Superare il lutto in età infantile del padre
Salve
Sono un ragazzo di 24 anni che all'età di 9 anni (15 anni fa) ha perso il padre a causa di tre aneurismi celebrali che l'ha portato prima al coma, poi a una sorta di ripresa ma come se avesse un ritardo mentale molto grave. Infine dopo circa 1 anno è morto.
Da ragazzo superattivo e problematico diventai col tempo un ragazzo spento e triste. Iniziai a vedere la mia vita "da fuori", come se controllassi un corpo e una vita che non mi appartenevano. Convinto di poter fare qualsiasi cosa diventai supponente ed arrogante, convinto di essere superiore a tutto e tutti a causa del dolore del lutto provato. Barricai i miei sentimenti in me stesso, irraggiungibili da chiunque e gli unici sentimenti davvero provati da quel giorno fino ad oggi furono rabbia, rancore e odio.
Mi lasciai letteralmente andare e fino ad oggi mi rendo conto di non aver mai vissuto davvero, mi sembra di aver vissuto una vita non mia, una vita di cui non me ne fregava niente e della quale aspettavo solo la fine, come se ne potessi avere un'altra a disposizione. Ho fatto e faccio molto di frequente pensieri suicidi, la sera soprattutto diventa tutto più nero e faccio una gran fatica ad addormentarmi sempre.
Sono arrivato a queste conclusioni e a queste accettazioni (sempre rifiutate) grazie a una persona davvero speciale con la quale pochi giorni fa sono riuscito ad aprire il guscio attorno al mio cuore, e gli ho parlato di mio padre e dei miei sentimenti come non avevo mai fatto in vita mia (anzi ho sempre omesso il lutto subito con lo scopo di nasconderlo). Finalmente piansi, cosa che mi accadeva solo in privato con me stesso e davvero di rado per non dire mai.
Essermi finalmente aperto con questa persone mi ha dato la volontà che non ho mai avuto di superare la cosa, e sotto anche il suo consiglio vorrei mettermici dietro davvero nel tentativo di superarla.
Chiedo quindi a voi come potrei iniziare il mio iter per superare questo lutto che mi porto dietro da 15 anni, considerando che purtroppo ho un'estrema scarsità di risorse economiche, ma che non posso più stare ad aspettare, non ora che sto iniziando "ad aprire gli occhi" e che purtroppo la persona che mi ha aiutato ad arrivare a questo punto di miglioramento è stata un "treno perso" e che non mi potrà più aiutare.
Grazie.
Sono un ragazzo di 24 anni che all'età di 9 anni (15 anni fa) ha perso il padre a causa di tre aneurismi celebrali che l'ha portato prima al coma, poi a una sorta di ripresa ma come se avesse un ritardo mentale molto grave. Infine dopo circa 1 anno è morto.
Da ragazzo superattivo e problematico diventai col tempo un ragazzo spento e triste. Iniziai a vedere la mia vita "da fuori", come se controllassi un corpo e una vita che non mi appartenevano. Convinto di poter fare qualsiasi cosa diventai supponente ed arrogante, convinto di essere superiore a tutto e tutti a causa del dolore del lutto provato. Barricai i miei sentimenti in me stesso, irraggiungibili da chiunque e gli unici sentimenti davvero provati da quel giorno fino ad oggi furono rabbia, rancore e odio.
Mi lasciai letteralmente andare e fino ad oggi mi rendo conto di non aver mai vissuto davvero, mi sembra di aver vissuto una vita non mia, una vita di cui non me ne fregava niente e della quale aspettavo solo la fine, come se ne potessi avere un'altra a disposizione. Ho fatto e faccio molto di frequente pensieri suicidi, la sera soprattutto diventa tutto più nero e faccio una gran fatica ad addormentarmi sempre.
Sono arrivato a queste conclusioni e a queste accettazioni (sempre rifiutate) grazie a una persona davvero speciale con la quale pochi giorni fa sono riuscito ad aprire il guscio attorno al mio cuore, e gli ho parlato di mio padre e dei miei sentimenti come non avevo mai fatto in vita mia (anzi ho sempre omesso il lutto subito con lo scopo di nasconderlo). Finalmente piansi, cosa che mi accadeva solo in privato con me stesso e davvero di rado per non dire mai.
Essermi finalmente aperto con questa persone mi ha dato la volontà che non ho mai avuto di superare la cosa, e sotto anche il suo consiglio vorrei mettermici dietro davvero nel tentativo di superarla.
Chiedo quindi a voi come potrei iniziare il mio iter per superare questo lutto che mi porto dietro da 15 anni, considerando che purtroppo ho un'estrema scarsità di risorse economiche, ma che non posso più stare ad aspettare, non ora che sto iniziando "ad aprire gli occhi" e che purtroppo la persona che mi ha aiutato ad arrivare a questo punto di miglioramento è stata un "treno perso" e che non mi potrà più aiutare.
Grazie.
[#1]
Caro ragazzo,
è probabile che ciò che oggi sente sia frutto del suo lutto precoce, forse non adeguatamente elaborato a suo tempo.
La sensazione che ha trasmesso a me, leggendo il suo consulto, è che abbia, "congelato" le sue emozioni per proteggersi da un dolore che era per lei troppo grande e che nessuno è stato in grado di aiutarla ad elaborare.
Cosa ci può dire di sua madre? Che rapporto ha avuto ed ha oggi con lei?
<<purtroppo la persona che mi ha aiutato ad arrivare a questo punto di miglioramento è stata un "treno perso" e che non mi potrà più aiutare.>>
In merito a questa persona di cui parla, perché sostiene che sia un "treno perso"?
Ci può dire qualcosa di più di questa persona? Che ruolo ha nella sua vita?
In merito al suo quesito finale credo che il suo iter possa cominciare se e quando lo vorrà; per far questo la figura di riferimento è lo psicologo psicoterapeuta che, eventualemente, potrà trovare anche presso una struttura pubblica o un consultorio della sua zona.
Un caro saluto
è probabile che ciò che oggi sente sia frutto del suo lutto precoce, forse non adeguatamente elaborato a suo tempo.
La sensazione che ha trasmesso a me, leggendo il suo consulto, è che abbia, "congelato" le sue emozioni per proteggersi da un dolore che era per lei troppo grande e che nessuno è stato in grado di aiutarla ad elaborare.
Cosa ci può dire di sua madre? Che rapporto ha avuto ed ha oggi con lei?
<<purtroppo la persona che mi ha aiutato ad arrivare a questo punto di miglioramento è stata un "treno perso" e che non mi potrà più aiutare.>>
In merito a questa persona di cui parla, perché sostiene che sia un "treno perso"?
Ci può dire qualcosa di più di questa persona? Che ruolo ha nella sua vita?
In merito al suo quesito finale credo che il suo iter possa cominciare se e quando lo vorrà; per far questo la figura di riferimento è lo psicologo psicoterapeuta che, eventualemente, potrà trovare anche presso una struttura pubblica o un consultorio della sua zona.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Gentile Ragazzo,
Un dolore non elaborato, non si estingue, ma aspetta di esse rivisitato, continuando a danneggiarla ed a renderla cupa e dolente...
come le ha suggerito il Collega, uno psicologo/ psicoterapeuta potrà aiutarla nell' elaborazione del lutto di quanto subito.
Si rivolga ad una struttura pubblica, troverà validi colleghi a prezzi contenuti
Un dolore non elaborato, non si estingue, ma aspetta di esse rivisitato, continuando a danneggiarla ed a renderla cupa e dolente...
come le ha suggerito il Collega, uno psicologo/ psicoterapeuta potrà aiutarla nell' elaborazione del lutto di quanto subito.
