Ansia, paura?
Salve, sono un ragazzo di 26 anni e da qualche anno soffro di disturbi allo stomaco quando mangio o devo mangiare. Se mangio a casa con i miei genitori o da solo non ho alcun tipo di problema ma nel momento in cui devo andare a pranzocena fuori con amici o parenti non riesco ad ingerire nulle perché lo stomaco mi si chiude ed inizio a sudare freddo. Se solo provo a mangiare qualcosa lo mastico di continuo finché mandandolo giù sono cotretto ad andare al bagno e vomitare.
Cosa può essere?non capisco se la mia è una paura, ansia o cos'altro sia. è da molto tempo che non riesco più a rilassarmi e vivere una vita tranquilla e serena ma sempre di fretta e senza mai soste nemmeno quando sono in vacanza.
Grazie in anticipo
Matteo
Cosa può essere?non capisco se la mia è una paura, ansia o cos'altro sia. è da molto tempo che non riesco più a rilassarmi e vivere una vita tranquilla e serena ma sempre di fretta e senza mai soste nemmeno quando sono in vacanza.
Grazie in anticipo
Matteo
[#1]
Gentile utente
Lei dice che quando è ha casa sua con i suoi va tutto bene. Ma tutte le volte che lei mangia fuori, ha sempre questo disturbo, oppure ci sono luoghi o circostanze, delle eccezioni in cui non ha il disturbo?
Ad esempio: locali pubblici oppure case di conoscenti, con alcune persone sì e con altre no, oppure da solo, ecc.
Cordiali saluti
Lei dice che quando è ha casa sua con i suoi va tutto bene. Ma tutte le volte che lei mangia fuori, ha sempre questo disturbo, oppure ci sono luoghi o circostanze, delle eccezioni in cui non ha il disturbo?
Ad esempio: locali pubblici oppure case di conoscenti, con alcune persone sì e con altre no, oppure da solo, ecc.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile utente
Se lei stesso dichiara che non riesce più a rilassarsi e a vivere una vita tranquilla e serena ma sempre di fretta, senza mai soste nemmeno quando è in vacanza, anche il suo disturbo nel mangiare potrebbe avere a che vedere con questo. E il fatto che si produca in alcune situazioni sociali e non in altre indica che esso è quasi certamente di origine psicologica.
Potrebbe essere utile sapere se lei, ultimamente, sta avendo dei pensieri in particolare che la preoccupano. Per esempio riguardo al cibo oppure all'igiene dei locali pubblici o che non siano la propria abitazione.
Un'altra cosa: se lei è in un locale pubblico, ma sta mangiando da solo, ha lo stesso il disturbo?
Cordiali saluti
Se lei stesso dichiara che non riesce più a rilassarsi e a vivere una vita tranquilla e serena ma sempre di fretta, senza mai soste nemmeno quando è in vacanza, anche il suo disturbo nel mangiare potrebbe avere a che vedere con questo. E il fatto che si produca in alcune situazioni sociali e non in altre indica che esso è quasi certamente di origine psicologica.
Potrebbe essere utile sapere se lei, ultimamente, sta avendo dei pensieri in particolare che la preoccupano. Per esempio riguardo al cibo oppure all'igiene dei locali pubblici o che non siano la propria abitazione.
Un'altra cosa: se lei è in un locale pubblico, ma sta mangiando da solo, ha lo stesso il disturbo?
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Infatti penso anche che il mio problema sia solo di natura psicologica. Questo disturbo si manifesta anche se sono da solo a mangiare in un luogo pubblico, soprattutto se devo fare un pasto completo(Primo, secondo, dolce) non riesco a mangiare. se invece devo mangiare un panino al volo(presumo perché lo faccio inconsciamente senza pensieri riguardo il cibo) o un pezzo di pizza il sabato sera tardi prima di andare a casa (evidentemente perché sono più rilassato dopo il weekend)non mi succede e mangio senza problemi.
L'anno scorso sono anche andato a fare un ritiro di meditazione Vipassana (10 giorni) e li non ho avuto alcun tipo di problema e quando sono tornato a casa ne ho avuto beneficio per una decina di giorni ma poi tutto è tornato com'era. Quest'anno ho fatto un viaggio a Capo Verde da solo e quando cenavo o pranzavo da solo non avevo problemi ma se si sedeva qualcuno al tavolo con me mi saliva agitazione e non riuscivo più ad ingerire nulla.
Non riesco più a capire, magari avrei bisogno di iniziare ad andare da uno psicologo per aiutarmi a capire?!
