Problema scatti d'ira
Gentili dottori,
sono fidanzata con un ragazzo da ormai quasi 3 anni e stiamo ristrutturando casa per poter andare a vivere insieme.
Lui è molto buono, non farebbe male a una mosca.
Soffre, esattamente come me, di doc, però siamo complementari: lui ha il doc da contaminazione e a volte crede che alcune persone portino "male" mentre io quelle ossessioni sono le uniche che non ho mai avuto!
C'è una cosa di lui che non so come affrontare. Ha numerosi scatti d'ira. Per numerosi intendo che basta poco perché si infiammi, spesso mi risponde male magari urlando ma lo lascio fare perché so che è così e soprattutto perché dopo poco torna assolutamente lucido (anzi, certe volte sembra che lo sfogo gli serva per acquistare forza per affrontare situazioni difficili).
A volte capita però che mi faccia prendere dal panico e, non so se per "merito" delle mie ossessioni o che altro, ho una terribile paura che lui diventi "violento". Sono particolarmente di questa idea adesso, dopo un episodio che è successo giusto ieri.
Eravamo in macchina e gli ho fatto sbagliare strada e ci siamo ritrovati bloccati nel traffico con il serbatoio quasi a secco! Lui ha dato in escandescenze dandomi la colpa dell'accaduto (e su questo direi che avesse pienamente ragione!). Ma la cosa che mi ha dato più fastidio, è che mi ha colpito con il pugno chiuso sulla gamba facendomi un po' male. Non è stato molto forte ma ha innescato in me, oltre che un pianto a dirotto (un po' come fanno i bambini quando vengono sculacciati.. non è il dolore a farli piangere ma il gesto), tutta una serie di pensieri, sul fatto che lui potrebbe non essere la persona giusta e che poteva anche prendermi e farmi del male davvero. Dopo il pugnetto la sua reazione è stata ancora peggiore e ha iniziato a dire "io t'ammazzo!" e che voleva smetterla e che da quel momento era finita... tutto perché avevo sbagliato strada! Parlandone poi dopo, una volta a casa e tornati "tranquilli" mi ha spiegato che diceva di voler farla finita perché ha avuto paura della sua stessa reazione (doc aggressivo?)
C'è da dire però che anche io, mi ha fatto notare, a volte non reagisco bene. E proprio ieri mattina gli ho tirato uno schiaffo, perché aveva detto una cosa su una persona a me cara, ma stava scherzando e io non avevo capito lo scherzo.
Per il resto stiamo benissimo insieme, condividiamo tante cose. Ma spesso ci troviamo invischiati in discussioni che sfociano in pianto e crisi... non voglio più che sia così!
Io sono in cura da anni da una psicoterapeuta ma lui non so come reagirebbe se gli chiedessi di farsi aiutare.
Ho intenzione di raccontare tutto in terapia, ma come posso comportarmi nel frattempo? Secondo voi anche il fatto di aver paura che lui mi possa far male è doc? Ci penso in continuazione...
Pensavo che poteva essere una buona idea creare con lui una specie di quaderno dove annotare tutti i comportamenti sia miei che suoi che ci danno fastidio. Che ne pensate? Può aiutare?
sono fidanzata con un ragazzo da ormai quasi 3 anni e stiamo ristrutturando casa per poter andare a vivere insieme.
Lui è molto buono, non farebbe male a una mosca.
Soffre, esattamente come me, di doc, però siamo complementari: lui ha il doc da contaminazione e a volte crede che alcune persone portino "male" mentre io quelle ossessioni sono le uniche che non ho mai avuto!
C'è una cosa di lui che non so come affrontare. Ha numerosi scatti d'ira. Per numerosi intendo che basta poco perché si infiammi, spesso mi risponde male magari urlando ma lo lascio fare perché so che è così e soprattutto perché dopo poco torna assolutamente lucido (anzi, certe volte sembra che lo sfogo gli serva per acquistare forza per affrontare situazioni difficili).
