Attacchi d'ansia
Salve, sono una studentessa di 21 anni. Da circa un paio d'anni soffro di diarrea cronica, e dopo diversi accertamenti ospedalieri mi è stato confermato che il mio problema è legato all'ansia e che fisicamente rientra tutto nella norma. Personalmente penso che la mia ansia derivi da una situazione sentimentale particolare, in quanto il mio ragazzo è geloso possessivo. Ho perso tutti gli amici, mi controlla il cellulare, non esco da casa senza farglielo sapere, e per di più, ogni volta che vado a trovare la sua famiglia, mi ritrovo sommersa da battute pungenti sul mio modo di essere, di vestire e di comportarmi. Mi è stato suggerito di interrompere la relazione, diventata ormai soffocante. Volevo, quindi, chiederle come uscire da questa brutta situazione. Dovrei parlarne al ragazzo in presenza della sua famiglia? Ho tremendamente paura della sua reazione. è già successo che davanti ad un litigio lui abbia sbraitato e sbattuto tutto mettendomi una paura terribile che si è trasformata in un attacco di panico.
Premetto che lui è eccessivamente legato alla sua famiglia, soprattutto alla figura della madre, la quale vuole trasformarmi, e fare di me una persona a sua immagine e somiglianza. Spesse volte mi diceva come dovevo vestirmi, mi truccava lei e mi diceva quali capi comprare o meno.
Davanti ai miei genitori, però, non hanno mai lasciato trapelare nulla; soprattutto lei si è dimostrata affettuosa e rispettosa. Ma quando mi trovo da sola in casa sua ne approfitta per combinarmi a suo piacimento.
Sono stufa di questa situazione nonostante io ci tenga molto al mio ragazzo. Devo aggiungere però che quando si creano delle situazioni poco piacevoli per me, lui non reagisce, non mi difende quando mi vede in difficoltà. Io non riesco a rispondere alle loro provocazioni perchè non voglio sembrare maleducata o arrogante e continuo sempre ad ingoiare nervoso, che poi mi fa puntualmente stare male.
Ho già messo al corrente la mia famiglia di questa situazione, ed ora siamo pronti ad intervenire. Vorremmo solo sapere come è possibile farlo, senza rischiare altri eventi spiacevoli.
La ringrazio per la sua attenzione e per il suo aiuto ,e le porgo distinti saluti.
Premetto che lui è eccessivamente legato alla sua famiglia, soprattutto alla figura della madre, la quale vuole trasformarmi, e fare di me una persona a sua immagine e somiglianza. Spesse volte mi diceva come dovevo vestirmi, mi truccava lei e mi diceva quali capi comprare o meno.
Davanti ai miei genitori, però, non hanno mai lasciato trapelare nulla; soprattutto lei si è dimostrata affettuosa e rispettosa. Ma quando mi trovo da sola in casa sua ne approfitta per combinarmi a suo piacimento.
Sono stufa di questa situazione nonostante io ci tenga molto al mio ragazzo. Devo aggiungere però che quando si creano delle situazioni poco piacevoli per me, lui non reagisce, non mi difende quando mi vede in difficoltà. Io non riesco a rispondere alle loro provocazioni perchè non voglio sembrare maleducata o arrogante e continuo sempre ad ingoiare nervoso, che poi mi fa puntualmente stare male.
Ho già messo al corrente la mia famiglia di questa situazione, ed ora siamo pronti ad intervenire. Vorremmo solo sapere come è possibile farlo, senza rischiare altri eventi spiacevoli.
La ringrazio per la sua attenzione e per il suo aiuto ,e le porgo distinti saluti.
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<Ho già messo al corrente la mia famiglia di questa situazione, ed ora siamo pronti ad intervenire>
Gentile Ragazza,
in che modo interventire? Cosa avete pensato?
Come mai ha chiesto l'aiuto dei suoi genitori?
Lei da sola non riesce ad affrontare la situazione?
Cosa fa quando il suo ragazzo è aggressivo?
E perché compiace la madre di lui che la vorrebbe cambiare a suo modo?
Cosa la spinge a trattenersi in un rapporto del genere, basato sul controllo, sulla squalifica, a quanto sembra?
C'è qualcosa che ritiene positivo nel vostro rapporto?
Da quanto tempo sta con il suo ragazzo?
