Di ansia e in seguito depressione
Gentili Dottori,
da luglio scorso soffro di ansia e in seguito depressione. Sono in cura farmacologica e da 4 anni sto seguendo un percorso psicoterapeutico di impostazione analitica. Nonostante i lievi miglioramenti dovuti agli effetti dei farmaci, continuo a sentire una paura di fondo, un senso di instabilità e ho il terrore che non riuscirò più a tornare la persona che ero prima (serena, vitale, piena di entusiasmo). La mia domanda è la seguente. Perché una volta presentatisi questi sintomi, è così difficile superare la crisi? Anche se si sono analizzati in profondità i motivi per cui c'è stato un crollo? La depressione è dovuta ad alterazioni chimiche o a conflitti che non si riesce a risolvere? Quanto conta la buona volontà per uscire da questo momento difficile? Grazie
da luglio scorso soffro di ansia e in seguito depressione. Sono in cura farmacologica e da 4 anni sto seguendo un percorso psicoterapeutico di impostazione analitica. Nonostante i lievi miglioramenti dovuti agli effetti dei farmaci, continuo a sentire una paura di fondo, un senso di instabilità e ho il terrore che non riuscirò più a tornare la persona che ero prima (serena, vitale, piena di entusiasmo). La mia domanda è la seguente. Perché una volta presentatisi questi sintomi, è così difficile superare la crisi? Anche se si sono analizzati in profondità i motivi per cui c'è stato un crollo? La depressione è dovuta ad alterazioni chimiche o a conflitti che non si riesce a risolvere? Quanto conta la buona volontà per uscire da questo momento difficile? Grazie
[#1]
Gentile Utente,
La depressione e' una patologia multideterminata per la quale i farmaci sono "terapeutici" in quanto ripristinano i livelli ottimali neurotrasmettitoriali ,e la psicoterapia lavora sui conflitti o carenze di base. Lei sta in cura da 4 anni: rispetto all'inizio, si sente migliorata? Riesce ad affrontare meglio la quotidianità e i relativi stressors? Ha parlato con il suo analista di questo periodo di calo dell'umore? Sente di avere un buon rapporto terapeutico con lui? Non conoscendo il suo vissuto, posso solo ipotizzare che vi sia una sorta di tendenza reattiva nei confronti degli avvenimenti che potrebbe far parte della sua storia temperamentale. Una sorta di vulnerabilità psichica rispetto agli eventi. E' solo un'ipotesi, che si basa sulla lunga terapia che sta effettuando. Andrebbe, ovviamente, verificata.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
La depressione e' una patologia multideterminata per la quale i farmaci sono "terapeutici" in quanto ripristinano i livelli ottimali neurotrasmettitoriali ,e la psicoterapia lavora sui conflitti o carenze di base. Lei sta in cura da 4 anni: rispetto all'inizio, si sente migliorata? Riesce ad affrontare meglio la quotidianità e i relativi stressors? Ha parlato con il suo analista di questo periodo di calo dell'umore? Sente di avere un buon rapporto terapeutico con lui? Non conoscendo il suo vissuto, posso solo ipotizzare che vi sia una sorta di tendenza reattiva nei confronti degli avvenimenti che potrebbe far parte della sua storia temperamentale. Una sorta di vulnerabilità psichica rispetto agli eventi. E' solo un'ipotesi, che si basa sulla lunga terapia che sta effettuando. Andrebbe, ovviamente, verificata.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#2]
Utente
Gentilissima Dottoressa
quando ho iniziato la terapia 4 anni fa stavo bene. Nel senso che avevo dei problemi che volevo risolvere, ma conducevo una vita normalissima. Non avevo nè attacchi di ansia, nè una forma depressiva. Durante la terapia poi ho seguito un percorso che mi ha rivelato che molti miei comportamenti erano sbagliati e in un certo senso malati. Da qui il crollo di luglio scorso con veri attacchi d'ansia, insonnia, conati di vomito. Dunque durante la terapia sono in un certo senso "peggiorata". Sono scoppiati i conflitti e ora devo ricostruire un equilibrio nuovo. Quello che mi chiedo è perché è così difficile superare questo momento acuto, svoltare pagina e tornare a essere la persona che ero, senza però incorrere negli stessi errori comportamentali di prima. Secondo lei quanto tempo ci vuole per superare queste crisi? Grazie molte