A volte capita però che mi faccia prendere dal panico e, non so se per "merito" delle mie ossessioni o che altro, ho una terribile paura che lui diventi "violento". Sono particolarmente di questa idea adesso, dopo un episodio che è successo giusto ieri.
Eravamo in macchina e gli ho fatto sbagliare strada e ci siamo ritrovati bloccati nel traffico con il serbatoio quasi a secco! Lui ha dato in escandescenze dandomi la colpa dell'accaduto (e su questo direi che avesse pienamente ragione!). Ma la cosa che mi ha dato più fastidio, è che mi ha colpito con il pugno chiuso sulla gamba facendomi un po' male. Non è stato molto forte ma ha innescato in me, oltre che un pianto a dirotto (un po' come fanno i bambini quando vengono sculacciati.. non è il dolore a farli piangere ma il gesto), tutta una serie di pensieri, sul fatto che lui potrebbe non essere la persona giusta e che poteva anche prendermi e farmi del male davvero. Dopo il pugnetto la sua reazione è stata ancora peggiore e ha iniziato a dire "io t'ammazzo!" e che voleva smetterla e che da quel momento era finita... tutto perché avevo sbagliato strada! Parlandone poi dopo, una volta a casa e tornati "tranquilli" mi ha spiegato che diceva di voler farla finita perché ha avuto paura della sua stessa reazione (doc aggressivo?)
C'è da dire però che anche io, mi ha fatto notare, a volte non reagisco bene. E proprio ieri mattina gli ho tirato uno schiaffo, perché aveva detto una cosa su una persona a me cara, ma stava scherzando e io non avevo capito lo scherzo.
Per il resto stiamo benissimo insieme, condividiamo tante cose. Ma spesso ci troviamo invischiati in discussioni che sfociano in pianto e crisi... non voglio più che sia così!
Io sono in cura da anni da una psicoterapeuta ma lui non so come reagirebbe se gli chiedessi di farsi aiutare.
Ho intenzione di raccontare tutto in terapia, ma come posso comportarmi nel frattempo? Secondo voi anche il fatto di aver paura che lui mi possa far male è doc? Ci penso in continuazione...
Pensavo che poteva essere una buona idea creare con lui una specie di quaderno dove annotare tutti i comportamenti sia miei che suoi che ci danno fastidio. Che ne pensate? Può aiutare?
[#1]
Gentile Utente,
da quanto ci dice sembra che entrambi siate in difficoltà nel gestire le emozioni legate alla rabbia ed è possibile che il cambiamento di vita che vi attende abbia un ruolo in tutto ciò, essendo presumibilmente fonte di ansia e stress per entrambi.
Questo può sicuramente portare ad un peggioramento della sintomatologia e a difficoltà nella gestione delle emozioni prima meno accentuate, ma non mi è chiaro se la diagnosi che lei riferisce riguardo al suo fidanzato è stata posta da specialisti o se è una sua ipotesi che il suo disturbo sia di quel tipo e che entrambi abbiate quindi il medesimo problema.
Vorrei anche chiederle che tipo di terapia sta facendo e se assume dei farmaci.
Può chiarire questi punti?
da quanto ci dice sembra che entrambi siate in difficoltà nel gestire le emozioni legate alla rabbia ed è possibile che il cambiamento di vita che vi attende abbia un ruolo in tutto ciò, essendo presumibilmente fonte di ansia e stress per entrambi.
Questo può sicuramente portare ad un peggioramento della sintomatologia e a difficoltà nella gestione delle emozioni prima meno accentuate, ma non mi è chiaro se la diagnosi che lei riferisce riguardo al suo fidanzato è stata posta da specialisti o se è una sua ipotesi che il suo disturbo sia di quel tipo e che entrambi abbiate quindi il medesimo problema.
Vorrei anche chiederle che tipo di terapia sta facendo e se assume dei farmaci.
Può chiarire questi punti?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Salve!
