Separazione e figli

cercherò di essere breve anche se non è facile...io e mio marito, il giorno e la notte; io due lauree, lui la terza media, lui del sud io del nord, lui operaio verniciatore, io insegnate, ma soprattutto lui ex cocainomane, io la salvatrice che per un po' l'ha seguito ma che poi si è tirata indietro e l'ha portato con sé..abbiamo avuto due figlie ed abbiamo chiuso totalmente con il suo passato; io mi sono interessata a tante cose diverse, al mio ruolo di mamma, alla mia seconda laurea, al raggiungimento del mio ruolo di insegnante...vorrei fare anche di più...lui mi guarda come la signorina Prusselius e riesce anche a farmi sentire così...il sabato è una tragedia, scarica su di me tutte le frustrazioni di una vita che gli manca...e io ormai non lo sopporto più! Se prima era bello come il sole, sregolato, fuori da tutte le righe, ora è un immaturo inconcludente...abbiamo due figlie che lo amano perché comunque quando è in buona con le bambine è anche dolce e divertente...lui mi fa capire molto chiaramente di non voler crescere, di voler tornare alla sua vita ma di non farlo solo per le bambine, io sono arrivata al punto che alla sua vita ce lo vorrei mandare con un bel calcio nel sedere!!!! Non accetterei l'affidamento congiunto (figuriamoci se gli lascio le mie figlie in mano il sabato sera!!!!!) e so che potrei essere molto più felice da sola; onestamente penso di valere molto e anche molto più di lui, di avere tante carte da giocarmi e di non avere il minimo bisogno di lui...ma le bambine...e anche lui...so dove andrebbe a finire; so che non mi aiuterebbe con gli alimenti perchè senza di me si troverebbe presto senza lavoro, mi spiace più che rimanga senza lavoro piuttosto che non avere gli alimenti; ai soldi una soluzione si trova, cel resto non devo pagare affitti e con 1500 euro ce la possiamo anche fare a vivere in tre, chissenefrega...ma mi spiace, pensavo di esserci quasi riuscita a toglierlo dalla strada ed invece no, lui è sempre lì. non mi vuole nemmeno più bene perchè se prima, quando stava male mi vedeve come una soluzione alla sua vita, ora che il male se l'è dimenticato mi vede solo come un ostacolo; ho sbagliato, lui nella vita reale non ci vuole davvero stare!!!! Se gli dico di provare ad andare da uno psicologo mi da della pazza e dice che sono io ad averne bisogno...Scusate lo sfogo, ho scritto di getto, altroché pluri-laureata vi sembrerò un'analfabeta ma è che è un argomento molto caldo e io sono davvero tanto arrabbiata!!!! Cosa mi consigliate di fare? Io nella mia testa vedo sempre più nitidamente un'unica strada, salutarlo con un bel ciao e grazie!!!! Anzi non un ciao, un addio...non vorrei più vederlo, non vorrei vedere la fine che fa...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2013 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente,
La separazione è un percorso difficile e bisogna in qualche modo prepararsi ad un lungo cammino.
Noi non possiamo dirle se separarsi o no, ma io le consiglio di informarsi su cosa comporta una separazione,
sia in termini legali e burocratici sia per quanto riguarda i suoi figli, preparare i suoi figli ad una eventuale separazione.
Ha provato a suggerire a suo marito una consulenza di coppia?
presso il SSN si possono richiedere consulenze per il disagio familiare.
Un caro saluto
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
le laure, gli studi, la razionalizzazione del sentire e vivere, purtroppo non servono a molto per le ragioni del cuore...

Le vostre differenza mi sembrano abissali, non conciliabili, in alcuni casi le differenze rappresentano un valore aggiunto alla coppia, ma in questo caso una vera difficoltà.

Il divorzio, prevede un divorzio psichico, lungo e complesso sul piano psichico e relazionale, non dei figli ancor di più.
Le allego qualche lettura , per quello che può servire

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2287-insieme-per-i-figli-alibi-o-realta.html-

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Sento di concordare appieno con la dr.ssa Randone...tuttavia ritengo che un tentativo per salvare la nostra famiglia io sento ancora di volerlo fare...potreste consigliarmi a chi rivolgermi nella provincia di Piacenza? Grazie.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Provi a cercare all'interno del nostro portale, inserendo psicologi Piacenza,
vedrà la loro foto, leggerà i loro commenti ed articoli, magari si farà un'idea, prima di andare..
In bocca al lupo
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Dr. Stefano Becagli Psicologo 35
Gentile signora,

ha descritto bene i suoi stati d'animo e pensieri in merito.
Si legge tra le righe, che nonostante la sua sicurezza di interrompere la relazione, vi è una speranza di poter non arrivare a questo.

