Vivo in un limbo, uno stallo da cui non riesco ad uscire

Salve, sono un ragazzo di 27 anni.
Scrivo qui perchè vivo realmente una situazione di stallo nella mia vita, dalla quale non vedo via d'uscita. Il problema più grande è quello che mi porto dentro da quasi 7 anni, in pratica ho abbandonato dopo pochi mesi l'università senza dirlo a nessuno, da allora fingo quotidianamente con i miei familiari, la mia ragazza e i miei amici di frequentare i corsi e svolgere esami (a volte anche falsificando i risultati). Quando ero prossimo alla laurea circa 3 anni fa, decisi di fingere ulteriormente, imbucandomi ad una reale sessione e facendo credere ai miei di essermi laureato ma dando loro un orario sbagliato sicchè si presentassero dopo la proclamazione. Il tutto è parso poco credibile ai miei che, pochi giorni dopo, sono riusciti a svelare tutto e a farmi confessare. Quando ero sul punto di dire che non avevo proprio frequentato dall'inizio, non ce l'ho fatto e nonostante alcune sedute da uno psicologo per affrontare la questione, tuttoggi vivo la medesima situazione: tutti credono che io frequenti ancora.
Nell'ambito familiare vivo continui climi di contraddizione: con mio fratello minore non ho dialogo, con i miei genitori si arriva alla discussione per inezie per poi tornare a parlare normalmente come se nulla fosse, ma in cuor mio sò che dentro di loro malpensano e covano del rancore. Tutto diventa contraddizione, io dipendo ancora da loro, anche per l'ambito finanziario, ad esempio loro si dimostrano propensi a darmi dei soldi ma se fossi io a chiederne partono le lavate di capo, così come a qualunque tipo di richieste. La mia ragazza, che ho accanto a me da quasi 10 anni, nei belli e nei brutti momenti, è stanca di questa mia remissività in famiglia, del fatto che io chini continuamente il capo ai miei genitori. Forse io mi sento in colpa per quello che ho fatto loro e del fatto che continuo a farlo, ma non riesco a trovare una soluzione, ho momenti in cui sono menefreghista e indifferente a questa situazione, altri in cui mi sento malissimo, ho pochissima fiducia in me stesso e ultimamente sto maturando la fobia di non volermi vedere riflesso negli specchi. Ogni volta che c'è una lite (con i miei o con la mia ragazza) sono propenso al mutismo, al non rispondere, poi getto fiumi di lacrime e poi passo all'indifferenza totale. Non ho il coraggio delle mie azioni e non riesco a trovare la forza necessaria per affrontare questa situazione, non ho la forza per cercarmi un lavoro, non ho la forza per guardare al futuro. Solo per le cose che stimolano i miei interessi riesco a mobilitarmi, vorrei poter fare lo stesso in tutto, ma puntualmente cado nel baratro. Tra le amicizie ho persone che hanno perso il lavoro o che non lo trovano, sono abbattuti e polemici. Forse questo, oltre al contesto familiare, mi condizionano ulteriormente per cui non trovo uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Potete aiutarmi? Potete consigliarmi su come fare a cambiare la mia vita? Non so cosa fare.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
la situazione che descrive è complessa per più di un motivo.
E' evidente che lei sta vivendo un disagio che parte da lontano, dalla sua storia personale e familiare.

Troppo tempo in questa condizione, troppe bugie, sofferenza, dolore.
Non so su quali basi abbia scelto l'università, quali fossero le aspettative dei suoi genitori, quali le sue e i suoi bisogni, le sue fragilità, quali i motivi per cui lei sia arrivato a vivere nella menzogna.

<non riesco a trovare la forza necessaria per affrontare questa situazione, non ho la forza per cercarmi un lavoro, non ho la forza per guardare al futuro>. E' una condizione la sua che dura da troppo tempo e che merita di essere affrontata con un aiuto specialistico diretto.

Ha mai pensato di rivolgersi a un nostro collega di persona?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Sara Pezzoni Psicologo, Psicoterapeuta 51 1
Gentile ragazzo,
I genitori, in questo tali, amano incondizionatamente i propri figli nonostante sbaglino.
Provi ad affrontare la cosa una volta per tutte perchè più la trascina e piû ci soffre...oltretutto, i nodi vengono sempre al petto:qualora i genitori scoprano che lei non ha mai frequentato li deluderebbe ancora, mentre se si apre a loro raccontando il suo vissuto e tutti i fatti con il cuore in mano, vedrà che le cose andranno a posto con un pò di tempo.
Certo, prima si arrabbieranno moltissimo, é inevitabile, ma di qui deve passare. Si libererebbe di un peso che la attanaglia da tempo e che le condiziona la vita.
Vivere senza avere nulla da nascondere é un altro vivere, prenda coraggio una volta per tutte e vedrà che rinascerà.

Cordialmente,

Dr.ssa Sara Pezzoni
www.psicologiaeserenita.com
sarapezzoni@libero.it

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
Anche se apparentemente più semplice ed indolore, una recita a copione reiterata nel tempo, toglie tempo, energie e spazio psichico per altro, per se stesso, per il vero sè e per il suo futuro, qualunque esso sia.

Cambiare si può, se non riesce a raccapezzar si, chieda una consulenza, uno psicologo toccherà le corde giuste per aiutarla. A venir fuori da questo impasse

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Come accennato ho già avuto modo di consultare direttamente uno psicologo, sono stato in 'cura' per più di un mese, devo essere sincero in quel periodo credevo di potercela fare, forse avere consigli da una persona per così dire 'estranea' poteva giovarmi, ma sembrava che tutto si riducesse a quei brevi momenti in cui ero in visita, dopodichè venivo preso da molti momenti di sconforto. Mi fù suggerito di meditare, di dare sfogo al mio carattere, di non lasciarmi nulla dentro, ma sembra passato un secolo da quando lo feci. Non mi viene naturale adoperarmi per qualcosa, non riesco a reagire, mi sento sempre in colpa ma non riesco a torvare una soluzione efficace e il mio carattere introverso non mi aiuta di certo. Vi ringrazio per queste risposte, forse dovrei prendere seriamente in considerazione un processo più consistente di consultazione con uno specialista
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Un mese è troppo poco per poter apprezzare consistenti benefici terapeutici.

Si era rivolto a uno psicoterapeuta?
Che tipo di lavoro di lavoro aveva intrapreso? Una psicoterapia? Se si, ne conosce l'orientamento?

<forse dovrei prendere seriamente in considerazione un processo più consistente di consultazione con uno specialista>

Certamente è quello che le consigliamo, se le necessitano ulteriori informazioni per la scelta dello specialista, ci facccia sapere.

Cordialmente
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Soltanto uno specialista potrà dale una mano a venir fuori da questa situazione di immobilismo psichico
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