Distacco figlia/madre e convivenza con quest'ultima
Gentili Professionisti,
Vi ringrazio anticipatamente per un Vs. eventuale parere sulla questione di seguito esposta:
Ho una relazione con la mia compagna da quattro anni, lei é separata e i rapporti con l'ex marito sono stati e sono ancora tesi, c'é una bimba nata dal loro matrimonio e che io ho conosciuto e a cui ora voglio bene come se per me fosse una figlia.
Nel corso di questi anni ho preso la decisione di inizare a convivere con la mia compagna, ma la possibilitá di farlo era rilegata al fatto che io mi trasferissi presso la sua abitazione, in quanto non vi era la possibilitá di adottare altre soluzioni per diverse circostanze.
Con il tempo sono sorte quelle situazioni in cui ci si imbatte nei casi come questo: riduzione della privacy della coppia, mancanza di libertá dettata dalla presenza del suocero/suocera e via dicendo, cose comunque gestite e "mandate giú" senza dargli troppo peso cercando di dare comunque prevalenza al rapporto di coppia.
Tempo fa' purtroppo il padre della mia compagna é venuto a mancare, e da allora in casa l'unica figura maschile sono io.
La mia compagna con il tempo ha manifestato, oltre al comprensibile dolore per la scomparsa, anche la volontá di volere in me la figura del "capo famiglia" che peró non mi é mai risultato semplice fare in quanto non si tratta di gestire solo la "mia" famiglia (saró convenzionale ma per mia intendo un nucleo familiare composto da me, la mia compagna, la bimba e altri futuri figli) bensì a dover avere voce in capitolo in un contesto in cui la persona piú "grande" é sua madre.
Nulla da dire su di lei, mi ha sempre trattato e mi tratta come un figlio, ma con il tempo mi sono ritrovato ad iniziare ad esporre alla mia compagna il mio desiderio di autonomia, senza per questo farla allontanare dalla madre proponendo una soluzione con due appartamenti vicini, nella stessa via o addirittura nello stesso stabile.
Ho trovato un muro in cui lei mi ha riferito che la madre é ció che ormai le rimane della sua famiglia, e che dovendo anche rimediare a errori fatti in passato nei suoi confronti la sua intenzione era quella di non separarsi mai da essa.
Nei confronti avuti nel tempo su questo argomento ho cercato di farle capire il mio punto di vista, ovvero che il distacco dai genitori fa' parte dell'ordine naturale delle cose, ma non c'é verso di farle cambiare idea, ho cercato di trasmetterle le mie sensazioni e il fatto che la situazione inizi ad andarmi "stretta" anche perché il nostro rapporto ha comunque delle limitazioni se vissuto tutti sotto lo stesso tetto, e che la scelta che propongo ci farebbe stare meglio, per noi e anche per la bambina.
Lei sostiene che se c'é un sentimento forte si puó convivere anche tutti insieme e che il rapporto di coppia si puó avere comunque, io purtroppo non riesco a farle capire che proprio per questa convivenza il rapporto non é come potrebbe essere.
Spero in un Vs. parere per capire meglio ed evitare l'eventuale rottura della nostra storia.
Vi ringrazio anticipatamente per un Vs. eventuale parere sulla questione di seguito esposta:
Ho una relazione con la mia compagna da quattro anni, lei é separata e i rapporti con l'ex marito sono stati e sono ancora tesi, c'é una bimba nata dal loro matrimonio e che io ho conosciuto e a cui ora voglio bene come se per me fosse una figlia.
Nel corso di questi anni ho preso la decisione di inizare a convivere con la mia compagna, ma la possibilitá di farlo era rilegata al fatto che io mi trasferissi presso la sua abitazione, in quanto non vi era la possibilitá di adottare altre soluzioni per diverse circostanze.
Con il tempo sono sorte quelle situazioni in cui ci si imbatte nei casi come questo: riduzione della privacy della coppia, mancanza di libertá dettata dalla presenza del suocero/suocera e via dicendo, cose comunque gestite e "mandate giú" senza dargli troppo peso cercando di dare comunque prevalenza al rapporto di coppia.