Il mio problema è stato diagnosticato dalla mia psicoterapeuta, anche se all'inizio ero andata per curare attacchi di panico e fobie (che non si sono più ripresentati).
La diagnosi che riferisco del mio fidanzato, ha ragione, non è al 100% veritiera. Nel senso che forse con un occhio attento ormai riconosco certi sintomi, ma nessuno ha mai diagnosticato il suo problema perché non è mai stato accentuato come il mio e comunque proviene da quelle famiglie dove andare dallo psicologo o psicoterapeuta è ritenuto poco importante per cui non ha mai pensato un solo attimo di andarci.
Sto facendo psicoterapia ma adesso le visite si sono fatte più rade perché i miei momenti di "crisi" si sono diluiti nel tempo. Si presentano principalmente quando sono sotto stress.
Non ho mai assunto farmaci salvo qualche ansiolitico al bisogno perché quando ho iniziato la terapia ho voluto provare a fare senza e piano piano sono riuscita comunque a farcela.
Gli unici farmaci che prende il mio fidanzato invece delle compresse prescritte dal suo medico curante per calmarlo quando non riesce a dormire la notte (soffre di insonnia quando è particolarmente stressato), ma non so che tipo di medicine sono, forse semplici ansiolitici anche quelli.
Il mio problema è stato diagnosticato dalla mia psicoterapeuta, anche se all'inizio ero andata per curare attacchi di panico e fobie (che non si sono più ripresentati).
La diagnosi che riferisco del mio fidanzato, ha ragione, non è al 100% veritiera. Nel senso che forse con un occhio attento ormai riconosco certi sintomi, ma nessuno ha mai diagnosticato il suo problema perché non è mai stato accentuato come il mio e comunque proviene da quelle famiglie dove andare dallo psicologo o psicoterapeuta è ritenuto poco importante per cui non ha mai pensato un solo attimo di andarci.
Sto facendo psicoterapia ma adesso le visite si sono fatte più rade perché i miei momenti di "crisi" si sono diluiti nel tempo. Si presentano principalmente quando sono sotto stress.
Non ho mai assunto farmaci salvo qualche ansiolitico al bisogno perché quando ho iniziato la terapia ho voluto provare a fare senza e piano piano sono riuscita comunque a farcela.
Gli unici farmaci che prende il mio fidanzato invece delle compresse prescritte dal suo medico curante per calmarlo quando non riesce a dormire la notte (soffre di insonnia quando è particolarmente stressato), ma non so che tipo di medicine sono, forse semplici ansiolitici anche quelli.
[#3]
Penso che sia davvero il caso di capire quale sia la situazione del suo fidanzato, anche in considerazione della svolta aggressiva che ci ha riportato.
Se avete in progetto un futuro assieme è importante che questo aspetto sia chiarito e che lui chieda aiuto di conseguenza.
Riguardo a lei, invece, mi sembra che la sua percezione sia quella di non essere affatto guarita o in via di guarigione, visto che ha detto:
"Soffre, esattamente come me, di doc,"
Ha fatto una vera e propria psicoterapia o solo dei colloqui di sostegno?
Se avete in progetto un futuro assieme è importante che questo aspetto sia chiarito e che lui chieda aiuto di conseguenza.
Riguardo a lei, invece, mi sembra che la sua percezione sia quella di non essere affatto guarita o in via di guarigione, visto che ha detto:
"Soffre, esattamente come me, di doc,"
Ha fatto una vera e propria psicoterapia o solo dei colloqui di sostegno?
[#4]
Utente
Buongiorno.
Sono guarita dagli attacchi di panico perché fondamentalmente non ne ho più avuti, ma il doc ogni tanto stagionalmente si ripresenta, sebbene non con la frequenza di prima.
Ho fatto psicoterapia. Da un po' di tempo a questa parte facciamo dei colloqui una volta ogni 3-4 settimane perché gli argomenti e le ansie si sono esaurite.
Ho intenzione di parlare con il mio ragazzo e affrontare la situazione in maniera tale che non si arrivi più ad esasperarci per un nulla.
