Mi sento cambiato... in peggio
Da qualche anno sento che la mia vita non è più la stessa e, per quanto ci provi, non riesco a capire come uscire da questa situazione.
Al momento, la cosa che mi preoccupa maggiormente è il fatto di non riuscire a dare il meglio di me negli studi come nel lavoro. Sono uno studente di Ingegneria con un passato al Liceo Scientifico, che nonostante abbia sempre dato il meglio di sé (in 17 anni mai un problema), si ritrova oggi ad arrancare e a sostenere degli esami solo quando ne ha voglia, seppur con ottimi risultati.
E qui, veniamo al problema. Proprio quando avevo 17 anni mi sono innamorato di una mia compagna di classe, che tra le altre cose, era mia amica. Fin da quando ci siamo conosciuti lei ha sempre cercato di allontanare la timidezza che mi portavo dietro fin da bambino e devo dire, che almeno in parte, mi sentivo più sicuro al suo fianco. Quando le ho fatto capire che mi piaceva, però, è finito tutto.
Se ne è andata dalla mia vita sbattendo la porta, dicendomi di non cercarla più e che di me non avrebbe mai più potuto fidarsi. E che aveva paura, dopo la scenata che le avevo fatto davanti a tutta la classe, in cui l'accusavo, urlando, di aver mandato avanti una sua amica (senza parlarmi di persona) e di avermi escluso dalle feste e dal gruppo con cui uscivamo.
Oggi non penso più a lei, ma gli strascichi di quel periodo orribile in cui ho perso lei e in cui mi sono allontanato anche da tutte le altre amicizie, mi perseguitano ancora oggi. Da allora non ho più cercato una donna seriamente e non mi fido più degli amici veri o sedicenti. Io ... ho una paura tremenda di restare da solo, visto che non ho nessuno con cui uscire o con cui condividere i miei interessi.
Ho anche provato a stringere nuovi rapporti, ma non mi riesco più di avere la complicità di un tempo. E se può contare qualcosa, ormai uso molto di più le mail e gli SMS, al posto delle chiamate.
MI sento deluso:
1. Deluso da me, per non aver saputo reagire al tempo al suo rifiuto, iniziando a trascurare gli studi e ad assentarmi da scuola. E, ovviamente, ad allontanarmi da qualunque posto richiedesse un contatto 'sociale'
2. Deluso dalle persone che consideravo mie amiche (alcune anche per più di 8 anni ...) che quando mi hanno visto star male per lei, mi hanno detto soltanto che il tempo avrebbe curato tutto e che io sarei stato più forte. Già, ma non lo sono stato. E vedere che nonostante invocassi il loro aiuto, mi sono sentito sempre messo da parte e ultimo tra gli ultimi, è stato un colpo importante. Alla mia autostima e a tutta la scala di valori che avevo costruito per tanto tempo.
Mi sono sentito crollare il mondo addosso ....
Rivoglio la mia vita.
Al momento, la cosa che mi preoccupa maggiormente è il fatto di non riuscire a dare il meglio di me negli studi come nel lavoro. Sono uno studente di Ingegneria con un passato al Liceo Scientifico, che nonostante abbia sempre dato il meglio di sé (in 17 anni mai un problema), si ritrova oggi ad arrancare e a sostenere degli esami solo quando ne ha voglia, seppur con ottimi risultati.
E qui, veniamo al problema. Proprio quando avevo 17 anni mi sono innamorato di una mia compagna di classe, che tra le altre cose, era mia amica. Fin da quando ci siamo conosciuti lei ha sempre cercato di allontanare la timidezza che mi portavo dietro fin da bambino e devo dire, che almeno in parte, mi sentivo più sicuro al suo fianco. Quando le ho fatto capire che mi piaceva, però, è finito tutto.
Se ne è andata dalla mia vita sbattendo la porta, dicendomi di non cercarla più e che di me non avrebbe mai più potuto fidarsi. E che aveva paura, dopo la scenata che le avevo fatto davanti a tutta la classe, in cui l'accusavo, urlando, di aver mandato avanti una sua amica (senza parlarmi di persona) e di avermi escluso dalle feste e dal gruppo con cui uscivamo.
Oggi non penso più a lei, ma gli strascichi di quel periodo orribile in cui ho perso lei e in cui mi sono allontanato anche da tutte le altre amicizie, mi perseguitano ancora oggi. Da allora non ho più cercato una donna seriamente e non mi fido più degli amici veri o sedicenti. Io ... ho una paura tremenda di restare da solo, visto che non ho nessuno con cui uscire o con cui condividere i miei interessi.
Ho anche provato a stringere nuovi rapporti, ma non mi riesco più di avere la complicità di un tempo. E se può contare qualcosa, ormai uso molto di più le mail e gli SMS, al posto delle chiamate.
MI sento deluso:
1. Deluso da me, per non aver saputo reagire al tempo al suo rifiuto, iniziando a trascurare gli studi e ad assentarmi da scuola. E, ovviamente, ad allontanarmi da qualunque posto richiedesse un contatto 'sociale'
2. Deluso dalle persone che consideravo mie amiche (alcune anche per più di 8 anni ...) che quando mi hanno visto star male per lei, mi hanno detto soltanto che il tempo avrebbe curato tutto e che io sarei stato più forte. Già, ma non lo sono stato. E vedere che nonostante invocassi il loro aiuto, mi sono sentito sempre messo da parte e ultimo tra gli ultimi, è stato un colpo importante. Alla mia autostima e a tutta la scala di valori che avevo costruito per tanto tempo.
Mi sono sentito crollare il mondo addosso ....
Rivoglio la mia vita.
[#1]
Gent.le Utente,
a volte ci sono esperienze che segnano dei passaggi cruciali nella nostra esperienze di vita, sembrerebbe che la rottura del rapporto con questa ragazza abbia "congelato" la disponibilità ad entrare in relazione con gli altri e sopratutto a fidarsi, in altri termini le relazioni interpersonali sono diventate troppo "rischiose", anche se il prezzo da pagare è molto alto: la solitudine.
Mettersi in discussione richiede uno sforzo iniziale, ma credo che sia l'unico modo per avviare un processo di cambiamento e sperimentare la possibilità di costruire la relazione con l'altro proprio attraverso la fiducia, in questo senso la relazione terapeutica che si instaura con lo Psicologo, può rappresentare una "palestra" una sorta di training prezioso ad identificare eventuali convinzioni disfunzionali e bisogni affettivi che aspettano da molto tempo una gratificazione.
a volte ci sono esperienze che segnano dei passaggi cruciali nella nostra esperienze di vita, sembrerebbe che la rottura del rapporto con questa ragazza abbia "congelato" la disponibilità ad entrare in relazione con gli altri e sopratutto a fidarsi, in altri termini le relazioni interpersonali sono diventate troppo "rischiose", anche se il prezzo da pagare è molto alto: la solitudine.
Mettersi in discussione richiede uno sforzo iniziale, ma credo che sia l'unico modo per avviare un processo di cambiamento e sperimentare la possibilità di costruire la relazione con l'altro proprio attraverso la fiducia, in questo senso la relazione terapeutica che si instaura con lo Psicologo, può rappresentare una "palestra" una sorta di training prezioso ad identificare eventuali convinzioni disfunzionali e bisogni affettivi che aspettano da molto tempo una gratificazione.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.8k visite dal 08/05/2013.
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