Tempo fa' purtroppo il padre della mia compagna é venuto a mancare, e da allora in casa l'unica figura maschile sono io.
La mia compagna con il tempo ha manifestato, oltre al comprensibile dolore per la scomparsa, anche la volontá di volere in me la figura del "capo famiglia" che peró non mi é mai risultato semplice fare in quanto non si tratta di gestire solo la "mia" famiglia (saró convenzionale ma per mia intendo un nucleo familiare composto da me, la mia compagna, la bimba e altri futuri figli) bensì a dover avere voce in capitolo in un contesto in cui la persona piú "grande" é sua madre.
Nulla da dire su di lei, mi ha sempre trattato e mi tratta come un figlio, ma con il tempo mi sono ritrovato ad iniziare ad esporre alla mia compagna il mio desiderio di autonomia, senza per questo farla allontanare dalla madre proponendo una soluzione con due appartamenti vicini, nella stessa via o addirittura nello stesso stabile.
Ho trovato un muro in cui lei mi ha riferito che la madre é ció che ormai le rimane della sua famiglia, e che dovendo anche rimediare a errori fatti in passato nei suoi confronti la sua intenzione era quella di non separarsi mai da essa.
Nei confronti avuti nel tempo su questo argomento ho cercato di farle capire il mio punto di vista, ovvero che il distacco dai genitori fa' parte dell'ordine naturale delle cose, ma non c'é verso di farle cambiare idea, ho cercato di trasmetterle le mie sensazioni e il fatto che la situazione inizi ad andarmi "stretta" anche perché il nostro rapporto ha comunque delle limitazioni se vissuto tutti sotto lo stesso tetto, e che la scelta che propongo ci farebbe stare meglio, per noi e anche per la bambina.
Lei sostiene che se c'é un sentimento forte si puó convivere anche tutti insieme e che il rapporto di coppia si puó avere comunque, io purtroppo non riesco a farle capire che proprio per questa convivenza il rapporto non é come potrebbe essere.
Spero in un Vs. parere per capire meglio ed evitare l'eventuale rottura della nostra storia.
[#1]
Gentile Utente,
la Sua compagna ha incontrato le stesse difficoltà a separarsi dai genitori anche quando era spostata con l'ex marito? Oppure i genitori (ora solo mamma) sono tornati a vivere con la figlia da quando si è separata?
Ad ogni modo, anche in quest'ultimo caso, mi pare che non sia la soluzione più saggia, per tutte le ragioni che anche Lei ha elencato qui.
Ad ogni modo, avete pensato insieme a possibili soluzioni?
Sua suocera di che parere è? Sarebbe disposta a lasciare il campo? Oppure è la stessa mamma ad esercitare pressioni sulla figlia e a non mollare? Quanti anni ha adesso Sua suocera?
Saluti,
la Sua compagna ha incontrato le stesse difficoltà a separarsi dai genitori anche quando era spostata con l'ex marito? Oppure i genitori (ora solo mamma) sono tornati a vivere con la figlia da quando si è separata?
Ad ogni modo, anche in quest'ultimo caso, mi pare che non sia la soluzione più saggia, per tutte le ragioni che anche Lei ha elencato qui.
Ad ogni modo, avete pensato insieme a possibili soluzioni?
Sua suocera di che parere è? Sarebbe disposta a lasciare il campo? Oppure è la stessa mamma ad esercitare pressioni sulla figlia e a non mollare? Quanti anni ha adesso Sua suocera?
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile Signore,
Questa situazione che lei riferisce e' delicata.
Lei la rappresenta giustamente dal suo punto di vista e non sappiamo come verrebbe rappresntata dalla sua compagna.
Potrebbero sussistere dei rapporti difficili da sciogliersi anche comprendendo che possano danneggiare la nuova famiglia in via di formazione.
Naturalmente in questi casi la cosa migliore sarebbe capire come si siano creati ma queso non sigifica risolverli.
