Frustrazione e dubbi?
Salve a tutti, sono un ragazzo e da circa 3 mesi vado da una psicologa, la motivazione iniziale era quella di sofferenza d'ansia ma col tempo essa si è evoluta in "rapporto problematico coi genitori e bisogno d'affetto" secondo le sue parole.
Il fatto è che le sedute si concentrano solamente sul migliorare il rapporto tra me e i miei genitori, che è una cosa che sì, riconosco servirebbe, quando invece preferirei parlare di cose che a me stanno più a cuore - soprattutto gli sbalzi di umore e il piacere che provo nel litigare con le persone.
Ho una ragazza e mi stupisco sempre più di come io la tratti male, infatti da 5 mesi circa che stiamo insieme l'ho mollata 3 volte per motivi futili e ogni giorno le tengo il muso perché, per esempio, stava dormendo quando l'avrei voluta chiamare al telefono. Però non riesco a fare a meno di litigare!
Un'altra cosa che mi turba molto è la visione che gli altri hanno di me. Alcune persone hanno detto che sono molto egocentrico e per questo piaccio alla gente...sono leggermente timido, estroverso, abbastanza espansivo, molti amici ma nonostante ciò mi sento sempre solo.
Coi miei genitori ho un rapporto sì problematico ma non troppo, con mio padre è abbastanza buono, con mia madre è peggio siccome imputo a lei le cause per cui sono senza autostima, da quando sono piccolo non fa altro che buttarmi giù con parole cattive, anche se ormai ci sto facendo l'abitudine.
Sento che c'è qualcosa che non va in me...cosa può essere?
Pensate che sia eticamente corretto chiedere alla terapeuta un "cambio di piano terapeutico" (perdonate il gioco di parole)?
Grazie per le risposte se ci saranno :)
Il fatto è che le sedute si concentrano solamente sul migliorare il rapporto tra me e i miei genitori, che è una cosa che sì, riconosco servirebbe, quando invece preferirei parlare di cose che a me stanno più a cuore - soprattutto gli sbalzi di umore e il piacere che provo nel litigare con le persone.
Ho una ragazza e mi stupisco sempre più di come io la tratti male, infatti da 5 mesi circa che stiamo insieme l'ho mollata 3 volte per motivi futili e ogni giorno le tengo il muso perché, per esempio, stava dormendo quando l'avrei voluta chiamare al telefono. Però non riesco a fare a meno di litigare!
Un'altra cosa che mi turba molto è la visione che gli altri hanno di me. Alcune persone hanno detto che sono molto egocentrico e per questo piaccio alla gente...sono leggermente timido, estroverso, abbastanza espansivo, molti amici ma nonostante ciò mi sento sempre solo.
Coi miei genitori ho un rapporto sì problematico ma non troppo, con mio padre è abbastanza buono, con mia madre è peggio siccome imputo a lei le cause per cui sono senza autostima, da quando sono piccolo non fa altro che buttarmi giù con parole cattive, anche se ormai ci sto facendo l'abitudine.
Sento che c'è qualcosa che non va in me...cosa può essere?
Pensate che sia eticamente corretto chiedere alla terapeuta un "cambio di piano terapeutico" (perdonate il gioco di parole)?
Grazie per le risposte se ci saranno :)
[#1]
Caro ragazzo,
<<quando invece preferirei parlare di cose che a me stanno più a cuore - soprattutto gli sbalzi di umore e il piacere che provo nel litigare con le persone.>>
perché non lo fa?
Si sente troppo giudato dalla terapeuta?
Sarebbe, non solo lecito, ma anche auspicabile che lei parlasse con la sua curante di questi suoi dubbi rispetto al percorso che state facendo.
Che tipo di terapia sta facendo? Ne conosce l'orientamento?
Un caro saluto
<<quando invece preferirei parlare di cose che a me stanno più a cuore - soprattutto gli sbalzi di umore e il piacere che provo nel litigare con le persone.>>
perché non lo fa?
Si sente troppo giudato dalla terapeuta?
Sarebbe, non solo lecito, ma anche auspicabile che lei parlasse con la sua curante di questi suoi dubbi rispetto al percorso che state facendo.
Che tipo di terapia sta facendo? Ne conosce l'orientamento?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Utente
La terapia era inizialmente a indirizzo ipnotico però non c'è stato (credo) alcun suo avvicinamento in tal senso, siccome ogni seduta è solo colloquio clinico. Mi chiedo quale sia la più adatta a me.
Non lo faccio per paura di offenderla, e poi penso che non mi ascolterebbe, dopotutto è lei l'esperta...
Non lo faccio per paura di offenderla, e poi penso che non mi ascolterebbe, dopotutto è lei l'esperta...
[#3]
Caro ragazzo,
sarà anche lei l'esperta... ma il paziente è lei e in gioco ci sono le sue necessità e le sue priorità.
<<e poi penso che non mi ascolterebbe>>
in linea di principio dovrebbe essere lì proprio per quello. Non crede?
E' bene che affronti i temi che le stanno a cuore nella prossima seduta parlando alla sua terapeuta, senza alcuna remora, dei suoi dubbi relativi ai contenuti dei colloqui che state svolgendo.
Anche i suoi dubbi, le sue sensazioni, pensieri, emozioni e indicazioni relativi al percorso possono essere utili per comprendere il suo modo di relazionarsi all'altro che, da quanto dice, sembra essere uno dei problemi su cui dovreste lavorare (<<il piacere che provo nel litigare con le persone.>>; <<Ho una ragazza e mi stupisco sempre più di come io la tratti male>> ; <<mi turba molto è la visione che gli altri hanno di me>>).
Ha scelto lei il tipo di orientamento? Come mai dice che non c'è stato alcun avvicinamento a questo approccio?
Un caro saluto
sarà anche lei l'esperta... ma il paziente è lei e in gioco ci sono le sue necessità e le sue priorità.
<<e poi penso che non mi ascolterebbe>>
in linea di principio dovrebbe essere lì proprio per quello. Non crede?
E' bene che affronti i temi che le stanno a cuore nella prossima seduta parlando alla sua terapeuta, senza alcuna remora, dei suoi dubbi relativi ai contenuti dei colloqui che state svolgendo.
Anche i suoi dubbi, le sue sensazioni, pensieri, emozioni e indicazioni relativi al percorso possono essere utili per comprendere il suo modo di relazionarsi all'altro che, da quanto dice, sembra essere uno dei problemi su cui dovreste lavorare (<<il piacere che provo nel litigare con le persone.>>; <<Ho una ragazza e mi stupisco sempre più di come io la tratti male>> ; <<mi turba molto è la visione che gli altri hanno di me>>).
Ha scelto lei il tipo di orientamento? Come mai dice che non c'è stato alcun avvicinamento a questo approccio?
Un caro saluto
[#4]
<Non lo faccio per paura di offenderla> Sbagliato, oltre ad essere un suo diritto esprimere necessità ed eventuali dubbi, aiuterebbe il progredire della terapia o comunque servirebbe a lei, se questo fosse il caso non trovasse risposte soddisfacenti, ad orientarsi diversamente.
Legga magari a questo link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Cordiali saluti
Legga magari a questo link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Cordiali saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
La prima regola quando si và in psicoterapia, per riuscire ad ottenere grandi risultati, è la sincerità e apertura nei confronti del proprio terapeuta.
In fondo quel professionista è lì per lei, per ascoltarla ed aiutarla.
Saluti
In fondo quel professionista è lì per lei, per ascoltarla ed aiutarla.
Saluti
Dr.ssa Veronica Turchetta Psicologa di Roma
Tel. 327.8259566
studiopsicologicoturchetta@gmail.com
www.studiopsicologicoturchetta.blogspot.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 22/05/2013.
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