Non capisco proprio
Non capisco e sono molto dispiaciuta e frustrata per questo, non capisco la magia e l'ineffabilità del meraviglioso rapporto che lega il figlio alla madre. O forse non è da capire, è solo da vivere? L'errore è mio, che voglio razionalizzare qualcosa che razionale non è?
Per tutta la vita ho dubitato della mia capacità di essere una (brava) mamma, non ero certa che avrei saputo amare il mio bambino (??). Oggi che sono mamma, vedo con immensa ed infinita gioia che quelle paure erano infondate, nello spazio di un attimo, l'attimo in cui mio figlio è nato, tutta me stessa si è trasformata ed è diventata una mamma vera, una mamma portatrice di amore incondizionato, accettazione, protezione.
Ora però ecco che i fantasmi del passato riaffiorano ed io mi ritrovo a domandarmi, come farà mio figlio, che ha sette mesi, a stabilire e mantenere con me una relazione speciale? Da cosa dipende? Dalla chimica? Dalla natura? Da me? Da come mi comporto? Ora lavoro a part time, può darsi che debba passare al tempo pieno, lui mi vedrà molto meno, che succederà? Basterà madre natura, basterà l'istinto a dirgli che io sono io, a fargli desiderare di stare con me, a ricercare in me ciò che si ricerca in una mamma? O si rivolgerà alle persone che lo accudiranno, le sue nonne?
Mi sento gelosa ed insicura, al contempo frustrata ed infantile, scontenta di me, ma mi è davvero difficile uscire dal circolo vizioso. Forse dovrei lasciar passare il tempo, vivere giorno per giorno tutto ciò che accadrà e dare la giusta direzione alle nostre vite passo dopo passo. Forse dovrei smettere di farmi queste domande? Non sono nemmeno sicura che le risposte esistano o che valga la pena trovarle ad ogni costo.
Per tutta la vita ho dubitato della mia capacità di essere una (brava) mamma, non ero certa che avrei saputo amare il mio bambino (??). Oggi che sono mamma, vedo con immensa ed infinita gioia che quelle paure erano infondate, nello spazio di un attimo, l'attimo in cui mio figlio è nato, tutta me stessa si è trasformata ed è diventata una mamma vera, una mamma portatrice di amore incondizionato, accettazione, protezione.
Ora però ecco che i fantasmi del passato riaffiorano ed io mi ritrovo a domandarmi, come farà mio figlio, che ha sette mesi, a stabilire e mantenere con me una relazione speciale? Da cosa dipende? Dalla chimica? Dalla natura? Da me? Da come mi comporto? Ora lavoro a part time, può darsi che debba passare al tempo pieno, lui mi vedrà molto meno, che succederà? Basterà madre natura, basterà l'istinto a dirgli che io sono io, a fargli desiderare di stare con me, a ricercare in me ciò che si ricerca in una mamma? O si rivolgerà alle persone che lo accudiranno, le sue nonne?
Mi sento gelosa ed insicura, al contempo frustrata ed infantile, scontenta di me, ma mi è davvero difficile uscire dal circolo vizioso. Forse dovrei lasciar passare il tempo, vivere giorno per giorno tutto ciò che accadrà e dare la giusta direzione alle nostre vite passo dopo passo. Forse dovrei smettere di farmi queste domande? Non sono nemmeno sicura che le risposte esistano o che valga la pena trovarle ad ogni costo.
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Gentile Signora,
Lei ha già fatto esperienza di preoccupazioni e paure che si sono sciolte come neve al sole, quindi può risperimentare la stessa cosa man mano che suo figlio cresce. Come e' stata in grado di affrontarle la prima volta, così sarà capace di farlo in futuro. Quello che sembra essere la costante delle sue paure e' il cambiamento che si prospetta nel suo rientro al lavoro. La relazione 'speciale' non è data da quanto tempo passerà con suo figlio ma da come deciderà di trascorrere il tempo che avrà a disposizione per lui. Tempo di qualità , in altre parole. Si rassereni, quindi! , e si goda con gioia profonda il suo bimbo . Sarà quello il nutrimento di un rapporto anche a prova di..."nonne"!
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Lei ha già fatto esperienza di preoccupazioni e paure che si sono sciolte come neve al sole, quindi può risperimentare la stessa cosa man mano che suo figlio cresce. Come e' stata in grado di affrontarle la prima volta, così sarà capace di farlo in futuro. Quello che sembra essere la costante delle sue paure e' il cambiamento che si prospetta nel suo rientro al lavoro. La relazione 'speciale' non è data da quanto tempo passerà con suo figlio ma da come deciderà di trascorrere il tempo che avrà a disposizione per lui. Tempo di qualità , in altre parole. Si rassereni, quindi! , e si goda con gioia profonda il suo bimbo . Sarà quello il nutrimento di un rapporto anche a prova di..."nonne"!
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.4k visite dal 18/04/2013.
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