Disturbi alla concentrazione
Sono una studentessa universitaria. Da alcuni anni soffro di problemi d'ansia, inizialmente limitati al periodo primaverile, da 3 anni presenti anche durante il resto dell'anno, ma accentuati soprattutto tra Aprile/Maggio. L'ansia si traduce in crisi di colite/gastrite frequenti, anche più volte la settimana. Accanto a questi disturbi, vi è un costante senso di confusione che spesso mi rende difficile "tenermi in contatto" con la realtà e che a volte sfocia in veri e propri stati confusionali che durano alcuni istanti in cui ho difficoltà a ricollegare anche le informazioni più banali come per esempio dove si trova la mia stanza. Per quanto riguarda la vita quotidiana, questo si traduce in una seria difficoltà a seguire i discorsi della gente che ho attorno e quindi problemi a relazionarmi.
Inutile specificare che l'ambito universitario ne sta risentendo pesantemente: dopo un inizio di carriera brillante, mi trovo bloccata da un anno a 3 materie dalla laurea a causa delle serie difficoltà che ho nel recepire i concetti e memorizzare, nonostante le molteplici ore "perse" sui libri e nonostante non abbia grossi problemi nella comprensione dei concetti in sé.
Soffro anche di disturbi del sonno, alternando momenti in cui dormo anche 14 ore al giorno a momenti in cui non riesco a dormire neppure 4 ore la notte.
A livello alimentare ho costantemente inappetenza e senso di nausea subito dopo ogni pasto.
Ho provato a risolvere il problema con ogni tipo di ricostituente, dalla vitamina B a integratori a base di L-acetilcarnitina, senza nessun risultato apparente.
Esistono rimedi d'urgenza per tentare di attenuare almeno gli stati confusionali e aiutarmi nel mantenere la concentrazione? Potrebbe essere legato alla sindrome da deficit di attenzione?
Inutile specificare che l'ambito universitario ne sta risentendo pesantemente: dopo un inizio di carriera brillante, mi trovo bloccata da un anno a 3 materie dalla laurea a causa delle serie difficoltà che ho nel recepire i concetti e memorizzare, nonostante le molteplici ore "perse" sui libri e nonostante non abbia grossi problemi nella comprensione dei concetti in sé.
Soffro anche di disturbi del sonno, alternando momenti in cui dormo anche 14 ore al giorno a momenti in cui non riesco a dormire neppure 4 ore la notte.
A livello alimentare ho costantemente inappetenza e senso di nausea subito dopo ogni pasto.
Ho provato a risolvere il problema con ogni tipo di ricostituente, dalla vitamina B a integratori a base di L-acetilcarnitina, senza nessun risultato apparente.
Esistono rimedi d'urgenza per tentare di attenuare almeno gli stati confusionali e aiutarmi nel mantenere la concentrazione? Potrebbe essere legato alla sindrome da deficit di attenzione?
[#1]
Gentile ragazza,
Metodi per tamponare oltre a esercizi di rilassamento o training autogeno, che comunque va insegnato, prima di poter essere praticato da soli, non ve ne sono. Se lo stato ansioso perdura da così tanto tempo, e se le analisi cliniche escludono fattori di natura organica, la cosa più veloce da fare e' andare a una vista psichiatrica e, successivamente, affiancare una psicoterapia.
Oltre allo studio, da' poche informazioni su di se', sulla sua vita familiare, relazionale e sui suoi interessi. Se vuole aggiungere qualche altro elemento, può esserci utile per inquadrare meglio il suo caso. Rimane importante, però, non rinviare una visita psichiatrica/ psicologica.
A risentirci.
Dott.ssa E.Scolamacchia
Metodi per tamponare oltre a esercizi di rilassamento o training autogeno, che comunque va insegnato, prima di poter essere praticato da soli, non ve ne sono. Se lo stato ansioso perdura da così tanto tempo, e se le analisi cliniche escludono fattori di natura organica, la cosa più veloce da fare e' andare a una vista psichiatrica e, successivamente, affiancare una psicoterapia.
Oltre allo studio, da' poche informazioni su di se', sulla sua vita familiare, relazionale e sui suoi interessi. Se vuole aggiungere qualche altro elemento, può esserci utile per inquadrare meglio il suo caso. Rimane importante, però, non rinviare una visita psichiatrica/ psicologica.
A risentirci.
Dott.ssa E.Scolamacchia
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#2]
Gentile ragazza,
concordo con la mia collega. Deve iniziare un trattamento per il suo disturbo ansioso, che, da quanto dice, non sembra riconducibile a un deficit dell'attenzione.
Quelli che lei definisce "stati confusionali" potrebbero essere attacchi di panico sottosoglia, ossia che non arrivano a essere attacchi di panico conclamati.
Se non l'ha già fatto, inoltre, la invito a consultare uno specialista per i suoi disturbi del sistema digerente, prima di attribuirli "all'ansia".
Di nuovo, concordo con la mia collega per quanto riguarda la necessità di consultare al più presto uno specialista, psicologo o psichiatra.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Susanna Raule
concordo con la mia collega. Deve iniziare un trattamento per il suo disturbo ansioso, che, da quanto dice, non sembra riconducibile a un deficit dell'attenzione.
Quelli che lei definisce "stati confusionali" potrebbero essere attacchi di panico sottosoglia, ossia che non arrivano a essere attacchi di panico conclamati.
Se non l'ha già fatto, inoltre, la invito a consultare uno specialista per i suoi disturbi del sistema digerente, prima di attribuirli "all'ansia".