Non si può essere felici e spensierati tutto il giorno e un minuto dopo ritrovarsi nell'incubo più totale.
Pensa tuttavia che la mia ansia attuale derivi sempre dai miei disturbi di doc?
Stamani appena alzata ho vomitato, me lo fa sempre al culmine di una crisi, poi mi calmo e pian piano mi passa.
Grazie del suo supporto.
Sono guarita dagli attacchi di panico perché fondamentalmente non ne ho più avuti, ma il doc ogni tanto stagionalmente si ripresenta, sebbene non con la frequenza di prima.
Ho fatto psicoterapia. Da un po' di tempo a questa parte facciamo dei colloqui una volta ogni 3-4 settimane perché gli argomenti e le ansie si sono esaurite.
Ho intenzione di parlare con il mio ragazzo e affrontare la situazione in maniera tale che non si arrivi più ad esasperarci per un nulla.
Non si può essere felici e spensierati tutto il giorno e un minuto dopo ritrovarsi nell'incubo più totale.
Pensa tuttavia che la mia ansia attuale derivi sempre dai miei disturbi di doc?
Stamani appena alzata ho vomitato, me lo fa sempre al culmine di una crisi, poi mi calmo e pian piano mi passa.
Grazie del suo supporto.
[#5]
"Sono guarita dagli attacchi di panico perché fondamentalmente non ne ho più avuti, ma il doc ogni tanto stagionalmente si ripresenta"
L'attacco di panico è una manifestazione d'ansia che può essere presente o assente indipendentemente dal fatto che il disturbo d'ansia sia stato curato.
E' solo un sintomo.
E' possibile che il lavoro terapeutico che ha svolto sia stato troppo superficiale e non abbia risolto il problema, ma l'abbia solo attenuato, e in questo senso le consiglio sicuramente di cambiare approccio facendosi seguire da uno psicoterapeuta di diverso orientamento (il mio suggerimento è di contattare un professionista che eroghi una psicoterapia psicodinamica/psicoanalitica).
Quanto lei ci dice sul suo ragazzo:
"Non si può essere felici e spensierati tutto il giorno e un minuto dopo ritrovarsi nell'incubo più totale"
può far ipotizzare che soffra di un disturbo dell'umore, che gli potrebbe provocare questi sbalzi, ma la compresenza di ossessioni rende anche plausibile che soffra di un disturbo che può portare sia a sintomi ansiosi che a sintomi depressivi.
Questo deve essere accertato per il bene di entrambi e per evitare che la situazione degeneri, quindi le consiglio di sottoporgli delle condizioni molto precise per continuare a pensare ad un futuro insieme.
L'attacco di panico è una manifestazione d'ansia che può essere presente o assente indipendentemente dal fatto che il disturbo d'ansia sia stato curato.
E' solo un sintomo.
E' possibile che il lavoro terapeutico che ha svolto sia stato troppo superficiale e non abbia risolto il problema, ma l'abbia solo attenuato, e in questo senso le consiglio sicuramente di cambiare approccio facendosi seguire da uno psicoterapeuta di diverso orientamento (il mio suggerimento è di contattare un professionista che eroghi una psicoterapia psicodinamica/psicoanalitica).
Quanto lei ci dice sul suo ragazzo:
"Non si può essere felici e spensierati tutto il giorno e un minuto dopo ritrovarsi nell'incubo più totale"
può far ipotizzare che soffra di un disturbo dell'umore, che gli potrebbe provocare questi sbalzi, ma la compresenza di ossessioni rende anche plausibile che soffra di un disturbo che può portare sia a sintomi ansiosi che a sintomi depressivi.
Questo deve essere accertato per il bene di entrambi e per evitare che la situazione degeneri, quindi le consiglio di sottoporgli delle condizioni molto precise per continuare a pensare ad un futuro insieme.
[#6]
Utente
Salve!
A dire il vero, con la mia psico mi trovo molto bene.