Ha mai parlato con suo marito di questo suo malessere e della volontà di interrompere il rapporto?
Ha motivato a lui il consiglio del rivolgersi ad uno psicologo?

Prima di intraprendere un percorso di separazione/divorzio, come ha accennato la collega, è opportuno documentarsi su quelli che possono essere i vari risvolti: economici, legali, logisitici, gestione dei figli ecc.

Che età hanno le vostre figlie?

L'affidamento congiunto richiede comunque che entrambi i genitori siano d'accordo,
e anche altre caratteristiche (assenza di conflittualità, vicinanza tra le rispettive abitazioni
, ecc).

Da alcuni anni vi è la soluzione dell'affido condiviso in cui ad entrambi i genitori viene affidato il figlio.

Però prima di arrivare a questo, sarebbe opportuno che lei pensasse a fondo a cosa la farebbe stare meglio.

Cordialmente

Dr. Stefano Becagli
Psicologo Clinico e dello Sport - Milano

www.stefanobecagli.it
Tel. 349 38 10 997

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Utente
Utente
Dottor Stefano Becagli mi fa piacere che colga la mia speranza di non arrivare a questo...chiedere a lui di rivolgersi a uno psicologo? Si, provato...niente da fare, dice che non se la sentirebbe di parlare delle sue cose ad un'altra persona, di sentirsi in qualche modo giudicato...e per lui è già tanto dirmi una cosa del genere, esprimere un suo sentimento e un suo parere...è un'altra diversità fondamentale tra me e lui; lui tiene tutto dentro soprattutto i pareri contrari a quelli altrui...io li esterno fin troppo e spesso il nostro litigare sta nel "me che parlo a raffica e lui che ascolta senza rispondere nulla anche per ore", dopo ore di questo monologo lui mi dice "la finisce che sei logorroica" " e cavoli, ma tu rispondi no? non so nemmeno cosa pensi di quello che dico, sei ha capito quello che dico" ...ma in realtà lui capisce a tratti condivide e a tratti no, ma non crede nelle parole...spesso ridiamo di questa casa e di queste situazioni che si creano tra di noi e a volte non ci sembrano un problema.. Lui non può fare diversamente, anche se per me ogni tanto ci prova, è semplicemente che questa è la sua modalità di stare al mondo...e fondamentalmente mi piace. questa modalità però comporta una rassegnazione, un'accettazione di tutto, di ciò che piace e di ciò che non piace senza la volontà di modificare le situazioni, ma solo il desiderio di volersene allontanare...Lui non vive bene, in lui è forte il ricordo della sua vecchia vita in cui viveva alla giornata (ora il verniciatore industriale ed è sicuramente un lavoro davvero molto faticoso) e in cui tutto era un gioco e tutto era una festa...ora ci sono le bimbe piccole, il lavoro, i problemi economici...non è facile, lo capisco, ma questa è la vita vera, arriveranno momenti più facili, forse quando le bimbe saranno più grandi e un po' di debiti che ci siamo fatti per ristrutturare casa finiranno...è solo che ho paura che se ne scappi prima, ho paura di non farcela ad arrivare a quel momento. Inoltre penso che se anche sia difficile e davvero capisco quanto lo sia per lui (ha anche lasciato Milano, sua città natale - è figlio di genitori del sud, ma è nato a Milano - per venire a vivere in un piccolo paesino...è sicuramente un grosso cambiamento) la felicità non debba stare nella meta ma nel cammino e questo cammino insieme è davvero troppo faticoso. Io sono stanca di trattenerlo e lui è stanco di rimanere.
e io sono arrivata anche a farmi una domanda: ma io ho davvero il diritto di trattenerlo qui...non dovrei lasciarlo alla vita che vuole anche se io la reputo sbagliata? Ormai non ho nemmeno più questa certezza.
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Dr. Stefano Becagli Psicologo 35
Gentile signora.
Le consiglio di far forza sulla comunicazione di pensieri ed emozioni.
Lei scrive: “per lui è già tanto dirmi una cosa del genere, esprimere un suo sentimento e un suo parere” anche se suo marito esprime un giudizio contrario a rivolgersi ad uno psicologo, a differenza da altre persone lo motiva, non è un no a prescindere.
Lei può in questo caso dire, a suo marito, che il compito dello psicologo non è quello di giudicare la persona che si rivolge a lui.
Da quello che racconta lei ha una perfetta visione di quelle che sono le dinamiche comunicative tra lei e suo marito in diversi frangenti. Capita che parla sempre lei e lui sta zitto, lei quindi si accorge di questo. Ha mai provato ad interrompersi e a chiedere cose pensa e prova lui in quei momenti?
Lei dice che in qualche frangente suo marito prova a comportarsi diversamente, potrebbe provare a rinforzare questo suo atteggiamento con maggior apertura, quando questo accade.
Scrive inoltre che le piace questo modo di agire anche se lo vive con spirito di rassegnazione.
Lei scrive “spesso ridiamo di questa casa e di queste situazioni che si creano tra di noi e a volte non ci sembrano un problema..” perché non sfruttare questi momenti per dire a suo marito quali sono i suoi stati d’animo, i suoi pensieri le sue paure?
Condivido la sua frase “la felicità non debba stare nella meta ma nel cammino” Se questo cammino insieme è davvero troppo faticoso, provi a comunicare senza timore i suoi pensieri e le sue emozioni a suo marito, cercando i momenti giusti e facendo in modo di gestire la comunicazione su toni che non portino al conflitto.
Cosa le fa pensare che suo marito sia convinto di andarsene?
E' sicura che suo marito ha la sensazione di essere trattenuto?

Nel caso potreste valutare anche l’ipotesi di rivolgervi ad uno psicologo per un percorso di coppia.
Auguri.
[#8]
Utente
Utente
Ora le do una facile lettura psicologica sperando di non offendere la sua professione: non è lui a volersene andare ma sono io a volerlo fare scappare perchè in realtà mentre a lui piaccio così come sono, io invece non mi sopporto. Io a lui dico tutto, questo ed anche altro e durante le nostre discussioni io tento di smuoverlo da ciò che è. Lui è come un bambino che deve essere tenuto per mano e accompagnato, se lo lasci si perde...e io sono stanca di dover essere sempre la signorina Prusselius, a scuola con i miei bambini, a casa con le mie figlie e anche nel mio rapporto di coppia.
Si, infatti penso che non sia lui a vedermi la Signorina Prusseliu ma sono io vedermi tale. Vorrei un compagno con il quale avere un confronto e non un figlio adolescente da accudire; sembra che lui questa fase dell'adolescenza non la voglia superare e gli impegni li porta avanti con spirito di dovere e sacrifico, ma questo non è l'uomo che voglio accanto a me.
Lui è consapevole di questo mio ruolo, sa di averne bisogno, che gli fa bene e non vuole perdermi. e' come se questi nostri due modi di essere creassero il nostro giusto equilibrio di copia, ma questo equilibrio rischia di non rimanere più in piedi perché io questo ruolo sto cercando di lasciarlo
Mi sono ovviamente interrogata su come lui si sente in quei momenti, quando io palro e lui ascolta e le risposte che mi sono data è : "disorientamento", sembra non sapere cosa vuole.
ed è questo che io non sopporto più e che me lo ha fatto definire in apertura argomento "inconcludente"
La mia paura che lui se ne vada nasce dal fatto che so di mettere in atto molti meccanismi affichè questo avvenga...ma non sono sicura di volerlo, ho paura di quel che può succedere dopo; ho paura di non essere sicura dei miei sentimenti; di allontanarlo per poi rendermi conto che in realtà lo volevo; ed inoltre ho sempre quell'eterna speranza che lui cambi crescendo.
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Dr. Stefano Becagli Psicologo 35
Sembra che lo voglia indurre ad andare via, per non prendere atto e conseguenze delle sue azioni e volontà, qualora sia lei a volerlo lasciare.

Dice che sembra che suo marito non sappia cosa vuole, però credo che sia un sentimento presente anche in lei.

Da un lato lei paragona suo marito ad un adolescente che ha bisogno di molte attenzioni da parte sua, dall'altro ha il timore che se lui decidesse di andare via possano emergere delle paura, e probabilmente a livello inconscio anche quelle di non occuparsi più di lui.

Deve prendere coscienza di quelle che sono le sue reali volontà ed emozioni in proposito, al fine di essere più sicura per le sue decisioni.

Emerge una sua forte confusione sulla questione, purtroppo un consiglio online difficilmente può dissipare.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla.

Cordialmente




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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<ritengo che un tentativo per salvare la nostra famiglia io sento ancora di volerlo fare..>

Gentile Signora,
per le problematiche che ha descritto centrate sulle difficoltà di coppia e familiari, è particolarmente indicato uno psicologo/psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale.

Se suo marito non fosse del suo stesso parere, può rivolgersi lei in prima persona allo specialista che saprà anche darle opportune indicazioni per coinvolgere suo marito in un consulto.

Provi a fare qualche telefonata, magari a più di uno specialista, per informarsi direttamente e poi prendere una decisione.
A questo link dell'Ordine Psicologi della sua regione, può cercare tra gli iscritti anche in riferimento all'approccio terapeutico specifico
http://www.ordpsicologier.it/search.php

Restiamo in ascolto qualora le servissero maggiori informazioni.

Cari auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it