Si rivolga ad una struttura pubblica, troverà validi colleghi a prezzi contenuti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Caro ragazzo,
Associandomi ai miei Colleghi, voglio aggiungere che lei, grazie a un'esperienza "speciale", ha finalmente sciolto parte delle sue emozioni di dolore che sembravano nascondersi dietro tanta rabbia e rancore. Rabbia e rancore comprensibili, in quanto prime reazioni di protesta per una deprivazione ingiusta e imprevista, quale la perdita di suo padre in un'età, la sua, in cui sempre più il modello maschile e' importante. Vede, talvolta la rabbia e' un'emozione secondaria che copre uno stato di grande tristezza e dolore e, paradossalmente, se si è' molto vulnerabili, da' almeno il senso di non essere del tutto impotenti di fronte alle sfide e alla sofferenza della vita. Come le hanno detto anche i Colleghi, il lutto va elaborato e se il pianto e il ricordo della persona che non c'è' più' non c'è' stato a suo tempo, lo spazio terapeutico e' il contesto relazionale adatto per poterlo fare. Credo che ora lei sia pronto a non lasciarsi sfuggire questa preziosa opportunità, che le darà la spinta a riconsiderare atteggiamenti e valori. Vi sono strutture pubbliche a cui lei può rivolgersi con fiducia.
Un caro saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Psicologa ad ind.clinico
Associandomi ai miei Colleghi, voglio aggiungere che lei, grazie a un'esperienza "speciale", ha finalmente sciolto parte delle sue emozioni di dolore che sembravano nascondersi dietro tanta rabbia e rancore. Rabbia e rancore comprensibili, in quanto prime reazioni di protesta per una deprivazione ingiusta e imprevista, quale la perdita di suo padre in un'età, la sua, in cui sempre più il modello maschile e' importante. Vede, talvolta la rabbia e' un'emozione secondaria che copre uno stato di grande tristezza e dolore e, paradossalmente, se si è' molto vulnerabili, da' almeno il senso di non essere del tutto impotenti di fronte alle sfide e alla sofferenza della vita. Come le hanno detto anche i Colleghi, il lutto va elaborato e se il pianto e il ricordo della persona che non c'è' più' non c'è' stato a suo tempo, lo spazio terapeutico e' il contesto relazionale adatto per poterlo fare. Credo che ora lei sia pronto a non lasciarsi sfuggire questa preziosa opportunità, che le darà la spinta a riconsiderare atteggiamenti e valori. Vi sono strutture pubbliche a cui lei può rivolgersi con fiducia.
Un caro saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Psicologa ad ind.clinico
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#4]
Utente
Grazie a tutti delle risposte ricevute fino ad ora.
Con mia madre ho avuto un rapporto sempre più d'indipendenza, diventando "un ospite in casa", infatti ci parlavo (e ci parlo) giusto il minimo indispensabile, ma quando ero a casa ero sempre chiuso in camera mia. Nonostante questo non ho mai assolutamente odiato mia madre, che anzi ho sempre rispettato. Lei nei miei confronti mi ha sempre voluto bene, ma io l'ho sempre tenuta "a distanza".
Riguardo alla persone che considero "un treno perso" è stata la mia ultima fidanzata con la quale sono stato 2 anni, ma da due mesi è finita per mia decisione, siccome ero convinto di non amarla, e forse di non averlo mai fatto. Questa persona però mi ha sempre dimostrato un grande sentimento e sincero interesse per me e la mia situazione, anche se anche lei l'ho sempre tenuta distante ed ho evitato l'argomento che nella mia vita ho sempre considerato un taboo. Lei ha entrambi i genitori, però sua madre perse entrambi i genitori all'età di 19 anni uno e poi l'altro a 21 anni. Quindi credo che fosse più vicina al comprendermi di quanto abbia mai voluto accettare.
Ci siamo risentiti la scorsa settimana e 5 giorni fa, dopo che gli scrissi una lettera coi miei sentimenti (dove inizialmente volevo solo chiarire delle cose, ma che sfociò in un'apertura e accettazione di "avere un problema",come lei ha sempre detto (terminoe che ho sempre odiato)), ci siamo visti e abbiamo parlato del mio "problema", in quell'occasione mi sono aperto e ho pianto come un bambino, anche se per la prima volta non mi sono ritenuto ridicolo.
Purtroppo questa persona ha già un'altra persona nella sua vita, e non c'è più spazio per me, anche se ora sento vivo un forte sentimento per lei... sulle prime ho pensato che potesse essere riconoscenza o qualcosa di simile, ma sono sempre più convinto di amarla, questa volta per davvero. Sento un forte sentimento positivo, che mi mette il buon umore e ottimismo, mi manca sempre e non faccio che pensare a lei. Io credo che finalmente il mio "guscio" si sia incrinato e che finalmente riesco a riprovare quei sentimenti che non provavo più o che non avevo mai provato.
