Scuola media: Vittima o bullo?

Buongiorno,
Vorrei un aiuto per cominciare a capire mio figlio.
Tredici anni, definito da una catechista asociale, è un ragazzino che reagisce a provocazioni anche verbali di compagni "non amichevoli" con calcetti e atteggiamenti stizzosi. Qual'è la natura di queste provocazioni?  Il ragazzetto di turno arriva da dietro e gli fa il solletico su un fianco, il ragazzetto gli chiede "Come va?" in tono canzonatorio, senza stare a sentire cosa risponde. Il ragazzetto  (in classe ce ne sono comunque 5 o 6 che fanno così su mio figlio) gli chiede di calmarsi se lo vede un po' nervoso, per qualcosa che è andato storto.
Tutto questo con sorrisi che fanno capire che i suoi problemi non sono problemi.
Non so cosa fare per aiutarlo, perché non mi piace che dia calci e sia aggressivo coi compagni. Oltretutto in classe è visto come un polemico contestatore e mai nessuno prende le sue difese.
Una professoressa, quella di Lettere, prende le sue difese, ma questo anziché aiutarlo lo isola.
Aggiungo che mio figlio è molto bravo a scuola, soprattutto in materie scientifiche. Studia poco, ma rende, è naturalmente curioso e sa molte cose anche di politica, di sport (però pratica poco perché è un po' imbranato)... 
Ora è inserito in una squadretta di baseball locale, e suona in un'orchestra. In questi ambienti, dove il contatto coi suoi coetanei non è quotidiano, va volentieri. Ma direi che il suo problema è che non ha amici veri, non ha la persona con cui si sente quotidianamente al telefono, che lo aiuta a superare queste crisi ecc...
Non so cosa fare per aiutarlo, perché non mi piace che dia calci e sia aggressivo coi  compagni.
Il problema è che lui ha bisogno di aiuto. Ma da dove partire? Che iniziative prendere? Soprattutto come fare a capire se esiste un problema (dal momento che certi genitori non sono contenti di avere i figli con le pacche nere sulle gambe).
Lui si sente vittima, ma agli occhi di questi genitori passa per bullo. E io vorrei aiutarlo sia nel primo, sia nel secondo caso.
Cosa mi consigliate di fare?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
questi fatti le sono stati raccontati da suo figlio?
Ha parlato con i suoi professori?
Qual'è il loro resoconto, parere?
Voi genitori come affrontate il problema col ragazzo?

Come andavano le cose in precedenza a livello scolastico?
E con le amicizie?

Come si comporta il ragazzo a casa?
Se dovesse descrivere suo figlio cosa ci potrebbe dire?
Come vanno le cose nella vostra famiglia? E tra voi genitori?
Avete altri figli?

< Studia poco, ma rende, è naturalmente curioso e sa molte cose anche di politica, di sport (però pratica poco perché è un po' imbranato)...> questo da quando? Cosa significa un po' imbranato nello sport? E' sempre stato così?

Perdoni le molte domande ma sono utili per inquadrare meglio la situazione e poterle dare una risposta maggiormente compiuta, pur nei limiti di consulto on line.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Utente
Utente
Rispondo molto volentieri.
I fatti sono stati raccontati da mio figlio. Le versioni raccontate dai suoi compagni di classe minimizzano questi episodi nella parte della provocazione. Esaltano invece la reazione... Per capirci, è come se fosse l'unico che reagisce così, quindi il più colpito diventa automaticamente lui, perché "deve imparare a controllarsi".
I professorii dicono e non dicono, spesso non vedono perché chi fa gli scherzi è anche furbo e non si fa beccare. La reazione di mio figlio è sempre notata perché esagerata, ma essendo in una fase di crescita, a volte lo riprendono se molla calcetti, a volte chiudono un occhio pensando che forse ha ragione. Non è mai stato segnalato comunque, né sono mai stata chiamata a scuola a causa del suo comportamento.
Noi genitori teniamo aperte le orecchie a tutto ciò che racconta, che è poco. Esplode solo se le cose vanno veramente male e nessuno sembra capirlo. In particolare negli ultimi mesi, quello che per oltre un anno è stato il suo migliore amico l'ha "abbandonato" per un altro compagno di classe, e lui non se ne capacita. Tende infatti a vivere bene pochi rapporti in cui crede, e tendenzialmente a "quasi ignorare" i ragazzini diversi, quelli che non studiano, che non hanno interessi al di là del puro divertimento e degli scherzi, quelli che odiano la scuola ecc... E questi sono la maggior parte!
Tra me e mio marito cerchiamo di concordare una linea d'azione non condradicendoci mai. In particolare, essendo che io non ho mai avuto problemi di bullismo, mentre mio marito sì, spesso lascio che sia lui a consigliarlo.
A scuola è sempre stato molto bravo, ma ha sempre penato con le amicizie collettive. Uno, due amici al massimo. Ed è sempre stato escluso dalle feste di compleanno dove non venivano invitati tutti.
Unica eccezione una volta una femmina che aveva invitato solo i due maschi educati della classe. Sue parole.
A casa è un ragazzo tranquillo e correttissimo, che non farebbe mai niente che possa farci dispiacere. Sempre disponibile ad aiutare, mai provocatorio o maleducato con amici o parenti, anche anziani.
Se dovessi descriverlo direi che è venuto su, forse anche a causa nostra, nell'epoca sbagliata. Sarebbe stato di quelli da mettere in collegio, non per i problemi che dava, ma per quello che avrebbe potuto imparare, perché negli ambienti disciplinati e dove la disciplina è tutto, è a suo agio. Il suo paese ideale sarebbe l'Austria!
Ha una sorella minore, fortunatamente totalmente diversa. Lei è apparentemente senza problemi, socializza con tutti, benvoluta e invitata alle feste, amica anche di chi è emarginato, cocca delle maestre per la sua educazione...