quando ho iniziato la terapia 4 anni fa stavo bene. Nel senso che avevo dei problemi che volevo risolvere, ma conducevo una vita normalissima. Non avevo nè attacchi di ansia, nè una forma depressiva. Durante la terapia poi ho seguito un percorso che mi ha rivelato che molti miei comportamenti erano sbagliati e in un certo senso malati. Da qui il crollo di luglio scorso con veri attacchi d'ansia, insonnia, conati di vomito. Dunque durante la terapia sono in un certo senso "peggiorata". Sono scoppiati i conflitti e ora devo ricostruire un equilibrio nuovo. Quello che mi chiedo è perché è così difficile superare questo momento acuto, svoltare pagina e tornare a essere la persona che ero, senza però incorrere negli stessi errori comportamentali di prima. Secondo lei quanto tempo ci vuole per superare queste crisi? Grazie molte
[#3]
Gentilissima,
C'è qualcosa che non mi torna e le chiedo di dare qualche chiarimento. Se lei stava bene, perché è' andata in terapia? Di norma, la psicoterapia e' consigliata in momenti di crisi o di stallo, proprio al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero fluire delle esperienze. Quando si sta bene, sempre di norma, non si pensa di andare in terapia. L'altro caso per non andarci e' quando si pensa di stare bene, come in molti disturbi della personalità. Come e' arrivata, allora, in terapia?
Per rispondere all'altra domanda, in una terapia psicoanalitica, può capitare di avere periodi regressivi, che mettono in luce i conflitti sottostanti, ma, anche in questo caso, ho qualche perplessità . Non potrebbe essere che lei non fosse pronta ad accogliere certe interpretazioni? O i conflitti sono cosi traumatici da averla parzialmente destabilizzata?
Tornare ad essere la persona che era appare improbabile, in quanto, nel corso di 4 anni, lei ha acquisito consapevolezza ed è' cambiata, però ripristinare un buon livello dell'umore e' proprio compito della terapia. I tempi dipendono dalla gravità dei sintomi, dalla cura farmacologica, che agisce in circa due tre settimane e da un lavoro terapeutico ben condotto. Torno, pertanto, a domandarle: ha parlato dei suoi dubbi al suo terapeuta?
Un caro saluto
Dott.ssa E. Scolamacchia
C'è qualcosa che non mi torna e le chiedo di dare qualche chiarimento. Se lei stava bene, perché è' andata in terapia? Di norma, la psicoterapia e' consigliata in momenti di crisi o di stallo, proprio al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero fluire delle esperienze. Quando si sta bene, sempre di norma, non si pensa di andare in terapia. L'altro caso per non andarci e' quando si pensa di stare bene, come in molti disturbi della personalità. Come e' arrivata, allora, in terapia?
Per rispondere all'altra domanda, in una terapia psicoanalitica, può capitare di avere periodi regressivi, che mettono in luce i conflitti sottostanti, ma, anche in questo caso, ho qualche perplessità . Non potrebbe essere che lei non fosse pronta ad accogliere certe interpretazioni? O i conflitti sono cosi traumatici da averla parzialmente destabilizzata?
Tornare ad essere la persona che era appare improbabile, in quanto, nel corso di 4 anni, lei ha acquisito consapevolezza ed è' cambiata, però ripristinare un buon livello dell'umore e' proprio compito della terapia. I tempi dipendono dalla gravità dei sintomi, dalla cura farmacologica, che agisce in circa due tre settimane e da un lavoro terapeutico ben condotto. Torno, pertanto, a domandarle: ha parlato dei suoi dubbi al suo terapeuta?
