Come ho già scritto prima soffro di ansia e attacchi di panico da ben 9 anni
Buongiorno dottori.Scusate la assiduità delle domande ma ce' una cosa che ancora non ho capito,o per meglio dire sono abbastanza confuso.Come ho già scritto prima soffro di ansia e attacchi di panico da ben 9 anni.Premetto che:non ho mai avuto crisi di pianto,non ho mai avuto dolore al petto,a volte mi sento triste ma uno psicoterapeuta che ho consultato tempo fa mi ha detto che non soffro di depressione patologica ma solo depressione ansiosa,sono stato in ferie con i miei amici nel 2010 e nel 2011 e gli attacchi di panico non si sono fatti vivi e nemmeno l'ansia,a volte ho periodi che sto benissimo e altri con ansia persistente,i miei attacchi di panico durano generalmente pochi secondi ma sono molto spaventosi per me,prendo efexor 37,5 da circa un anno(ho cominciato nel 2008 con dosaggio 150,e se smetto anche solo per un giorno mi sento come se avessi la febbre),l'ansia la sento quasi sempre prima di uscire alla sera per poi attenuarsi piano piano,specialmente se andiamo in posti chiusi e affollati,ho rinunciato alle ferie di capodanno per il semplice motivo che bisognava prendere l'aereo(un attacco di panico in aereo mi avrebbe demolito psicologicamente),pratico corsa 2-3 volte alla settimana,non sono mai svenuto,purtroppo sono terribilmente ipocondriaco.Detto questo la domanda che pongo e spero che qualcuno mi dia una risposta definitiva è:è POSSIBILE DOPO 9 ANNI GUARIRE DEFINITIVAMENTE DA ANSIA ,ATTACCHI DI PANICO,IPOCONDRIA E TUTTE LE PAURE CHE NE CONSEGUONO?Scusate la lunghezza del messaggio,grazie a chiunque risponda.Distinti saluti.
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Gent.le ragazzo,
è possibile attraverso una presa in carico da parte dello Psicologo condizione necessaria insieme alla motivazione ad avviare un processo di cambiamento, che non è affatto precluso dal tempo trascorso finora, durante il quale a parte una valutazione diagnostica non sembra aver avviato un processo di crescita personale.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
La terapia farmacologica inoltre non va gestita con il fai da te ma monitorata ed eventualmente rimodulata dallo specialista che l'ha prescritta (medico di base, neurologo,psichiatra).
è possibile attraverso una presa in carico da parte dello Psicologo condizione necessaria insieme alla motivazione ad avviare un processo di cambiamento, che non è affatto precluso dal tempo trascorso finora, durante il quale a parte una valutazione diagnostica non sembra aver avviato un processo di crescita personale.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
La terapia farmacologica inoltre non va gestita con il fai da te ma monitorata ed eventualmente rimodulata dallo specialista che l'ha prescritta (medico di base, neurologo,psichiatra).
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Grazie mille dottoressa.Ho dimenticato di dire che ho intrapreso per un periodo la terapia breve strategica,ma con risultati abbastanza scarsi.Ho letto l'articolo che mi ha consigliato e in alcuni punti mi riconosco alla perfezione.Proverò a intraprendere a breve la terapia cognitivo-comportamentale che,a quanto ho letto via internet,è la più efficace per la soluzione del mio problema.Le farò sapere come va,intanto le porgo distinti saluti e la ringrazio nuovamente.
[#4]
Gent.le ragazzo,
io sono del parere che non si debba parlare in termini assoluti di efficacia di un orientamento psicoterapeutico perché i fattori in gioco sono moltissimi ma in primo luogo ciò che conta è la sua esperienza, come si sentirà alla fine del colloquio se si sentirà accolto, compreso e non giudicato ci sono le premesse minime e necessarie per avviare una relazione terapeutica, tutto il resta sarà una conseguenza più o meno diretta. L'importante è che faccia riferimento a come si è sentito nell'entrare in relazione con lo psicoterapeuta, è l'unica "bussola" che potrà orientarla nella giusta direzione.
io sono del parere che non si debba parlare in termini assoluti di efficacia di un orientamento psicoterapeutico perché i fattori in gioco sono moltissimi ma in primo luogo ciò che conta è la sua esperienza, come si sentirà alla fine del colloquio se si sentirà accolto, compreso e non giudicato ci sono le premesse minime e necessarie per avviare una relazione terapeutica, tutto il resta sarà una conseguenza più o meno diretta. L'importante è che faccia riferimento a come si è sentito nell'entrare in relazione con lo psicoterapeuta, è l'unica "bussola" che potrà orientarla nella giusta direzione.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Carissimo,
come mi pare si sia già risposto da solo, la soluzione in genere esiste e non c'è nessun motivo per cui debba considerarsi "inguaribile". Un buon percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale è certamente quanto di più indicato, sulla base dei dati scientifici di efficacia delle terapie, ma come ha sottolineato la collega è importante anche il rapporto che instaura con il professionista. La psicoterapia è una disciplina molto complessa e variegata, e se andasse da cento terapeuti diversi troverebbe 100 modi di lavorare diversi. Scelga centri seri e/o professionisti qualificati e valuti come si trova nella relazione. Se non ottiene risultati, comunque, non è certamente una dimostrazione del fatto che non vi sono speranze, ma solo che non ha trovato la persona che fa al caso suo.
In bocca al lupo!
come mi pare si sia già risposto da solo, la soluzione in genere esiste e non c'è nessun motivo per cui debba considerarsi "inguaribile". Un buon percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale è certamente quanto di più indicato, sulla base dei dati scientifici di efficacia delle terapie, ma come ha sottolineato la collega è importante anche il rapporto che instaura con il professionista. La psicoterapia è una disciplina molto complessa e variegata, e se andasse da cento terapeuti diversi troverebbe 100 modi di lavorare diversi. Scelga centri seri e/o professionisti qualificati e valuti come si trova nella relazione. Se non ottiene risultati, comunque, non è certamente una dimostrazione del fatto che non vi sono speranze, ma solo che non ha trovato la persona che fa al caso suo.
