Punto di stallo, ho bisogno di aiuto
Buonasera,
Mi presento. Mi chiamo C e ho 27 anni. Ringrazio anticipatamente chi prenderà la briga di leggermi, mi rivolgo a Voi perchè sono a un punto di stallo e non so più cosa fare.
Faccio un breve riassunto degli ultimi anni perchè credo possa essere utile. Sono una bella ragazza, intelligente e di buona famiglia. In sostanza, piaccio.
Ho un carattere forte (almeno, credevo), ambiziosa, sicura di sè (almeno all’apparenza). Bravina al liceo, bravina all’università. Laurea presso università di eccellenza, anni di volontariato in croce rossa.
Mai avuto particolari problemi in famiglia, a parte la malattia di mia madre, la sua operazione e consecutivi anni di depressione. Fortunatamente ho avuto un padre molto presente che ha cercato in tutti i modi di non farci (a me e ai miei 2 fratelli) mai mancare nulla.
A 21 anni conosco un ragazzo (lui allora 26), di cui mi innamoro. Relazione complicata fin dall’inizio, avevo intuito che forse stesse mantenendo una relazione con la sua ex. Lui nega e io gli credo. Tento di lasciarlo ma lui mi convince a provarci. Non so perchè ma è come se sapessi di meritare di meglio. Ma decido di buttarmi miopisticamente in una causa persa. Forse perchè mi voglio del male, oppure per testardaggine, non saprei. Ci conosciamo che lui si era appena trasferito dal sud a milano e non conosceva quasi nessuno a parte qualche collega. Lo introduco nella mia compagnia.
Stiamo insieme 1 anno e mezzo circa, poi lui manifesta l’interesse a volersi trasferire in UK. Ovvero, ad essere precisi mi dice che aveva mandato cvs in UK e che era riuscito a fissare un colloquio telefonico. Io non la prendo benissimo, perchè ero “solo” al 3^ anno di università e sapevo che non potevo spostarmi almeno per altri 2 anni. Poi non ero sicura di poter reggere una storia a distanza. Lui mi rassicura dicendomi che se lo faceva lo faceva anche per noi, per avere un futuro dignitoso. Io capisco e accetto. Capisco perchè sono anche io una persona ambiziosa, non capisco però pienamente perchè penso che avrebbe potuto aspettare che anche io finissi l’università.
Ad ogni modo, come ho detto, mi ero impuntata e volevo che andasse bene. E infatti.
Passo 2 anni di inferno. Lui totalmente incurante ed egoista. Si fa la sua vita in UK, conoscendo gente, andando per locali. Ricordo con rabbia (con me stessa) le nottate insonni ad aspettare un sms, preoccupata perchè non mi rispondeva e non sapevo dove fosse. Magari io avevo un esame il lunedì successivo e non riuscivo nè a a studiare nè tantomeno a dormire.
In un certo senso mi do tutte le colpe. Pensavo che quella sbagliata ero io, la paranoica gelosa. Pensavo anche che era normale che io mi sbattessi per andare a trovarlo approfittando di una settimana di stacco tra un esame e un altro (non potevo assolutamente perdere tempo, volevo laurearmi in fretta), e lui nemmeno si presentava in aeroporto. Poverino, non aveva la macchina e doveva prendersi un autobus che ci metteva 2 ore.
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Mi presento. Mi chiamo C e ho 27 anni. Ringrazio anticipatamente chi prenderà la briga di leggermi, mi rivolgo a Voi perchè sono a un punto di stallo e non so più cosa fare.
Faccio un breve riassunto degli ultimi anni perchè credo possa essere utile. Sono una bella ragazza, intelligente e di buona famiglia. In sostanza, piaccio.
Ho un carattere forte (almeno, credevo), ambiziosa, sicura di sè (almeno all’apparenza). Bravina al liceo, bravina all’università. Laurea presso università di eccellenza, anni di volontariato in croce rossa.
Mai avuto particolari problemi in famiglia, a parte la malattia di mia madre, la sua operazione e consecutivi anni di depressione. Fortunatamente ho avuto un padre molto presente che ha cercato in tutti i modi di non farci (a me e ai miei 2 fratelli) mai mancare nulla.
A 21 anni conosco un ragazzo (lui allora 26), di cui mi innamoro. Relazione complicata fin dall’inizio, avevo intuito che forse stesse mantenendo una relazione con la sua ex. Lui nega e io gli credo. Tento di lasciarlo ma lui mi convince a provarci. Non so perchè ma è come se sapessi di meritare di meglio. Ma decido di buttarmi miopisticamente in una causa persa. Forse perchè mi voglio del male, oppure per testardaggine, non saprei. Ci conosciamo che lui si era appena trasferito dal sud a milano e non conosceva quasi nessuno a parte qualche collega. Lo introduco nella mia compagnia.
Stiamo insieme 1 anno e mezzo circa, poi lui manifesta l’interesse a volersi trasferire in UK. Ovvero, ad essere precisi mi dice che aveva mandato cvs in UK e che era riuscito a fissare un colloquio telefonico. Io non la prendo benissimo, perchè ero “solo” al 3^ anno di università e sapevo che non potevo spostarmi almeno per altri 2 anni. Poi non ero sicura di poter reggere una storia a distanza. Lui mi rassicura dicendomi che se lo faceva lo faceva anche per noi, per avere un futuro dignitoso. Io capisco e accetto. Capisco perchè sono anche io una persona ambiziosa, non capisco però pienamente perchè penso che avrebbe potuto aspettare che anche io finissi l’università.
Ad ogni modo, come ho detto, mi ero impuntata e volevo che andasse bene. E infatti.
Passo 2 anni di inferno. Lui totalmente incurante ed egoista. Si fa la sua vita in UK, conoscendo gente, andando per locali. Ricordo con rabbia (con me stessa) le nottate insonni ad aspettare un sms, preoccupata perchè non mi rispondeva e non sapevo dove fosse. Magari io avevo un esame il lunedì successivo e non riuscivo nè a a studiare nè tantomeno a dormire.
In un certo senso mi do tutte le colpe. Pensavo che quella sbagliata ero io, la paranoica gelosa. Pensavo anche che era normale che io mi sbattessi per andare a trovarlo approfittando di una settimana di stacco tra un esame e un altro (non potevo assolutamente perdere tempo, volevo laurearmi in fretta), e lui nemmeno si presentava in aeroporto. Poverino, non aveva la macchina e doveva prendersi un autobus che ci metteva 2 ore.
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Desidera farci una domanda precisa o preferisce che diamo un parere su ciò che ha scritto?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
In realtà non avevo finito.. La storia è troppo lunga :-( Cerco di riassumere, rischiando di tralasciare partcolari importanti..2 anni a distanza, anni di bugie, mancanze di rispetto, serate insonni etc. Alla laurea mi regala un anello di fidanzamento e io mi trasferisco in uk. Iniziamo a convivere, io cerco lavoro e ci metto mesi a trovarlo. In più mi sento in colpa x aver lasciato tutto in Italia, mamma che nn sta bene e padre che inizia a dare segnali di cedimento. Mi ritrovo a dipendere al 100%da lui,che di fatto doveva sostituire tutti e cercavo l'appoggio morale in un momento critico (avevo paura di non riuscire a trovare nulla,il paese dove vivevamo non offriva molte opportunità nel mio campo).Dopo un pò trovo lavoro e decidiamo di trasferirci in una casa con 2camere da letto,così che se volevano potevano venire a trovarci i genitori.Non immaginavo proprio che i suoi potessero essere così invadenti. Io adoravo sua mamma,forse un pò la vedevo come la mamma che non avevo mai avuto perchè la mia era stata un pò assente.Faccio notare a lui che forse nn era il caso che venissero a trovarci così spesso e soprattutto senza avvisare..Lui diventava furioso,non potevo metterlo nella condizione di scegliere tra me e i suoi (diceva).Un giorno mi spinge contro l'armadio e mi faccio male al braccio e mi sputa in faccia.Per me era il limite.Non mi sentivo più sicura con lui,nonostante lo amassi ancora.Lui piange e chiede perdono.Lo perdono.Dopo x mesi se ne va di casa,nel frattempo aveva trovato lavoro nella city e io avevo sempre + l'impressione di essere di troppo.Mi crolla il mondo addosso,alla fine era il mio punto di riferimento x 5 anni.I miei corrono a darmi una mano e mi rimettono in piedi.Decido di non mollare il lavoro per lui e resto.Dopo2mesi conosco un ragazzo,9anni più grande,che mi ha fatto capire cosa vuol dire essere amate davvero(nonsoloa parole,a fatti).Mi fa uscire dal baratro in cui ero caduta e sorrido di nuovo. Ora,5 mesi dopo,l'ho lasciato.Perchè?Cosa mi succede? Lo amo davvero o non so stare da sola?
[#3]
Le persone apparentemente più sicure di sé della media, a volte mostrano proprio in amore i punti deboli.
Le relazioni sono in grado di portare alla luce i lati più problematici di noi, insieme a quelli migliori, e può succedere che questo dia troppo fastidio. E così si preferisce abbandonare la relazione, per non essere costretti al continuo confronto con l'altro, e quindi con se stessi.
Le relazioni sono in grado di portare alla luce i lati più problematici di noi, insieme a quelli migliori, e può succedere che questo dia troppo fastidio. E così si preferisce abbandonare la relazione, per non essere costretti al continuo confronto con l'altro, e quindi con se stessi.
[#4]
Utente
La ringrazio per la risposta Dottore. Sono sempre stata una persona razionale e analitica, ma stavolta non riesco proprio ad uscirne. Non sono mai stata nemmeno debole in amore, vero e' che mi sono lanciata in una storia sbagliata con una testardaggine tipica di me. Ed ho sbattuto la testa. Ora sto cercando di uscirne, ma sta di fatto che a quanto pare non ci riesco proprio. Cosa devo fare? Mi sono lanciata dopo pochissimo tempo in un'altra relazione, stavolta forse giusta, ma di fatto il tarlo del "magari e' solo chiodoscacciachiodo" la sta rovinando. Allora l'ho lasciato, tanto cosi' non poteva andare avanti. Soprattutto, non voglio farlo stare male.
Ed ora? Sono tornata a 6 mesi fa, non riesco a mangiare, dormo poco, mi sveglio all'alba, non riesco a concentrarmi, ho la lacrima facile. Come posso uscire da questa empasse?
D'altra parte non so nemmeno piu' cosa fare della mia vita, avevo altri piani fino a pochi mesi fa. Sono in un paese straniero non per mia volonta', ma ora qui ho un lavoro sicuro e delle responsabilita'. Le amiche mi consigliano di godermi la vita e conoscere gente nuova, ma se non mi va? Si puo' vivere per il lavoro a 27 anni?
Ed ora? Sono tornata a 6 mesi fa, non riesco a mangiare, dormo poco, mi sveglio all'alba, non riesco a concentrarmi, ho la lacrima facile. Come posso uscire da questa empasse?
D'altra parte non so nemmeno piu' cosa fare della mia vita, avevo altri piani fino a pochi mesi fa. Sono in un paese straniero non per mia volonta', ma ora qui ho un lavoro sicuro e delle responsabilita'. Le amiche mi consigliano di godermi la vita e conoscere gente nuova, ma se non mi va? Si puo' vivere per il lavoro a 27 anni?
[#5]
Non ho parlato di debolezza in amore, ho detto che l'amore può fungere da catalizzatore nel far emergere i punti deboli.
Il tarlo di cui parla, se riconosce di essere una persona coscienziosa e responsabile, potrebbe essere ossessività, cioè la tendenza a rimuginare. Per mitigare la qual cosa, se sta soffrendo troppo, potrebbe rivolgersi di persona a uno psicologo psicoterapeuta. Da qui non possiamo intervenire direttamente.
Il tarlo di cui parla, se riconosce di essere una persona coscienziosa e responsabile, potrebbe essere ossessività, cioè la tendenza a rimuginare. Per mitigare la qual cosa, se sta soffrendo troppo, potrebbe rivolgersi di persona a uno psicologo psicoterapeuta. Da qui non possiamo intervenire direttamente.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 21/05/2013.
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