Forse sto finalmente facendo qualcosa di concreto per il mio problema nella speranza che possa riaccettarmi. Ma non importa, quel che conta per me ora risolvere il passato, anche se mi piacerebbe tanto farlo assieme a lei, ma purtroppo ha sofferto tanto a causa mia, e già l'essermi fatto risentire le ha scombussolato la vita che stava "rientrando in carreggiata", non voglio portarle altri dolori, prima devo fare i conti col mio passato.
Con mia madre ho avuto un rapporto sempre più d'indipendenza, diventando "un ospite in casa", infatti ci parlavo (e ci parlo) giusto il minimo indispensabile, ma quando ero a casa ero sempre chiuso in camera mia. Nonostante questo non ho mai assolutamente odiato mia madre, che anzi ho sempre rispettato. Lei nei miei confronti mi ha sempre voluto bene, ma io l'ho sempre tenuta "a distanza".
Riguardo alla persone che considero "un treno perso" è stata la mia ultima fidanzata con la quale sono stato 2 anni, ma da due mesi è finita per mia decisione, siccome ero convinto di non amarla, e forse di non averlo mai fatto. Questa persona però mi ha sempre dimostrato un grande sentimento e sincero interesse per me e la mia situazione, anche se anche lei l'ho sempre tenuta distante ed ho evitato l'argomento che nella mia vita ho sempre considerato un taboo. Lei ha entrambi i genitori, però sua madre perse entrambi i genitori all'età di 19 anni uno e poi l'altro a 21 anni. Quindi credo che fosse più vicina al comprendermi di quanto abbia mai voluto accettare.
Ci siamo risentiti la scorsa settimana e 5 giorni fa, dopo che gli scrissi una lettera coi miei sentimenti (dove inizialmente volevo solo chiarire delle cose, ma che sfociò in un'apertura e accettazione di "avere un problema",come lei ha sempre detto (terminoe che ho sempre odiato)), ci siamo visti e abbiamo parlato del mio "problema", in quell'occasione mi sono aperto e ho pianto come un bambino, anche se per la prima volta non mi sono ritenuto ridicolo.
Purtroppo questa persona ha già un'altra persona nella sua vita, e non c'è più spazio per me, anche se ora sento vivo un forte sentimento per lei... sulle prime ho pensato che potesse essere riconoscenza o qualcosa di simile, ma sono sempre più convinto di amarla, questa volta per davvero. Sento un forte sentimento positivo, che mi mette il buon umore e ottimismo, mi manca sempre e non faccio che pensare a lei. Io credo che finalmente il mio "guscio" si sia incrinato e che finalmente riesco a riprovare quei sentimenti che non provavo più o che non avevo mai provato.
Forse sto finalmente facendo qualcosa di concreto per il mio problema nella speranza che possa riaccettarmi. Ma non importa, quel che conta per me ora risolvere il passato, anche se mi piacerebbe tanto farlo assieme a lei, ma purtroppo ha sofferto tanto a causa mia, e già l'essermi fatto risentire le ha scombussolato la vita che stava "rientrando in carreggiata", non voglio portarle altri dolori, prima devo fare i conti col mio passato.
[#5]
Caro ragazzo,
da quanto scrive, sembra che abbia la tendenza a tenere le persone a distanza, lo dice di sua madre così come della sua ex ragazza.
Questo forse rientra sempre nella sua modalità difensiva cui accennavo prima, che potrebbe essere così sintetizzata: "se mi tengo alla giusta distanza, se non mi faccio coinvolgere troppo dal punto di vista emotivo, non rischio di soffrire".
Forse questa ragazza è stata, alla fine, una persona che le ha offerto la possibilità di mettersi in gioco, di prendere contatto con il suo stato emotivo e di riuscire a condividerlo. Mi sembra un ottimo inizio, e non un "treno perso" come lei lo definisce.