Sono anni che sono in cura, con le mie fasi alterne.
Forse ha ragione lei, mi sta facendo bene ma non è stata totalmente efficace.
Ho sempre pensato che il doc e le crisi d'ansia non siano guaribili mai al 100% e ogni tanto, sporadicamente, si tende a ricascarci, perché è la natura stessa mia, della mia persona che è così, che mi porta a formulare pensieri e avere una sensibilità più marcata rispetto ad altri.
Sono in un periodo di confusione.
Lei ci consiglierebbe eventualmente una terapia di coppia? Sarebbe possibile?
A qualche giorno dal "fattaccio" sento tuttavia migliorata la mia ansia e anche il gesto che mi ha dato fastidio l'ho ridimensionato nel contesto in cui ci trovavamo.
Non so se è un bene o un male ma mi fa pensare che forse sono anche io che ingigantisco le cose quando mi faccio prendere dal panico (se un problema c'è non bisogna far finta di niente, ma neppure aumentarlo).
A dire il vero, con la mia psico mi trovo molto bene.
Sono anni che sono in cura, con le mie fasi alterne.
Forse ha ragione lei, mi sta facendo bene ma non è stata totalmente efficace.
Ho sempre pensato che il doc e le crisi d'ansia non siano guaribili mai al 100% e ogni tanto, sporadicamente, si tende a ricascarci, perché è la natura stessa mia, della mia persona che è così, che mi porta a formulare pensieri e avere una sensibilità più marcata rispetto ad altri.
Sono in un periodo di confusione.
Lei ci consiglierebbe eventualmente una terapia di coppia? Sarebbe possibile?
A qualche giorno dal "fattaccio" sento tuttavia migliorata la mia ansia e anche il gesto che mi ha dato fastidio l'ho ridimensionato nel contesto in cui ci trovavamo.
Non so se è un bene o un male ma mi fa pensare che forse sono anche io che ingigantisco le cose quando mi faccio prendere dal panico (se un problema c'è non bisogna far finta di niente, ma neppure aumentarlo).
[#7]
Da quanti anni è in cura?
Che tipo di psicoterapia sta facendo?
Non è vero che dall'ansia non si guarisce e che si può solo imparare a gestirla: per farle un esempio, dal punto di vista psicodinamico l'ansia deriva da conflitti inconsci e facedo emergere e risovendo questi conflitti non sarà più presente.
Per quanto riguarda il suo ragazzo, se è passato dalle sole parole aggressive ai fatti e alle minacce ("Dopo il pugnetto la sua reazione è stata ancora peggiore e ha iniziato a dire "io t'ammazzo!" e che voleva smetterla e che da quel momento era finita... tutto perché avevo sbagliato strada!") siamo in presenza di un'evoluizone negativa che lei non può trascurare.
Il pugno e la minaccia di morte devono esere considerati con la serietà che meritano sia di per sè stessi, sia perchè vedendo che lei non reagisce fermamente lui potrebbe anche fare di peggio, la prossima volta che si arrabbierà.
Se lui sa di soffrire di un disturbo psicologico/psichiatrico ha il dovere morale di farsi aiutare, soprattutto nel momento in cui diventa aggressivo e potenzialmente pericoloso per la donna che dice di volere nel proprio futuro.
Se lui non sente questo dovere spetta a lei imporgli una scelta e una decisione in tal senso.
Che tipo di psicoterapia sta facendo?
Non è vero che dall'ansia non si guarisce e che si può solo imparare a gestirla: per farle un esempio, dal punto di vista psicodinamico l'ansia deriva da conflitti inconsci e facedo emergere e risovendo questi conflitti non sarà più presente.
Per quanto riguarda il suo ragazzo, se è passato dalle sole parole aggressive ai fatti e alle minacce ("Dopo il pugnetto la sua reazione è stata ancora peggiore e ha iniziato a dire "io t'ammazzo!" e che voleva smetterla e che da quel momento era finita... tutto perché avevo sbagliato strada!") siamo in presenza di un'evoluizone negativa che lei non può trascurare.