Ho cercato di essere il più esauriente possibile, ma se avesse altre cose da chiedere non esiti a farlo.
Nel ringraziarla per l'attenzione prestatami, la saluto cordialmente!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Se dovessi descriverlo direi che è venuto su, forse anche a causa nostra, nell'epoca sbagliata. Sarebbe stato di quelli da mettere in collegio, non per i problemi che dava, ma per quello che avrebbe potuto imparare, perché negli ambienti disciplinati e dove la disciplina è tutto, è a suo agio. Il suo paese ideale sarebbe l'Austria!>

Cioè che tipo di educazione e di regole ha ricevuto?

<A scuola è sempre stato molto bravo, ma ha sempre penato con le amicizie collettive. Uno, due amici al massimo. Ed è sempre stato escluso dalle feste di compleanno dove non venivano invitati tutti.>
Voi come avete affrontato queste difficoltà?
In che modo lo avete sostenuto?
Quali eventuali ipotesi avete fatto in merito
[#4]
Utente
Utente
Regole: non molte, ma quelle che c'erano andavano rispettate.
Mai ceduto a capricci. Es. il riso , poco, va mangiato anche se non piace, ai nonni bisogna voler bene anche se a volte non sentono quello che dici, si mangia stando seduti fino a che non si ha finito ecc...
Questo quand'era piccolo.
Mai firmato una giustificazione perché non aveva voglia di fare un compito ecc...
Mio marito poi se in un ambiente pubblico alzava la voce lo guardava con severità perché non bisogna disturbare gli altri....
Tutte cose così, insomma, molto rigide e tradizionali, che però non sono condivise da tutti, anzi da quasi nessun genitore fra quelli che conosciamo. Ma noi eravamo cresciuti così e non volevamo che i nostri figli disturbassero o passassero per maleducati.
Il maschietto però è già tendenzialmente portato a non infrangere le regola. Lui vivrebbe di regole e rigidità, e ci sta malissimo ogni volta che deve dirci che non è riuscito a finire un compito. Ci chiede scusa continuamente, per cose di cui non ha minimamente colpa.

Feste da cui era escluso. Noi ci stavamo male, anche lui ovviamente, ma abbiamo sempre cercato di minimizzare. Cosa potevamo fare. Non certo dirgli che i suoi compagni avevano genitori poco educati. Semmai gli dicevamo di fare il bravo con tutti, di accettare tutti. Ma tra il dire e il fare c'è sempre stata di mezzo la sua rigidità (gli abbiamo sempre detto che lui doveva comportarsi bene, ma non doveva prendersela con chi a volte si comportava male perché magari aveva problemi a casa, situazioni anche pesanti, genitori che non si volevano bene o nonni molto ammalati ...

A parte cercavo il dialogo con le altre mamme, ma devo dire che ero esclusa anch'io. Mi dicevano che parlavo troppo di scuola e poco di cose frivole, come il "Grande fratello" o il nuovo negozio che avevano aperto ecc...

Nel rispondere mi rendo conto di quante cose possiamo aver sbagliato. Ma è veramente dura essere bravi genitori!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Certo Signora la comprendo, quello di genitori è un mestiere difficile, che si apprende meglio e si migliora strada facendo.

<Nel rispondere mi rendo conto di quante cose possiamo aver sbagliato. >
Purtroppo, a volte, le intenzioni sono diverse dagli effetti. Dunque non si colpevolizzi, piuttosto penserei a come poter far fronte a quanto ci ha esposto.

Da quanto dice sembrerebbe che suo figlio sia cresciuto in un contesto un po' austero e applichi con rigidità le regole introiettate per quanto riguarda se stesso e gli altri.
Questo a discapito di una maggiore flessibilità e tolleranza verso il prossimo.
E i bambini, i ragazzi, sono molto abili nell'individuare chi si pone in un certo modo (ad esempio severo, poco tollerante, poco sciolto...) e di conseguenza si comportano, non hanno i nostri stessi strumenti per comprendere e regolarsi di conseguenza.

<A parte cercavo il dialogo con le altre mamme, ma devo dire che ero esclusa anch'io. > A parte le frivolezze citate, questo cosa le fa pensare? Sta tutto negli altri?

Credo che sarebbe opportuno che vi rivolgeste ad esempio ad un terapeuta familiare (indicato l'orientamento sistemico-relazionale) per sentire un parere e ricevere indicazioni su come comportarvi con vostro figlio proprio per affrontare al meglio le problematiche descritte.

Se crede ci può aggiornare in futuro.

Cordiali saluti