vi prego aiutatemi.
Gentili dottori,
sento di non avere più le forze per andare avanti.
Non sono tipo da proferire certe affermazioni, ma sono arrivato davvero al capolinea.
Non racconterò tutto per filo e per segno, mi limiterò al filo conduttore della mia vita:
ho 36 anni, figlio unico, un solo genitore, non riesco anzi, non sono mai riuscito a raggiungere obiettivi importanti, lavorativamente parlando ho sempre fatto lavori di qua e di là, desiderando da sempre di diventare un bravo professionista in qualche settore (da notare che non ho mai avuto le idee chiare neanche in questo).
Ultimamente sto cercando di decidermi ad affrontare un percorso universitario (triennale) che possa darmi finalmente una mia direzione, mai avuta nella mia vita.
Sto studiando per superare il test d' ingresso a settembre.
Ed ecco lo sconforto...tutti i giorni, per ogni cosa che inizio, va sempre a finire che non sono in grado di portarla avanti, posso riuscire in questa impresa che è più grande di me??
Ma il problema non è solo questo, ho da sempre avuto problemi nel farmi valere, sin da bambino, e oggi sinceramente in età adulta non reggo più le situazioni, situazioni nelle quali non tiro mai fuori la rabbia necessaria per difendermi e al tempo stesso, ovviamente, per raggiungere i miei obiettivi.
Sono stato anni fa in psicanalisi, 4 anni...alla fine ho smesso perché ero arrivato ad un punto in cui stavo abbastanza bene, ma c' era altro da risolvere!!!
Poi sono stato da altri psicologi, soldi, tempo, ma sono sempre allo stesso punto!
Ad ottobre dopo un colloquio di psicologia clinica, mi viene consigliato di riprendere la psicanalisi, perchè non avevo affrontato il feedback paterno o qualcosa del genere,e quindi torniamo di nuovo in analisi (da un altro dottore).
Con lui mi trovo bene, ma...il problema è che ad oggi mi sento sempre al punto di partenza!!!!! Potrei scrivere un libro su di me, conosco così bene ogni parte di me, delle mie emozioni, dei miei pensieri, allora mi chiedo: ma quando finirà questo strazio ?????
Io non ce la faccio più a mettermi da parte, non farmi valere, essere bravo con tutti,non mandare a quel paese chi merita, non raggiungere i miei obiettivi!!!
Sono depresso da anni, non posso continuare a vivere così!!
Eppure c' è gente che non è mai stata da uno psicologo e va avanti, si prende ciò che vuole,io sono 15 anni che tra analisi,una trentina di libri sul cambiamento personale, link su internet ecc ecc faccio una vita da schifo, senza gioie,non ho uno stipendio dal 2006, finisco per fare il tappabuchi in giro, eppure valgo, mi impegno, sono educato,preciso..ma mi sono stufato di questa vita !!!!
Devo prendere psicofarmaci??(tra l' altro presi in passato)ebbene li prenderò, a costo di non continuare a fare questa vita, così non è vita, quando non ci sarà più mio padre cosa farò? La soluzione non sono i farmaci, ma io sono anni che vado da dottori,spendo soldi..ma sono sempre allo stesso punto.
Vi prego consigliatemi, temo che non avrò mai una mia vita..
sento di non avere più le forze per andare avanti.
Non sono tipo da proferire certe affermazioni, ma sono arrivato davvero al capolinea.
Non racconterò tutto per filo e per segno, mi limiterò al filo conduttore della mia vita:
ho 36 anni, figlio unico, un solo genitore, non riesco anzi, non sono mai riuscito a raggiungere obiettivi importanti, lavorativamente parlando ho sempre fatto lavori di qua e di là, desiderando da sempre di diventare un bravo professionista in qualche settore (da notare che non ho mai avuto le idee chiare neanche in questo).
Ultimamente sto cercando di decidermi ad affrontare un percorso universitario (triennale) che possa darmi finalmente una mia direzione, mai avuta nella mia vita.
Sto studiando per superare il test d' ingresso a settembre.
Ed ecco lo sconforto...tutti i giorni, per ogni cosa che inizio, va sempre a finire che non sono in grado di portarla avanti, posso riuscire in questa impresa che è più grande di me??
Ma il problema non è solo questo, ho da sempre avuto problemi nel farmi valere, sin da bambino, e oggi sinceramente in età adulta non reggo più le situazioni, situazioni nelle quali non tiro mai fuori la rabbia necessaria per difendermi e al tempo stesso, ovviamente, per raggiungere i miei obiettivi.