Se la sua compagna fosse dispnibile forse potreste rivolgervi ad un consulente familiare.
Ci avete mai pensato?
Questa situazione che lei riferisce e' delicata.
Lei la rappresenta giustamente dal suo punto di vista e non sappiamo come verrebbe rappresntata dalla sua compagna.
Potrebbero sussistere dei rapporti difficili da sciogliersi anche comprendendo che possano danneggiare la nuova famiglia in via di formazione.
Naturalmente in questi casi la cosa migliore sarebbe capire come si siano creati ma queso non sigifica risolverli.
Se la sua compagna fosse dispnibile forse potreste rivolgervi ad un consulente familiare.
Ci avete mai pensato?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
gent.mo lettore, sembrerebbe opportuno che prima ne parliate tra di voi al fine
di rispettare reciprocamente i vostri diversi bisogni ( di maggiore autonomia per
lei), di protezione e/o dipendenza della sua compagna verso la madre o di altre
ragioni personali che andrebbero analizzate eventualmente con l'aiuto di un tera
peuta di coppia al quale le suggerirei di potervi rivolgere.
Molti auguri.
patrizia pezzella, roma
di rispettare reciprocamente i vostri diversi bisogni ( di maggiore autonomia per
lei), di protezione e/o dipendenza della sua compagna verso la madre o di altre
ragioni personali che andrebbero analizzate eventualmente con l'aiuto di un tera
peuta di coppia al quale le suggerirei di potervi rivolgere.
Molti auguri.
patrizia pezzella, roma
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
[#4]
Utente
Gentili Dott.sse,
inanzitutto grazie per il Vs. interessamento.
Per quanto riguarda la prima convivenza con l'ex non si erano manifestati, che io sappia, problemi in tal senso, ma la motivazione datami é stata che comunque nelle immediate vicinanze risiedeva anche una sorella (della mia compagna) e pertanto lei era piú tranquilla nell'affrontare il suo percorso di vita; era ancora in vita il padre e quindi comprendo la differenza che ora la madre avrebbe trovandosi sola.
Purtroppo in effetti la situazione é delicata, per certi versi la capisco ma davanti agli impedimenti manifestati a fronte di queste necessitá ho cercato di dimostrarle che non c'é da parte mia la volontà di allontanare da lei l'unico genitore che le é rimasto, anzi, ho cercato una soluzione come dicevo sopra per gli appartamenti, mentre secondo lei il "compromesso" sarebbe un'abitazione su due livelli, ma che per me non cambia il succo del discorso.
Con la madre é emerso giusto ieri sera a tavola un po' per caso il discorso per la prima volta (e la mia compagna si é arrabbiata per questo, lasciando poi la tavola dato che fino ad ora ne avevamo parlato solo in privato) e se non fosse che al momento ci sono ancora delle situazioni esterne da risolvere e che comunque il suo supporto é ritenuto utile dato che la bimba é ancora piccola lei, energica signora quasi sessantenne, prenderebbe armi e bagagli e tornerebbe al suo paese d'origine, dove giace il defunto marito.
Optava poi addirittura inizialmente ad adibire il box della futura casa ad abitazione, e al mio "ma stai scherzano, vero?" siamo passati alla soluzione taverna sempre da dedicare a zona a lei riservata, ma anche qui ho espresso il mio disappunto... poi é emerso che lei non puó/non vorrebbe acquistare un appartamentino, alché ho controrisposto dicendo che ci sono anche gli affitti se non si vuole acquistare... la situazione ha risvolti che richiederebbero molto spazio e dettagli per illustrarla al meglio, come sarebbe naturalmente giusto sentire tutte le campane per elargire una valutazione migliore, e non nascondo che la possibilitá di rivolgerci ad uno specialista non la escludo affatto.