In bocca al lupo!
[#7]
Utente
Buongiorno dottori.Scrivo di nuovo,ma questa volta per un semplice consiglio.Come ho già scritto sopra,prendo efexor 37,5 da circa un anno(avevo incominciato con dosaggio 150,per poi calare piano piano).Il problema è che se smetto anche solo per un giorno di prendere la pastiglia(come è accaduto ieri) mi sento molto stanco,come se avessi la febbre,molto assonnato e vari giramenti di testa e se sposto gli occhi a lato sento tipo dei colpi in tutto il corpo,come se fossero battiti del cuore,ma molto irregolari.Voi che mi consigliate?Come dovrei procedere?Come si fa a smettere senza questi fastidiosissimi effetti?Ringrazio chiunque risponda.
[#8]
Gentile Utente,
è sconsigliato il fai da te nel trattamento farmacologico, deve essere monitorato dal medico prescrivente. Dunque non può variare la posologia, né sospendere di sua spontanea decisione la cura.
Attualmente è seguito da qualche specialista?
Ha poi valutato l'opportunità della ripresa di un percorso psicoterapico come suggerito nel precedente consulto?
è sconsigliato il fai da te nel trattamento farmacologico, deve essere monitorato dal medico prescrivente. Dunque non può variare la posologia, né sospendere di sua spontanea decisione la cura.
Attualmente è seguito da qualche specialista?
Ha poi valutato l'opportunità della ripresa di un percorso psicoterapico come suggerito nel precedente consulto?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#10]
Bene, per la scelta del terapeuta, senta magari telefonicamente più di un professionista per informarsi meglio.
Raccomandato però riferirsi al medico prescrivente, meglio ancora se psichiatra, per quanto riguarda la cura farmacologica.
Se crede ci può aggiornare in futuro.
Cordialmente
Raccomandato però riferirsi al medico prescrivente, meglio ancora se psichiatra, per quanto riguarda la cura farmacologica.
Se crede ci può aggiornare in futuro.
Cordialmente
[#11]
Utente
Buongiorno dottori. Scrivo per informare che ho cominciato una terapia da uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale nella mia zona.Dopo avergli detto tutti i miei problemi e le mie paure ha detto che secondo lui ci sono buoni presupposti per una guarigione totale,non essendo io il primo caso che ha avuto.L'unico dubbio è che da tipo una settimana a questa parte mi sento particolarmente depresso e non ho la minima idea del perchè.Mi spiego meglio....non mi viene da piangere,non mi sento in colpa di nulla,ho ancora voglia di uscire(anche se dipende per andare dove) e non ho dolori al corpo,tutti sintomi di depressione clinica,ma mi sento un misto tra ansia e tristezza che non mi so spiegare.Secondo voi può essere dovuto al fatto di aver paura di essere depresso che mi fa sentire così triste?
[#12]
Gent.le ragazzo,
se ha avviato un percorso terapeutico è preferibile condividere il suo vissuto durante i colloqui con lo psicoterapeuta, non le saremmo di alcun aiuto sostituendoci a lei nel formulare ipotesi esplicative del suo stato d'animo, al contrario, quest'ultimo può essere un aspetto da affrontare all'interno della seduta al fine di avviare un processo di cambiamento e di crescita personale.
Ha avuto occasione di consultare uno psichiatra di persona per fare il punto della situazione sulla terapia farmacologica?
La psicoterapia e la terapia farmacologica, se necessario, possono essere integrate e non si escludono a vicenda, a condizione che la persona abbia un riferimento diretto con entrambi gli specialisti:psicoterapeuta e psichiatra.
Se le fa piacere ci aggiorni sull'evolversi della situazione o se incontra ulteriori difficoltà.
Cordialmente
se ha avviato un percorso terapeutico è preferibile condividere il suo vissuto durante i colloqui con lo psicoterapeuta, non le saremmo di alcun aiuto sostituendoci a lei nel formulare ipotesi esplicative del suo stato d'animo, al contrario, quest'ultimo può essere un aspetto da affrontare all'interno della seduta al fine di avviare un processo di cambiamento e di crescita personale.
Ha avuto occasione di consultare uno psichiatra di persona per fare il punto della situazione sulla terapia farmacologica?
La psicoterapia e la terapia farmacologica, se necessario, possono essere integrate e non si escludono a vicenda, a condizione che la persona abbia un riferimento diretto con entrambi gli specialisti:psicoterapeuta e psichiatra.
Se le fa piacere ci aggiorni sull'evolversi della situazione o se incontra ulteriori difficoltà.
Cordialmente
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Utente
Buonasera dottori.Ho iniziato(come o già scritto prima) una terapia cognitivo comportamentale e sembra che qualche beneficio lo stia ottenendo:finalmente ho trovato il coraggio di salire su un aereo e fare un viaggio,in cui mi sono anche divertito.Il problema è che adesso mi sto seriamente innamorando di una persona e questo non fa altro che aumentare l'ansia,mi sento sempre triste e depresso,sarà forse perchè,avendo avuto io solo rifiuti,mi aspetto un rifiuto.Ma il problema è un altro:navigando nei forum ho sentito parlare della "LIMERENCE".Ho guardato su wikipedia e mi riconosco in pieno in ciò che ce scritto.Qualcuno mi sa dire in parole semplici che cosa sia sta cosa,se una patologia vera e propria oppure solo uno stato d'animo?Grazie in anticipo.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 2.4k visite dal 08/05/2013.
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