Mutamento del comportamento del figlio

Sono 6 mesi che mi sono separata da mio marito e ho un bimbo di 6 anni che è stato affidato a me. All'inizio non riusciva a capire perché il papà non dormiva più a casa, poi gli è stato spiegato e sembrava tutto bene. A scuola dopo un periodo di ribellione erano due mesi che andava tutto bene. All'improvviso circa un mese fa è tornato a essere ribelle. Non segue le lezioni, non termina i lavori in classe, disturba in continuazione, si alza dal banco, giocherella sempre distraendosi. Il tutto è iniziato da quando il padre è uscito insieme a lui e la nuova compagna. Inoltre la sera per dormire si copre totalmente con le coperte fin sopra la testa che non ha mai fatto e dice perché non vuole fare brutti sogni. Inoltre dimentica i libri a scuola e dice che non vuole andare a prenderli perché lo vedono gli altri bambini. Per questo comportamento prende spesso le note a scuola e il rendimento da bravo che era sta calando. Non so più cosa fare. Lo punito togliendogli i video giochi, la televisione e perfino il nuoto che a lui piace tanto ma niente. In questo il padre non mi aiuta affatto e lui vede me come la cattiva della situazione perché lo punisco e perché parlo con la maestra. Cosa posso fare? E' il caso che debba rivolgermi da un psicologo per delle sedute?
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Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117
Gentile Signora,
quando due coniugi si separano può rilevarsi molto utile avere per entrambi dei colloqui di coppia con uno psicologo, specie quando hanno un figlio.
La coppia coniugale, infatti con la separazione viene a cessare ma gli ex coniugi rimarrano per il resto della vita i genitori del figlio che hanno avuto. Quindi nel vostro caso richiedere degli incontri di coppia in cui possiate co-costruire un progetto educativo condiviso per vostro figlio possono rilevarsi utili.

Inoltre può capitare che uno dei due coniugi abbia bisogno di un sostegno psicologico individuale per superare la separazione che non è stata da lui scelta e voluta.

Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Signora,
Lei sa che cosa e' successo, esattamente? Ha parlato con il bambino? Come mai pensa che sia stato quell'episodio? Io posso ipotizzare, se il comportamento del bimbo e' iniziato da li', che suo figlio abbia avuto paura che la nuova figura potesse portargli via il papà o, addirittura, la mamma. Non penso che punirlo sia appropriato, perché non fa che rafforzargli la paura. Va, piuttosto, rassicurato sul fatto che mamma e papà ci saranno sempre per lui e che nuove figure non cambieranno in nessun modo la situazione tra di voi. Veda se il bambino si calma, altrimenti una consulenza psicologica e' raccomandata.
Un caro saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Psicologa clinica

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr.ssa Silvia Masserini Psicologo 13
Gentile signora,
non specifica quanti anni ha suo figlio ma mi sembra di capire che sia alle elementari, giusto?
E' ancora piccolo e sta attraversando un momento ovviamente difficile, in cui probabilmente ha mille dubbi e paure. Per un bambino il suo mondo è la sua famiglia e se quella cambia, come nel caso di una separazione, cambia tutto. La mia prospettiva teorica è quella della psicoanalisi relazionale e a mio avviso tutti quei comportamenti che lei definisce ribelli sono tentativi di comunicarvi il suo disagio e la sua sofferenza. Ovviamente è impossibile in questo contesto definire i termini e la profondità di quella sofferenza e certamente vedere uno psicologo potrebbe aiutarla a dare senso a quello che è accaduto e sta accadendo nella vostra famiglia. Quello che qui posso dirle è che, più che punirlo, sarebbe forse importante dare voce ai sentimenti di suo figlio, chiedendogli come sta, come si sente, se è arrabbiato, triste, felice o quant'altro e accogliere i suoi vissuti senza giudizi né critiche. Aiutarlo a esprimere i sentimenti connessi ai comportamenti che mette in atto (nel momento in cui li mette in atto), oltre ad "insegnargli" a riconoscere i suoi sentimenti e quindi consentirgli di viverli invece che agirli (per esempio se è arrabbiato saper dire "sono arrabbiato" invece che mandare all'aria tutto) ha un'altra importante conseguenza: amplia lo spazio relazionale tra voi due, permette un senso di maggiore confidenza e comprensione, salvaguarda e rinsalda il legame tra di voi.

Dr.ssa Silvia  Masserini
Psicologa
smasserini@gmail.com