Paura di essere gay in un bambino
Salve sono mamma di un bambino di appena 10 anni che ha l'ossessione di diventare gay.
E' una paura che lo sta disturbando moltissimo,non sorride piu' a volte piange e non riesco a rasserenarlo.
E' stato sempre un bamibino con problemi,da piccolo strillava ogni notte fino all'eta' di tre anni e mezzo, ha avuto il terrore della strega,delle malattie, dei microbi che possono causarle,della morte perche' purtoppo ha assistito in nave, quando aveva 7 anni al rientro da una vacanza, alla morte di un vicino di cabina
Dopo l'episodio ho dovuto portarlo da una psicologa perche' non dormiva piu' ed era terrorizzato all'idea che la morte improvvisa potesse capitare a tutti.
Ora e' ossessionato da questa nuova paura cerco in tutti i modi di tranqullizarlo,dicendogli che e' un bamino normalissimo, che non ha mai avuto tendenze femminili,eppure non so piu' che fare.
E' una paura che lo sta disturbando moltissimo,non sorride piu' a volte piange e non riesco a rasserenarlo.
E' stato sempre un bamibino con problemi,da piccolo strillava ogni notte fino all'eta' di tre anni e mezzo, ha avuto il terrore della strega,delle malattie, dei microbi che possono causarle,della morte perche' purtoppo ha assistito in nave, quando aveva 7 anni al rientro da una vacanza, alla morte di un vicino di cabina
Dopo l'episodio ho dovuto portarlo da una psicologa perche' non dormiva piu' ed era terrorizzato all'idea che la morte improvvisa potesse capitare a tutti.
Ora e' ossessionato da questa nuova paura cerco in tutti i modi di tranqullizarlo,dicendogli che e' un bamino normalissimo, che non ha mai avuto tendenze femminili,eppure non so piu' che fare.
[#1]
Gentile Signora,
è stato il bambino a parlargliene spontaneamente? Oltre a cercare di rassicurarlo che secondo Lei non sarà così, cosa gli ha detto?
In casa in che termini ha sentito parlare di omosessualità? Lei ed il papà avete posizioni condivise in merito?
Tra i vostri parenti e/o amici c'è qualche persona con orientamento omosessuale?
Siete genitori ansiosi?
Quanto tempo è durato l'intervento della psicologa? Come si era trovato con lei il bambino?
Come va suo figlio a scuola? Ha amici? Pratica sport o altre attività extrascolastiche?
Cordialmente,
è stato il bambino a parlargliene spontaneamente? Oltre a cercare di rassicurarlo che secondo Lei non sarà così, cosa gli ha detto?
In casa in che termini ha sentito parlare di omosessualità? Lei ed il papà avete posizioni condivise in merito?
Tra i vostri parenti e/o amici c'è qualche persona con orientamento omosessuale?
Siete genitori ansiosi?
Quanto tempo è durato l'intervento della psicologa? Come si era trovato con lei il bambino?
Come va suo figlio a scuola? Ha amici? Pratica sport o altre attività extrascolastiche?
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile Signora,
cosa succedeva quando suo figlio strillava di notte?
Si è data qualche spiegazione in merito?
Cosa diceva il pediatra?
Come vanno le cose in famiglia? Com'è il clima famigliare?
C'è qualche persona ansiosa in famiglia?
I rapporti tra voi genitori come coppia e tra voi e il bimbo?
E' figlio unico?
Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle dare una risposta più compiuta, pur nei limiti di un consulto on line.
cosa succedeva quando suo figlio strillava di notte?
Si è data qualche spiegazione in merito?
Cosa diceva il pediatra?
Come vanno le cose in famiglia? Com'è il clima famigliare?
C'è qualche persona ansiosa in famiglia?
I rapporti tra voi genitori come coppia e tra voi e il bimbo?
E' figlio unico?
Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle dare una risposta più compiuta, pur nei limiti di un consulto on line.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Gentile utente,
alle domande delle mie colleghe aggiungerei anche: come è stata la gravidanza e il parto? come è stato il periodo dell'allattamento? e dello svezzamento?
Paure varie sono normali intorno ai 5 anni, ma nel suo caso forse ci sono stati dei fattori precoci che le favoriscono e le mantengono anche in periodi successivi.
alle domande delle mie colleghe aggiungerei anche: come è stata la gravidanza e il parto? come è stato il periodo dell'allattamento? e dello svezzamento?
