Dubbi terapia psicologia

Salve sono un ragazzo di 24 anni e ho pensato di approfittare del servizio offerto da questo sito per cercare di chiarire alcuni miei dubbi. Da quasi un anno ho intrapreso un percorso terapeutico con una psicologa per affrontare la problematica dei forti stati d'ansia di cui da tempo ero vittima. A spingermi a compiere questo passo era stata soprattutto la comparsa di pesanti sintomi fisici come forte nodo alla gola, nausee ed inappetenza, che avevano iniziato a compromettere seriamente anche la vita quotidiana. A diversi mesi dall'inizio di questo percorso però, nonostante la mia fiducia e il buon rapporto instaurato con la mia psicologa, mi accorgo di aver fatto ben pochi passi in avanti...purtroppo le sensazioni e le problematiche rimangono sempre le stesse anche se attenuate dalla consapevolezza che almeno "ci sto lavorando su". Gli incontri con la psicologa sono sempre stati a cadenza settimanale, ma proprio da qualche settimana ho iniziato a dubitare del lavoro finora fatto ed a pormi delle domande a riguardo, che avrei per l'appunto bisogno di condividere con altri esperti del settore. Se all'inizio le sedute si sono basate sul racconto della mia vita e dei miei rapporti affettivi, negli ultimi tempi mi sono accorto di come gli incontri si siano ridotti ad un semplice resoconto della mia settimana, che spesso non da grandi spunti di riflessione sulle mie problematiche. Ad oggi mi chiedo se sia normale non essere consapevoli del tipo di terapia che si sta seguendo, o addirittura avere il dubbio che non si tratti di una vera e propria terapia! Ho provato più volte ad affrontare questo discorso con la mia psicologa ma in un modo o nell'altro devo ammettere di non essere mai riuscito ad ottenere risposte...Anche perché rimane comunque difficile riuscire ad esprimere tutte le proprie perplessità senza lasciar trasparire il sospetto che forse sia giunto il momento di interrompere le sedute stesse perché giunti di fatto a un "punto morto"...Il mio quesito in sostanza è se questo tipo di percorso, con gli annessi dubbi, possa essere considerato nella norma, o se invece la crescente sfiducia ed i pochi risultati ottenuti dovrebbero spingermi a rivolgermi altrove, senza trascurare il fatto che purtroppo questa complessa situazione è a sua volta divenuta fonte di nuove ansie che si sono andate ad aggiungere a quelle da sempre presenti.
Vi ringrazio in anticipo per la gentile attenzione.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

>>Ad oggi mi chiedo se sia normale non essere consapevoli del tipo di terapia che si sta seguendo, o addirittura avere il dubbio che non si tratti di una vera e propria terapia!<<

Deve comprendere in maniera chiara ed inequivocabile se si tratta o meno di una psicoterapia e, ammesso che lo sia, ha il diritto di sapere l'indirizzo teorico si riferimento, così come obbiettivi a breve e lungo termine e la loro verifica.

La psicoterapia non è un semplice resoconto di ciò che una persona ha fatto durante la settimana, se così fosse potrebbe rivolgersi a chiunque.
Ci sono stati dei miglioramenti?
Come mai proprio adesso ha il dubbio che non sia efficace per le sue problematiche?
Non riceve risposte dalla Collega oppure trova difficoltà nell'affrontare il discorso?


Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dr. Del Signore,
la ringrazio innanzitutto per la sua risposta. Il fatto è che all'inizio di questa esperienza ho scelto di affidarmi completamente alla guida della psicologa, consapevole del fatto che in ogni caso ci sarebbe sicuramente voluto del tempo prima di riuscire a vedere qualche risultato e riuscire a migliorare la mia situazione. Solo ultimamente ho cominciato ad avere il dubbio che la mia potesse non essere una vera e propria psicoterapia (ma a dire il vero anche a capire che esistesse una differenza tra sedute psicologiche e psicoterapiche), ed in effetti forse non sono riuscito ed essere abbastanza diretto nella mia domanda, dal momento che la psicologa è sempre riuscita a non darmi una vera risposta. Per quanto riguarda i miglioramenti, ne ho forse notati in un primo momento, perché appunto felice di aver finalmente trovato il modo di affrontare il problema, poco a poco però mi sono reso conto che mi sarei aspettato di apprendere strumenti pratici e psicologici che mi permettessero di gestire meglio le mie emozioni negative, cosa in effetti mai successa.
Devo aggiungere poi, anche se forse questa non è le sede adatta, che in effetti la mia fiducia ha vacillato non poco soprattutto in seguito ad un episodio verificatosi a marzo...In sostanza dovendo partire per un viaggio ho avvisato la psicologa che non sarei potuto essere presente per la seduta la settimana successiva e con sorpresa mi è stato risposto che in ogni caso avrei comunque dovuto saldare quanto dovuto anche per l'incontro saltato...Io ovviamente mi rendo conto che ogni professionista segue una sua regola e quindi so che la domanda potrebbe essere fuori luogo, ma sentirmi dire che questa è la normale consuetudine mi ha inevitabilmente indispettito e ha alimentato il brutto sospetto di essere visto solo come cliente e non come paziente.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente

fare psicoterapia significa in definitiva curare un disturbo (nel suo caso mi sembra si parli di un disturbo d'ansia). Le consulenze psicologiche sono altro e il fine non è curativo in senso stretto, ma si parla più in generale di "miglioramento del benessere psicologico".