E' sempre stato in questo modo la vostra relazione?
Lei vorrebbe lasciarlo o cosa?
Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle rispondere in modo più compiuto, pur nei limiti di un consulto on line.
Gentile Ragazza,
in che modo interventire? Cosa avete pensato?
Come mai ha chiesto l'aiuto dei suoi genitori?
Lei da sola non riesce ad affrontare la situazione?
Cosa fa quando il suo ragazzo è aggressivo?
E perché compiace la madre di lui che la vorrebbe cambiare a suo modo?
Cosa la spinge a trattenersi in un rapporto del genere, basato sul controllo, sulla squalifica, a quanto sembra?
C'è qualcosa che ritiene positivo nel vostro rapporto?
Da quanto tempo sta con il suo ragazzo?
E' sempre stato in questo modo la vostra relazione?
Lei vorrebbe lasciarlo o cosa?
Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle rispondere in modo più compiuto, pur nei limiti di un consulto on line.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
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Utente
Ascoltando il consiglio dei miei genitori, io dovrei porre fine alla relazione. Ho chiesto aiuto a loro perchè stavo male fisicamente, ho perso diversi kg e ho avuto diversi ricoveri ospedalieri, ho dovuto rinunciare alla vita normale di una ragazza della mia età perchè ormai il mio corpo stava diventando troppo debole e mi stancavo facilmente. Poi non avendo amici con cui confidarmi e sfogarmi al bisogno, ho ritenuto opportuno rivolgermi ai miei genitori. Ho paura di affrontare la situazione da sola, perchè temo la reazione del mio ragazzo. Ci sono stati diversi episodi in cui, chiedendo semplicemente spiegazioni a lui riguardo a determinati atteggiamenti dei suoi, ho ottenuto solo insulti e pretese ulteriori. Urlava come un matto, sbatteva, mi spingeva.. Ho troppa paura di affrontare da sola questo problema con lui, non so come dirglielo e come evitare che reagisca di nuovo male. Quando lui reagisce così io sto male, piango, vorrei tornare a casa mia, mi sento spaesata, non riesco a rispondergli, vorrei sprofondare, mi sento così inutile, priva di senso, insicura e incapace di prendere in mano la situazione. Tendo a compiacere sua madre perchè non so dirle di no, e quelle poche volte che lo faccio lei insiste finchè non la vince. è molto invadente, sembra voler competere con me, vuole stare sempre al centro dell'attenzione ed è gelosa del figlio, che in ogni cosa cerca di tirare a sè. Insieme a suo marito, mi considera senza futuro, dice che non troverò mai lavoro e che sto solo perdendo tempo a prendermi una laurea; mentre pensa che suo figlio potrà fare carriera e che se un giorno vorremo formare una famiglia faremo riferimento solo allo stipendio di lui. Hanno scarsa stima di me, ma quando si trovano con i miei parenti, diventano completamente diversi, perchè mi fanno complimenti, stanno sulle loro, non si dimostrano impiccioni. Sono impantanata in questa situazione e non riesco a prendere una decisione perchè mi sento insicura. So che la cosa migliore per il mio stato di salute è quello di allontanarmi da loro, ma non so come provocare il distacco, soprattutto dal mio ragazzo, in quanto solo la sua prima fidanzata e conoscendo la sua reazione, non accetterà mai la mia decisione. Mi sento confusa e non riesco a capire se ci sia qualcosa di buono nella nostra relazione: mi sembra tutta una finzione, come costruire un castello dalla bella facciata e poi marcio dentro. Devo aggiungere però che sono due anni e mezzo che stiamo insieme e per i primi tre mesi lui è stato completamente diverso: mi permetteva di uscire con le amiche e gli amici, mi chiamava di meno e anche se ero fuori, lo sentivo sereno e tranquillo. Non so perchè sia cambiato all'improvviso. Non c'è stato nessun evento che mi riguardi che ha scatenato la sua gelosia ossessiva, anche perchè fino a dicembre scorso la nostra storia è avvenuta a distanza, ci vedevamo una volta al mese, per un fine settimana, o l'estate per una decina di giorni, ma quel tempo lo trascorrevamo sempre a casa sua o comunque in compagnia della sua famiglia. Io vorrei staccarmi da questa situazione, riprendere in mano la mia vita, ritornare ad essere me stessa, a fare le cose che più mi piacciono, vorrei frequentare le amiche, confidarmi con qualcuno, e non vivere nella paura che lui possa sbottare.