Paure varie sono normali intorno ai 5 anni, ma nel suo caso forse ci sono stati dei fattori precoci che le favoriscono e le mantengono anche in periodi successivi.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#4]
Gentile Signora,
a soli dieci anni, le paure solitamente sono apprese o indotte da un ambiente scolastico per esempio persecutorio.
Siete genitori ansiosi?
Avete mai fatto riflessioni su omosessualità e le sue eventuali problematiche?
Che clima c'è in famiglia, a casa?
a soli dieci anni, le paure solitamente sono apprese o indotte da un ambiente scolastico per esempio persecutorio.
Siete genitori ansiosi?
Avete mai fatto riflessioni su omosessualità e le sue eventuali problematiche?
Che clima c'è in famiglia, a casa?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Vi ringrazio moltissimo per la risposta così sollecita.
Ho cercato di ripercorrere le notti insonni e le sensazioni che provavo, l'incubo dei continui risvegli, non capivo se avesse fame,sete o qualcos'altro.
All'epoca ne parlai con la pediatra di base che, diagnosticando un generico pavor notturno, mi consigliò prima qualche farmaco omeopatico, poi il Noprom, che addirittura sortì quasi un effetto paradosso.
La mia famiglia e' composta da me, mio marito ed un altro figlio di 5 anni più grande.
La gravidanza e' stata piu' o meno normale, il parto e' stato naturale.
Il periodo dell'allattamento e' stato brutto perche' mia madre e'stata malissimo e poi e' morta quando mio figlio aveva appena sei mesi..
In famiglia viviamo un clima abbastanza sereno, pur con un ritmo un po' frenetico.
Cerco di essere vicina ai miei figli,ma lui si lamenta spesso che mi vede poco, così basta un piccolo ritardo per chiamare al lavoro sollecitandomi a rientrare.
Con mio marito lavoriamo quasi tutto il giorno,e rientriamo entrambi verso le 18,30.
Nostro figlio frequenta la quinta elementare col regime del tempo pieno sino alle 16,30, con un profitto globalmente buono.
All'uscita di scuola, accompagnato dalla baby sitter, gioca, a giorni alterni, in una squadretta di calcio e un'altra di basket. Sono buoni, direi normali, i rapporti che ha instaurato con i suoi compagni di entrambe le due squadre.
Io sono una persona molto ansiosa, mio marito meno.
Quando il bambino non e' terrorizzato da qualche nuova paura e' abbastanza sereno, spiritoso e simpatico.
Ha sempre manifestato, sin da piccolo, un'intensa fantasia che gli permetteva di giocare da solo con qualsiasi giocattolo per ore, anche se questo non gli ha mai precluso la capacità ed il piacere di giocare con gli altri bambini e con noi della famiglia.
Quello che ci ha sempre colpito è proprio la sua fantasia, l'attitudine ad elaborare in modo talvolta esagerato quello che vede o sente, che sia un discorso, un programma tv o un evento della giornata: tutto ciò, a quasi undici anni, riesce a interrompergli il sonno facendolo piombare in camera della mamma nel cuore della notte.
Mi ha riferito che questa paura si e' scatenata perchè ha sentito un giocatore che diceva di aver abbandonato il calcio perchè era gay..
In casa, da parte nostra, l'argomento omosessualità non è mai stato nè schivato - per evitare risposte "scomode"- nè tantomeno deriso, anche se invariabilmente il bambino ha sentito in giro le solite logore " battutine " sull'argomento..
Prima di scrivervi l'ho portato dalla pediatra e assieme abbiamo cercato di tranquillizzarlo dicendogli che gli omosessuali sono persone normalissime, che non ci si diventa ma piuttosto si nasce, ma lui continua a dire che ha paura che un giorno possa diventarlo.
Grazie mille ed un cordiale saluto!
Ho cercato di ripercorrere le notti insonni e le sensazioni che provavo, l'incubo dei continui risvegli, non capivo se avesse fame,sete o qualcos'altro.
All'epoca ne parlai con la pediatra di base che, diagnosticando un generico pavor notturno, mi consigliò prima qualche farmaco omeopatico, poi il Noprom, che addirittura sortì quasi un effetto paradosso.
La mia famiglia e' composta da me, mio marito ed un altro figlio di 5 anni più grande.
La gravidanza e' stata piu' o meno normale, il parto e' stato naturale.
Il periodo dell'allattamento e' stato brutto perche' mia madre e'stata malissimo e poi e' morta quando mio figlio aveva appena sei mesi..
In famiglia viviamo un clima abbastanza sereno, pur con un ritmo un po' frenetico.