Lei è ancora molto giovane e avrà modo di coltivare questo o un altro amore ma, come giustamente lei afferma, è bene partire da sé stesso.
Non credo si tratti di fare i conti con il passato, ma di provare a guardare con uno sguardo diverso al futuro, prendendo coscienza di quelli che sono i suoi punti di debolezza e facendo si che questi possano diventare risorse.
In questo uno psicologo psicoterapeuta potrà offrirle l'aiuto di cui ha bisogno.
Un caro saluto
da quanto scrive, sembra che abbia la tendenza a tenere le persone a distanza, lo dice di sua madre così come della sua ex ragazza.
Questo forse rientra sempre nella sua modalità difensiva cui accennavo prima, che potrebbe essere così sintetizzata: "se mi tengo alla giusta distanza, se non mi faccio coinvolgere troppo dal punto di vista emotivo, non rischio di soffrire".
Forse questa ragazza è stata, alla fine, una persona che le ha offerto la possibilità di mettersi in gioco, di prendere contatto con il suo stato emotivo e di riuscire a condividerlo. Mi sembra un ottimo inizio, e non un "treno perso" come lei lo definisce.
Lei è ancora molto giovane e avrà modo di coltivare questo o un altro amore ma, come giustamente lei afferma, è bene partire da sé stesso.
Non credo si tratti di fare i conti con il passato, ma di provare a guardare con uno sguardo diverso al futuro, prendendo coscienza di quelli che sono i suoi punti di debolezza e facendo si che questi possano diventare risorse.
In questo uno psicologo psicoterapeuta potrà offrirle l'aiuto di cui ha bisogno.
Un caro saluto
[#6]
Utente
La ringrazio.
In ultimo volevo chiedere come ottenere il supporto di uno psicologo psicoterapeuta "pubblico" e informazioni riguardo al "Consultorio", ho guardato online e quello della mia città parla di problemi legati al pre-post parto e lo sportello giovani va dai 14 ai 20 anni, io sono ormai fuori fascia o si tratta di un range indicativo? Lo chiedo perchè è proprio specificato.
Grazie ancora
In ultimo volevo chiedere come ottenere il supporto di uno psicologo psicoterapeuta "pubblico" e informazioni riguardo al "Consultorio", ho guardato online e quello della mia città parla di problemi legati al pre-post parto e lo sportello giovani va dai 14 ai 20 anni, io sono ormai fuori fascia o si tratta di un range indicativo? Lo chiedo perchè è proprio specificato.
Grazie ancora
[#7]
Caro ragazzo,
lo spazio giovani è dedicato ad adolescenti fino ad una certa età che può variare da zona a zona; se è indicata non si gestiscono di norma eccezioni.
I consultori familiari, invece, si occupano anche di disagio psicologico; di seguito il link ai consultori della sua città:
http://www.informafamiglie.it/emiliaromagna/bologna/prima-e-dopo-la-nascita/consultori-familiari-pubblici-e-privati/consultori-familiari-pubbilci-e-privati/user_view
In alternativa può contattare il dipartimento di salute mentale della sua città e chiedere in quali strutture pubbliche è possibile trovare un servizio di psicologia (normalmente presente in molti ospedali o sedi distaccate):
http://www.ausl.bologna.it/asl-bologna/dipartimenti-territoriali-1/dipartimento-di-salute-mentale
Un caro saluto
lo spazio giovani è dedicato ad adolescenti fino ad una certa età che può variare da zona a zona; se è indicata non si gestiscono di norma eccezioni.
I consultori familiari, invece, si occupano anche di disagio psicologico; di seguito il link ai consultori della sua città:
http://www.informafamiglie.it/emiliaromagna/bologna/prima-e-dopo-la-nascita/consultori-familiari-pubblici-e-privati/consultori-familiari-pubbilci-e-privati/user_view
In alternativa può contattare il dipartimento di salute mentale della sua città e chiedere in quali strutture pubbliche è possibile trovare un servizio di psicologia (normalmente presente in molti ospedali o sedi distaccate):
http://www.ausl.bologna.it/asl-bologna/dipartimenti-territoriali-1/dipartimento-di-salute-mentale
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 7.3k visite dal 25/04/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.