Acne insostenibile

Gentili dottori,
ho quasi 22 anni e la mia acne è comparsa circa 10 mesi fa, spuntata, apparentemente, dal nulla. All'inizio credevo sarebbe passata in fretta e non ci davo moltissimo peso, poi, vedendo che le cose non si risolvevano, mi sono buttata giù in maniera molto pesante. Non avevo più voglia di uscire, quando ero in pubblico avevo paura che le persone mi guardassero il viso e avevo il perenne presentimento che guardassero i miei brufoli. Quando ne comparivano di tosti non avevo nemmeno la forza di andare all'università, ho passato circa 6 mesi senza guardarmi allo specchio, perché quello che vedevo mi faceva rattristire troppo. La cosa strana è che le persone non sembravano accorgersene: a una cena con delle mie amiche, sono scoppiata e ho fatto capire il mio disagio e qualcuna se ne è uscita con "Guarda, non me n'ero nemmeno accorta" e un'altra: "Sono solo due brufoli".
Ho fatto una cura antibiotica che in 3 mesi mi ha fatto passare tutto, a parte le cicatrici e le macchie. Ero felicissima! Avevo cominciato a truccarmi e a guardarmi allo specchio, a non ritrarmi quando c'era una macchina fotografica in giro e a sentirmi davvero di nuovo bene. Ora, a distanza di 3 settimane dalla fine del'antibiotico, è comparso di nuovo qualche brufolo: la cosa mi angoscia. Ho il terrore di ritornare come prima. Ho sognato, per più notti, di andare allo specchio e vedermi ricoperta, mi svegliavo in preda al panico e quando vedevo che era solo un sogno mi riaddormentavo con un sospiro di sollievo, ma ho paura che ritornino.
Mia mamma dice che non si può preoccuparsi così tanto per una cosa del genere, una volta, la prima volta che gli ho fatto capire quanto stavo male a riguardo, l'unica cosa che mi ha detto è "è una ca***ta". Domenica prossima sarò madrina a un battesimo, il mio primo pensiero va all'imbarazzo che mi procura avere questo viso. L'altra madrina è mia sorella, che ha già il vestito pronto, i tacchi e la pelle di porcellana e sono davvero contenta per lei perché non vorrei mai che soffrisse come me, il punto è che sento già le persone che ci guardano e ci confrontano, non voglio foto.
A volte penso "ma chissenefrega, se ho qualche brufolo è un problema degli altri", però non riesco a farmene una ragione. Ma è davvero così importante la bellezza in questo mondo? Come faccio ad essere così condizionata da una cosa così superficiale?
Scusate lo sfogo e grazie per un'eventuale risposta.
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Psicologo attivo dal 2013 al 2020
Psicologo
Gentile ragazza,
l'acne severa è una patologia della pelle che può portare, in alcune persone, problematiche psicologiche. Lei descrive un percorso fatto "di alti e bassi", di momenti in cui la patologia sembrava rientrare ed altri caratterizzati da una recrudescenza della stessa. Oltre alla cura/controllo dermatologico, dovrebbe associare un percorso psicologico se non riesce a stare bene con se stessa e con gli altri. I brufoli ( con annessa insicurezza e paura del giudizio degli altri) sono la punta dell'iceberg di un disagio più profondo che va adeguatamente valutato.
restiamo a disposizione
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Utente
Utente
Dr. Mita,
grazie per la celere risposta.
La mia acne, fortunatamente, non è severa.
E' per questo che non riesco a capire come mai mi debba condizionare così tanto, mi dà proprio fastidio che la cosa abbia così tanto importanza per me, e non riesco a capire se sto male per orgoglio personale (nel senso che vorrei sempre essere perfetta) oppure se è perché temo molto il giudizio degli altri, o per entrambi.
Credo che se riconoscessi che quello che mi preoccupa di più è il giudizio altrui, potrei passarci sopra senza troppi problemi, ma penso che il problema più grosso sia il mio stesso giudizio. Infatti, anche quando non avevo niente, non ero mai contenta di me stessa: ho sempre pensato di avere le gambe grosse, le spalle larghe,... E mi giudicavo anche dal punto di vista caratteriale. Ora sembra che tutte le mie preoccupazioni si siano concentrate sulla pelle. Boh, non capisco.
Spero solo di riuscire a rilassarmi e a capire che non è certo la fine del mondo.
La ringrazio ancora.
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Psicologo attivo dal 2013 al 2020
Psicologo
Gentile ragazza,
quando ho scritto dell'insicurezza mi riferivo proprio ai significati che lei dà al suo corpo. Significati che finiscono per condizionarla nelle sue relazioni sociali. Ha mai pensato di approfondire queste tematiche con un collega?
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Utente
Utente
No, non ci ho mai pensato, perché innanzitutto mi sentirei un "caso patologico" e perché vorrei riuscire a risolvere questo problema da sola.
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Psicologo attivo dal 2013 al 2020
Psicologo
Gentile Ragazza,
avere una difficoltà psicologica non significa essere pazzi o diversi dagli altri. Lei scrive di voler risolvere questo problema da sola, la invito a riflettere su una cosa. Quando ha un problema fisico esita a rivolgersi al suo curante? Probabilmente no, proprio perchè è qualcosa che fa parte della quotidianità di tutti noi, non sono associati significati particolari. Ricorrere allo Psicologo invece fa paura, lo Psicologo è visto come il professionista che si occupa dei "pazzi" e di chi è "debole". Tutto questo fa parte di un retaggio culturale (le cose stanno fortunatamente cambiando) che condiziona negativamente chi si trova in una situazione di difficoltà. Ammettere di avere un problema e ricercare l'aiuto di un professionista è sicuramente la scelta migliore per recuperare la serenità perduta.
Tanti Auguri!