Cerco di essere vicina ai miei figli,ma lui si lamenta spesso che mi vede poco, così basta un piccolo ritardo per chiamare al lavoro sollecitandomi a rientrare.
Con mio marito lavoriamo quasi tutto il giorno,e rientriamo entrambi verso le 18,30.
Nostro figlio frequenta la quinta elementare col regime del tempo pieno sino alle 16,30, con un profitto globalmente buono.
All'uscita di scuola, accompagnato dalla baby sitter, gioca, a giorni alterni, in una squadretta di calcio e un'altra di basket. Sono buoni, direi normali, i rapporti che ha instaurato con i suoi compagni di entrambe le due squadre.
Io sono una persona molto ansiosa, mio marito meno.
Quando il bambino non e' terrorizzato da qualche nuova paura e' abbastanza sereno, spiritoso e simpatico.
Ha sempre manifestato, sin da piccolo, un'intensa fantasia che gli permetteva di giocare da solo con qualsiasi giocattolo per ore, anche se questo non gli ha mai precluso la capacità ed il piacere di giocare con gli altri bambini e con noi della famiglia.
Quello che ci ha sempre colpito è proprio la sua fantasia, l'attitudine ad elaborare in modo talvolta esagerato quello che vede o sente, che sia un discorso, un programma tv o un evento della giornata: tutto ciò, a quasi undici anni, riesce a interrompergli il sonno facendolo piombare in camera della mamma nel cuore della notte.
Mi ha riferito che questa paura si e' scatenata perchè ha sentito un giocatore che diceva di aver abbandonato il calcio perchè era gay..
In casa, da parte nostra, l'argomento omosessualità non è mai stato nè schivato - per evitare risposte "scomode"- nè tantomeno deriso, anche se invariabilmente il bambino ha sentito in giro le solite logore " battutine " sull'argomento..
Prima di scrivervi l'ho portato dalla pediatra e assieme abbiamo cercato di tranquillizzarlo dicendogli che gli omosessuali sono persone normalissime, che non ci si diventa ma piuttosto si nasce, ma lui continua a dire che ha paura che un giorno possa diventarlo.
Grazie mille ed un cordiale saluto!
[#6]
"Mi ha riferito che questa paura si e' scatenata perchè ha sentito un giocatore che diceva di aver abbandonato il calcio perchè era gay.."
Cara Signora,
da quanto ci dice sembra che suo figlio abbia paura di dover rinunciare a qualcosa che gli piace, più che di poter essere omosessuale.
Ha infatti legato nella sua mente di bambino il concetto "essere gay" a quello "rinunciare al calcio" (= uscire dal gruppo, essere emarginato, smettere di fare ciò che piace ecc.).
Gli avete spiegato che la scelta di quel calcitore non era la sola possibilità e che tanti altri calciatori gay continuano a giocare?
Questa materia è purtroppo argomento di gossip più che di discorsi seri, ma pare che - come in tutti gli sport e in tutti gli ambienti - nel calcio ci sia una certa percentuale di gay che tiene ben nascosta la propria omosessualità e che alcuni di loro facciano in modo di apparire fidanzati ingaggiando ragazze che si prestino a sostenere la parte.
Tornando a suo figlio, visto che ci ha detto che:
"gioca, a giorni alterni, in una squadretta di calcio e un'altra di basket. Sono buoni, direi normali, i rapporti che ha instaurato con i suoi compagni di entrambe le due squadre"
le chiedo se siete sicuri che non ci sia qualche problema nella squadra di calcio e se avete indagato su possibili comportamenti aggressivi o svalutanti di altri suoi compagni di squadra nei suoi confronti.
Può anche aver ascoltato una sola frase "sbagliata" e non essere vittima di qualche comportamento reiterato.
Deve anche sapere che la preoccupazione del suo bambino è una tipica preoccupazione ossessiva che tanti ragazzi e adulti presentano, perciò è possibile che soffra di un disturbo d'ansia.
Dal momento che ci riferisce di soffrire lei per prima di ansia patologica le chiedo se ha fatto qualcosa per porvi rimedio, considerando che la sua ansia può influenzare negativamente il bambino e generare anche in lui un disturbo analogo:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2678-genitori-ansiosi-fanno-figli-ansiosi.html
Cara Signora,
da quanto ci dice sembra che suo figlio abbia paura di dover rinunciare a qualcosa che gli piace, più che di poter essere omosessuale.
Ha infatti legato nella sua mente di bambino il concetto "essere gay" a quello "rinunciare al calcio" (= uscire dal gruppo, essere emarginato, smettere di fare ciò che piace ecc.).
