Sarà depressione latente?chiedo aiuto
Salve!
sono una ragazza di 26 anni,e da 7 ho una storia con un ragazzo di 31,una storia che però è stata interrotta più volte.
All'inizio vivevamo la nostra relazione in maniera molto intensa ed anche un pò morbosa e serrata,nel senso che stavamo sempre insieme,studiavamo insieme e condividevamo tutto.
Tuttavia,in quella morbosità ci trovavamo bene,perché era una scelta voluta,e forse anche normale agli inizi di un rapporto,ed io mi sono innamorata per la prima volta.
La cosa è andata avanti così per circa un anno,fino a quando lui non ha trovato lavoro,e per causa di forza maggiore l'impostazione della nostra quotidianità è dovuta cambiare.
Con questo cambiamento è giunta anche la nostra prima crisi,mossa in primis da lui,e la quale è durata qualche mese,durante i quali continuavano ad esserci telefonate e uscite,sebbene non troppo assidue.A posteriori dico che quella è stata l'unica crisi costruttiva tra noi due,perchè ci ha insegnato a gestire meglio gli spazi l'uno dell'altra,ad avere un rapporto più equilibrato,e per me ha significato una fase di crescita e maturazione.
Poco dopo esere tornati insieme,però,è giunta improvvisa la morte di suo padre(5 anni fa):da qui tante crisi e mutamenti.Lui si è chiuso ancor di più dentro di sé,è diventato in un certo senso più egoista,ha accentuato il suo essere protettivo,ligio e responsabile(soprattutto nel lavoro e in casa),tenendo presente che è figlio unico e che vive con la mamma e la nonna.
Da allora si sono susseguiti un'infinità di lascia e prendi dovuti,credo io,ad una sua instabilità emotiva,ad una rabbia interiore e ad un dolore mai effettivamente esternato:lui è infatti molto chiuso riguardo le sue cose personali(dice che parlandone gli toglierebbe l'importanza che hanno)e nel giorno del funerale non è riuscito a versare una lacrima.
Io ho provato a stargli vicino in tutti i modi,arrivando ad essere soggiogata dai suoi umori,a perdere molti chili e a non provare più slanci vitali.Vivevo nella speranza che tutto si aggiustasse,vista la sua convinzione di tornare da me non appena avesse trovato un pò di luce,perché in quel momento non voleva nessuno accanto a sé.Siamo andati avanti in questa situazione per 4 anni,durante i quali io non ho provato interesse per nessun'altra persona(e lo stesso dice lui,ed io ci credo)e durante i quali un distacco vero e proprio tra noi non c'è mai stato,viste le telefonate,gli incontri e saltuari rapporti sessuali.
Poi,qualcosa di diverso è scattato in me,forse una sorta di saturazione e rivalsa personale ed ho cominciato a guardarmi attorno,facendo delle nuove esperienze(cosa della quale lui è al corrente).Queste nuove situazioni mi hanno sicuramente aiutato da un punto di vista psico-emotivo,ma non hanno portato a nessuna svolta particolare visto che io,nonostante questo sblocco,sentissi sempre dei forti sentimenti per il mio ex,tanto che un anno fa,quando lui è tornato da me,io ho chiuso ogni altra situazione per riprovare con lui.
All'inizio sembrava profondamente convinto e sereno,però da un paio di mesi a questa parte siamo entrati in un circolo vizioso,come un cane che si morde la coda:lui rinfaccia a me ed io a lui.Lui dice di sentirsi oppresso perché io pretendo sempre di più,che incosciamente gli sto facendo scontare tutto il male che mi ha fatto in passato,e che lui percepisce in me una paura latente dell'abbandono,cosa molto plausibile visti i nostri trascorsi.
Sicuramente è vero che sento il bisogno di più attenzioni e dimostrazioni,ma non credo di soffocarlo,se teniamo presente che non cerco un rapporto esclusivo e oppressivo,come lo avevamo agli inizi,e che anzi cerco di avere molti spazi per me e per le mie amicizie.
Quello che io gli rimprovero è di non avere molta vitalità con me,come se tutto fosse un peso e un dovere(cosa che tra l'altro non mostra con gli amici,credo perché veda in loro più una valvola di sfogo e distrazione).Quello che più mi dà da pensare è che,sempre nell'ultimo periodo,c'è stato da parte sua un improvviso calo del desiderio:ogni posto ed ogni circostanza non vanno più bene,e a me sembrano scuse per evitare di avere rapporti con me,anche perché sto parlando di luoghi e circostanze che gli sono sempre andati bene(come accennavo sopra,anche nei momenti di crisi e distacco).
Molto spesso mi dice che alcune situazioni gli sembrano programmate,ma io,di contro,credo che quando una cosa si vuole veramente,e soprattutto se l'attività sessuale non è così frequente,nulla sembra programmato,e ciò che conta è solo il desiderio di voler stare col propio partner.
Ho provato a parlarne con lui,ma si rifiuta:non vuole perché dice che così tutto perde di naturalezza e spontaneità.L'ultima volta che abbiamo provato a fare l'amore(un paio di settimane fa)per la prima volta non è riuscito ad avere l'erezione,e lui ha attribuito la colpa ai miei discorsi riguardo il momento che stiamo passando,discorsi che ormai gli ruotano in testa e non lo fanno stare rilassato.
Tra l'altro non credo sia una coincidenza che tutto questo sia venuto a galla nel momento in cui lui sia venuto a sapere che forse dovrà trasferirsi per circa un anno a causa del lavoro.Voglio dire che non mi sembra un caso che questa ennessima crisi sia nata in concomitanza ad una novità,cosa che magari fa vacillare il suo equilibrio.
Così mi rivolgo a voi per sapere se tutto ciò e questi alti e bassi possono essere causati da una depressione latente,e cosa possa fare io.Temo che se la cosa non venga risolta,saremo sempre soggetti ad oscillazioni del genere,cosa che vorrei evitare visto che io credo nel nostro amore reciproco.Sottolineo che ho già provato a proporgli di farsi dare una mano da una persona esperta,ma lui non mi vuole ascoltare perché non crede nella terapia,però io vorrei riproporgli la cosa:pensate possa essere una buona soluzione?e se si,quale approccio e quali parole potrei usare conoscendo il suo scetticismo?
vi ringrazio anticipatamente
sono una ragazza di 26 anni,e da 7 ho una storia con un ragazzo di 31,una storia che però è stata interrotta più volte.
All'inizio vivevamo la nostra relazione in maniera molto intensa ed anche un pò morbosa e serrata,nel senso che stavamo sempre insieme,studiavamo insieme e condividevamo tutto.
Tuttavia,in quella morbosità ci trovavamo bene,perché era una scelta voluta,e forse anche normale agli inizi di un rapporto,ed io mi sono innamorata per la prima volta.
La cosa è andata avanti così per circa un anno,fino a quando lui non ha trovato lavoro,e per causa di forza maggiore l'impostazione della nostra quotidianità è dovuta cambiare.
Con questo cambiamento è giunta anche la nostra prima crisi,mossa in primis da lui,e la quale è durata qualche mese,durante i quali continuavano ad esserci telefonate e uscite,sebbene non troppo assidue.A posteriori dico che quella è stata l'unica crisi costruttiva tra noi due,perchè ci ha insegnato a gestire meglio gli spazi l'uno dell'altra,ad avere un rapporto più equilibrato,e per me ha significato una fase di crescita e maturazione.
Poco dopo esere tornati insieme,però,è giunta improvvisa la morte di suo padre(5 anni fa):da qui tante crisi e mutamenti.Lui si è chiuso ancor di più dentro di sé,è diventato in un certo senso più egoista,ha accentuato il suo essere protettivo,ligio e responsabile(soprattutto nel lavoro e in casa),tenendo presente che è figlio unico e che vive con la mamma e la nonna.
Da allora si sono susseguiti un'infinità di lascia e prendi dovuti,credo io,ad una sua instabilità emotiva,ad una rabbia interiore e ad un dolore mai effettivamente esternato:lui è infatti molto chiuso riguardo le sue cose personali(dice che parlandone gli toglierebbe l'importanza che hanno)e nel giorno del funerale non è riuscito a versare una lacrima.