Grazie ancora per l'aiuto e scusate per le mie continue domandesfoghi
Matteo
L'anno scorso sono anche andato a fare un ritiro di meditazione Vipassana (10 giorni) e li non ho avuto alcun tipo di problema e quando sono tornato a casa ne ho avuto beneficio per una decina di giorni ma poi tutto è tornato com'era. Quest'anno ho fatto un viaggio a Capo Verde da solo e quando cenavo o pranzavo da solo non avevo problemi ma se si sedeva qualcuno al tavolo con me mi saliva agitazione e non riuscivo più ad ingerire nulla.
Non riesco più a capire, magari avrei bisogno di iniziare ad andare da uno psicologo per aiutarmi a capire?!
Grazie ancora per l'aiuto e scusate per le mie continue domandesfoghi
Matteo
[#5]
Gentile utente
Non ha alcun bisogno di scusarsi, siamo qui per questo.
Dalla sua descrizione sembrerebbe che oltre che al cibo il disturbo sia legato anche alla presenza di altre persone. Eccettuato il caso dei suoi genitori, parrebbe che il dover mangiare in presenza di altri le provochi ansia. Se invece è da solo e può consumare il suo pasto velocemente e senza "intrusi" allora riesce a farcela.
Il fatto che un brevissimo periodo di meditazione l'abbia aiutato a rimanere più disteso (anche se un ritiro di meditazione Vipassana può essere un'esperienza piuttosto intensa) indica che probabilmente il suo problema si trova ad uno stato ancora iniziale e potrebbe quindi rispondere molto bene a un trattamento.
Un ulteriore, piccolo indizio del suo stato ansioso è anche il suo legare le parole mentre scrive, come "pranzocena" e "domandesfoghi", quasi sentisse il bisogno di fare anche questo il più velocemente possibile.
Se sono passati già alcuni anni dall'inizio del disturbo, la invito a non esitare oltre e a richiedere un consulto psicologico, spiegando il problema. Può rivolgersi a tale scopo a un professionista privato oppure al servizio pubblico tramite la sua ASL.
Cordiali saluti
Non ha alcun bisogno di scusarsi, siamo qui per questo.
Dalla sua descrizione sembrerebbe che oltre che al cibo il disturbo sia legato anche alla presenza di altre persone. Eccettuato il caso dei suoi genitori, parrebbe che il dover mangiare in presenza di altri le provochi ansia. Se invece è da solo e può consumare il suo pasto velocemente e senza "intrusi" allora riesce a farcela.
Il fatto che un brevissimo periodo di meditazione l'abbia aiutato a rimanere più disteso (anche se un ritiro di meditazione Vipassana può essere un'esperienza piuttosto intensa) indica che probabilmente il suo problema si trova ad uno stato ancora iniziale e potrebbe quindi rispondere molto bene a un trattamento.
Un ulteriore, piccolo indizio del suo stato ansioso è anche il suo legare le parole mentre scrive, come "pranzocena" e "domandesfoghi", quasi sentisse il bisogno di fare anche questo il più velocemente possibile.
Se sono passati già alcuni anni dall'inizio del disturbo, la invito a non esitare oltre e a richiedere un consulto psicologico, spiegando il problema. Può rivolgersi a tale scopo a un professionista privato oppure al servizio pubblico tramite la sua ASL.
Cordiali saluti
[#6]
gentile utente,
sembra proprio lei abbia un disturbo d'ansia, appunto perchè in alcune situazioni ha dei problemidi tipo psico-somatico e in altre no
In questi casi la migliore soluzione è associare una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale con un eventuale trattamento farmacologico. Se davvero si trattase di disturbo d'ansia, con questa impostazione i tempi sono abbastanza brevi ed i risultati ottimali
Solitamente è raro (ma non impossibile) trovare un terapeuta cognitivo-comportamentale nel sistema sanitario pubblico rispetto alla libera professione
L'importante è che lei faccia subito una consulenza, soprattutto perchè non ha senso restarsene lì a rimuginare sulla propria sofferenza
sembra proprio lei abbia un disturbo d'ansia, appunto perchè in alcune situazioni ha dei problemidi tipo psico-somatico e in altre no
In questi casi la migliore soluzione è associare una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale con un eventuale trattamento farmacologico. Se davvero si trattase di disturbo d'ansia, con questa impostazione i tempi sono abbastanza brevi ed i risultati ottimali
Solitamente è raro (ma non impossibile) trovare un terapeuta cognitivo-comportamentale nel sistema sanitario pubblico rispetto alla libera professione
L'importante è che lei faccia subito una consulenza, soprattutto perchè non ha senso restarsene lì a rimuginare sulla propria sofferenza
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.8k visite dal 14/05/2008.
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