Dissociazione da trauma
Buongiorno.
C'è un ballo una presunta sindrome dissociativa paventata alla prima visita di una neuropsichiatra dopo che semplici neurologi non ritenevano avessi nulla.
Quindi le visite cliniche non riportano problemi particolari.
Ciononostante nella vita di tutti i giorni mi capita spesso di non riuscire ad indirizzare bene lo sguardo dove vorrei, oppure indicare con gli occhi la sx, volendo indicare la dx, oppure star seria credendo di sorridere (me ne accorgo per la rispondenza delle espressioni altrui o guardando per caso il mio riflesso in un vetro) e molto altro.
A volte sento proprio di non riuscire a comandare le mie espressioni, altre volte di usarle per schemi preimpostati, come se non mi sentissi realmente in coesione col mio corpo, spontanea e in linea temporale con esso. La RMN anche riguardo le vie oculari è negativa.
Da quando infatti ho subito violenze continue in famiglia, già nel periodo adolescenziale, ho delle percezioni intrusive, sento come se la persona causa di tutto, forse dentro di me, in certo senso, è come se percepisco me stessa alla lontana, ma contemporaneamente in maniera più viva la personalità predominante in me fosse lei, in una coesistenza (di questo non ho ancora parlato alla dottoressa).
Io credo sia stata una difesa per poter assecondare tutte le follie di quella persona, che appunto doveva governare ogni mio singolo gesto e lato della mia personalità, a volte ho creduto di morire sotto le sue reazioni, e poichè le istituzioni e le associazioni non mi hanno mai aiutata, penso di aver tratto internamente queste risorse per potermi difendere, per potermi controllare come lei voleva controllare me, per prevenire in minima parte le sue ripercussioni.
E sia per orgoglio che per tutelare il mio Io, penso di aver creato un suo doppio adattato a me che convive poi col mio Io integro ma sempre fuggevole, lontano, con cui non riesco a sentir-mi, a vivermi pienamente e spontaneamente.
Forse è anche per questo che da persona precoce e intelligente dovetti rovinosamente abbandonare gli studi, avendo ormai una memoria 'a scomparsa'. Cioè nel divenire stesso delle cose, delle frasi, dei concetti, cancello le informazioni appena acquisite.
Ora non condivido il solito minimizzare sui problemi di memoria che ho, che sono profondamente invalidanti, nel quotidiano, e azzeranti nello studio che fu un trauma per me abbandonare, non sono più depressa, non soffro di ansia, ma permangono, anche in perfetta serenità. Io mi ritrovo finalmente in questa diagnosi di dissociazione.
Vorrei quindi chiedervi se poteste spiegarmi brevemente quali sono i tipi di dissociazione riconosciuti e quali, se ce ne sono, le relazioni tra disturbi della memoria e disturbi dissociativi (tranne nel caso più noto di personalità multipla in cui le personalità si susseguono ognuna con una memoria diversa, almeno per gli studiosi che ci credono).
Sono anche graditi pareri sui sintomi.
Distinti saluti.
C'è un ballo una presunta sindrome dissociativa paventata alla prima visita di una neuropsichiatra dopo che semplici neurologi non ritenevano avessi nulla.
Quindi le visite cliniche non riportano problemi particolari.
Ciononostante nella vita di tutti i giorni mi capita spesso di non riuscire ad indirizzare bene lo sguardo dove vorrei, oppure indicare con gli occhi la sx, volendo indicare la dx, oppure star seria credendo di sorridere (me ne accorgo per la rispondenza delle espressioni altrui o guardando per caso il mio riflesso in un vetro) e molto altro.
A volte sento proprio di non riuscire a comandare le mie espressioni, altre volte di usarle per schemi preimpostati, come se non mi sentissi realmente in coesione col mio corpo, spontanea e in linea temporale con esso. La RMN anche riguardo le vie oculari è negativa.
Da quando infatti ho subito violenze continue in famiglia, già nel periodo adolescenziale, ho delle percezioni intrusive, sento come se la persona causa di tutto, forse dentro di me, in certo senso, è come se percepisco me stessa alla lontana, ma contemporaneamente in maniera più viva la personalità predominante in me fosse lei, in una coesistenza (di questo non ho ancora parlato alla dottoressa).