Un caro saluto
Dott.ssa E. Scolamacchia
[#4]
Utente
Gentilissima Dottoressa,
sono entrata in terapia perché mi ero innamorata di un altro uomo (sono sposata e ai tempi avevo già un figlio). Capivo che la situazione era potenzialmente rischiosa e difficile da gestire da sola. E' vero durante l'analisi sono emerse delle fortissime contraddizioni che mi hanno fortemente destabilizzato. So che non tornerò più la persona di prima, però vorrei ritrovare la serenità e la voglia di vivere la mia vita normale. Ho parlato a lungo del mio stato con il mio psicoterapeuta che mi sta vicino in questo momento delicato. Però temo che i tempi di elaborazione siano ancora molto lunghi. Sono pronta ad affrontarli, ma vorrei poterlo fare in uno stato più sereno. Ora ho momenti di totale paura e sconforto e temo di non uscire più da questo stato. Grazie per la sua professionalità.
sono entrata in terapia perché mi ero innamorata di un altro uomo (sono sposata e ai tempi avevo già un figlio). Capivo che la situazione era potenzialmente rischiosa e difficile da gestire da sola. E' vero durante l'analisi sono emerse delle fortissime contraddizioni che mi hanno fortemente destabilizzato. So che non tornerò più la persona di prima, però vorrei ritrovare la serenità e la voglia di vivere la mia vita normale. Ho parlato a lungo del mio stato con il mio psicoterapeuta che mi sta vicino in questo momento delicato. Però temo che i tempi di elaborazione siano ancora molto lunghi. Sono pronta ad affrontarli, ma vorrei poterlo fare in uno stato più sereno. Ora ho momenti di totale paura e sconforto e temo di non uscire più da questo stato. Grazie per la sua professionalità.
[#5]
Gentilissima,
Molte cose, ora, sono più chiare. Capisco meglio cosa intende e comprendo anche come si stia sentendo. Tuttavia, sono molto fiduciosa che lei non solo uscirà da questo periodo ma ne uscirà rafforzata. Ha molti strumenti, ora, che prima non aveva: e' in grado di chiedere aiuto quando ha bisogno- e questa, sembra una banalità, e' segno di una grande capacità introspettiva e grandissimo coraggio- sa mettersi in gioco e prendersi cura di se', e' in grado di dare significato alle esperienze. Davvero, non è' poco. Il momento depressivo può coincidere con il crollo di alcune illusioni, o credenze irrealistiche, sull'immagine di se' e degli altri. Un momento destabilizzante, certo, come lo e' la consapevolezza di aver accarezzato fantasie o sogni che non trovano riscontro nella realtà. Può essere, però, un momento di grande elaborazione e di ampliamento della visuale finora adottata. La depressione, vista come ritiro dell'affettività dal mondo degli oggetti relazionali, non è' piacevole ma può essere l'occasione per entrare in contatto, paradossalmente, con la realtà e con se stessa. Coraggio, quindi, non è' da sola in questo cammino!
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Molte cose, ora, sono più chiare. Capisco meglio cosa intende e comprendo anche come si stia sentendo. Tuttavia, sono molto fiduciosa che lei non solo uscirà da questo periodo ma ne uscirà rafforzata. Ha molti strumenti, ora, che prima non aveva: e' in grado di chiedere aiuto quando ha bisogno- e questa, sembra una banalità, e' segno di una grande capacità introspettiva e grandissimo coraggio- sa mettersi in gioco e prendersi cura di se', e' in grado di dare significato alle esperienze. Davvero, non è' poco. Il momento depressivo può coincidere con il crollo di alcune illusioni, o credenze irrealistiche, sull'immagine di se' e degli altri. Un momento destabilizzante, certo, come lo e' la consapevolezza di aver accarezzato fantasie o sogni che non trovano riscontro nella realtà. Può essere, però, un momento di grande elaborazione e di ampliamento della visuale finora adottata. La depressione, vista come ritiro dell'affettività dal mondo degli oggetti relazionali, non è' piacevole ma può essere l'occasione per entrare in contatto, paradossalmente, con la realtà e con se stessa. Coraggio, quindi, non è' da sola in questo cammino!