Sono stato anni fa in psicanalisi, 4 anni...alla fine ho smesso perché ero arrivato ad un punto in cui stavo abbastanza bene, ma c' era altro da risolvere!!!
Poi sono stato da altri psicologi, soldi, tempo, ma sono sempre allo stesso punto!
Ad ottobre dopo un colloquio di psicologia clinica, mi viene consigliato di riprendere la psicanalisi, perchè non avevo affrontato il feedback paterno o qualcosa del genere,e quindi torniamo di nuovo in analisi (da un altro dottore).
Con lui mi trovo bene, ma...il problema è che ad oggi mi sento sempre al punto di partenza!!!!! Potrei scrivere un libro su di me, conosco così bene ogni parte di me, delle mie emozioni, dei miei pensieri, allora mi chiedo: ma quando finirà questo strazio ?????
Io non ce la faccio più a mettermi da parte, non farmi valere, essere bravo con tutti,non mandare a quel paese chi merita, non raggiungere i miei obiettivi!!!
Sono depresso da anni, non posso continuare a vivere così!!
Eppure c' è gente che non è mai stata da uno psicologo e va avanti, si prende ciò che vuole,io sono 15 anni che tra analisi,una trentina di libri sul cambiamento personale, link su internet ecc ecc faccio una vita da schifo, senza gioie,non ho uno stipendio dal 2006, finisco per fare il tappabuchi in giro, eppure valgo, mi impegno, sono educato,preciso..ma mi sono stufato di questa vita !!!!
Devo prendere psicofarmaci??(tra l' altro presi in passato)ebbene li prenderò, a costo di non continuare a fare questa vita, così non è vita, quando non ci sarà più mio padre cosa farò? La soluzione non sono i farmaci, ma io sono anni che vado da dottori,spendo soldi..ma sono sempre allo stesso punto.
Vi prego consigliatemi, temo che non avrò mai una mia vita..
[#1]
<Ed ecco lo sconforto...tutti i giorni, per ogni cosa che inizio, va sempre a finire che non sono in grado di portarla avanti, posso riuscire in questa impresa che è più grande di me??>
Gentile Utente,
forse è un'impresa che sente più grande di sé, forse non confida a sufficienza nelle sue possibilità, forse ha scarsa fiducia in sé, forse ha il timore che confrontandosi in modo diverso con gli altri, dicendo la sua, non possa essere accettato...le ipotesi sono molte...
<Con lui mi trovo bene, ma...il problema è che ad oggi mi sento sempre al punto di partenza!!!!!> A maggior ragione dovrebbe portare questi suoi dubbi e necessità al suo curante, per discuterne con lui e poi riflettere sul da farsi.
Dal mio punto di vista, ciò che sembra mancare secondo quanto riferisce non è tanto la comprensione del perché lei si trovi così scoraggiato e fatichi a trovare un modo più appagante di vivere, ma il come affrontare tutto questo diversamente e in maniera efficace.
A questo proposito e senza mettere in dubbio la capacità del suo curante attuale, le segnalo a scopo informativo articoli sui vari orientamenti terapeutici
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Cordialmente
Gentile Utente,
forse è un'impresa che sente più grande di sé, forse non confida a sufficienza nelle sue possibilità, forse ha scarsa fiducia in sé, forse ha il timore che confrontandosi in modo diverso con gli altri, dicendo la sua, non possa essere accettato...le ipotesi sono molte...
<Con lui mi trovo bene, ma...il problema è che ad oggi mi sento sempre al punto di partenza!!!!!> A maggior ragione dovrebbe portare questi suoi dubbi e necessità al suo curante, per discuterne con lui e poi riflettere sul da farsi.
Dal mio punto di vista, ciò che sembra mancare secondo quanto riferisce non è tanto la comprensione del perché lei si trovi così scoraggiato e fatichi a trovare un modo più appagante di vivere, ma il come affrontare tutto questo diversamente e in maniera efficace.
A questo proposito e senza mettere in dubbio la capacità del suo curante attuale, le segnalo a scopo informativo articoli sui vari orientamenti terapeutici
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
Gentile dott.ssa Rinella,
grazie della risposta tempestiva.