Io credo sia stata una difesa per poter assecondare tutte le follie di quella persona, che appunto doveva governare ogni mio singolo gesto e lato della mia personalità, a volte ho creduto di morire sotto le sue reazioni, e poichè le istituzioni e le associazioni non mi hanno mai aiutata, penso di aver tratto internamente queste risorse per potermi difendere, per potermi controllare come lei voleva controllare me, per prevenire in minima parte le sue ripercussioni.
E sia per orgoglio che per tutelare il mio Io, penso di aver creato un suo doppio adattato a me che convive poi col mio Io integro ma sempre fuggevole, lontano, con cui non riesco a sentir-mi, a vivermi pienamente e spontaneamente.
Forse è anche per questo che da persona precoce e intelligente dovetti rovinosamente abbandonare gli studi, avendo ormai una memoria 'a scomparsa'. Cioè nel divenire stesso delle cose, delle frasi, dei concetti, cancello le informazioni appena acquisite.
Ora non condivido il solito minimizzare sui problemi di memoria che ho, che sono profondamente invalidanti, nel quotidiano, e azzeranti nello studio che fu un trauma per me abbandonare, non sono più depressa, non soffro di ansia, ma permangono, anche in perfetta serenità. Io mi ritrovo finalmente in questa diagnosi di dissociazione.
Vorrei quindi chiedervi se poteste spiegarmi brevemente quali sono i tipi di dissociazione riconosciuti e quali, se ce ne sono, le relazioni tra disturbi della memoria e disturbi dissociativi (tranne nel caso più noto di personalità multipla in cui le personalità si susseguono ognuna con una memoria diversa, almeno per gli studiosi che ci credono).
Sono anche graditi pareri sui sintomi.
Distinti saluti.
[#1]
Gentile ragazza legga questo articolo, potrebbe darle qualche chiarimento sul concetto di dissociazione ed il probabile percorso che ne costruisce i sintomi
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/908-che-sensazione-di-estraneita-sara-dissociazione.html
in caso di dissociazioni la memora potrebbe avere problemi legati prettamente ad un eventale ricordo traumatico ma non necessariamente avere un legame con l'apprendimento e lo studi.
saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/908-che-sensazione-di-estraneita-sara-dissociazione.html
in caso di dissociazioni la memora potrebbe avere problemi legati prettamente ad un eventale ricordo traumatico ma non necessariamente avere un legame con l'apprendimento e lo studi.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Utente,
può leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1210-trauma-psicologico-che-cosa-accade-nella-mente-di-chi-ha-subito-un-trauma.html
Saluti,
può leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1210-trauma-psicologico-che-cosa-accade-nella-mente-di-chi-ha-subito-un-trauma.html
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Vi ringrazio per le risposte,
in particolare la Dott.ssa Pileci, in quanto ho voluto soffermarmi su questa affermazione: "Inoltre inibisce fisiologicamente, quando è attivo, le funzioni mentali superiori, determinando amnesia e intrusione di ricordi mnestici (sintomo molto fastidioso, in quanto anche quando la persona non vorrebbe o pensa e fa altro ha dei flashback dell’evento traumatico),".
A me sembra che io abbia sviluppato un controllo tale da evitare questi ricordi intrusivi eppure esserne costantemente pervasa.
Cioè così come ogni mia azione, un tamburellare delle mani, un guardare nel momento sbagliato, un restare sovrappensiero, scatenavano reazioni abnormi della persona esterna, io ora ho un continuo modulare, controllare me stessa, interno, quindi ogni mio gesto mi ricorda le violenze e attuo meccanismi per controllarli come dall'esterno.
Mi chiedo se questa continua oscillazione contemporanea tra due polarità non possa ostacolare il processo di apprendimento delle informazioni.
Voglio spiegare meglio questi disturbi di memoria.
Inizialmente ero regredita al punto di non capire neanche le frasi che insegnano alle elementari, mi ci voleva una rilettura di 4-5 volte per capirla, col tempo, migliorata un po', avevo comunque problemi come: iniziando una frase ricordavo cosa dovevo dire, se si trattava di soggetto verbo e complemento, anche solo aggiungere una deviazione, una specificazione, una parentesi, mi faceva poi dimenticare tutto. Se chiedevo indicazioni stradali, nel momento stesso in cui me le dicevano e io prestavo la massima attenzione, le perdevo: anche solo "a sx, poi a dx, poi a sx". Queste poche inf. si confondevano tra di loro. Potete immaginare quindi quanto ha pesato sulla mia vita sociale.
