Aiutarlo nella sua attività...dipendenza...

Buongiorno a tutti. da 5 mesi sto con un ragazzo mio coetaneo (quasi 29 anni), titolare di un piccolo ristorante (30 posti o poco più) con enoteca, che gestisce con il padre. In cucina hanno una cuoca che lavora come dipendente. Lui è molto impegnato nella sua attività perchè, oltre a stare lì la sera, durante il giorno deve fare la spesa, commercialista, pagare qua, là, ecc. Inizialmente ci vedevamo solo il lunedì e il martedì, suoi giorni liberi. Io non ho ancora trovato lavoro. Così, per vederlo di più, ho iniziato ad andare a trovarlo nel suo locale, finchè un giorno (a gennaio più o meno) mi ha chiesto di andare a dargli una mano poichè quella sera il locale era pieno di prenotazioni. Io ho accettato. Da lì vado spesso ad aiutarlo, anche se non ce ne sarebbe bisogno, anche solo per stare di più con lui, anche se nel locale. ma anche se non ha un effettivo bisogno del mio aiuto, comunque ormai è "usanza" che, se un cliente vuole un'acqua naturale o un tovagliolo, mi venga chiesto di portarglieli. Ovviamente non mi disturba ma credo che l'aiutarlo nel suo locale (a gratis, sottolineo) sia sopraggiunto troppo presto e che le cose non siano ancora abbastanza mature...stiamo insieme da soli 5 mesi...e credo che andare ad aiutarlo anche 3-4 volte alla settimana sia esagerato...ma se non andassi lo vedrei pochissimo.e se vado, ormai, come ho detto, è scontato che io aiuti, anche se non c'è da fare. ripeto, la cosa non mi disturba ma non credo di fare la cosa giusta. Una mia amica dice che è prematuro...e che, poichè non vengo pagata (non lo pretenderei mai), dovrei almeno pretendere dei regalini...invece lui, oltre a pagarmi l'hamburger a fine lavoro quando stacchiamo e andiamo a mangiare non fa...è anche vero che è un'attività che lavoricchia abbastanza ma con le tasse, ecc. lui fatica a starci dentro, lo vedo quando andiamo a pagare contributi, ecc, quindi non so cosa potrei pretendere...che ne pensate?è davvero prematuro coinvolgermi così tanto nella sua attività?non so se sto facendo la cosa giusta...mi scoccia anche che non gli venga spontaneo ricambiare il mio lavoro...non lo dico per una questione di materialismo, ma perchè non vorrei che desse me e il mio lavoro per scontato...

ah, dimenticavo di dire che, poichè non guido e spesso finiamo tardi, mi fermo a dormire da lui...

Preciso inoltre che ho piacere di andare nel suo locale perchè mi trovo bene, il lavoro non mi dispiace e perchè sto con lui, ma ho paura di essere diventata dipendente da lui. Oltretutto aggiungo che faccio fatica a cercare il lavoro per cui ho studiato perchè, se lo trovassi, lo vedrei molto meno e perchè il lunedì, suo unico (ormai) giorno libero, se io lavorassi, temo che potrebbe tradirmi o che ne so...e comunque vorrei stare con lui ma so che è sbagliato...quest'estate si parla dell'eventualità che io lavori da lui (con un vero contratto)...e dovrei dormire tutte le sere o quasi da lui...che ne pensate del tutto?
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile ragazza,
Ho visto i suoi precedenti consulti e mi pare evidente che la sua tendenza a diffidare e a cogliere gli aspetti negativi delle situazioni e delle persone, non si sia attenuata. Anche nel caso che riporta, alterna il desiderio di affidarsi e di fidarsi del suo ragazzo a una sostanziale diffidenza nei suoi confronti. Ho letto la sua storia e questa spiega molte cose. Tuttavia, pare che lei non riesca a lasciarsi andare e a vivere le esperienze in modo meno problematico e meno controllante. Questo le prende molte energie che potrebbero essere impiegate per costruire un rapporto solido, fondato su un progetto in comune e su un po' di sana spensieratezza. Le piacerebbe riuscirci?
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Utente
Utente
Dott.ssa Scolamacchia, tutto quello che dice è vero, però il problema di "eclissare" la mia esistenza in favore di una persona e della sua attività è un problema reale, a me sembra... Non capisco cosa c'entri il discorso sulla diffidenza verso di lui: se si riferisce alla mia frase "se trovassi lavoro altrove ho paura di un traidmento, ecc.", lì le dò ragione, sono diffidente...ma per il resto cosa mi dice?
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Esatto, mi riferivo proprio al suo timore del tradimento da parte di lui . Vede, da una parte lei vorrebbe trovare un lavoro per cui ha studiato, dall'altra, invece, lavora per il suo ragazzo, così può vederlo più spesso e anche perché teme che lui possa tradirla. Ho capito bene? Se questo e', certo e' un problema, in quanto qualunque decisione prenda, probabilmente non sarà soddisfatta del tutto. Per questo motivo, mi sembra che, al di la' di ciò , essere diffidente nei confronti di lui, magari anche a ragione, la fa rimanere in una situazione non certamente ottimale. Questo intendevo dire. Ma, ovviamente, posso sbagliarmi, anche perché ho talmente tante scarse informazioni e il mezzo telematico e', ahimè, così limitato, che da qui possiamo solo avanzare ipotesi, mai formulare diagnosi.
Se fossi in lei, soppeserei i pro e contro del lavoro come dipendente e mi chiederei a che cosa potrei rinunciare, almeno temporaneamente. Per esempio, potrebbe fare un periodo di prova con contratto e valutare se le conviene, se le piace, se sente pesante aver rinunciato ad altre prospettive. La invito a non considerare, qualsiasi decisione prenda, come una rinuncia totale e definitiva di parti per lei importanti "eclissando la sua esistenza in favore di una persona e della sua attività". Di questo, potrebbe rammaricarsi, in futuro.
Cordialmente.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
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Utente
Utente
dott.ssa, più che per "controllare" lui, vado ad aiutarlo perchè così posso stare di più con lui. e comunque il lavoro ho già appurato che mi piace, non è sicuramente questo il mio dubbio.
I pro del lavoro come dipendente sono che potrei stare con lui, oltretutto avevamo pensato a una vacanza dopo l'estate, cosa che non potremmo fare se io trovassi un lavoro altrove, perchè magari non potrei avere le ferie...
I contro sono che forse stare tutto il giorno insieme potrebbe stancarlo, poi i litigi, non so...da un punto di vista economico non posso certo aspettarmi granchè ma uno stipendio abbastanza congruo penso me lo darebbe...
A me il lavoro nel suo locale piace, non mi pesa, ma allo stesso tempo ho paura di rendermi dipendente (da un punto di vista psicologico, non professionale) da lui, di rinunciare a un mio lavoro per dedicarmi alla sua attività...se fossimo più avanti con la nostra storia forse lo reputerei più normale ma così...una mia cara amica mi dice che sbaglio, che è prematuro, che a questo punto della storia (pochi mesi) non va bene...
la paura del tradimento c'è perchè, per motivi di fede, io non voglio ancora avere rapporti sessuali con lui (non so più se è per fede, ma comunque, anche se non aspettassi il matrimonio, non me la sento ancora di avere rapporti con lui perchè non mi sento ancora del tutto tranquilla, considerato anche che non l'ho mai fatto). lui non ha questa mia stessa idea, per il momento la rispetta e non mi ha chiesto nulla, abbiamo a volte dei momenti di intimità ma mai rapporti completi...però ieri ho scoperto nella cronologia del suo cellulare che è andato in alcuni siti a luci rosse...e qui mi sono prese le paranoie...so che non mi ha chiesto nulla, ma so il nbon aver rapporti gli pesa, e posso capirlo...alla mia richiesta di spiegazioni prima ha negato dicendo che un suo amico gli aveva preso il cellulare, poi, poichè non gli ho crduto, mi ha detto invece che ci è andato per fare una goliardata. So che molti uomini lo fanno ma...ieri mi è preso un panico ancora più forte che ancora conservo.

