'Perdita' della mamma
Ho 53 anni, e tranne per un breve intervallo matrimoniale durato un paio di anni e terminato con un divorzio,(lui era dedito all alcool e a volte anche manesco) ho sempre vissuto con i miei genitori: unica figlia, coccolata e 'viziata' come tutti i figli unici...
La perdita del papa' è avvenuta nel 1999; evento concomitante è stata la separazione alquanto burrascosa da mio marito...cosa questa che mi ha un po' 'distolto' dall' evento principale, almeno nel momento iniziale
Da quel giorno io e la mamma siamo state una il punto di riferimento dell' altre, spessissimo ci capita di pensare la stesssa cosa; una sorta di simbiosi che , seppur bella sta avendo i suoi risvolti negativi.
Il 7 febbraio scorso lei è stata colpita da una emorragia cerebrale: ha 89 anni ed il risultato è stato una emiparesi destra, afasia, difficolta' di deglutizione, confusione generale- non sa bene dove si trova, non so neanche se mi riconosce- Ora è ricoverata in una post-acuzie e presto dovro' trasferirla in una RSA privata viste le lunghe liste d' attesa in quelle convenzionate. La sua situazione al momento è stabile, diciamo che sta 'bene'.
Io, invece sono due mesi che non faccio altro che piangere un giorno si e uno no, mi sforzo di andare in ufficio, dove ho trovato molta comprensione e disponibilita, ma quando sono a casa mi sento persa. Sono cosciente del fatto che l'ho persa il 7 febbraio, anche se è fisicamente ancora qui...Il mio medico di famiglia mi ha dato subito un antidepressivo (non so se posso dire il nome del farmaco) ed io lo prendo tutte le sere per cercare di dormire
Cerco di fare qualche cosa in casa, almeno il necessario, ho rinnovato un po', spostato mobili, riordinato..ma basta una piccola cosa, un suo paio di scarpe mai messe, che mi sciolgo in lacrime...Questo weekend sono dovuta restare in casa per riordinarla un po' , il minimo, ma niente mi attira, neanche le golosita' che ho comprato, non ho mangiato e non conto neanche le sigarette che ho fumato in questi due mesi...passeggio per casa, cosi' senza meta, mi abbraccio e piango.
Mi rendo anche conto che non posso continuare cosi': se quando vado a trovare la mamma vedo che sta 'bene' , allora sono più 'tranquilla': anche se non so se mi riconosce e non capisco quello che dice; ma basta che un giorno sia più abbacchiata che rientro a casa col terrore di ricevere una telefonata dalla clinica..
Ed io all' inizio pregavo perchè il Signore la prendesse anzichè farla soffrire cosi'...
Rimorsi e ricordi mi assalgono, cose che avrei potuto fare e non ho fatto e vedo anche la mia vita futura vuota e tra mille problemi: io stessa sono invalida all 80 % per motivi di vista e questo stress non aiuta affatto...
Credo che a questo punto devo cercare aiuto da un buon professionista, psicologo ( o psichiatra?) o al limite da quei gruppi di aiuto per 'elaborare' il lutto..
Parenti stretti che mi possono sostenere anche solo moralmete non ne ho, ed i vicini sono solo vicini di casa...
Grazie infinite...
La perdita del papa' è avvenuta nel 1999; evento concomitante è stata la separazione alquanto burrascosa da mio marito...cosa questa che mi ha un po' 'distolto' dall' evento principale, almeno nel momento iniziale
Da quel giorno io e la mamma siamo state una il punto di riferimento dell' altre, spessissimo ci capita di pensare la stesssa cosa; una sorta di simbiosi che , seppur bella sta avendo i suoi risvolti negativi.
Il 7 febbraio scorso lei è stata colpita da una emorragia cerebrale: ha 89 anni ed il risultato è stato una emiparesi destra, afasia, difficolta' di deglutizione, confusione generale- non sa bene dove si trova, non so neanche se mi riconosce- Ora è ricoverata in una post-acuzie e presto dovro' trasferirla in una RSA privata viste le lunghe liste d' attesa in quelle convenzionate. La sua situazione al momento è stabile, diciamo che sta 'bene'.
Io, invece sono due mesi che non faccio altro che piangere un giorno si e uno no, mi sforzo di andare in ufficio, dove ho trovato molta comprensione e disponibilita, ma quando sono a casa mi sento persa. Sono cosciente del fatto che l'ho persa il 7 febbraio, anche se è fisicamente ancora qui...Il mio medico di famiglia mi ha dato subito un antidepressivo (non so se posso dire il nome del farmaco) ed io lo prendo tutte le sere per cercare di dormire
Cerco di fare qualche cosa in casa, almeno il necessario, ho rinnovato un po', spostato mobili, riordinato..ma basta una piccola cosa, un suo paio di scarpe mai messe, che mi sciolgo in lacrime...Questo weekend sono dovuta restare in casa per riordinarla un po' , il minimo, ma niente mi attira, neanche le golosita' che ho comprato, non ho mangiato e non conto neanche le sigarette che ho fumato in questi due mesi...passeggio per casa, cosi' senza meta, mi abbraccio e piango.
