre a modo suo, chi sono io per giudicare il dolore degli altri? Mi sento estremamente in colpa, perchè mi sento una persona forte in mezzo a persone fragili...e pensare questo mi fa soffrire. Credo che le paure, le ansie possano essere elaborate in modo costruttivo, ma forse parlo così solo perchè non sono io a soffrire. Forse dovrei davvero rivolgermi a qualcuno, ma non credo di essere io ad avere qualcosa....sono le persone intorno a me che soffrono, che senso ha rivolgermi ad uno psicologo? Non sono io a dover guarire, purtroppo.
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