Sogni, buio

Egregi Signori Dottori,
sono un uomo di 37 anni, con una vita normale alle spalle, presente e futura.
Possiedo un buon lavoro (li ho sempre cambiati e trovati da solo), sono un Partenopeo emigrato a Brindisi, convivo con la mia fidanzata, sono circondato, da sempre, da ottime persone e quando non è stato così sono riuscito ad allontanarle: insomma una vita normale.
Non faccio uso di sostanze stupefacenti, non ho mai provato nemmeno uno spinello, e non tocco una sigaretta da quasi dieci anni.
Fin da piccolo ho sempre avuto tanta paura del buio, paura che tutt'oggi mi porto dietro in forma più lieve.
In una situazione di buio assoluto, trovandomi da solo, cerco un interruttore, non sempre però. Riesco anche a dormire da solo al buio, in passato ho vissuto da solo, addirittura lo cerco per dormire meglio.
Forse, più che del buio, mi turba il senso di solitudine.
In più, dall'età di circa 15-16 anni ho cominciato ad avere incubi anche pesanti, in quanto mi sveglio di soprassalto con urla spaventose da spaventare a mia volta chi si trova in casa con me.
Tengo a precisare che non ricordo mai cosa ho sognato e tali incubi ricorrono almeno 2-3 se non 4 volte alla settimana (anche 2 volte durante la stessa notte).
Ora convivo, la mia fidanzata mi adora, siamo cattolici praticanti e appena ci sistemeremo col lavoro ci sposeremo.
Non capisco cosa possa turbarmi in tal modo da essere così spaventato al buio (comunque gestibile con la luce) e durante la fase di sogno.
Ho accennato alle mie credenze religiose poichè per cultura e per fede ne sono immerso fin dalla tenera età.
Mi hanno sempre accennato all'esistenza del Bene e del Male, ossia all'esistenza di un Dio meravigiosamente buono e del Diavolo.
Proprio di quest'ultimo ho sempre avuto paura.
Però pur essendo un semplice diplomato non è mai mancata in me la curiosità di documentarmi presso sacerdoti o con libri al riguardo, pertanto so per certo che nel nostro piccolo abbiamo, contro le presenze negative, armi potentissime: la fede e la preghiera.
Fin da piccolo sono stato un bimbo studioso, litigioso e amico di tutti, sgridato e scappellottato e premiato.
I miei genitori sono stati persone tanto severe quanto permissive.
A quattro anni e mezzo morì la nonna materna: ringrazio Dio e mia madra per avermi concesso di darle l'ultimo bacio e altrettanto ringrazio mio padre, che mi spiegò con parole molto semplici che la nonna era con Gesù.
Ho due sorelle gemelle nate quando avevo 5 anni.
Probabilmente c'è stata un po' di rivalità nei loro confronti da parte mia, però le ho sempre voluto un mondo di bene e oggi ci adoriamo.
La mia fidanzata ed io con le reciproche famiglie andiamo molto d'accordo e anche se emerge qualche screzio cerchiamo sempre di risolvere nell'immediato.
Credo, quindi, di aver vissuto e di vivere una vita normale.
Vi chiedo dunque, da dove e/o da cosa devo cominciare a ricordare per risalire a queste fobie?

Vi ringrazio per l'attenzione e per le risposte che arriveranno.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

senza allargare troppo il quadro, credo che la paura del buio, comune a tanti bimbi, non sia semplicemente mai stata affrontata.
E' possibile imparare a superare una fobia, attraverso tecniche specifiche e psicoterapie brevi, come ad es. la cognitivo-comportamentale.


Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Geniale utente,
Se il suo disagio le sta creando limitazioni, affrontare la fobia sarebbe risolutivo. Lei mostra un buon esame di realtà per cui credo che potrebbe in un tempo ragionevolmente breve superare tale problematica. Da quello che scrive, sembrerebbe anche che vi sia una certa tendenza all'ansia che lei controlla bene di giorno, ma fuoriesce di notte in un sonno non ristoratore. Ciò le consente di vivere con efficienza la realtà ma non con quella serenità e spensieratezza che sarebbero auspicabili. Quanta influenza pensa che l'educazione religiosa possa avere nella sua vita attuale? Come vive la sessualità con la sua compagna alla luce dei suoi principi religiosi? E l'emozione della rabbia, che posto occupa nella sua vita?
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
Ringrazio tantissimo per le immediate risposte entrambe le dottoresse.
Vorrei far presente che pur se sono in conflitto l'educazione religiosa con la vita sessuale, ho rapporti completi e parimenti dolcissimi con la mia compagna. Ovviamente, pur partecipando alla messa domenicale e ad attività formative, non prendiamo l'eucarestia.
Il mio lavoro, nonchè la mia vita è stata ed è attualmente una vita stressante, ma la considero una vita normale: studio, punizioni, disoccupazione, lavoro.
La mia eventuale rabbia la sfogo al momento oppure cerco di contenerla, dipende ovviamente dal contesto, ma, comunque, in qualsiasi contesto riesco ad esprimermi, a far valere i miei principi e a mettermi in gioco.
In tutto questo vorrei far presente che questi incubi durano da anni, per essere precisi dall'età di 14-15 anni, età in cui non convivevo, iniziavo le scuole superiori e frequentavo saltuariamente la chiesa.
Grazie ancora.
[#4]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Utente,
Forse ho capito male, lei ha scritto: studio, punizioni, disoccupazione, lavoro? Mi colpisce soprattutto il termine "punizioni". Cosa intende? Indica l'età di 14-15 anni coma data di inizio: c'è qualche avvenimento particolare? Era sottoposto a una rigorosa disciplina? Dice che i suoi erano severi e permissivi, che la sua impostazione religiosa era basata sulla contrapposizione di bene e male e queste opposizioni sembrano ripresentarsi attualmente tra il giorno, dove tutto e' prevedibile, sotto controllo e "normale" e la notte, che appare agitata e tormentata. Forse, ma è solo un suggerimento, una valutazione psicologica potrebbe aiutarla specificamente nel raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1. Comprendere la causa della discrepanza
2. Individuare la specifica fobia e mettere in atto una serie di comportamenti adeguati a fronteggiarla e superarla. Lo dico proprio in considerazione del fatto che lei appare una persona preparata, responsabile, molto seriamente motivata a capire quello che le succede e molto attento a dare il meglio di se' nell'attuale relazione con la sua compagna.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
[#5]
Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
grazie ancora per l'immediata risposta.
vorrei essere più preciso:
la scuola superiore era in città ed io abitavo in paese, quindi è stato molto faticoso prendere il diploma, mi svegliavo alle 5:00 del mattino;
le punizioni che mi venivano date, scappellotti o sgridate a parte, non sono mai state pesantissime, hanno avuto il loro peso tale da rendermi una persona equilibrata;
disoccupazione e lavoro, dopo i 28 anni, hanno rappresentato un grande dilemma: a Napoli vigono principi di sfruttamento e mancata retribuzione, che singolarmente o in coppia destano non poche incertezze, ma sono sempre riuscito "con le mie sole forze" a cambiare lavoro e a trovarlo, ed ora sono un costruttore aeronautico felice.
tra i 15-16 anni ho vissuto in una zona del mio paese in cui piacevo ad alcune ragazzine. quando cambiammo casa, sempre nello stesso paese, cominciarono telefonate anonime a scopo estorsivo e con minacce di morte, da parte di ragazzi che sostenevano che io avessi addirittura abusato delle ragazzine di cui sopra.
denunciammo la cosa ai carabinieri anonimamente, incontrai dette persone in strada, dalle quali ricevetti minacce ma fisicamente non è mai successo nulla.
nel frattempo i miei genitori mi incoraggiavano a non aver paura e a sminuire l'accaduto, ma loro erano comunque molto vigili e presenti nella mia vita.
Le incontrai nuovamente all'età di circa 18 anni, con mio padre, e il tutto fu liquidato con una chiacchierata.
tre anni di terrore durante i quali all'età di 16 anni pensando di avere la vocazione sacerdotale cominciai a frequentare i salesiani.
forse volevo fuggire dal contesto nel quale ero immerso o forse da miscredente mi stavo semplicemente riaccostando alla fede o più semplicemente volevo fuggire da una realta paesana che ho sempre considerato gretta e ignorante.
dicevano di me che la mia era una fede immensa, mai vista prima, ma analizzandomi riuscii a capire che non era quella la mia strada, ne tantomeno il mio desiderio, tant'è vero che oggi sono un compagno felicissimo e spero di sposare al più presto.
questi 2 sono stati gli avvenimenti più significativi della mia infanzia.
però non ricordo se prima, durante o dopo questi, e se in sogno, vidi il diavolo mentreero a letto di notte, il quale mi disse che mi avrebbe disturbato per tanto tempo.
da alcuni flash back dei miei sogni, mi capita di sognare la Madonna che talvolta assume sembianze demoniache o personaggi che assumono comportamenti da film horror.
cara dottoressa, questo è + o -, in soldoni, quanto ricordo, a parte una caduta da un primo piano, dalla quale ne sono uscito indenne, all'età di circa 6 anni .
mi reputo una persona felice e serena, non gioco mai al superenalotto perchè ho vinto già con un buon lavoro in tempo di crisi.
le chiedo esiste la reale possibilità di risalire a cosa mi turba? l'ipnosi potrebbe aiutarmi?
esiste qualcuno a brindisi che faccia al mio caso?
[#6]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Utente,
La storia che racconta e' di per se' piuttosto traumatica. Credo che non sia facile per un ragazzo ricevere minacce come quelle a cui si riferisce. La cosiddetta vocazione al sacerdozio, come lei ha già individuato, sembra essere stata la risposta, devo dire adattiva in quel momento,della ricerca di protezione. Ora, gli incubi di cui soffre insistentemente sembrano ricondursi al "terrore" di cui parla, molto probabilmente non del tutto elaborato a livello psichico. Lei ha fatto moltissimo nella vita e ha messo in atto molte strategie vincenti, mostrando solidità e fermezza, ma c'e' qualcosa della sua adolescenza che preme per avere attenzione. Elaborare i vecchi avvenimenti vissuti o percepiti come traumatici e' un lavoro psichico intenso che richiede coraggio e determinazione, oltre a capacità introspettive. Non può essere fatto da solo. C'è' bisogno di un "compagno di viaggio" metaforicamente parlando che la accompagni. Credo che, anche su questo sito, potrebbe vedere psicologi/Psicoterapeuti della sua zona. L'ipnosi, di cui lei parla, soprattutto quella regressiva, necessita di una persona molto competente e, comunque, non va bene per tutti i casi. Ogni caso deve avere una valutazione accurata e basata su alcuni colloqui preliminari. La riattivazione di vecchie memorie, soprattutto traumatiche, e' un lavoro delicato e non va fatto in prima battuta. Ci si può arrivare, in alcune specifiche psicoterapie, dopo un processo ben condotto e nell'ambito di una relazione solida, empatica e professionale.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico