Crisi di pianto e stanchezza croniche
Sono sempre stata una bambina triste che si sentiva in imbarazzo per tutto, che aveva mille ansie e paure. Nessuno ha mai provato a farmele passare, a darmi un po' di sollievo, a farmi sentire più forte.
Quando avevo 11 è morta la mia bisnonna, l'unica che capiva i miei pianti e capricci, l'unica che quando ero ammalata si sedeva di fianco al mio letto, ho iniziato ad abbuffarmi a tutte le ore. Nemmeno tanto d nascosto... tanto ero sempre a casa da sola.
A 21 anni mi sono voluta ribellare a tutta questa sofferenza. Ho perso 50kg in un anno, ho iniziato a far sentire la mia voce in casa e a uscire con un mezzo delinquente.
Questo "stinco d santo" mi picchiava, mi derubava, mi violentava.
Ho abortito perché quel minimo d cervello che avevo ancora sapeva che lui nn poteva essere un buon padre e che la mia famiglia nn mi avrebbe mai aiutato, non avrebbero avuto una parola d conforto nemmeno in quella circostanza.
Allora ho iniziato la 3a fase della mia vita: scappare! Mi sono trovata lavori sempre più lontano da casa: Toscana, Egitto, Malta. Il mio rapporto col cibo migliorava o peggiorava a seconda dei periodi.
Il giugno scorso sono tornata a "casa" per discutere la mia tesi magistrale e non ho più lasciato Roma.
Ma non penso sia stata la scelta giusta, perchè continuo a sentirmi triste e inutile a piangere notte e giorno.
Nonostante il lavoro in un ufficio e un fidanzato bravo e bello.
Niente mi fa felice.
Al mio fidanzato confido sempre tutte le mie paure, ma un giorno mi ha confidato di essere bulimico.
Non me lo aspettavo, per me lui era l'uomo con cui fare una famiglia fondata sull'amore e sul rispetto.
Ora è lui che sta facendo uscire le proprie debolezze: non vuole più fare l'amore con me, non vuole venire in vacanza con me. Non si sente pronto per avere figli. Invece ho un disperato bisogno di coccole.
C'è una vocina dentro di me che mi dice di scappare ancora, che non troverò la felicità nemmeno cercando di riaggrapparmi ai valori "sani".
Che potrebbero essere l'essermi riavvicinata ai genitori e stare con un Bravo Ragazzo.
Però covo tanta rabbia e odio. E lacrime.
Scrivendo, mi sono messa a piangere in due punti: mentre scrivevo della mia bisnonna e mentre scrivevo del mio fidanzato che so benissimo non sono in grado di aiutare.
Sento di avere bisogno di parole sagge e di un aiuto/indirizzamento.
Saluti e grazie molte.
Carla (28 anni)
Quando avevo 11 è morta la mia bisnonna, l'unica che capiva i miei pianti e capricci, l'unica che quando ero ammalata si sedeva di fianco al mio letto, ho iniziato ad abbuffarmi a tutte le ore. Nemmeno tanto d nascosto... tanto ero sempre a casa da sola.
A 21 anni mi sono voluta ribellare a tutta questa sofferenza. Ho perso 50kg in un anno, ho iniziato a far sentire la mia voce in casa e a uscire con un mezzo delinquente.
Questo "stinco d santo" mi picchiava, mi derubava, mi violentava.
Ho abortito perché quel minimo d cervello che avevo ancora sapeva che lui nn poteva essere un buon padre e che la mia famiglia nn mi avrebbe mai aiutato, non avrebbero avuto una parola d conforto nemmeno in quella circostanza.
Allora ho iniziato la 3a fase della mia vita: scappare! Mi sono trovata lavori sempre più lontano da casa: Toscana, Egitto, Malta. Il mio rapporto col cibo migliorava o peggiorava a seconda dei periodi.
Il giugno scorso sono tornata a "casa" per discutere la mia tesi magistrale e non ho più lasciato Roma.
Ma non penso sia stata la scelta giusta, perchè continuo a sentirmi triste e inutile a piangere notte e giorno.
Nonostante il lavoro in un ufficio e un fidanzato bravo e bello.
Niente mi fa felice.
Al mio fidanzato confido sempre tutte le mie paure, ma un giorno mi ha confidato di essere bulimico.
Non me lo aspettavo, per me lui era l'uomo con cui fare una famiglia fondata sull'amore e sul rispetto.
Ora è lui che sta facendo uscire le proprie debolezze: non vuole più fare l'amore con me, non vuole venire in vacanza con me. Non si sente pronto per avere figli. Invece ho un disperato bisogno di coccole.