Eppure vi posso assicurare che le mie capacità di linguaggio ed espressione erano non solo lontane da queste, ma a detta degli altri molto avanti rispetto alla norma.
I periodi migliori come questo non sono comunque significativi, per poter lavorare o...vivere. Riesco a raggiungere una soglia maggiore rispetto a un bambino di quattro anni, ma senza soddisfacenti risultati.
Mi chiedo se questo non sentire mai realmente, questo demandare come ad un'altra persona, una specie di automa ogni mia funzione vitale, questo vivermi da lontano (internamente, anche se esternamente agisco e mi metto in azione) tanto da non riuscire neanche a coordinare le mie azioni, inoltre questa lotta continua che io sento tra due Io, quello mio vero e quello che deve controllare, questa tensione tra me e quell'identificazione della persona che maltrattava, che mi convivono, questo congelare ogni emozione (perchè non dovevo assolutamente mostrarle altrimenti altra violenza)
mi chiedo se questa estraniazione quasi totale non possa condurre a problemi continui di memoria.
Infine, sono studiati casi di identificazione della vittima nel carnefice o intrusione dei caratteri del carnefice? Se si, in quali modalità?
Mi scuso per la lunghezza e ringrazio per le pazienti risposte.
in particolare la Dott.ssa Pileci, in quanto ho voluto soffermarmi su questa affermazione: "Inoltre inibisce fisiologicamente, quando è attivo, le funzioni mentali superiori, determinando amnesia e intrusione di ricordi mnestici (sintomo molto fastidioso, in quanto anche quando la persona non vorrebbe o pensa e fa altro ha dei flashback dell’evento traumatico),".
A me sembra che io abbia sviluppato un controllo tale da evitare questi ricordi intrusivi eppure esserne costantemente pervasa.
Cioè così come ogni mia azione, un tamburellare delle mani, un guardare nel momento sbagliato, un restare sovrappensiero, scatenavano reazioni abnormi della persona esterna, io ora ho un continuo modulare, controllare me stessa, interno, quindi ogni mio gesto mi ricorda le violenze e attuo meccanismi per controllarli come dall'esterno.
Mi chiedo se questa continua oscillazione contemporanea tra due polarità non possa ostacolare il processo di apprendimento delle informazioni.
Voglio spiegare meglio questi disturbi di memoria.
Inizialmente ero regredita al punto di non capire neanche le frasi che insegnano alle elementari, mi ci voleva una rilettura di 4-5 volte per capirla, col tempo, migliorata un po', avevo comunque problemi come: iniziando una frase ricordavo cosa dovevo dire, se si trattava di soggetto verbo e complemento, anche solo aggiungere una deviazione, una specificazione, una parentesi, mi faceva poi dimenticare tutto. Se chiedevo indicazioni stradali, nel momento stesso in cui me le dicevano e io prestavo la massima attenzione, le perdevo: anche solo "a sx, poi a dx, poi a sx". Queste poche inf. si confondevano tra di loro. Potete immaginare quindi quanto ha pesato sulla mia vita sociale.
Eppure vi posso assicurare che le mie capacità di linguaggio ed espressione erano non solo lontane da queste, ma a detta degli altri molto avanti rispetto alla norma.
I periodi migliori come questo non sono comunque significativi, per poter lavorare o...vivere. Riesco a raggiungere una soglia maggiore rispetto a un bambino di quattro anni, ma senza soddisfacenti risultati.
Mi chiedo se questo non sentire mai realmente, questo demandare come ad un'altra persona, una specie di automa ogni mia funzione vitale, questo vivermi da lontano (internamente, anche se esternamente agisco e mi metto in azione) tanto da non riuscire neanche a coordinare le mie azioni, inoltre questa lotta continua che io sento tra due Io, quello mio vero e quello che deve controllare, questa tensione tra me e quell'identificazione della persona che maltrattava, che mi convivono, questo congelare ogni emozione (perchè non dovevo assolutamente mostrarle altrimenti altra violenza)
mi chiedo se questa estraniazione quasi totale non possa condurre a problemi continui di memoria.
Infine, sono studiati casi di identificazione della vittima nel carnefice o intrusione dei caratteri del carnefice? Se si, in quali modalità?
Mi scuso per la lunghezza e ringrazio per le pazienti risposte.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2k visite dal 16/05/2013.
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