Apatia periodica

Buonasera ,
sono uno studente universitario ( studio infermieristica ) di 24 anni . Da ormai molto tempo ( 5-6 anni ) , alterno periodi in cui riesco a condurre una vita ordinata e soddisfacente ad altri in cui sento come la necessità di "abbassare il controllo" . In queste ultime circostanze , mi capita di sperimentare una sensazione per me ormai insopportabile : quella di avere una volontà inconsistente , è come se non fossi io a decidere per me . Ricado in questa condizione in modo inevitabile . Il modo in cui ciò concretamente si manifesta è che trascorro intere giornate al pc , usufruendo della pornografia , ma non solo , vago senza meta nei vari siti internet , e sembra che il mio unico scopo sia liberare la mente e la mia persona da ogni responsabilità . Al termine della giornata è come se mi svegliassi da un torpore ... Tutto questo si trasmette anche a livello di sensazioni fisiche , perché stando immobile davanti al pc mi accorgo di avvertire dei dolori , mi sento affaticato e stanco . E mi dico : come ho potuto trascorrere un'intera giornata in questo modo ? Ogni volta spero di raccogliere i cocci , ricostruire e riprendere a camminare senza più ricadere in questo stato . Inutile specificare che ciò non si verifica quasi mai . Tutto questo si ripercuote nella mie relazioni con gli amici ed i colleghi , in quanto non sono felice dei miei comportamenti : essi hanno ricadute drammatiche sulla mia autostima , perciò non mi sento degno dell'interesse degli altri . Mi chiedo , è questa mia condizione a pormi forti ostacoli nel mio relazionarmi agli altri , oppure è essa stessa una conseguenza del fatto che il mio modo di rapportarmi con le persone che mi circondano è problematico ? Soffro molto , perché nei periodi in cui prendo in mano la mia vita mi accorgo di essere una buona persona che pur nei suoi difetti potrebbe mettere a frutto alcune potenzialità forse soffocate da questa sorta di apatia in cui periodicamente mi trovo . Fortunatamente questo non influisce sul mio rendimento universitario , ma le sue ripercussioni sono soprattutto a livello di relazione . Forse può servire , in vista del vostro consulto , sapere che sono un ragazzo gay , anche se questo aspetto non è al momento per me fonte di particolari preoccupazioni : ho la fortuna di avere una famiglia che mi sostiene e conosce la mia omosessualità , oltre che degli amici comprensivi . Certo , soffro perché questa mia condizione psicologica non mi fa sentire degno dell'amore di un ragazzo ... Cosa posso fare ? Sono arrivato al punto che ho capito che devo cambiare qualcosa in me , è inutile che mi dica "non capiterà più" , devo cambiare quel qualcosa che mi conduce sempre , ciclicamente , allo stesso punto di partenza . Ma questo è un problema di natura psicologica , spirituale ? E' qualcosa che posso risolvere da solo , e se sì come ?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi chiedo , è questa mia condizione a pormi forti ostacoli nel mio relazionarmi agli altri , oppure è essa stessa una conseguenza del fatto che il mio modo di rapportarmi con le persone che mi circondano è problematico?
>>>

È un classico tema ricorrente in psicologia, quello della causalità. In un'ottica breve strategica la causalità è spesso circolare, per cui non è necessario sapere cosa causa cosa, se si riesce a individuare la fonte del problema in un circolo vizioso e a interromperlo. È possibile che difficoltà relazionali iniziali l'abbiano portata a ripiegarsi su se stesso e sulla pornografia, e che a sua volta essa abbia finito per renderla ancora più distante dagli altri.

L'omosessualità di per sé non è un problema SE è vissuta bene innanzitutto dalla persona stessa. Se cioè l'essere omosessuali è accettato completamente e vissuto con serenità.

>>> E' qualcosa che posso risolvere da solo , e se sì come?
>>>

Se non c'è riuscito finora, ha probabilmente più senso non insistere e accettare di farsi aiutare da uno specialista.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Ma secondo lei cosa porta ad agire contro la propria stessa volontà ?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

il concetto di volontà è qualcosa di non assoluto: non tutto è controllabile e determinabile in base a ciò che si vorrebbe fare, perchè molte cose sfuggono al volere.
Parlo ad es. di sentimenti ed emozioni, che non si decidono e che molte volte portano a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro, condizionando fortemente le nostre scelte e azioni.

Il quadro che lei descrive mi fa pensare o ad uno stato in cui il carico di responsablità che lei si è assunto è eccessivo, con il conseguente ciclico ritorno a momenti nei quali si annulla di fronte al pc come se tutto ciò non esistesse ("sembra che il mio unico scopo sia liberare la mente e la mia persona da ogni responsabilità"), e/o ad un disturbo dell'umore.

Se il caso fosse semplicemente il primo lei potrebbe riflettere globalmente sulla vita che sta conducendo e chiedersi se lascia sufficiente spazio ad attività che le permettono di distrarsi, riposarsi, rigenerarsi.
Nel secondo caso invece sarebbe importante che lei chiedesse prima di tutto un consulto psicologico per inquadrare la situazione, per poi decidere come intervenire.

Cosa ne pensa?