C'è una vocina dentro di me che mi dice di scappare ancora, che non troverò la felicità nemmeno cercando di riaggrapparmi ai valori "sani".
Che potrebbero essere l'essermi riavvicinata ai genitori e stare con un Bravo Ragazzo.
Però covo tanta rabbia e odio. E lacrime.
Scrivendo, mi sono messa a piangere in due punti: mentre scrivevo della mia bisnonna e mentre scrivevo del mio fidanzato che so benissimo non sono in grado di aiutare.
Sento di avere bisogno di parole sagge e di un aiuto/indirizzamento.
Saluti e grazie molte.
Carla (28 anni)
[#1]
Cara Carla,
da quanto ci dice la sua storia di sofferenza ha radici lontane e la perdita della sola persona che sentiva vicina, la sua bisnonna, ha rappresentato la fine delle sue speranze di essere compresa e accolta da qualcuno.
Aggiunge anche che fin da ragazzina era sempre a casa da sola, che le sue ansie e paure non hanno trovato alcuna risposta e che anzi il suo malessere non è stato visto da nessuno, con il risultato che ha cercato di percorrere tutte le vie che ha potuto per liberarsi dal dolore, ma senza riuscirci.
Farsi maltrattare dal partner per punirsi di qualcosa, in quanto indegna, scappare lontano e poi cercare di aggrapparsi ad una normalità che non è davvero tale (vista la scoperta del disturbo del suo fidanzato e il tentativo di ri-aggrapparsi a quella famiglia che ci dice non averle dato molto sul piano affettivo quando ne aveva bisogno) sono tentativi in parte distruttivi, in parte costruttivi, che non possono consentirle di risolvere il tipo il problema che riferisce.
La bulimia, ma anche e forse soprattutto le difficoltà di relazione, la scarsa o nulla autostima, il bisogno di allontanarsi che si alterna al desiderio di potersi aggrappare a qualcuno sono problemi che necessitano di una seria risposta sul piano psicoterapeutico, e che non potranno essere risolti altrimenti.
Non ha mai pensato di farsi aiutare da uno psicologo?
da quanto ci dice la sua storia di sofferenza ha radici lontane e la perdita della sola persona che sentiva vicina, la sua bisnonna, ha rappresentato la fine delle sue speranze di essere compresa e accolta da qualcuno.
Aggiunge anche che fin da ragazzina era sempre a casa da sola, che le sue ansie e paure non hanno trovato alcuna risposta e che anzi il suo malessere non è stato visto da nessuno, con il risultato che ha cercato di percorrere tutte le vie che ha potuto per liberarsi dal dolore, ma senza riuscirci.
Farsi maltrattare dal partner per punirsi di qualcosa, in quanto indegna, scappare lontano e poi cercare di aggrapparsi ad una normalità che non è davvero tale (vista la scoperta del disturbo del suo fidanzato e il tentativo di ri-aggrapparsi a quella famiglia che ci dice non averle dato molto sul piano affettivo quando ne aveva bisogno) sono tentativi in parte distruttivi, in parte costruttivi, che non possono consentirle di risolvere il tipo il problema che riferisce.
La bulimia, ma anche e forse soprattutto le difficoltà di relazione, la scarsa o nulla autostima, il bisogno di allontanarsi che si alterna al desiderio di potersi aggrappare a qualcuno sono problemi che necessitano di una seria risposta sul piano psicoterapeutico, e che non potranno essere risolti altrimenti.
Non ha mai pensato di farsi aiutare da uno psicologo?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
gentile utente,
gli psicologi aiutano appunto a vedere le cose più chiaramente, a cercare soluzioni positive, a colmare carenze ecc....,
tanto più quest'opera è svolta dagli psicoterapeuti e a volte la soluzione ai problemi non è così difficile e lontana da trovare, soprattutto se è sufficiente lavorare sui modi con cui si percepisce la realtà, sulle relazioni e non necessitino dei cambiamenti drastici nella vita quotidiana.
gli psicologi aiutano appunto a vedere le cose più chiaramente, a cercare soluzioni positive, a colmare carenze ecc....,
tanto più quest'opera è svolta dagli psicoterapeuti e a volte la soluzione ai problemi non è così difficile e lontana da trovare, soprattutto se è sufficiente lavorare sui modi con cui si percepisce la realtà, sulle relazioni e non necessitino dei cambiamenti drastici nella vita quotidiana.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.3k visite dal 15/04/2013.
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