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<Io vorrei staccarmi da questa situazione, riprendere in mano la mia vita, ritornare ad essere me stessa, a fare le cose che più mi piacciono, vorrei frequentare le amiche, confidarmi con qualcuno, e non vivere nella paura che lui possa sbottare.>
La comprendo, è opportuno che lei riesca a riprendersi la sua vita che da troppo tempo sta transitando in una relazione tossica con il suo ragazzo, il cui contesto familiare da quanto riferisce sembrerebbe alquanto problematico.
Non si può restare in una relazione così sperequata nella quale lei ha paura dell'altro, della sua aggressività, di atti violenti nei suoi confronti.
Eviterei di sprecare giovinezza e salute restando in una situazione simile.
Come mai non ha amici?
E cosa ci può dire riguardo alla fiducia che ripone in sé e nelle sue risorse?
Ha mai pensato di rivolgersi direttamente a un nostro collega?
La comprendo, è opportuno che lei riesca a riprendersi la sua vita che da troppo tempo sta transitando in una relazione tossica con il suo ragazzo, il cui contesto familiare da quanto riferisce sembrerebbe alquanto problematico.
Non si può restare in una relazione così sperequata nella quale lei ha paura dell'altro, della sua aggressività, di atti violenti nei suoi confronti.
Eviterei di sprecare giovinezza e salute restando in una situazione simile.
Come mai non ha amici?
E cosa ci può dire riguardo alla fiducia che ripone in sé e nelle sue risorse?
Ha mai pensato di rivolgersi direttamente a un nostro collega?
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Utente
Non ho amici perchè lui mi ha cancellato tutti i numeri degli amici maschi, e le amiche non gli piacciono perchè pensa che siano contrarie alla nostra relazione. Come sa, se le amicizie non vengono coltivate, finiscono per morire. Dunque ora mi ritrovo sola. Lui sostiene il pensiero dei suoi genitori: dice che sono mentalmente limitata, e che devo saper accettare i miei limiti per stare bene. Ignora che il problema sia lui e la sua famiglia. Io invece vorrei laurearmi, trovare un lavoro, frequentare una comitiva di amici, avere una vita normale insomma. Prima della nostra relazione ero una ragazza solare, mi piaceva stare in mezzo alla gente, frequentavo l'oratorio, e avevo modo di partecipare a manifestazioni e feste in genere. Ora mi è tutto proibito: mi ha allontanata dall'oratorio addirittura perchè lì ci sono i miei vecchi amici e lui pensa che vedendomi sola, ci possano provare. Inoltre mi ritiene incapace di difendermi da sola, e anche quando ricevo una telefonata da un numero che non ho salvato in rubrica è sempre lui a vedersela, finchè non scopre chi fosse e cosa volesse. Tempo fa ho avuto un colloquio con una psicoterapeuta, la quale mi ha suggerito di riallacciare i rapporti con gli amici, di avere una vita sociale, di fare un viaggio da sola e di cominciare a chiudere questa relazione. Lui sta iniziando a capire che il mio problema è legato alla sua figura, e quando mi parla mi fa pena, tanto che io scoppio in lacrime. Vorrei liberarmi di lui per riprendere la mia salute ma non so come fare. Mi sento debole davanti a lui. Secondo lei è il caso di presentarmi insieme al mio ragazzo dalla psicoterapeuta e parlare in presenza della dottoressa?
[#5]
Gentile Ragazza,
occorrerebbe riflettese sul fatto che se il suo ragazzo e la famiglia di lui si sono comportati in questo modo con lei, fermo restando problematiche personali e familiari, è anche perché lei in qualche modo lo ha permesso.
Come è arrivata a chiudersi in un rapporto così distruttivo per lei, che l'ha isolata dal mondo circostante, dalle sue amicizie, affetti, interessi?
< Lui sta iniziando a capire che il mio problema è legato alla sua figura, e quando mi parla mi fa pena, tanto che io scoppio in lacrime.> Si, può darsi, ma non mi fiderei di prese di coscienza parziali e tardive, i sentimenti di compassione che il suo ragazzo le suscita, altro non fanno che confonderla e continuare a trattenerla in una relazione tossica nella speranza, forse un'illusione, di un cambiamento.
