Dolori al basso ventre legati a nervosismo o ansia

Buongiorno, sono una signora di 27 anni. Sono sposata da quasi un anno, lavoro il pomeriggio come babysitter e sto frequentando l'università per prendere una seconda laurea, magistrale, in lettere. Purtroppo da pochi mesi sono emerse delle problematiche familiari legate a mio padre (65 anni) e a sua madre (91 anni). Difatti abbiamo scoperto, prima io e mia madre che mia nonna paterna ha sempre sofferto di schizofrenia e attacchi epilettici. La storia è abbastanza complicata, ma dopo un ricovero TSO siamo riusciti a farla curare e successivamente inserire in una casa di cura dove è serena e ben accudita. Purtroppo anche mio padre ci sta facendo preoccupare poiché ha continui attacchi di rabbia molto forti, con urla disumane, tachicardia, fatica a respirare... scatenati da discussioni e frasi assolutamente innocenti. Purtroppo lui non ammette di essere malato. Io abito a 300 km da casa, e ogni volta che accadono eventi significativi soffro nella mia impotenza. Mio padre ha un'ossessione verso tutti, si sente preso in giro e raggirato dal mondo intero, non ha fiducia né in me né in mia madre, anzi ci vede delle nemiche. Non sappiamo come aiutarlo poiché nessuno può discutere con lui. Dopo l'ennesima delusione io sono stata molto male, soffro di un dolore perenne al basso ventre e fatico a dormire, non mangio come dovrei e spesso vorrei scappare, nascondermi, abbandonare tutto e tutti, vorrei smettere di respirare e di vivere, di studiare, ma mi comporto come se niente fosse. Ho piena coscienza delle mie facoltà e so che questi pensieri sono dettati dalla delusione improvvisa di una figura parentale, ma non riesco a trovare una via d'uscita. Mio marito mi è vicino, ma non reputa necessaria una visita psicologica. La ritiene una perdita di tempo e di soldi. Purtroppo ogni giorno è una sosrpresa e ogni qualvolta mio padre si comporta irresponsabilmente con mia madre io torno a stare male. La cosa peggiore è che davanti a me non ammette di avere problemi, dicendo che va tutto bene.
Io non so che cosa devo fare, ho provato ad assumere dei calmanti naturali come il biancospino ma soffro di pressione bassa (assumo anche timoptol per un problema di glaucoma) e mi provocano l'effetto contrario. Non so se devo affidarmi a uno psicologo, a uno psichiatra, se questi miei continui mal di pancia passeranno, se devo farmene una ragione, o se diventerò anche io come mio padre e mia nonna, cioè psicotica. Probabilmente la vera cura sarebbe quella di curare mio padre, ma non saprei cosa fare per spingerlo a farsi aiutare.
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
suo padre avrebbe bisogno di essere sottoposto a visita specialistica (psichiatrica e data l'età consiglierei anche neurologica).
Ne parli magari con il medico di base, ecco comunque un link ai CIM
http://www.salutementale.spedalicivili.brescia.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=17475&idCat=17475&ID=17475&TipoElemento=area

Per quanto riguarda il suo malessere, potrebbe trattarsi di somatizzazione, si rivolga in prima istanza al suo medico, poi valuti l'opportunità, malgrado quanto le dice suo marito, di sentire il parere diretto di uno psicologo, anche presso una struttura pubblica - ASL Consultorio Familiare- non occorre prescrizione medica.

Ci faccia sapere in furturo se crede.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mio marito mi è vicino, ma non reputa necessaria una visita psicologica. La ritiene una perdita di tempo e di soldi.
>>>

In base a cosa? Suo marito ha esperienza di prima mano di fallite terapie psicologiche, oppure pensa che in confronto a ciò che hanno i suoi genitori la sua sia ben poca cosa?

Sembra che lei sia presa fra l'incudine e il martello: vorrebbe aiutare i suoi e se stessa, ma suo marito è contrario e si sente impotente. E continua a fare finta di stare bene.

Aiutare qualcuno che non vuole farsi curare è sempre un'impresa e bisogna valutare attentamente se valga la pena ostinarsi ad averla vinta. Potrebbe inoltre essere indicato migliorare il *suo* stato di salute, perché stando meglio lei potrà aiutare meglio anche i suoi cari.

Riuscirebbe a prendere la decisione di fare visita a uno psicologo pur sapendo che suo marito è contrario, oppure ritiene di aver bisogno del suo appoggio incondizionato?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

probabilmente suo padre dovrebbe avvalersi di una consulenza psichiatrica (o neurologica) per comprendere quale sia la causa di questi comportamenti e se sia o meno il caso di intervenire. Questa decisione però può essere presa solo dal diretto interessato.

A mio avviso dovrebbe concentrarsi di più su se stessa e non farsi troppo carico delle situazioni famigliari per altro difficili da gestire, soprattutto a distanza. Per lei sarebbe opportuno fare una consulenza psicologica per comprendere la natura delle sue somatizzazioni e lavorare su eventuali difficoltà legate alla separazione dalla propria famiglia di origine.

>>Probabilmente la vera cura sarebbe quella di curare mio padre, ma non saprei cosa fare per spingerlo a farsi aiutare<<
non credo sia la vera "cura", anzi questo pensiero potrebbe essere un modo per mantenere il suo sintomo.

Per quanto riguarda i "calmanti naturali" non hanno alcun effetto curativo o asiolitico accertato.


Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Signora,
Ribadisco che suo padre ha bisogno di una visita psichiatrica, vedete se riuscite a portarlo o, magari, fate venire lo psichiatra a casa. Questo per dare un po' di respiro a sua madre e a lei.
Per quanto la riguarda, invece, avrebbe bisogno di un sostegno in questo momento critico. Uno psicologo non è' una perdita di tempo ne' di soldi, ma uno strumento per prevenire che il disequilibrio mentale degeneri. Alla fine, diventa un investimento. Purtroppo, i pregiudizi, anche da parte di persone colte, e' ancora grande e duro a morire, ma la salute, come dice anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, non è' solo l'assenza di malattia ma l'acquisizione di un benessere psicofisico. Ormai, gli studi e le ricerche confermano in modo inequivocabile la grande connessione mente-corpo, quindi non stupisce che lei soffra a livello fisico di problematiche le cui cause sono da ricercare nello stress emotivo che lei sta vivendo. Proprio perché nella sua famiglia sembra esserci una familiarità con la malattia mentale, sarebbe proprio il caso che lei intervenisse precocemente. Uno stato ansioso e depressivo diffiilmente passa da solo, puo', al contrario cronicizzarsi . Un suggerimento che mi sento di dare e', oltre la ricerca di uno specialista per lei, anche un distogliersi dalla pesantezza familiare e concentrarsi su attività che le piacciono e la gratificano. Insomma, ai trecento km. Di distanza fisica, ne metterei altrettanti di distanza emotiva, anche per vedere la situazione in modo più oggettivo e sereno.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#5]
Utente
Utente
Ringrazio calorosamente le vostre risposte, tutte utilissime e preziose. Prenderò appuntamento per una visita presso uno studio di psicologi frequentato da una mia cara amica; mio marito ha capito la necessità e approva, ma so che nel profondo ancora non condivide e questo mi fa sentire proprio tra "l'incudine e il martello".
Io sono sempre stata una di quelle persone che per costituzione aiutano gli altri, che si fanno in quattro per risolvere i problemi e le difficoltà. Per questo motivo mio marito fatica ad accettare una mia défaillance e una conseguente consulenza psicologica. Io penso che non sia l'ignoranza, ma la paura a bloccarlo.
Concentrarmi su me stessa sarebbe semi impossibile, anche perché ho cercato di reprimere l'ansia e il risultato è stato quello di non provare sentimenti ma dolore fisico e insonnia. Purtroppo l'unico modo che ho di stare bene è di nascondermi nell'immaginazione, come insegna Baudelaire (scartando a priori gli altri metodi consigliati per fuggire dalla contingenza), ma ahimè si sa che il rischio di perdere se stessi è alto... cosa che mio padre sta facendo inesorabilmente (passa tutto il tempo a scrivere lo stesso romanzo, rileggerlo, riscriverlo, adorarselo). Purtroppo non saprei come farlo visitare senza il suo assenso poiché è un uomo molto intelligente, laureato in sociologia... capirebbe subito il mio "raggiro" e la farebbe pagare cara a mia madre, non a livello fisico, cosa importante, ma a livello psicologico. Proverò, assieme a mia madre, a parlare col medico di base che conosce bene la situazione poiché fu lui a ordinare il T.S.O. per mia nonna.
Con stima vi ringrazio e porgo cordiali saluti.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Io sono sempre stata una di quelle persone che per costituzione aiutano gli altri, che si fanno in quattro per risolvere i problemi e le difficoltà.
>>>

Questo era abbastanza evidente... come saprà gli psicologi hanno addirittura etichette preconfezionate per classificare questo tipo di comportamenti.

>>> Per questo motivo mio marito fatica ad accettare una mia défaillance e una conseguente consulenza psicologica. Io penso che non sia l'ignoranza, ma la paura a bloccarlo.
>>>

Sì, ma è lei che sta male, non suo marito. Se lui vuole lasciarsi bloccare è un diritto che gli spetta. Ma questo non vuol dire che siccome è bloccato lui, allora debba sentirsi bloccata anche lei.

Si rivolga con fiducia a uno psicologo per un primo colloquio. Se poi non si troverà bene potrà sempre rivolgersi a qualcun altro o fare marcia indietro.

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Signora,
Sono lieta che lei abbia preso l'importante decisione di consultare uno psicologo. E' una decisione intelligente e lungimirante. Suo marito, sono convinta, capirà ; essere forti ha molte sfumature e vorrei che lei ridefinisse la forza interiore come la capacità di affrontare i propri limiti al fine di superarli. Forza non è' mai rigidità, ma flessibilità di adattamento alle circostanze che si presentano. Da Baudelaire prenda il concetto di libertà creatrice dell'albatro e gli tolga i ceppi che lo tengono legato. La psicoterapia e' anche questo. I miei più cari auguri!
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
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