Il pugno e la minaccia di morte devono esere considerati con la serietà che meritano sia di per sè stessi, sia perchè vedendo che lei non reagisce fermamente lui potrebbe anche fare di peggio, la prossima volta che si arrabbierà.
Se lui sa di soffrire di un disturbo psicologico/psichiatrico ha il dovere morale di farsi aiutare, soprattutto nel momento in cui diventa aggressivo e potenzialmente pericoloso per la donna che dice di volere nel proprio futuro.
Se lui non sente questo dovere spetta a lei imporgli una scelta e una decisione in tal senso.
[#8]
Utente
Anch'io però allora sono pericolosa per lui, perché in certi momenti gli ho tirato oggetti e gli ho tirato uno schiaffo senza un motivo valido (e anche se c'era non è mai giustificato).
Le sue "minacce" so che sono innocue, mi ha detto quante mai volte "ci prendiamo un periodo di pausa" oppure "adesso è finita"... e dopo 10 minuti o un'ora torna tutto coccoloso. Mi viene il dubbio quasi che me le dica perché si voglia far dire il contrario.
Di certo alla minaccia di morte non ho reagito bene... e voglio assolutamente che non si verifichi più.
Quando litighiamo è sempre un'escalation.
Si parte dal non capirsi, poi all'urlare e poi uno dei due fa un gesto inconsulto... ad esempio io mi metto a piangere a dirotto o gli tiro qualcosa. E a quel punto le acque si calmano, tutto torna normale.
Sono in cura dal 2005.
Non so come si chiama la mia psicoterapia, ma ho scavato dentro di me e sono venute fuori cose arrivando fino all'infanzia.
Le sue "minacce" so che sono innocue, mi ha detto quante mai volte "ci prendiamo un periodo di pausa" oppure "adesso è finita"... e dopo 10 minuti o un'ora torna tutto coccoloso. Mi viene il dubbio quasi che me le dica perché si voglia far dire il contrario.
Di certo alla minaccia di morte non ho reagito bene... e voglio assolutamente che non si verifichi più.
Quando litighiamo è sempre un'escalation.
Si parte dal non capirsi, poi all'urlare e poi uno dei due fa un gesto inconsulto... ad esempio io mi metto a piangere a dirotto o gli tiro qualcosa. E a quel punto le acque si calmano, tutto torna normale.
Sono in cura dal 2005.
Non so come si chiama la mia psicoterapia, ma ho scavato dentro di me e sono venute fuori cose arrivando fino all'infanzia.
[#9]
Una cosa non esclude l'altra, ma penso che lui (in quanto uomo) possa farle molto più male di quanto possa fargliene lei (che dai dati che ha inserito non risulta essere un colosso) e, soprattutto, lei è in terapia e sta affrontando le sue difficoltà, mentre lui no.
Per quanto riguarda la psicoterapia se la situazione dopo 8 anni è ancora questa le consiglio di pensare di proseguire con qualcun'altro.
Il percorso che sta effettuando dal 2005 può esserle stato molto utile, ma può essersi esaurito e non avere altro da darle.
Penso che le sue difficoltà possano non essere adeguatamente trattate se lei si ritene ancora affetta da un disturbo preciso (ne parla al presente: "Soffre, esattamente come me, di doc") e il rapporto di coppia è quello che ci descrive.
Per quanto riguarda la psicoterapia se la situazione dopo 8 anni è ancora questa le consiglio di pensare di proseguire con qualcun'altro.
Il percorso che sta effettuando dal 2005 può esserle stato molto utile, ma può essersi esaurito e non avere altro da darle.
Penso che le sue difficoltà possano non essere adeguatamente trattate se lei si ritene ancora affetta da un disturbo preciso (ne parla al presente: "Soffre, esattamente come me, di doc") e il rapporto di coppia è quello che ci descrive.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 8.6k visite dal 15/04/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.