Problemi con lo studio

Gentili dottori,
mi chiamo N. e sono una ragazza di 22 anni. Da qualche anno ormai ho perso la voglia di studiare. Al liceo ero una delle migliori e anche se non studiavo con costanza riuscivo a raggiungere i risultati che mi ero prefissata. Ora invece sono svogliata, sto ore davanti ai libri aperti senza studiarne nemmeno una pagina o ancor peggio sto al computer o alla tv, noncurante del fatto che in realtà dovrei studiare. Sono cosciente che questa “nuova me” non mi piace affatto, ma non faccio nulla per cambiarlo. Prometto a me stessa che cambierò atteggiamento e che comincerò a studiare sul serio, faccio piani di studio impeccabili, ma poi non li rispetto mai. All’inizio la cosa mi pesava di più, ci stavo male e a volte piangevo, ora evito quasi di pensare alle mie azioni, ma la sera mi viene da pensare che ho trascorso la giornata senza fare praticamente nulla se non oziare e per qualche minuto mi sento in colpa. La volontà di riuscire nello studio non mi manca, anzi, forse è la cosa a cui tengo di più e neppure gli incoraggiamenti esterni mi mancano (soprattutto quelli di mio fratello che mi ha sempre appoggiata e consigliata) anche se ho deluso più volte tutti loro che credono in me. Da quest’anno ho cambiato città (trasferendomi dove studia mio fratello) e facoltà, il corso di studi precedente l’ho abbandonato perché non era adatto a me ed ero riuscita a dare pochissimi esami. Questa nuova facoltà mi piace di più, ma le cose non sono cambiate, ho dato pochi esami e continuo a passare le giornate senza far nulla, mentendo a me stessa e a mio fratello o alle mie amiche quando mi chiedono se ho studiato e se va tutto bene con la nuova università. Vi ho scritto perché comincio a chiedermi se è semplice pigrizia o se ci sia un reale problema.

Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile N.,
i suoi genitori cosa dicono della situazione?
Sono loro a mantenerla agli studi?
Ha già provato ad andare a studiare in biblioteca o in un luogo diverso da casa?
Le è già capitato di provare a preparare un esame in compagnia di qualche altro studente?
Oltre allo studio, quali sono gli altri suoi interessi e attività?


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)faccio piani di studio impeccabili, ma poi non li rispetto mai.(..)
gentile ragazza la pigrizia è figlia di una mancanza di motivazione. Non esistono piani impeccabili se non c'è la mortivazione per l'attuazione di questi. E' su questo che deve porsi le domande e, magari, scoprire che il percorso che ha scelto non interessa affatto, ma ha timore di deludere qualcuno (ovvio è solo una ipotesi)
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile dott.ssa Scalco, i miei genitori mi hanno appoggiata in tutte le scelte che ho fatto in maniera serena, consigliandomi e proponendomi varie alternative, ma lasciandomi la libertà di scelta; inoltre sì, sono loro a mantenermi economicamente.
Frequentando la vecchia università ho studiato in luoghi come la biblioteca o le stesse aule universitarie ed a volte con un'amica, ma essendo indietro con gli esami non abbiamo mai preparato esami insieme. Dopo il trasferimento però ho sempre studiato a casa perché non ho stretto molte amicizie ed inoltre mi sento un po' a disagio perché ho determinati schemi nell'apprendere (e anche un po' di lentezza) e ho difficoltà a ragionare insieme ad un'altra persona.
Non ho alcun tipo di interesse in realtà e non faccio attività di alcun genere, mi sono sempre concentrata sullo studio.


Gentile dott. De Vincentiis, il percorso che ora ho scelto è più incline ai miei gusti e sono interessata in un futuro a lavorare in tale area. La motivazione "a parole" non mi manca, il problema è il momento dei fatti. Parto sempre con ottimi propositi e con il voler dimostrare a me stessa, ma anche a coloro che credono in me, che sono tornata ad essere quella che ero, cioè una persona in gamba che ha successo nello studio. Per me è una cosa importante, perché definisce quello che sono come persona (anche se riconosco di avere altre qualità al di fuori dell'ambito studentesco) e se lo studio va bene allora anche tutto il resto fila liscio. Il creare dei piani di studio mi incoraggia e mi fa pensare che possa farcela, ma rimangono piani scritti su un foglio, che non metto in pratica.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
All'interno del suo ateneo non esiste uno sportello di ascolto per gli studenti a cui potersi rivolgere per una consulenza di persona, in modo da fare una iniziale valutazione delle sue difficoltà?

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Credo esista, ma non ho mai pensato di rivolgermi ad esso, non ne sento il bisogno in quanto l'ascolto e l'appoggio delle persone che mi circondano mi sono sufficienti; inoltre sono una persona orgogliosa da questo punto di vista, voglio farcela "da sola" (anche se i fatti non lo dimostrano, la volontà c'è) e lo vedrei come un "segno di debolezza". Anche se riconosco che non è così, è quello che sento, la vedrei come una sconfitta e credo di non averle provate tutte ancora.
In ogni caso mi ha dato un ottimo suggerimento a cui non avevo pensato, ovvero quello di studiare con qualcun'altro o direttamente in università/biblioteca.

La ringrazio per la Sua disponibilità!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<voglio farcela "da sola" (anche se i fatti non lo dimostrano, la volontà c'è) e lo vedrei come un "segno di debolezza". Anche se riconosco che non è così, è quello che sento, la vedrei come una sconfitta e credo di non averle provate tutte ancora.>>

Anche essersi rivolta a noi è stato un segno di debolezza? O è meno "grave" perché protetta dall'anonimato?
L'ha vissuto come una sconfitta o si è sentita in qualche modo giudicata per ciò che ci ha raccontato?
Che cosa pensa che potrebbe/dovrebbe fare prima di poter dire di averle provate tutte? Perché fino ad ora non lo ha fatto?


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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
No no, non ho pensato ad una sconfitta o ad un segno di debolezza, l'ho fatto anche per curiosità, dopotutto anche questo rientra nel "non averle provate tutte ancora", ma devo ammettere che l'anonimato è stato un incentivo, non so se l'avrei fatto altrimenti. Probabilmente temo di essere giudicata, anche se so che molti studenti si trovano in situazioni simili alla mia e che non sono l'unica ad avere problemi del genere, ma dopotutto potrei anche far in modo che nessuno venga a conoscenza delle mie attività o azioni, qualora decidessi di rivolgermi ad uno psicologo di persona ad esempio.
Non le ho provate tutte perché credo di dover provare a tirare fuori la grinta per sforzarmi a studiare e a recuperare il senso del dovere che mi caratterizzava, di cambiare metodo di studio, di sforzarmi a studiare con qualcun'altro per aprire la mente, e così via. Ho accanto persone che mi reputano capace, intelligente e in gamba e a furia di dirmelo ho riacquistato un po' di autostima (il valore di una persona non è legata ai voti universitari) ed ho ancora la speranza di tornare ad essere quella che ero prima, molto più solare e studiosa; ripeto che se nello studio fila tutto liscio sono più serena anch'io, non so perché ma mi influenza molto la cosa. Il perché tutto quello che sono brava a dire a parole non lo trasformo in fatti, non lo so però! Ma posso continuare a provarci.