Di nuovo, concordo con la mia collega per quanto riguarda la necessità di consultare al più presto uno specialista, psicologo o psichiatra.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Susanna Raule
Dr.ssa Susanna Raule,
psicologa, psicoterapeuta a indirizzo Gestalt integrato
[#3]
Utente
Vi ringrazio per la risposta tempestiva.
Lo scorso anno avevo avuto il sospetto che questi disturbi fossero causati da un malfunzionamento della tiroide, ho fatto diversi esami ma sono tutti risultati negativi.
Per quanto riguarda i problemi all'apparato digerente, in questi anni ho consultato tantissimi specialisti e fatto molte analisi, non sono stati trovati problemi di nessun tipo.
Esternamente non riesco a trovare eventi o situazioni che mi portano a un tale scompenso, vivo da sola e ho altri hobby a cui mi dedico per distrarmi dallo studio: sono anche una musicista e una ballerina. Vivo una relazione sentimentale che mi appaga e mi rende felice. Vedo la mia famiglia abbastanza spesso, ricevo delle pressioni da parte dei miei genitori, che sperano di vedermi laureata il più presto possibile e che non riescono a spiegarsi questo mio blocco improvviso. Anche se la cosa mi infastidisce, non penso giustifichi le conseguenze, in quanto ho sempre ricevuto questo tipo di pressioni in ambito scolastico.
Molti anni fa ho riscontrato problemi dovuti a traumi infantili che hanno fatto nascere una sorta di "paura dell'abbandono" come lo definì il mio psicoterapeuta. Ma è un problema che finora non mi ha mai disturbata, se non in momenti particolari della mia vita, e non mi ha causato scompensi per più di un paio di mesi.
Mi chiedevo se è il caso di consultare anche un neurologo o rivolgermi solo ad un psichiatra o psicologo.
Lo scorso anno avevo avuto il sospetto che questi disturbi fossero causati da un malfunzionamento della tiroide, ho fatto diversi esami ma sono tutti risultati negativi.
Per quanto riguarda i problemi all'apparato digerente, in questi anni ho consultato tantissimi specialisti e fatto molte analisi, non sono stati trovati problemi di nessun tipo.
Esternamente non riesco a trovare eventi o situazioni che mi portano a un tale scompenso, vivo da sola e ho altri hobby a cui mi dedico per distrarmi dallo studio: sono anche una musicista e una ballerina. Vivo una relazione sentimentale che mi appaga e mi rende felice. Vedo la mia famiglia abbastanza spesso, ricevo delle pressioni da parte dei miei genitori, che sperano di vedermi laureata il più presto possibile e che non riescono a spiegarsi questo mio blocco improvviso. Anche se la cosa mi infastidisce, non penso giustifichi le conseguenze, in quanto ho sempre ricevuto questo tipo di pressioni in ambito scolastico.
Molti anni fa ho riscontrato problemi dovuti a traumi infantili che hanno fatto nascere una sorta di "paura dell'abbandono" come lo definì il mio psicoterapeuta. Ma è un problema che finora non mi ha mai disturbata, se non in momenti particolari della mia vita, e non mi ha causato scompensi per più di un paio di mesi.
Mi chiedevo se è il caso di consultare anche un neurologo o rivolgermi solo ad un psichiatra o psicologo.
[#5]
Gentile ragazza,
Se lei ha già fatto una psicoterapia, potrebbe tornare a chiedere una consulenza al suo terapeuta che già la conosce. Può darsi che vi sia un altro "pezzetto" di strada da fare.A volte, in momenti di stanchezza o stress, possono riaffiorare alcune problematiche che non si erano affrontate prima. Magari episodi, pur apparentemente banali, possono suscitare emozioni o pensieri che innescano stati di ansia . Nel suo caso, mi colpiscono due elementi: nel primo caso, il fatto che si sia bloccata in prossimità della laurea, nel secondo caso, il fatto che accenni a "paura dell'abbandono". Ovviamente, non ho elementi della sua storia ma mi viene da chiederle quale significato ha per lei laurearsi e quali eventuali preoccupazioni possono essere collegate al dopo laurea. Un altro aspetto che meriterebbe un approfondimento e' anche collegato alle "pressioni" dei suoi genitori, per lei abituali ma non per questo meno fastidiose. Un consulto on line non può dare risposta, ovviamente, ma può almeno proporre qualche ipotesi o spunto di riflessione. Rimane, comunque, prioritaria la consultazione de visu.
Un cordiale saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Se lei ha già fatto una psicoterapia, potrebbe tornare a chiedere una consulenza al suo terapeuta che già la conosce. Può darsi che vi sia un altro "pezzetto" di strada da fare.A volte, in momenti di stanchezza o stress, possono riaffiorare alcune problematiche che non si erano affrontate prima. Magari episodi, pur apparentemente banali, possono suscitare emozioni o pensieri che innescano stati di ansia . Nel suo caso, mi colpiscono due elementi: nel primo caso, il fatto che si sia bloccata in prossimità della laurea, nel secondo caso, il fatto che accenni a "paura dell'abbandono". Ovviamente, non ho elementi della sua storia ma mi viene da chiederle quale significato ha per lei laurearsi e quali eventuali preoccupazioni possono essere collegate al dopo laurea. Un altro aspetto che meriterebbe un approfondimento e' anche collegato alle "pressioni" dei suoi genitori, per lei abituali ma non per questo meno fastidiose. Un consulto on line non può dare risposta, ovviamente, ma può almeno proporre qualche ipotesi o spunto di riflessione. Rimane, comunque, prioritaria la consultazione de visu.
Un cordiale saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 23/04/2013.
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