Mi rendo anche conto che non posso continuare cosi': se quando vado a trovare la mamma vedo che sta 'bene' , allora sono più 'tranquilla': anche se non so se mi riconosce e non capisco quello che dice; ma basta che un giorno sia più abbacchiata che rientro a casa col terrore di ricevere una telefonata dalla clinica..
Ed io all' inizio pregavo perchè il Signore la prendesse anzichè farla soffrire cosi'...
Rimorsi e ricordi mi assalgono, cose che avrei potuto fare e non ho fatto e vedo anche la mia vita futura vuota e tra mille problemi: io stessa sono invalida all 80 % per motivi di vista e questo stress non aiuta affatto...
Credo che a questo punto devo cercare aiuto da un buon professionista, psicologo ( o psichiatra?) o al limite da quei gruppi di aiuto per 'elaborare' il lutto..
Parenti stretti che mi possono sostenere anche solo moralmete non ne ho, ed i vicini sono solo vicini di casa...
Grazie infinite...
[#1]
Gentile Signora,
Si, penso che la sua riflessione sia giusta e lei debba affrontare questa sofferenza profonda che sta vivendo.
Probabilmente e' una sofferenza che parte da lontano e che per essere rimontata avra' bisogno d un po' di tempo e di "lavoro".
Inizi la terapia psocoterapeutica (perche' e' la piu' "curativa") . Se dovesse essere opportuno integrarla con psicofarmaci potra' rivolgersi ad uno psichiatra per tale tipo di sostegno.
Ci faccia sapere!
I migliori saluti
Si, penso che la sua riflessione sia giusta e lei debba affrontare questa sofferenza profonda che sta vivendo.
Probabilmente e' una sofferenza che parte da lontano e che per essere rimontata avra' bisogno d un po' di tempo e di "lavoro".
Inizi la terapia psocoterapeutica (perche' e' la piu' "curativa") . Se dovesse essere opportuno integrarla con psicofarmaci potra' rivolgersi ad uno psichiatra per tale tipo di sostegno.
Ci faccia sapere!
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
La ringrazio, dottoressa per la sua rapida e gentile risposta...appena finito di sistemare la mamma nella RSA privata- affrontando il costo con qualche sacrificio- cercherò l' aiuto da lei suggerito.. Vedrò, nel frattempo, di sforzarmi da sola, anche se allo stato attuale delle cose dubito di riuscire....
Grazie ancora...
Grazie ancora...
[#3]
Gentile Signora,
Da sola, se pur sforzandosi, come dice lei, la guarigione e la cicatrizzazione delle ferite non può avvenire.
Da quanto leggo di lei, la sua storia affettiva parte da lontano, un matrimonio naufragato, tanta solitudine, ecc...
Le suggerisco di rivolgersi con fiducia ad un Collega, vedrà che trarrà i benefici sperati
Da sola, se pur sforzandosi, come dice lei, la guarigione e la cicatrizzazione delle ferite non può avvenire.
Da quanto leggo di lei, la sua storia affettiva parte da lontano, un matrimonio naufragato, tanta solitudine, ecc...
Le suggerisco di rivolgersi con fiducia ad un Collega, vedrà che trarrà i benefici sperati
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Ovviamente non intendo fare tutto da sola, altrimenti non avrei scritto a voi...Sono decisa a cercare l aiuto di un professionista senz' altro, solo che ora le necessita' piu' impellenti sono le dimissioni della mamma dalla post acuzie la prossima settimana e la sistemazione in una struttura a pagamento.
Ho già contattato una collega/amica psicologa la quale mi dato il nominativo di una persona valida che puo' aiutarmi e che contatterò al più presto...
Ho già contattato una collega/amica psicologa la quale mi dato il nominativo di una persona valida che puo' aiutarmi e che contatterò al più presto...
[#5]
Gentile Signora,
comprendo come lei possa vivere in uno stato di continua allerta per il timore di ricevere peggiori notizie, come i ricordi e i rimorsi e la visione in prospettiva di un futuro vuoto la possano assalire ..il rapporto di "simbiosi" che lei ha con la mamma rende ancor più doloroso e disperante il suo presente e si riverbera sulla visione del suo futuro.
Ha fatto benissimo a pensare ad un aiuto specialistico, l'apporto diretto di un nostro collega è molto opportuno in questa dolorosa fase della sua vita, per poter elaborare la sua sofferenza e col tempo riuscire ad intravedere la sua vita da una differente prospettiva.
Cari saluti
comprendo come lei possa vivere in uno stato di continua allerta per il timore di ricevere peggiori notizie, come i ricordi e i rimorsi e la visione in prospettiva di un futuro vuoto la possano assalire ..il rapporto di "simbiosi" che lei ha con la mamma rende ancor più doloroso e disperante il suo presente e si riverbera sulla visione del suo futuro.