Comunque cosa ne pensa sulla mia domanda: è davvero prematuro dopo pochi mesi, aiutare (al momento gratis, saltuariamente - circa 3/4 volte la settimana) il mio ragazzo nella sua attività?sarebbe inopportuno lavorare con lui credo tutti i giorni per circa 3 mesi?e come potrei sbloccarmi per riuscire a staccarmi un po' emotivamente da lui per poi riuscire almeno a cercare un lavoro tutto mio?
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Se il suo scopo e' di non farsi coinvolgere troppo e lasciarsi degli spazi più che legittimi e sani per se' e per i suoi progetti, allora penso che farebbe bene a ridurre i suoi interventi al lavoro. La sua storia con lui e' ancora agli inizi, per cui focalizzarsi completamente solo in quella direzione, potrebbe, effettivamente, essere prematuro. E ' sempre cosa saggia riservarsi il proprio spazio individuale in cui coltivare le sue aspettative e i suoi progetti . Rinunciare a questo potrebbe costituire, alla lunga, un problema. . Come farlo ? Riducendo il tempo dedicato all'attività, trascorrendo momenti di intimità con lui slegati dall'attività stessa, per non confondere il piano della relazione con quello lavorativo, ricreandosi i propri spazi nei quali cercare un altro lavoro più consono a lei e, soprattutto, che le dia un senso di maggiore autonomia. Credo che portare avanti l'aspetto individuale e quello relazionale sia non solo possibile ma auspicabile in ogni caso per un rapporto solido e maturo.
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Utente
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dott.ssa, la ringrazio per i suoi consigli e ne approfitto per chiederle un chiarimento in merito a una sua frase: cosa intende quando dice: "La invito a non considerare, qualsiasi decisione prenda, come una rinuncia totale e definitiva di parti per lei importanti "eclissando la sua esistenza in favore di una persona e della sua attività". Di questo, potrebbe rammaricarsi, in futuro." Scusi, ma vorrei capire bene. la ringrazio.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Le faccio un esempio. Ammettiamo, per ipotesi, che lei abbia il progetto di fare un lavoro tutto suo, in cui lei crede, che costituisce un valore importante. Se qualcuno le chiedesse di rinunciarci definitivamente o se lei stessa vi rinunciasse per fare altre scelte che non contemplano quei valori, al momento potrebbe anche non risentirne ma, se quel progetto era per lei proprio tanto, ma tanto importante, alla lunga, potrebbe sentire che le manca qualcosa e potrebbe dispiacersene. Ho parlato di parti di se' perché in tutto quello che facciamo ci mettiamo piccole parti nostre. Insomma, prima di fare una scelta, e' il caso di domandarci: quanto è' importante per me questa cosa? E quanto è per me importante quell'altra? Se rinuncio a questo, posso farne a meno o mi è' indispensabile? Ovvio, poi, che molte scelte possono, anche una volta fatte, essere riviste e modificate, ma pensare ai pro e ai contro e' un modo prudente e riflessivo di operare. Spero di essere stata più chiara.