Un buon rapporto

Buonasera , il mio problema è legato alla mia famiglia di appartenenza, faccio presente di avere un buon rapporto con mio marito e mio figlio ma ciò non si verifica con mio padre. Abito nella casa di famiglia e quindi sono in contatto con i miei giornalmente, inoltre essendo la prima figlia e lavorando saltuariamente, ho sempre assorbito i loro problemi . mio padre è sempre stato molto severo ma soprattutto non vuole mai essere contraddetto e questo è sempre stato motivo di scontro forte dove volano parole e alterchi alquanto offensivi, mio padre non ha mai avuto un atteggiamento comprensivo e a volte ho come la sensazione di non sapere dove potermi appoggiare. Ma mentre da ragazzina subivo e tenevo tutto dentro ora non ci riesco più e rispondo in malo modo, ne escono litigate furiose, l'ultima risale a due domeniche fa. La reazione postuma però è stata inaspettata: sono andata via da casa per una giornata intera, avrei voluto scomparire dalla faccia della terra , poi tornata a casa ho tolto il saluto a tutta la mia famiglia e non voglio avere alcun rapporto con loro anzi provo un fastidio enorme se li incontro, mi sono chiusa in casa ed esco solo se necessario, avrei voglia solo di morire e penso al suicidio, nella mia testa c'è una gran confusione e non so proprio cosa fare ho bisogno di un parere. grazie
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile Signora,
Ha avuto altre volte pensieri così? In altre occasioni, si è' sentita così demotivata e senza desiderio di fare alcunché?
Sembra, da quello che dice, che la sua grande rabbia verso i suoi familiari l'ha poi rivolta verso se stessa in modo poco protettivo per lei. Quello che le consiglio e' di recarsi da uno specialista, psicologo/psicoterapeuta, per una valutazione. A mio avviso, ha bisogno di elaborare quanto e' successo recentemente, ma che deve avere accumulato da chissà' quanto tempo! È' come se, improvvisamente, il vaso, già colmo, fosse traboccato. È così? Ne ha mandate giù parecchie in questi anni? Che cosa le fa più male, nei rapporti con la sua famiglia?
Ci faccia sapere.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Psicoinazione.altervista.org

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta così solerte, cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Signora,

immagino che prima d'ora non si sia mai ribellata sul serio alla situazione che vive e al forzato "assorbimento" dei problemi dei suoi genitori, visto che ci dice che da ragazzina subiva e si teneva tutto dentro: non ha quindi passato una fase di normale contestazione adolescenziale nei confronti della sua famiglia?

Sembra che ora li consideri tutti corresponsabili del disagio che le deriva dalla convivenza forzata e dlle modalità con le quali si svolge: a ben pensarci è proprio così, e pensa che non dipenda tutto dal cattivo rapporto con suo padre, oppure la rabbia non le ha permesso di fare dei distinguo?

Penso che il suo exploit le abbia provocato seri sensi di colpa, dal momento che dopo essere tornata a casa si è autoreclusa e vorrebbe morire.
Se ha iniziato ad elaborare questi pensieri è perchè forse sente di aver fatto qualcosa di eccessivo ma inutile e, allo stesso tempo, non è più disposta a vivere in questa situazione, ma non sa come uscirne.

Penso che le sarebbe molto utile cambiare aria e sottrarsi finalmente a dinamiche che la imbrigliano da tutta una vita.
Non ha alcuna possibilità di proporre a suo marito e suo figlio un trasferimento e quindi un allontanamento dai suoi genitori?
Si sente sostenuta da loro o pensa che comunque non capiscano fino in fondo quello che prova?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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