Problemi con i genitori
Buonasera, ho quasi 23 anni ma i miei genitori mi trattano come fossi ancora una bambina. Mi spiego:pretendono che vada ancora in vacanza con loro e se trascorro una giornata con le amiche mettono il broncio (e puntualizzo che non sono il tipo di persona che esce tutti i giorni o che fa le 5 del mattino in discoteca).
Attualmente, hanno deciso di ignorarmi e di non parlarmi perché sono uscita con un ragazzo. Non è la prima volta che succede: già in passato ho provato a parlare con loro ma non vogliono sentire ragioni. Non concepiscono l'idea che un ragazzo e una ragazza possano trascorrere una giornata insieme o anche dormire insieme, qualche volta. Io non so più cosa fare, soprattutto perché questo loro atteggiamento è come un muro e le parole sono inutili, perché devono avere ragione loro anche a costo di urlare fino a non avere più la voce. Mi ritrovo a stare male con persone che dovrei amare e ad avere paura di avere la vita sociale che una persona di 23 anni dovrebbe avere.C'è un modo per risolvere questa situazione?
Vi ringrazio in anticipo per le vostre risposte.
Attualmente, hanno deciso di ignorarmi e di non parlarmi perché sono uscita con un ragazzo. Non è la prima volta che succede: già in passato ho provato a parlare con loro ma non vogliono sentire ragioni. Non concepiscono l'idea che un ragazzo e una ragazza possano trascorrere una giornata insieme o anche dormire insieme, qualche volta. Io non so più cosa fare, soprattutto perché questo loro atteggiamento è come un muro e le parole sono inutili, perché devono avere ragione loro anche a costo di urlare fino a non avere più la voce. Mi ritrovo a stare male con persone che dovrei amare e ad avere paura di avere la vita sociale che una persona di 23 anni dovrebbe avere.C'è un modo per risolvere questa situazione?
Vi ringrazio in anticipo per le vostre risposte.
[#1]
Gentile ragazza,
Lei è' figlia unica? O, se ha fratelli e sorelle, i suoi come si comportano con loro? Sono sempre stati così rigidi? Uno dei due, padre o madre, e' più aperto al dialogo o sono entrambi in posizione di chiusura? E lei cosa fa? Studia? Lavora? Quali sono gli spazi che le sono consentiti? Ha provato a parlare con loro delle sue esigenze "da grande".? Scusi le domande, ma ho bisogno di qualche altra informazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Lei è' figlia unica? O, se ha fratelli e sorelle, i suoi come si comportano con loro? Sono sempre stati così rigidi? Uno dei due, padre o madre, e' più aperto al dialogo o sono entrambi in posizione di chiusura? E lei cosa fa? Studia? Lavora? Quali sono gli spazi che le sono consentiti? Ha provato a parlare con loro delle sue esigenze "da grande".? Scusi le domande, ma ho bisogno di qualche altra informazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#2]
Ex utente
Buongiorno dottoressa,
ho una sorella minore che esce raramente o comunque per poche ore nel pomeriggio, e ho notato che, se magari passa un pomeriggio o una serata ad una festa i miei genitori non si chiudono così come fanno con me. O meglio, si chiudono con me soprattutto se trascorro del tempo con le compagne dell'università, che loro, ovviamente, non possono conoscere di persona anche se gliene ho parlato diverse volte. Ma, anche se passo un'intera giornata con le amiche di vecchia data, a volte capita che diventano più freddi.
Io frequento l'università come studentessa fuori sede, in parte per mia scelta perché non ho voluto gravare sui miei con ulteriori spese per un appartamento, il che comunque mi ha in un certo senso limitato, poiché non ho avuto una vita universitaria molto attiva: passare una serata con le amiche di corso o magari restare a dormire da loro è sempre stato fuori questione.
Tutto questo non vuol dire che mi è proibito uscire nella mia città, ma se informo i miei che una sera voglio andare a ballare o al cinema con i miei amici storcono la bocca, senza comunque impedirmi di andare. E' quell'atteggiamento di rimprovero che poi assumono a mettermi a disagio, facendomi sentire in colpa.
Ho provato a parlare con loro, ma o stroncano il discorso o fanno finta di niente così come se parlassi con un muro. Quando frequentavo un ragazzo ho provato a far capire loro che, abitando distanti, c'era il bisogno di vedersi per qualche sera alla settimana, ma non riuscivano a perdonare queste mie pretese. Senza contare che, quando lui ha festeggiato il compleanno, mi è stato proibito di andare perché avrei dovuto dormire da lui e questo per loro è inconcepibile.
Spero di aver dato informazioni più esaustive. Intanto la ringrazio per la disponibilità.
ho una sorella minore che esce raramente o comunque per poche ore nel pomeriggio, e ho notato che, se magari passa un pomeriggio o una serata ad una festa i miei genitori non si chiudono così come fanno con me. O meglio, si chiudono con me soprattutto se trascorro del tempo con le compagne dell'università, che loro, ovviamente, non possono conoscere di persona anche se gliene ho parlato diverse volte. Ma, anche se passo un'intera giornata con le amiche di vecchia data, a volte capita che diventano più freddi.
Io frequento l'università come studentessa fuori sede, in parte per mia scelta perché non ho voluto gravare sui miei con ulteriori spese per un appartamento, il che comunque mi ha in un certo senso limitato, poiché non ho avuto una vita universitaria molto attiva: passare una serata con le amiche di corso o magari restare a dormire da loro è sempre stato fuori questione.
Tutto questo non vuol dire che mi è proibito uscire nella mia città, ma se informo i miei che una sera voglio andare a ballare o al cinema con i miei amici storcono la bocca, senza comunque impedirmi di andare. E' quell'atteggiamento di rimprovero che poi assumono a mettermi a disagio, facendomi sentire in colpa.
Ho provato a parlare con loro, ma o stroncano il discorso o fanno finta di niente così come se parlassi con un muro. Quando frequentavo un ragazzo ho provato a far capire loro che, abitando distanti, c'era il bisogno di vedersi per qualche sera alla settimana, ma non riuscivano a perdonare queste mie pretese. Senza contare che, quando lui ha festeggiato il compleanno, mi è stato proibito di andare perché avrei dovuto dormire da lui e questo per loro è inconcepibile.
Spero di aver dato informazioni più esaustive. Intanto la ringrazio per la disponibilità.
[#3]
<ho quasi 23 anni ma i miei genitori mi trattano come fossi ancora una bambina. >
A volte può essere difficile per i genitori accettare che un figlio sia diventato adulto e riconoscergli quell'autonomia e quell'indipendenza consona alla sua età.
Infatti, la relazione con i genitori muta e si fa più matura man mano che si diventa adulti, fino a staccarsi dalla famiglia per una propria vita autonoma.
Ma se la trattano da bambina è evidente che lei in qualche modo, nonostante i discorsi, lo permette.
Immagino come possa essere complicato per lei riuscire a porsi in modo più adulto con i suoi genitori, ma fino a quando sentirà il peso del loro "storcere la bocca" quando si prende i suoi spazi, finirà per assecondare i suoi sensi di colpa e privarsene, rinforzando in questo modo lo status quo.
Dunque sarebbe opportuno cominciare a riflettere su quanto lei potrebbe fare per cambiare in qualche modo le cose e giungere a conquistare una maggiore indipendenza.
Cari saluti
A volte può essere difficile per i genitori accettare che un figlio sia diventato adulto e riconoscergli quell'autonomia e quell'indipendenza consona alla sua età.
Infatti, la relazione con i genitori muta e si fa più matura man mano che si diventa adulti, fino a staccarsi dalla famiglia per una propria vita autonoma.
Ma se la trattano da bambina è evidente che lei in qualche modo, nonostante i discorsi, lo permette.
Immagino come possa essere complicato per lei riuscire a porsi in modo più adulto con i suoi genitori, ma fino a quando sentirà il peso del loro "storcere la bocca" quando si prende i suoi spazi, finirà per assecondare i suoi sensi di colpa e privarsene, rinforzando in questo modo lo status quo.
Dunque sarebbe opportuno cominciare a riflettere su quanto lei potrebbe fare per cambiare in qualche modo le cose e giungere a conquistare una maggiore indipendenza.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Gentilissima,
Grazie per le informazioni.
Il fatto di essere la prima figlia rende più difficile l'emancipazione rispetto all'ordine della fratria. Infatti, dice che con una sorella, i suoi sono meno arroccati su posizioni severe. Quindi, comprendo la sua difficoltà ad emanciparsi. Credo, comunque, che tocchi a lei fare i primi passi di indipendenza, piuttosto che aspettare che lo facciano i suoi. Per esempio, potrebbe iniziare a fare piccole richieste e poi, gradualmente, aumentare il tiro. Se acconsentono su piccole cose, si abituano a concerderle sempre più spazi. Ha come alleata sua sorella? Se si, potrebbe cercare una complicità con lei e fare un piano su come e cosa richiedere. Le sue non sono "pretese" come scrive, ma legittime richieste, quindi, si armi di coraggio e chieda. Insistere nelle richieste e' anche un buon metodo per vederle esaudite. Lavori anche sulle sue reazioni di sconforto in caso di rifiuto e prosegua per la sua strada. Vedrà che i suoi sforzi saranno premiati!
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Grazie per le informazioni.
Il fatto di essere la prima figlia rende più difficile l'emancipazione rispetto all'ordine della fratria. Infatti, dice che con una sorella, i suoi sono meno arroccati su posizioni severe. Quindi, comprendo la sua difficoltà ad emanciparsi. Credo, comunque, che tocchi a lei fare i primi passi di indipendenza, piuttosto che aspettare che lo facciano i suoi. Per esempio, potrebbe iniziare a fare piccole richieste e poi, gradualmente, aumentare il tiro. Se acconsentono su piccole cose, si abituano a concerderle sempre più spazi. Ha come alleata sua sorella? Se si, potrebbe cercare una complicità con lei e fare un piano su come e cosa richiedere. Le sue non sono "pretese" come scrive, ma legittime richieste, quindi, si armi di coraggio e chieda. Insistere nelle richieste e' anche un buon metodo per vederle esaudite. Lavori anche sulle sue reazioni di sconforto in caso di rifiuto e prosegua per la sua strada. Vedrà che i suoi sforzi saranno premiati!
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.3k visite dal 18/04/2013.
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