Io tengo molto a lei e tantissimo anche alla piccola, purtroppo peró questa situazione inizia a crearmi dei disagi, quindi vorrei riuscire a riconquistare/preservare/raggiungere solo quello che per me rappresenta la normalitá, e ho cercato in tutti i modi di provare ancora a convincermi di continuare su questa strada, ma piú passa il tempo e piú vivo sulla mia pelle la quotidianeitá e piú mi rendo conto che non é quello attuale il percorso che mi rende felice appieno, ma quello che io vorrei intraprendere solo con lei, la piccola e magari anche un figlio tutto nostro.
inanzitutto grazie per il Vs. interessamento.
Per quanto riguarda la prima convivenza con l'ex non si erano manifestati, che io sappia, problemi in tal senso, ma la motivazione datami é stata che comunque nelle immediate vicinanze risiedeva anche una sorella (della mia compagna) e pertanto lei era piú tranquilla nell'affrontare il suo percorso di vita; era ancora in vita il padre e quindi comprendo la differenza che ora la madre avrebbe trovandosi sola.
Purtroppo in effetti la situazione é delicata, per certi versi la capisco ma davanti agli impedimenti manifestati a fronte di queste necessitá ho cercato di dimostrarle che non c'é da parte mia la volontà di allontanare da lei l'unico genitore che le é rimasto, anzi, ho cercato una soluzione come dicevo sopra per gli appartamenti, mentre secondo lei il "compromesso" sarebbe un'abitazione su due livelli, ma che per me non cambia il succo del discorso.
Con la madre é emerso giusto ieri sera a tavola un po' per caso il discorso per la prima volta (e la mia compagna si é arrabbiata per questo, lasciando poi la tavola dato che fino ad ora ne avevamo parlato solo in privato) e se non fosse che al momento ci sono ancora delle situazioni esterne da risolvere e che comunque il suo supporto é ritenuto utile dato che la bimba é ancora piccola lei, energica signora quasi sessantenne, prenderebbe armi e bagagli e tornerebbe al suo paese d'origine, dove giace il defunto marito.
Optava poi addirittura inizialmente ad adibire il box della futura casa ad abitazione, e al mio "ma stai scherzano, vero?" siamo passati alla soluzione taverna sempre da dedicare a zona a lei riservata, ma anche qui ho espresso il mio disappunto... poi é emerso che lei non puó/non vorrebbe acquistare un appartamentino, alché ho controrisposto dicendo che ci sono anche gli affitti se non si vuole acquistare... la situazione ha risvolti che richiederebbero molto spazio e dettagli per illustrarla al meglio, come sarebbe naturalmente giusto sentire tutte le campane per elargire una valutazione migliore, e non nascondo che la possibilitá di rivolgerci ad uno specialista non la escludo affatto.
Io tengo molto a lei e tantissimo anche alla piccola, purtroppo peró questa situazione inizia a crearmi dei disagi, quindi vorrei riuscire a riconquistare/preservare/raggiungere solo quello che per me rappresenta la normalitá, e ho cercato in tutti i modi di provare ancora a convincermi di continuare su questa strada, ma piú passa il tempo e piú vivo sulla mia pelle la quotidianeitá e piú mi rendo conto che non é quello attuale il percorso che mi rende felice appieno, ma quello che io vorrei intraprendere solo con lei, la piccola e magari anche un figlio tutto nostro.
[#5]
Gentile signore,
Penso che rivolgervi ad un consulente potrebbe essere la chiave di volta per la soluzione del problema.
Insieme potreste parlare di tutti i risvolti che puo' avere una situazione di questo genere, non ultimo il giustissimo desiderio da lei rivendicato di creare una "vostra" vita, pur rispettando i desideri della sua compagna di non rinunciare al rapporto "rassicurante" con la mamma.
Ci faccia sapere, se vuole.
I migliori auguri!
Penso che rivolgervi ad un consulente potrebbe essere la chiave di volta per la soluzione del problema.
Insieme potreste parlare di tutti i risvolti che puo' avere una situazione di questo genere, non ultimo il giustissimo desiderio da lei rivendicato di creare una "vostra" vita, pur rispettando i desideri della sua compagna di non rinunciare al rapporto "rassicurante" con la mamma.
Ci faccia sapere, se vuole.
I migliori auguri!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 14/05/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.