Gestione dei soldi e bugie

Buongiorno,
io peso di essere nella stessa situazioe del fratello della persona che ha scritto questo consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/225243-soldi-e-bugie.html
Dopo innumerevoli bugie a tutti i miei famigliari e a volte anche a me stessa (parliamo di anni di questa situazione) ho visto la situazione precipitare... e mentre prima pensavo che in qualche modo avrei risolto con questi soldi e continuavo a fare debiti per pagare i debiti perchè ormai mi vergogno troppo della situazione che mi è letterlmente sfuggita di mano.
Con la consapevolezza di non voler perdere la mia famiglia e soprattutto mio marito che in tutto questo mi ha aperto gli occhi a più riprese... pensavo di essere migliorata e sono riuscita a pagare quasi tutti i debiti, ma le bugie ormai erano troppe e alla prima occasione di difficoltà invece di parlare ho di nuovo mentito e preso dei soldi non miei, con l'idea di restituirli.. e come al solito non sarei riuscita a fare (questa volta però cosciente che stavo ricadendo nella stessa dinamica, ma incapace di reagire) e questa situazione ha portato anche ad una denuncia con relative conseguenze... che però è stata la cosa che ha fatto uscire tutto allo scoperto... adesso provo due sensazioni, una profonda vergogna e, in qualche modo,un sollievo per il fatto che tutto questo sia finalmente venuto fuori, anche se so' che la strada sarà dura, molto dura, ma sono pronta ad assumermi le conseguenze.
In questi giorni ci ho pensato a lungo e direi che da quando mi ricordo sono sempre satata così (direi almeno dai 10 anni di età) ma le cose sono peggiorate esponenzialmente quando ho cominciato a usare il bancomat e la carta di credito. Inoltre non riesco ad affrontare qualsiasi discussione che riguarda i soldi senza entrare in uno stato di ansia e agitazione che non mi permettono a volte nemmeno di prendere in considerazione di affrontare l'argomento. (es. non riesco neppure a dire che ho preso una multa, siccome parlarne mi provoca ansia la pago senza dire nulla a nessuno). Adesso però non sò cosa fare? Che tipo di problema è il mio? Anche mio marito ha bisogno di aiuto, perchè con tutta la buona volontà di affrontare insieme questa cosa mi ha fatto capire che lui è arrivato al limite e non lo biasimo... ce la si può fare?
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Signora,
La situazione pare essere arrivata a un punto in cui, per il bene suo e di suo marito, tocca attuare strategie risolutive. Mi rendo conto che lei è' preoccupata e suo marito esasperato, tuttavia potete uscirne fuori con un aiuto competente e professionale. Il suo disagio sembra essere di lunga data, quindi ipotizzo che sia stato per lei un modo per gestire situazioni stressanti. In famiglia,
Vi erano alte aspettative? La giudicavano se faceva qualcosa che non andava fatto? C'era qualche figura rigida, controllante, critica di cui lei poteva avere timore, per cui nascondersi dietro una bugia la faceva salvare "in corner"? E la questione dei soldi, come era vissuta in famiglia? Quale importanza veniva data al denaro? Queste domande sono solo spunti per iniziare a riflettere su se stessa, ma, ripeto, un aiuto competente e' caldamente raccomandato.
Cordialmente,
Dott.Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clin.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)continuavo a fare debiti per pagare i debiti (..)

gentile utente i comportamenti legati alla gestione del denaro possono essere soggeti alle stessi disfunzioni di altri comportamenti (alimentare ecc)
le consiglio queste letture
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3228-la-cura-dei-soldi-trappole-ed-errori-dei-comportamenti-finanziari.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2686-la-cura-dei-soldi-psicoterapia-dei-comportamenti-finanziari.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Utente
Utente
io sinceramente non so'... anzi, mio padre senza dubbio è la prima persona con cui ho sempre fatto difficoltà sull'argomento. Però lui è rigido sicuramente, ma anche comprensivo, quando ero piccola lui non mi sgridava semplicemente come tutii gli altri genitori ma discuteva con me su quanto successo fichè io stessa ammettevo che effettivamente il comportamento o la decisione era "sbagliata" poi ad un certo punto, per evitare questo ho cominciato a fare di nascosto e comunque a negare anche l'evidenza fin quanto possibile e anche oltre (una volta ho inciso il mio nome su una macchina di famiglia e comunque sono riuscita a negare di essere io, non ricordo l'età, ma avevo meno di 10 anni) se sapevo che i miei genitori erano contrari a qualche cosa che io volevo fare a tutti i costi non glielo chiedevo e facevo di nascosto per evitare di sentirmi dire poi "ma se me lo hai chiesto e ti ho detto di no" . non lo chiedo, nessuno mi dice di no, intanto lo faccio e poi si vedrà se eventualmente lo scopriranno.
Comunque lunedì vedremo una persona per decidere come cominciare ad affrontare questa cosa insieme. Pensate che debba farlo da sola o assieme a mio marito? Intanto grazie, mi fa' bene parlarne, anche così.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Signora,
La ringrazio per le risposte che aiutano un po' a inquadrare il problema che sembra proprio risalire ai suoi primi anni dell'adolescenza, quindi, a maggior ragione, ha fatto proprio bene ad attivarsi nella ricerca di uno specialista. Sull'opportunita' di seguire la terapia singolarmente o in coppia, senta il professionista. In linea di massima, il problema pare derivare da una sua difficoltà risalente a prima che incontrasse suo marito; tuttavia, credo che anche lui sia coinvolto nel problema. Tocca vedere in che misura, ovvero, se a livello personale di disagio o a livello di problematica di coppia. Lei ritiene che il vostro rapporto sia stato messo in crisi da tutto ciò'? Suo marito e' turbato, confuso, arrabbiato? Dica tutto quello che la coinvolge allo psicologo e, se vuole, ci tenga informati.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico