Isolamento

Buongiorno,
ho fatto una seduta da una terapeuta sistemica dopo lungo periodo di isolamento senza mai uscire.
mi accorgo già che mi dà malessere e frustrazione il ritmo di una volta a settimana, perché nel frattempo io non ho una vita, non interagisco se non tramite pc e soffro di solitudine (DEP). avrei voglia di tornare a parlarci il giorno dopo per non perdere tempo, non perché sia entusiasta del rapporto con la terapeuta(l'ho vista solo una volta e già ho pensato che non riuscirò a parlare con questa persona di certi temi per me importanti), ma perché non ho minimamente la forza e l' autostima di incontrare persone o inserirmi in gruppi dove mi devo preoccupare di piacere, di essere una buona compagnia, di creare un rapporto autentico, ecc...ma allo stesso tempo soffro molto per la mancanza di incontro umano. per cui finisco col fare del tempo della seduta la mia vita, così è capitato in passato con la psicodinamica, in pratica andavo solo lì e tutto il resto era attesa e perdita di tempo completamente.
ho pensato che per uscire da questo isolamento mi ci vorrebbe stare in un qualche centro (esistono centri per evitanti?) 24hsu24 dove si parla con altri in cura e con i terapeuti...ma appunto vorrebbe dire che quella diventerebbe la mia vita. avrei bisogno di qualcuno che mi seguisse un pò nel mondo e accompagnasse in certi posti...un terapeuta potrebbe mai fare questo, cioè accompagnare un paziente in un posto per aiutarlo a sconfiggere delle paure? per es andare in macchina insieme davanti a un centro commerciale una volta, così le volte successive lo farà da solo?
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

l'idea che Lei ha in mente della psicoterapia non solo è sbagliata ma non esistono centri dove si fa terapia 24 ore su 24.
Le spiego perchè. Lei ha bisogno di lasciare sedimentare il lavoro che fa in terapia.
Non ha bisogno di costruire un rapporto di dipendenza col terapeuta e, se la terapia funziona davvero, ad un certo punto, Lei comincerà a pensare al terapeuta fuori dalla seduta e a sfruttare ciò che apprende in seduta.

Per quale problema si è rivolto al terapeuta?
Come mai ha lasciato il terapeuta dinamico?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
il percorso psicodinamico di quasi 3 anni è stato fallimentare e frustrante, perché non ha migliorato la mia situazione. io sono rimasta chiusa e ermetica, non ho mai esposto il genere di sentimenti che mi venivano verso il terapeuta (non me lo ha neanche chiesto) perché sono chiusa e se sta chiuso lui non se ne fa niente, dato che non mi va di fare "tutto da sola"...quindi forse non ho dato forma al transfert, comunque se la terapia si è conclusa con l'evitamento cioè con il mio problema, è responsabilità sua che non ha saputo cambiare l'evoluzione della cosa. questo ho capito dal consulto precedente.
andando dalla nuova terapeuta mi è venuto un certo rimpianto, perché ci sono così tante cose importanti non dette che avrei voluto riuscire a dirgli
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Potrà rielaborare tutto ciò col nuovo terapeuta.
Sta anche a Lei portare tali contenuti in seduta.

Un cordiale saluto,
[#4]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

penso che non sia tardi per poter dire le cose non dette che vorrebbe dire al precedente terapeuta.

In ogni psicoterapia, anche di orientamento dinamico, è richieso il coinvolgimento attivo del paziente che dovrebbe, come lei giustamente osserva, utilizzare anche il transfert verso il terapeuta per poterne fare un uso corretto utile al processo di cambiamento.

Io non conosco il terapeuta che l'ha seguita e non posso, quindi, giudicare quanto possa essere sua la responsabilità della non riuscita del trattamento.

Quello che tuttavia sembra evidente, da quanto scrive, è che lei riconosce anche una sua responsabilità.

Se con il precedente terapeuta aveva un buon livello di empatia forse potrebbe valutare l'ipotesi di ricontattarlo e di affrontare tutti i temi che sente di aver lasciato in sospeso, cominciando proprio dall'esposizione dei suoi sentimenti che ha, a suo tempo, tenuto per sé.

Cominciare un nuovo percorso con i presupposti che ci racconta temo possa avere un esito analogo al precedente.

Credo, per concludere, che è il suo modo di vivere la terapia che dovrebbe per primo cambiare.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#5]
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
grazie del suggerimento dott Callina, sento anche io che sarebbe una buona cosa se riuscissi a portar fuori tante cose anche se un pò in ritardo
[#6]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

le auguro davvero che possa farlo; forse il fatto di sentire questa esigenza deriva solo da una sua maturazione personale; tuttavia potrebbe anche essere che qualcosa dentro di lei è cambiato anche grazie alla terapia che lei reputa fallimentare.

Se crede, ci tenga aggiornati.

Un caro saluto
[#7]
Dr. Giuseppe Bonanni Psicologo 14
Cara ragazza,

ho letto attentamente la sua problematica, come suggerito dai miei colleghi il rapporto con il terapeuta non deve essere considerato da lei come "unico rapporto" ma piuttosto il terapeuta deve aiutarla a padroneggiare con la realta' esterna, quello che c'è fuori , credo che lei abbia bisogno di lavorare sulla propria autostima, è anche indispensabile lavorare su se stessi e i motivi che l'hanno condotta in una situazione di disagio sociale, che rapporti ha con i familiari? con gli amici?...sono sicuro che il nuovo terapeuta possa aiutarla a riscoprire il nuovo mondo relazionale a cui lei ambisce ma dal quale sistematicamente scappa.


Saluti

Dr. Giuseppe Bonanni
website : www.psicologiainnapoli.it