Gli avete spiegato che la scelta di quel calcitore non era la sola possibilità e che tanti altri calciatori gay continuano a giocare?
Questa materia è purtroppo argomento di gossip più che di discorsi seri, ma pare che - come in tutti gli sport e in tutti gli ambienti - nel calcio ci sia una certa percentuale di gay che tiene ben nascosta la propria omosessualità e che alcuni di loro facciano in modo di apparire fidanzati ingaggiando ragazze che si prestino a sostenere la parte.
Tornando a suo figlio, visto che ci ha detto che:
"gioca, a giorni alterni, in una squadretta di calcio e un'altra di basket. Sono buoni, direi normali, i rapporti che ha instaurato con i suoi compagni di entrambe le due squadre"
le chiedo se siete sicuri che non ci sia qualche problema nella squadra di calcio e se avete indagato su possibili comportamenti aggressivi o svalutanti di altri suoi compagni di squadra nei suoi confronti.
Può anche aver ascoltato una sola frase "sbagliata" e non essere vittima di qualche comportamento reiterato.
Deve anche sapere che la preoccupazione del suo bambino è una tipica preoccupazione ossessiva che tanti ragazzi e adulti presentano, perciò è possibile che soffra di un disturbo d'ansia.
Dal momento che ci riferisce di soffrire lei per prima di ansia patologica le chiedo se ha fatto qualcosa per porvi rimedio, considerando che la sua ansia può influenzare negativamente il bambino e generare anche in lui un disturbo analogo:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2678-genitori-ansiosi-fanno-figli-ansiosi.html
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#7]
Gentile Signora,
da quanto riferisce sembrerebbe verosimile che paure e preoccupazioni del suo bimbo possano essere legate all'ansia.
<lui si lamenta spesso che mi vede poco, così basta un piccolo ritardo per chiamare al lavoro sollecitandomi a rientrare...Io sono una persona molto ansiosa, mio marito meno>
I comportamenti e i sintomi dei bambini possono essere meglio letti e decodificati alla luce delle dinamiche relative ai contesti in cui sono calati, in primo luogo la famiglia.
Per questo, dal mio punto di vista, non sottovaluterei l'opportunità di sentire il parere di un terapeuta familiare (sistemico-relazionale), che potrebbe anche darvi indicazioni su come gestire e affrontare in modo efficace le difficoltà di vostro figlio.
Se lo ritiene utile ci può aggiornare in futuro.
Cordialmente
da quanto riferisce sembrerebbe verosimile che paure e preoccupazioni del suo bimbo possano essere legate all'ansia.
<lui si lamenta spesso che mi vede poco, così basta un piccolo ritardo per chiamare al lavoro sollecitandomi a rientrare...Io sono una persona molto ansiosa, mio marito meno>
I comportamenti e i sintomi dei bambini possono essere meglio letti e decodificati alla luce delle dinamiche relative ai contesti in cui sono calati, in primo luogo la famiglia.
Per questo, dal mio punto di vista, non sottovaluterei l'opportunità di sentire il parere di un terapeuta familiare (sistemico-relazionale), che potrebbe anche darvi indicazioni su come gestire e affrontare in modo efficace le difficoltà di vostro figlio.
Se lo ritiene utile ci può aggiornare in futuro.
Cordialmente
[#8]
gentile signora,
la malattia della nonna e l'evento luttuoso avvenuti nei primi sei mesi di vita del bambino, probabilmente hanno lasciato una predisposizione all'ansia destinata comunque, in assenza di altri fattori scatenanti, a diminuire con il tempo e la crescita.
Perciò, in aggiunta alle domande e considerazioni delle colleghe, la inviterei alla pazienza: gli apprendimenti avvenuti nella prima infanzia infatti sono tenaci e una certa vulnerabilità all'ansia, soprattutto se non trattata, resterà probabilmente ancora per molto, anche se andrà diminuendo.
la malattia della nonna e l'evento luttuoso avvenuti nei primi sei mesi di vita del bambino, probabilmente hanno lasciato una predisposizione all'ansia destinata comunque, in assenza di altri fattori scatenanti, a diminuire con il tempo e la crescita.
Perciò, in aggiunta alle domande e considerazioni delle colleghe, la inviterei alla pazienza: gli apprendimenti avvenuti nella prima infanzia infatti sono tenaci e una certa vulnerabilità all'ansia, soprattutto se non trattata, resterà probabilmente ancora per molto, anche se andrà diminuendo.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 9.3k visite dal 13/04/2013.
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