Io ho provato a stargli vicino in tutti i modi,arrivando ad essere soggiogata dai suoi umori,a perdere molti chili e a non provare più slanci vitali.Vivevo nella speranza che tutto si aggiustasse,vista la sua convinzione di tornare da me non appena avesse trovato un pò di luce,perché in quel momento non voleva nessuno accanto a sé.Siamo andati avanti in questa situazione per 4 anni,durante i quali io non ho provato interesse per nessun'altra persona(e lo stesso dice lui,ed io ci credo)e durante i quali un distacco vero e proprio tra noi non c'è mai stato,viste le telefonate,gli incontri e saltuari rapporti sessuali.
Poi,qualcosa di diverso è scattato in me,forse una sorta di saturazione e rivalsa personale ed ho cominciato a guardarmi attorno,facendo delle nuove esperienze(cosa della quale lui è al corrente).Queste nuove situazioni mi hanno sicuramente aiutato da un punto di vista psico-emotivo,ma non hanno portato a nessuna svolta particolare visto che io,nonostante questo sblocco,sentissi sempre dei forti sentimenti per il mio ex,tanto che un anno fa,quando lui è tornato da me,io ho chiuso ogni altra situazione per riprovare con lui.
All'inizio sembrava profondamente convinto e sereno,però da un paio di mesi a questa parte siamo entrati in un circolo vizioso,come un cane che si morde la coda:lui rinfaccia a me ed io a lui.Lui dice di sentirsi oppresso perché io pretendo sempre di più,che incosciamente gli sto facendo scontare tutto il male che mi ha fatto in passato,e che lui percepisce in me una paura latente dell'abbandono,cosa molto plausibile visti i nostri trascorsi.
Sicuramente è vero che sento il bisogno di più attenzioni e dimostrazioni,ma non credo di soffocarlo,se teniamo presente che non cerco un rapporto esclusivo e oppressivo,come lo avevamo agli inizi,e che anzi cerco di avere molti spazi per me e per le mie amicizie.
Quello che io gli rimprovero è di non avere molta vitalità con me,come se tutto fosse un peso e un dovere(cosa che tra l'altro non mostra con gli amici,credo perché veda in loro più una valvola di sfogo e distrazione).Quello che più mi dà da pensare è che,sempre nell'ultimo periodo,c'è stato da parte sua un improvviso calo del desiderio:ogni posto ed ogni circostanza non vanno più bene,e a me sembrano scuse per evitare di avere rapporti con me,anche perché sto parlando di luoghi e circostanze che gli sono sempre andati bene(come accennavo sopra,anche nei momenti di crisi e distacco).
Molto spesso mi dice che alcune situazioni gli sembrano programmate,ma io,di contro,credo che quando una cosa si vuole veramente,e soprattutto se l'attività sessuale non è così frequente,nulla sembra programmato,e ciò che conta è solo il desiderio di voler stare col propio partner.
Ho provato a parlarne con lui,ma si rifiuta:non vuole perché dice che così tutto perde di naturalezza e spontaneità.L'ultima volta che abbiamo provato a fare l'amore(un paio di settimane fa)per la prima volta non è riuscito ad avere l'erezione,e lui ha attribuito la colpa ai miei discorsi riguardo il momento che stiamo passando,discorsi che ormai gli ruotano in testa e non lo fanno stare rilassato.
Tra l'altro non credo sia una coincidenza che tutto questo sia venuto a galla nel momento in cui lui sia venuto a sapere che forse dovrà trasferirsi per circa un anno a causa del lavoro.Voglio dire che non mi sembra un caso che questa ennessima crisi sia nata in concomitanza ad una novità,cosa che magari fa vacillare il suo equilibrio.
Così mi rivolgo a voi per sapere se tutto ciò e questi alti e bassi possono essere causati da una depressione latente,e cosa possa fare io.Temo che se la cosa non venga risolta,saremo sempre soggetti ad oscillazioni del genere,cosa che vorrei evitare visto che io credo nel nostro amore reciproco.Sottolineo che ho già provato a proporgli di farsi dare una mano da una persona esperta,ma lui non mi vuole ascoltare perché non crede nella terapia,però io vorrei riproporgli la cosa:pensate possa essere una buona soluzione?e se si,quale approccio e quali parole potrei usare conoscendo il suo scetticismo?
vi ringrazio anticipatamente
[#1]
Gentile utente
Uno dei requisiti importanti perché qualsiasi aiuto psicologico o psicoterapeutico possa funzionare è che la persona interessata collabori. Nel caso di una persona adulta, com'è il suo compagno, non credo che lei possa fare molto per spingerlo a farsi aiutare se é lui per primo a non volerlo.
Nella sua descrizione lei chiarisce che la vostra relazione ha avuto agli inizi degli elementi di forte attaccamento, di morbosità. Nel frattempo siete entrambi maturati, avete avuto alti e bassi ed avete fatto a modo vostro le vostre esperienze. Ma dalle sue parole traspare ancora una costante preoccupazione per l'andamento del rapporto che lei ha con questa persona. Quasi come se tutta la sua vita ruotasse attorno a questa relazione.
Potrebbe essere come dice lei, ossia che lui sia una persona un po' chiusa e che non ami parlare molto delle sue vicende interiori. Oppure potrebbe essere, al contrario, che lui percepisca questa sua preoccupazione costante un po' come un'invasione dei suoi spazi personali.
Ma in ogni caso, se davvero vuole bene a quest'uomo, il mio suggerimento, prima ancora di cercare aiuti esterni, è di alleggerire il peso che ha per lei tutto ciò. Provi non a disinteressarsi a lui, ma a interessarsi di più agli altri aspetti della sua vita. Ad esempio lei non dice se lei ha già un lavoro oppure se svolge altri tipi di attività. Cerchi di ridare nuove priorità a tutte le cose importanti che ha nella sua vita e, se non ne ha altre, faccia in modo di crearsene delle nuove. Facendo così, molto probabilmente riuscirà ad aiutare anche lui.
Cordiali saluti
Uno dei requisiti importanti perché qualsiasi aiuto psicologico o psicoterapeutico possa funzionare è che la persona interessata collabori. Nel caso di una persona adulta, com'è il suo compagno, non credo che lei possa fare molto per spingerlo a farsi aiutare se é lui per primo a non volerlo.
Nella sua descrizione lei chiarisce che la vostra relazione ha avuto agli inizi degli elementi di forte attaccamento, di morbosità. Nel frattempo siete entrambi maturati, avete avuto alti e bassi ed avete fatto a modo vostro le vostre esperienze. Ma dalle sue parole traspare ancora una costante preoccupazione per l'andamento del rapporto che lei ha con questa persona. Quasi come se tutta la sua vita ruotasse attorno a questa relazione.
Potrebbe essere come dice lei, ossia che lui sia una persona un po' chiusa e che non ami parlare molto delle sue vicende interiori. Oppure potrebbe essere, al contrario, che lui percepisca questa sua preoccupazione costante un po' come un'invasione dei suoi spazi personali.
Ma in ogni caso, se davvero vuole bene a quest'uomo, il mio suggerimento, prima ancora di cercare aiuti esterni, è di alleggerire il peso che ha per lei tutto ciò. Provi non a disinteressarsi a lui, ma a interessarsi di più agli altri aspetti della sua vita. Ad esempio lei non dice se lei ha già un lavoro oppure se svolge altri tipi di attività. Cerchi di ridare nuove priorità a tutte le cose importanti che ha nella sua vita e, se non ne ha altre, faccia in modo di crearsene delle nuove. Facendo così, molto probabilmente riuscirà ad aiutare anche lui.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
La ringrazio nuovamente per avermi risposto!il significato che do a questa parola è molto semplice,nel senso che io vorrei vivere un rapporto sereno,non chiedo di più!un rapporto dove ci sia spontaneità e serenità,e non dove qualsiasi cosa venga portata avanti con inerzia,come fosse un peso.Anche dal punto di vista sessuale,è possibile che questo calo sia causato esclusivamente dai discorsi da me fatti sull'argomento?discorsi che,tra l'altro,aveveno l'unico scopo di snocciolare la questione,visto che io credo molto nel potere del dialogo.Temo che questo calo scaturisca da qualcosa di più profondo insito in lui,magari anche una sorta di rabbia nei miei confronti per essere stata con altri ragazzi.D'altronde il sesso è spesso il primo campanello d'allarme quando c'è qualcosa che non va!Intanto io mi ritrovo a vivere una situazione di rifiuto,non mi sento desiderata,e questo per una donna è psicologicamente devastante,e mi porta in un circolo vizioso di domande;mi porta a domandarmi se c'è qualcosa di sbagliato in me;mi porta a mettermi per l'ennesima volta in discussione,ponendomi il problema di essere io quella che sbaglia in qualche modo,come ormai faccio da anni!e così mi sento addosso una stanchezza mentale che non va più via!