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
[#9]
La ringrazio per le sue parole che mi fanno, umanamente, molto piacere perché mi danno il feedback dei miei interventi e perché sottolineano che anche on line, con tutti i suoi limiti, può crearsi una sintonia e una comunanza di intenti. A presto, quindi!
Un saluto affettuoso
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Un saluto affettuoso
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
[#12]
Utente
Gentile Dottoressa,
data la sua gentilezza e disponibilità volevo dirle che ora, grazie alla cura farmacologica che sto seguendo, sto molto meglio. Sono più serena e positiva. ho solo dei problemi di insonnia che spero di risolvere. Anche la terapia analitica prosegue. Grazie ancora e a presto.
data la sua gentilezza e disponibilità volevo dirle che ora, grazie alla cura farmacologica che sto seguendo, sto molto meglio. Sono più serena e positiva. ho solo dei problemi di insonnia che spero di risolvere. Anche la terapia analitica prosegue. Grazie ancora e a presto.
[#13]
Sono davvero molto, molto contenta di quello che mi scrive e di sapere che lei si senta più positiva e serena. La ringrazio di cuore per avermelo comunicato e spero anche che questo "successo" sia di aiuto a molti altri pazienti che ancora non vedono la luce alla fine del tunnel. La speranza va costantemente alimentata, soprattutto in presenza delle risorse che ognuno di noi possiede e di cui lei era ricca già di suo. Chi, come lei,riesce a comprendere di avere necessità di aiuto, si attiva per ottenerlo e "tiene duro" anche in presenza di inevitabili difficoltà , può rafforzare il suo Io che sarà il più grande alleato nel percorso terapeutico, ma, cosa ancora più importante, nella vita di tutti i giorni. I miei migliori auguri!
Un affettuoso saluto.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Un affettuoso saluto.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
[#16]
Utente
Gentile Dottoressa,
la disturbo ancora ma ho bisogno delle sue parole di conforto.
Settimana scorsa sono stata benissimo, mentre questa settimana sono preoccupata: ho tachicardia continua e l'insonnia persistente mi sta iniziando a debilitare. mi sento stanca e demoralizzata. Oggi rivedo il mio specialista. Ma sono giù di corda... speravo che le cose iniziassero ad andare bene. E' normale avere queste continue oscillazioni? grazie un caloroso abbraccio
la disturbo ancora ma ho bisogno delle sue parole di conforto.
Settimana scorsa sono stata benissimo, mentre questa settimana sono preoccupata: ho tachicardia continua e l'insonnia persistente mi sta iniziando a debilitare. mi sento stanca e demoralizzata. Oggi rivedo il mio specialista. Ma sono giù di corda... speravo che le cose iniziassero ad andare bene. E' normale avere queste continue oscillazioni? grazie un caloroso abbraccio
[#17]
Le oscillazioni sono fenomeni normali, un giorno non è' uguale all'altro, vi sono ventimila motivi che entrano in gioco e che possono influire su di noi. Quello che è' importante e' come noi li percepiamo e quanto siamo spaventati dai nostri pensieri sugli eventi. A parte eventi difficilmente controllabili, la maggior parte di quello che ci accade rientra in un range contenibile. Capita di sentirsi giù di corda o stanca, ma è' il preoccuparsi e il chiedersi: come mai sono stanca? O peggio ancora: non dovrei essere stanca, non ne ho motivo e altri pensieri ancora che amplifica un "normale" vissuto di stanchezza e di umore triste. Non so se mi sono spiegata ma volevo solo dirle che tutti noi viviamo le nostre gioie e i nostri problemi quotidiani, nessuno ne è' esente, solo che alcuni non accettano di potersi sentire, a volte, un po' fragili e pensano che saranno sempre cosi. E' solo questa la differenza.
Un affettuoso saluto
Un affettuoso saluto
[#18]
Utente
E' vero cara dottoressa, ma dato che in questo brutto periodo ci sono da luglio sono molto stanca e sconfortata. L'idea di essere tornata indietro rispetto a una settimana fa mi dà sconforto. E poi le poche ore di sonno e la tachicardia mi creano una debolezza fisica a cui faccio fatica a reagire. oggi ho visto lo specialista che mi ha aggiustato la cura. stiamo a vedere. la ringrazio infinitamente per il suo prezioso aiuto.
[#20]
Utente
Sì provo a diminuire la dose di antidepressivo per vedere se la tachicardia smette
e mi ha aggiunto il lexotan da prendere durante il giorno
Se non funziona mi ha proposto di passare alla paroxetina
Grazie di tutto, davvero, lei è una persona magnifica
in questo momento così difficile mi è di grande aiuto
e mi ha aggiunto il lexotan da prendere durante il giorno
Se non funziona mi ha proposto di passare alla paroxetina
Grazie di tutto, davvero, lei è una persona magnifica
in questo momento così difficile mi è di grande aiuto
[#21]
Ok, il lexotan e' una benzodiazepina usata per problemi di ansia, la paroxetina e' un antidepressivo SSRI ovvero inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina usato anche per ansia ecc. Veda come va, ma dia un po' di tempo per vedere gli effetti e chiami il suo curante in caso avvertisse qualsiasi problema. I farmaci vanno graduati sui pazienti . Comunque, non essendo medico, non posso entrare nel merito della cura farmacologica. Invece, sul versante della psicoterapia, su cosa sta lavorando ultimamente? Mi aveva detto che si trattava di psicoanalisi, quale? Quella classica, freudiana? O e' psicologia analitica junghiana ? Che obiettivi vi siete dati?
[#22]
Utente
Innanzi tutto sono commossa da come si è presa a cuore la mia situazione.
per ora la Paroxetina non l'ho ancora iniziata. Ho diminuito la dose di cymbalta per vedere se mi passa la tachicardia.
per quanto riguarda al psicoterapia: è di tipo freudiano, lacaniano
con sogni e libere interpretazioni
però non sono sdraiata sul lettino, ma seduta di fronte al terapeuta
l'obbiettivo credo sia quello di affrontare dei passaggi che non ho intrapreso nel passato
ho perso alcuni anni fa mia madre, quando avevo 32 anni.
con lei avevo un rapporto di tipo fusionale. e credo che la mia ricerca sia continuamente questa: trovare un rifugio che la rappresenti. un assoluto appagante che rifiuta il lato depressivo della quotidianità.
ho pensato che forse non ero ancora pronta per stare bene,
la malattia in fondo è un rifugio in qualche modo.
cosa ne pensa?
un abbraccio affettuoso
per ora la Paroxetina non l'ho ancora iniziata. Ho diminuito la dose di cymbalta per vedere se mi passa la tachicardia.
per quanto riguarda al psicoterapia: è di tipo freudiano, lacaniano
con sogni e libere interpretazioni
però non sono sdraiata sul lettino, ma seduta di fronte al terapeuta
l'obbiettivo credo sia quello di affrontare dei passaggi che non ho intrapreso nel passato
ho perso alcuni anni fa mia madre, quando avevo 32 anni.
con lei avevo un rapporto di tipo fusionale. e credo che la mia ricerca sia continuamente questa: trovare un rifugio che la rappresenti. un assoluto appagante che rifiuta il lato depressivo della quotidianità.
ho pensato che forse non ero ancora pronta per stare bene,
la malattia in fondo è un rifugio in qualche modo.
cosa ne pensa?
un abbraccio affettuoso
[#23]
L'analisi che lei ha fatto e' frutto di un lungo processo introspettivo, e paradossalmente la depressione e' un passaggio che testimonia la consapevolezza acquisita della perdita dell'oggetto relazionale. Freud la paragona al lutto, distinguendola solo per la componente di rabbia non del tutto elaborata che dall'0ggetto regredisce al se'. Il lutto "normale" non presenta rabbia, la depressione talvolta si', mescolata alla tristezza per la perdita di quello che la persona, o l'idea o l'immagine, rappresentava. La rabbia, che ha soprattutto la funzione di operare il distanziamento, sembra essere negata nella depressione, perché temuta nel suo aspetto distruttivo e dirompente. La sua ansia potrebbe essere il segnale che vi è' qualche contenuto percepito come pericoloso che sta per affiorare. Ma l'ansia e' anche energia vitale e attivazione e la sua tachicardia sembra ricordarle di questa carica energetica potente che aspetta, più che di essere sedata, di essere incanalata nel quotidiano. Certo vi è' paura di gestire la complessità dei sentimenti e di allontanarsi dal porto sicuro per avventurarsi nell'esistenza con tutto il proprio carico emotivo, infatti, vi è' sempre un momento di incertezza e di ansia prima di salpare e sembra che proprio questo stia capitando a lei. La sua analisi del profondo, mettendo in evidenza il rapporto simbiotico con sua madre, le sta fornendo uno strumento prezioso per comprendere se stessa e indirizzarla verso quella che J.Bowlby definisce "dipendenza matura". La vita e' fatta di legami, quelli in età adulta hanno il grande vantaggio di poter essere scelti consapevolmente.
Un saluto affettuoso
Un saluto affettuoso
[#25]
Utente
Carissima dottoressa,
sono sempre io! La sua affezionata paziente online. Purtroppo le cose non vanno molto bene. Ho abbassato la dose del Cymbalta per la tachicardia e sono tornata a stare come prima. Ansia, demoralizzazione, pensieri anche spaventosi. Di non farcela più. Ho bisogno del suo incoraggiamento. Il mio analista dice che soffro di un disturbo di personalità che rende la depressione difficile da risolvere in breve termine. Grazie un abbraccio affettuoso.
sono sempre io! La sua affezionata paziente online. Purtroppo le cose non vanno molto bene. Ho abbassato la dose del Cymbalta per la tachicardia e sono tornata a stare come prima. Ansia, demoralizzazione, pensieri anche spaventosi. Di non farcela più. Ho bisogno del suo incoraggiamento. Il mio analista dice che soffro di un disturbo di personalità che rende la depressione difficile da risolvere in breve termine. Grazie un abbraccio affettuoso.
[#26]
Con un disturbo di personalità', i tempi sono più lunghi per cui comprendo lo sconforto e, a tratti, la mancanza di speranza ma posso dirle che davvero se ne esce. Se lei è' giunta fin qui e ha resistito a tutti gli eventi, al suo stesso temperamento e a una terapia efficace ma severa, e' segno che ha una grande forza dell'Io e molta determinazione. Provi a pensare, e veda se le può essere d'aiuto, che i pensieri, per quanto spaventosi, non sono azioni e che, perché lo diventino, hanno bisogno di un Io consenziente. Senza l'Io, i pensieri sono solo creazioni estemporanee che, come vengono, generalmente se ne vanno via. Basta che l'Io non li trattenga. Pensieri spaventosi, a volte, li faccio anch'io, come tutti. Li guardo arrivare ma non li nutro. E scompaiano. O si trasformano. Vedrà che supererà anche questo momento!
Con molto affetto
Con molto affetto
Questo consulto ha ricevuto 27 risposte e 2.4k visite dal 19/04/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.