Ha fatto benissimo a pensare ad un aiuto specialistico, l'apporto diretto di un nostro collega è molto opportuno in questa dolorosa fase della sua vita, per poter elaborare la sua sofferenza e col tempo riuscire ad intravedere la sua vita da una differente prospettiva.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#6]
Utente
Gentili Dottori, grazie per le vostre risposte. La prossima settimana ho preso appuntamento con un Vostro Collega, qui a Roma...nel frattempo sto ricevendo aiuto da colleghi/amici in ufficio che sono psicologi e che mi stanno giudanto nelle scelte e nelle decisioni da prendere... Nel frattempo le condizioni della mia mamma sono peggiorate: non è cosciente, non risponde ai miei stimoli (chiamarla, accarezzarla...)...se non fosse per il fatto che respira autonomamente, sembra come già morta. Io sono perfettamente conscia di questo , o almeno credo di esserlo, visto che ogni squillo di telefono mi fa venire il batticuore e mi dico ' ecco ci siamo'...quando la dottoressa della clinica dove è tutt'ora ricoverata mi ha detto che era peggiorata, 'decadimento psico organico' ,mi sono sentita morire, tanto che la dottoress voleva chiamare il 118 tanto ero agitata...
Il suo cuore è forte e nonostante l' età, quasi 90 anni, non soffre di gravi patologie cardiache ed è quello che ora la tiene in vita: per il resto non mangia più e non vuole assolutamente essere toccata o spostata, cambiata di posizione. Il medico prevede o una alimentazione per via parenterale o un sondino naso-gastrico previo consenso dei familiari. E non credo che darò questo consenso, mi sembra un inutile' accanimento medico per tenerla in vita... a che scopo?
Anche se ora non mi sente io le parlo e le racconto di quello che faccio e cerco di tranquillizzarla, dicendole che io me la cavo egregiamente e che non deve preoccuparsi di nulla...ora la mia speranza è che se ne vada nel modo più sereno possibile...
Sono credente ma non molto praticante purtroppo, ma ora mi rendo conto che per quanto dolorosa sia la mia situazione, il Signore mi sta aiutanto facendomela perdere un po' alla volta, facendomi abituare alla sua mancanza gradualmente...So che questo non è il 'thread' adatto e spero di non andare fuori tema, ma vorrei cremarla: primo perche' andare fino al cimitero con i mezzi pubblici è molto macchinoso e secondo, perchè penso che mi potrebbe far star bene averla di nuovo a casa, anche se in forma diversa e non credo, conoscendomi, che questo potrebbe portarmi a comportamenti patologici (spero di aver reso l' idea)
Ho anche trovato un sacerdote che potrebbe confortarmi in questi momenti: una persona che è innanzitutto un uomo prima che essere un religioso... vedro' anche lui la prossima settimana..
Grazie di cuore a tutti voi che mi avete risposto...vi terrò informati...
Il suo cuore è forte e nonostante l' età, quasi 90 anni, non soffre di gravi patologie cardiache ed è quello che ora la tiene in vita: per il resto non mangia più e non vuole assolutamente essere toccata o spostata, cambiata di posizione. Il medico prevede o una alimentazione per via parenterale o un sondino naso-gastrico previo consenso dei familiari. E non credo che darò questo consenso, mi sembra un inutile' accanimento medico per tenerla in vita... a che scopo?
Anche se ora non mi sente io le parlo e le racconto di quello che faccio e cerco di tranquillizzarla, dicendole che io me la cavo egregiamente e che non deve preoccuparsi di nulla...ora la mia speranza è che se ne vada nel modo più sereno possibile...
Sono credente ma non molto praticante purtroppo, ma ora mi rendo conto che per quanto dolorosa sia la mia situazione, il Signore mi sta aiutanto facendomela perdere un po' alla volta, facendomi abituare alla sua mancanza gradualmente...So che questo non è il 'thread' adatto e spero di non andare fuori tema, ma vorrei cremarla: primo perche' andare fino al cimitero con i mezzi pubblici è molto macchinoso e secondo, perchè penso che mi potrebbe far star bene averla di nuovo a casa, anche se in forma diversa e non credo, conoscendomi, che questo potrebbe portarmi a comportamenti patologici (spero di aver reso l' idea)
Ho anche trovato un sacerdote che potrebbe confortarmi in questi momenti: una persona che è innanzitutto un uomo prima che essere un religioso... vedro' anche lui la prossima settimana..
Grazie di cuore a tutti voi che mi avete risposto...vi terrò informati...
[#7]
Gentile Signora,
le scelte inerenti la cremazione o la tradizionale tumulazione, sono talmente soggettive e simboliche, che nessuno di noi può entrare in merito alla questione.
Spero che il colloquio con la psicologa da lei scelta, sia andato bene e che la Collega possa supportarla durante questa difficile e dolorosa fase della sua vita
le scelte inerenti la cremazione o la tradizionale tumulazione, sono talmente soggettive e simboliche, che nessuno di noi può entrare in merito alla questione.
Spero che il colloquio con la psicologa da lei scelta, sia andato bene e che la Collega possa supportarla durante questa difficile e dolorosa fase della sua vita
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 08/04/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.