Ancora grazie per l'ascolto.
Ancora grazie per l'ascolto.
[#5]
Gentile utente
Se lei ritiene che la qualità coincida con la spontaneità e la serenità, e non il portare avanti le cose come se fossero un peso da trascinare con inerzia, allora dovrebbe riflettere su come siete giunti a questo stato di cose. E quindi sul perché, attualmente, mancano spontaneità e serenità.
Ha perfettamente ragione quando dice che la base del mantenimento di ogni relazione è il dialogo. Ma se l'altra persona non vuole dialogare, non la si può obbligare a farlo, né convincerlo a fare una terapia di coppia. Specialmente quando la coppia non è più, come mi pare nel vostro caso, la stessa di una volta, ma una cosa diversa.
Ciò che si potrebbe dire dagli elementi del suo racconto è che entrambi siate incorsi, per motivi diversi, in un processo di maturazione e di crescita che se per certi lati vi ha resi più adulti, per altri ha influito negativamente sulla vostra vita di relazione. La morte del padre è per molti uomini uno dei cosiddetti "riti di passaggio" della vita, che obbliga a rivedere le priorità e a diventare, come ha sottolineato anche lei, più responsabili e ligi al dovere. Potrebbe essere che effettivamente ciò abbia innescato tutto quanto, ma anche saperlo con certezza non vi aiuterebbe granché.
Lei dice che lui potrebbe non essere riuscito, in fondo, a perdonarla per essere stata con altri ragazzi. Questo è possibile ma il punto è che se lui non intende affrontare l'argomento, non c'è molto che lei possa fare per convincerlo. Se per una donna è devastante non sentirsi desiderata, come ha ricordato lei, dovrebbe riflettere su quanto umiliante possa essere, per un uomo, sapere che la propria ragazza è andata con qualcun altro. Anche se nel frattempo era in corso un tira-e-molla. Non lo ammetterà mai, a lei, perché per un uomo è una questione d'orgoglio. Ammetterlo, significherebbe non solo dover affrontarne tutto il dolore, ma riconoscere a lei il potere di essere riuscita a farlo sentire male. Sto solo ipotizzando, naturalmente, non posso essere certo di quanto sto affermando nei limiti di un consulto telematico come questo. Ma credo di non sbagliarmi.
Inoltre vorrei informarla che il sesso può non essere sempre il primo campanello d'allarme, quando ci sono dei problemi: a volte può essere proprio l'ultimo.
Credo che la cosa più saggia che lei possa fare, dato che lui non intende spingersi in chiarimenti, sia quanto le ho già detto: alleggerire l'importanza che lei dà alla relazione con quest'uomo. Se davvero c'è rimasto ancora qualcosa fra voi, potrà venir fuori SOLO aumentando, leggermente e delicatamente, la vostra distanza reciproca e poi stando a vedere cosa succede. Ma ciò che è certo è che continuando ossessivamente a cercare di rimettere insieme i pezzi, o tentare una restaurazione di qualcosa che nel frattempo è già cambiato, non potrà che peggiorare la situazione.
Cordiali saluti
Se lei ritiene che la qualità coincida con la spontaneità e la serenità, e non il portare avanti le cose come se fossero un peso da trascinare con inerzia, allora dovrebbe riflettere su come siete giunti a questo stato di cose. E quindi sul perché, attualmente, mancano spontaneità e serenità.
Ha perfettamente ragione quando dice che la base del mantenimento di ogni relazione è il dialogo. Ma se l'altra persona non vuole dialogare, non la si può obbligare a farlo, né convincerlo a fare una terapia di coppia. Specialmente quando la coppia non è più, come mi pare nel vostro caso, la stessa di una volta, ma una cosa diversa.
Ciò che si potrebbe dire dagli elementi del suo racconto è che entrambi siate incorsi, per motivi diversi, in un processo di maturazione e di crescita che se per certi lati vi ha resi più adulti, per altri ha influito negativamente sulla vostra vita di relazione. La morte del padre è per molti uomini uno dei cosiddetti "riti di passaggio" della vita, che obbliga a rivedere le priorità e a diventare, come ha sottolineato anche lei, più responsabili e ligi al dovere. Potrebbe essere che effettivamente ciò abbia innescato tutto quanto, ma anche saperlo con certezza non vi aiuterebbe granché.
Lei dice che lui potrebbe non essere riuscito, in fondo, a perdonarla per essere stata con altri ragazzi. Questo è possibile ma il punto è che se lui non intende affrontare l'argomento, non c'è molto che lei possa fare per convincerlo. Se per una donna è devastante non sentirsi desiderata, come ha ricordato lei, dovrebbe riflettere su quanto umiliante possa essere, per un uomo, sapere che la propria ragazza è andata con qualcun altro. Anche se nel frattempo era in corso un tira-e-molla. Non lo ammetterà mai, a lei, perché per un uomo è una questione d'orgoglio. Ammetterlo, significherebbe non solo dover affrontarne tutto il dolore, ma riconoscere a lei il potere di essere riuscita a farlo sentire male. Sto solo ipotizzando, naturalmente, non posso essere certo di quanto sto affermando nei limiti di un consulto telematico come questo. Ma credo di non sbagliarmi.
Inoltre vorrei informarla che il sesso può non essere sempre il primo campanello d'allarme, quando ci sono dei problemi: a volte può essere proprio l'ultimo.
Credo che la cosa più saggia che lei possa fare, dato che lui non intende spingersi in chiarimenti, sia quanto le ho già detto: alleggerire l'importanza che lei dà alla relazione con quest'uomo. Se davvero c'è rimasto ancora qualcosa fra voi, potrà venir fuori SOLO aumentando, leggermente e delicatamente, la vostra distanza reciproca e poi stando a vedere cosa succede. Ma ciò che è certo è che continuando ossessivamente a cercare di rimettere insieme i pezzi, o tentare una restaurazione di qualcosa che nel frattempo è già cambiato, non potrà che peggiorare la situazione.
Cordiali saluti
[#7]
Gentile Utente,
una storia lunga e complicata, per cui una storia molto importante mi sembra di capire
Ora, come lei sa da qui è difficile essere obiettivi, lei in primis può capire se e quanto questa storia si avvicina al capolinea
Se così fosse, i vostri "tentativi" di rimettere insieme i pezzi potrebbero essere un poco "fuori tempo massimo", e creare ulteriore confusione
Per questo un cambiamento nel Suo modo di vivere questa relazione potrebbe avere un senso. Ad esempio, lei parla di avvicinarlo alla terapia per aiutarlo a lenire la confusione, ma lei invece non è per nulla confusa? E' davvero tutto così chiaro in lei?
Partirei dalla cosa più semplice, ovvero da Lei stessa
una storia lunga e complicata, per cui una storia molto importante mi sembra di capire
Ora, come lei sa da qui è difficile essere obiettivi, lei in primis può capire se e quanto questa storia si avvicina al capolinea
Se così fosse, i vostri "tentativi" di rimettere insieme i pezzi potrebbero essere un poco "fuori tempo massimo", e creare ulteriore confusione
Per questo un cambiamento nel Suo modo di vivere questa relazione potrebbe avere un senso. Ad esempio, lei parla di avvicinarlo alla terapia per aiutarlo a lenire la confusione, ma lei invece non è per nulla confusa? E' davvero tutto così chiaro in lei?
Partirei dalla cosa più semplice, ovvero da Lei stessa
[#8]
Utente
Ringrazio anche Lei per l'attenzione!certo, non posso negare che, visti tutti i precedenti, io in primis non mi senta parecchio confusa, ed è proprio per questo che stavo seriamente pensando di lavorare un pò su me stessa, come anche Lei mi suggerisce, magari cercando un aiuto concreto e competente.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.7k visite dal 09/05/2008.
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