Deve comprendere se la Collega oltre ad essere psicologa (5 anni di studio) è anche psicoterapeuta (5+4 anni di studio). Questa è una cosa importante sulla quale non si può essere "vaghi", così come è importante comprendere quale tipo di intervento si sta mettendo in atto.

>>Io ovviamente mi rendo conto che ogni professionista segue una sua regola<<

non è assolutamente così. Le regole sono esplicitate nel contratto terapeutico (o di consulenza) e devono essere condivise e accettate dal paziente. Lei è stato informato nelle fasi iniziali su come gestire le sedute "saltate"? Quanto preavviso ha dato alla Collega prima di avvertire che non sarebbe potuto andare in seduta?


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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Caro ragazzo,
Le regole sulle sedute saltate sono date all'inizio del percorso, psicologico o psicoterapeutico. La Collega la ha informata su questo aspetto? E' importante essere chiari fin dall'inizio, proprio per evitare fraintendimenti. Credo che di quello che dice sia questo il punto principale. Ho l'impressione come se si fosse sentito tradito e deluso rispetto al buon rapporto che aveva instaurato. E' così? Io credo che, qualunque decisione lei prenderà, sarebbe per lei occasione di crescita parlare alla sua psicologa in modo chiaro, preciso, assertivo su quali sono state le sue reazioni emotive e quali pensieri ha fatto proprio rispetto a questo episodio. Poi, lei si senta libero di andare dove più ritiene opportuno, ma un confronto, in ogni caso, e' davvero importante e terapeutico averlo.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, uno psicologo, se abilitato ed iscritto all'Albo, può erogare percorsi di "sostegno" psicologico. Questi percorsi sono di solito circoscritti sia nel tempo che come obiettivi, ed hanno una funzione di accompagnamento e sostegno in periodi e fasi particolari della propria vita.

Un percorso di psicoterapia ha invece obiettivi di cambiamento più estesi: di solito si intraprende perchè c'è un disagio di natura emotiva, comportamentale, cognitiva e/o relazionale (quasi sempre si tratta di un mix!) che limita pesantemente la nostra qualità di vita, e che da soli non riusciamo a risolvere.

Una psicoterapia, inoltre, è caratterizzata per altri elementi molto importanti:

1. un modello teorico di riferimento del terapeuta, cioè un insieme di teorie, tecniche e "regole" che è studiato secondo una specifica prospettiva (ad esempio, psicoanalitica, cognitivo-comportamentale, umanistica, sistemica, strategica etc.). Può trovare maggiori informazioni in questi articoli:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

2. un "contratto" terapeutico, ovvero un accordo preliminare tra terapeuta e paziente che espiciti cadenza delle sedute, costi (tutti, anche quelli relativi ad eventuali sedute saltate), strumenti (colloqui, test, sedute in biofeedback etc.) ma soprattutto OBIETTIVI del percorso di terapia

Ce ne sarebbero altri, ma non sono probabilmente pertinenti alla sua richiesta.

Un ultimo punto, molto importante. Lei ha il DIRITTO di sapere se il professionista che la segue sia psicologo e/o psicoterapeuta, quale sia l'orientamento teorico che pratica, che tipo di terapia state facendo e con quali obiettivi. Se qualcuno dovesse dirle che non sono informazioni di suo interesse o girarci intorno sia ferma, e chieda anche con insistenza.

E se dovesse avere la percezione che non state andando da nessuna parte, si ricordi che il protagonista del suo percorso di terapie è lei. Ed è suo sacrosanto DIRITTO comunicare questo al professionista che la segue, che valuterà le sue considerazioni insieme a lei. Deciderete con serenità ed insieme se proseguire o meno, se aggiustare il tiro o meno.

Mi sembra che i suoi timori, in questo senso, siano comprensibili, ma che sia nel suo interesse riuscire ad esprimere ciò che pensa ANCHE se dovesse procurarle disagio.

Cordialmente
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Innanzitutto vorrei ringraziare tutti i dottori intervenuti in questo mio consulto! Tutte le vostre risposte mi sono sicuramente servite a chiarire alcuni punti su cui sono rimasto dubbioso per troppi mesi...Volevo aggiungere che in realtà non posso considerare la vicenda della seduta saltata la molla che ha fatto scattare questi miei dubbi. All'inizio del rapporto in effetti sono mancate precisazioni sull'argomento da parte della psicologa, ma devo ammettere che anche da parte mia è stato forse un po' ingenuo pensare che il problema non si ponesse.
Ciò che più mi impensierisce è il fatto che non si sia mai parlato apertamente neanche di obiettivi da raggiungere e loro verifica ad esempio. Purtroppo il punto è che non sono del tutto certo che la mia psicologa sia anche psicoterapeuta e ovviamente, stando a tutto ciò che mi avete gentilmente spiegato, sarà sicuramente questa la domanda che dovrò porle durante il prossimo incontro e dalla quale spero scaturiranno anche ulteriori chiarimenti.
Vi ringrazio ancora per il tempo che mi avete dedicato e cercherò di aggiornare questa mia risposta dopo la prossima seduta.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

>>ma devo ammettere che anche da parte mia è stato forse un po' ingenuo pensare che il problema non si ponesse<<

questo non dipende da lei, non poteva ovviamente saperlo. Informare l'utenza in maniera chiara ed esaustiva è compito dello psicologo.

Per verificare se la Collega è abilitata all'esercizio della psicoterapia può controllare sul sito dell'ordine regionale o nazionale degli psicologi.

Ci tenga aggiornati se lo ritiene necessario.