<Secondo lei è il caso di presentarmi insieme al mio ragazzo dalla psicoterapeuta e parlare in presenza della dottoressa?>
Dal mio punto di vista opterei per incontrare la specialista da sola, non in coppia, sarà poi quest'ultima a valutare la strada migliore da seguire.
Cari auguri e se crede ci può aggiornare in futuro.
occorrerebbe riflettese sul fatto che se il suo ragazzo e la famiglia di lui si sono comportati in questo modo con lei, fermo restando problematiche personali e familiari, è anche perché lei in qualche modo lo ha permesso.
Come è arrivata a chiudersi in un rapporto così distruttivo per lei, che l'ha isolata dal mondo circostante, dalle sue amicizie, affetti, interessi?
< Lui sta iniziando a capire che il mio problema è legato alla sua figura, e quando mi parla mi fa pena, tanto che io scoppio in lacrime.> Si, può darsi, ma non mi fiderei di prese di coscienza parziali e tardive, i sentimenti di compassione che il suo ragazzo le suscita, altro non fanno che confonderla e continuare a trattenerla in una relazione tossica nella speranza, forse un'illusione, di un cambiamento.
<Secondo lei è il caso di presentarmi insieme al mio ragazzo dalla psicoterapeuta e parlare in presenza della dottoressa?>
Dal mio punto di vista opterei per incontrare la specialista da sola, non in coppia, sarà poi quest'ultima a valutare la strada migliore da seguire.
Cari auguri e se crede ci può aggiornare in futuro.
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Utente
Gentilissima Dottoressa, ho provveduto a mettere a conoscenza del problema sia il mio ragazzo che la sua famiglia. Ho parlato molto chiaramente con loro e ho dato indicazioni al mio ragazzo sulle cose che deve cambiare o migliorare, nella speranza che questo periodo di distacco ci serva per crescere e maturare anche come coppia.
Lo sto spingendo a sfogarsi con i suoi amici, a farlo uscire senza di me, e a prendere una posizione anche con la sua famiglia quando necessario.
Ora l'unica mia paura è che lui possa dimostrarsi "normale" quando sta con me e poi fare il doppio gioco, senza mai attuare un cambiamento vero e proprio.
Durante il nostro incontro in cui ho espresso il problema, i suoi genitori sono rimasti senza parole, un pò come se fossero impreparati e non sapessero cosa dire. Hanno insistito sul fatto che presto il figlio dovrà partire e che faremmo meglio a vivere la nostra storia normalmente per il tempo che rimane. Poi con il distacco che ci sarà in seguito alla partenza di lui, io avrò tutto il tempo per risolvere il mio problema. Sinceramente sono rimasta sconcertata da quelle parole, come se avessi parlato al vento. Nonostante tutto, ho risposto in maniera decisa che il problema va risolto subito, in quanto io non posso continuare a stare male e a trascinare la mia situazione illimitatamente.
Non vorrei però che da parte loro sia tutta una finzione per incastrarmi una seconda volta.
Lo sto spingendo a sfogarsi con i suoi amici, a farlo uscire senza di me, e a prendere una posizione anche con la sua famiglia quando necessario.
Ora l'unica mia paura è che lui possa dimostrarsi "normale" quando sta con me e poi fare il doppio gioco, senza mai attuare un cambiamento vero e proprio.
Durante il nostro incontro in cui ho espresso il problema, i suoi genitori sono rimasti senza parole, un pò come se fossero impreparati e non sapessero cosa dire. Hanno insistito sul fatto che presto il figlio dovrà partire e che faremmo meglio a vivere la nostra storia normalmente per il tempo che rimane. Poi con il distacco che ci sarà in seguito alla partenza di lui, io avrò tutto il tempo per risolvere il mio problema. Sinceramente sono rimasta sconcertata da quelle parole, come se avessi parlato al vento. Nonostante tutto, ho risposto in maniera decisa che il problema va risolto subito, in quanto io non posso continuare a stare male e a trascinare la mia situazione illimitatamente.
Non vorrei però che da parte loro sia tutta una finzione per incastrarmi una seconda volta.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 13/05/2013.
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