<forse è un'impresa che sente più grande di sé, forse non confida a sufficienza nelle sue possibilità, forse ha scarsa fiducia in sé, forse ha il timore che confrontandosi in modo diverso con gli altri, dicendo la sua, non possa essere accettato...le ipotesi sono molte...>
E' vero, è tutto più grande di me,non sono stato abituato probabilmente a raggiungere obiettivi, così come a farmi valere nella vita.
Il mio terapeuta sensibilmente mi ha aperto gli occhi su quello che è stato il mio"dramma di vita", l' esser cresciuto in un certo senso in solitudine, un bambino timido e insicuro che teneva paure e insicurezze tutte per sè, con un padre molto buono ma più spaventato di me, e una mamma dolce ma possessiva.
La mia vita è stata un continuo dover accontentare gli altri, per ricevere amore e non essere allontanato, abbandonato. E oggi se penso a 15 anni fa, in cui ho iniziato ad intuire che qualcosa non andava, mi rendo conto che sono ancora quel bambino silenzioso che non tira fuori gli artigli, però intanto il tempo passa...
Ecco perchè non vedo via d' uscita, è tutto rimasto come prima!!!
Possono gli antidepressivi aiutarmi inizialmente??
Grazie delle vostre risposte.
grazie della risposta tempestiva.
<forse è un'impresa che sente più grande di sé, forse non confida a sufficienza nelle sue possibilità, forse ha scarsa fiducia in sé, forse ha il timore che confrontandosi in modo diverso con gli altri, dicendo la sua, non possa essere accettato...le ipotesi sono molte...>
E' vero, è tutto più grande di me,non sono stato abituato probabilmente a raggiungere obiettivi, così come a farmi valere nella vita.
Il mio terapeuta sensibilmente mi ha aperto gli occhi su quello che è stato il mio"dramma di vita", l' esser cresciuto in un certo senso in solitudine, un bambino timido e insicuro che teneva paure e insicurezze tutte per sè, con un padre molto buono ma più spaventato di me, e una mamma dolce ma possessiva.
La mia vita è stata un continuo dover accontentare gli altri, per ricevere amore e non essere allontanato, abbandonato. E oggi se penso a 15 anni fa, in cui ho iniziato ad intuire che qualcosa non andava, mi rendo conto che sono ancora quel bambino silenzioso che non tira fuori gli artigli, però intanto il tempo passa...
Ecco perchè non vedo via d' uscita, è tutto rimasto come prima!!!
Possono gli antidepressivi aiutarmi inizialmente??
Grazie delle vostre risposte.
[#3]
Ex utente
in sintesi...ho una tremenda ansia, oltre che frustrazione e rabbia : se è vero che la mia autostima è stata minata dalla nascita .che speranze ho adesso di diventare "normale"???
dopo 10,15 anni che sono consapevole di questa cosa, oggi ho veramente paura di non andare mai da nessuna parte. sento la profonda inutilità della mia vita, non mi sono mai espresso così...ma è inutile far finta di esser forte, sto male e basta, questa è la realtà...
Si riecono a spezzare una volta per tutte queste catene? non ci credo più ormai..
dopo 10,15 anni che sono consapevole di questa cosa, oggi ho veramente paura di non andare mai da nessuna parte. sento la profonda inutilità della mia vita, non mi sono mai espresso così...ma è inutile far finta di esser forte, sto male e basta, questa è la realtà...
Si riecono a spezzare una volta per tutte queste catene? non ci credo più ormai..
[#4]
Gentile Signore,
Se lei ha una esperienza di psicoanalisi dovrebbe avere compreso che non esistono persone a cui va tutto bene o/e che "si prendono quello che vogliono".
La realta' e' che ci sono persone che hanno imparato a tollerare le frustrazioni, a fronteggiare in qualche modo le difficolta' della vita perche' questo e" il solo modo in cui la vita si possa affrontare.
Forse lei non e' ancora riuscito a raggiungere questo livello e spera ancora che esistano "bacchette magiche" per risolvere tutto senza impegnarsi.
Peche' ha sospeso la psicoanalisi quando le era stato detto che non era ancora il momento?
Ecco, vorrei che riflettesse su questo e arrivi ad una sua risposta.
I migliori saluti
Se lei ha una esperienza di psicoanalisi dovrebbe avere compreso che non esistono persone a cui va tutto bene o/e che "si prendono quello che vogliono".
La realta' e' che ci sono persone che hanno imparato a tollerare le frustrazioni, a fronteggiare in qualche modo le difficolta' della vita perche' questo e" il solo modo in cui la vita si possa affrontare.
Forse lei non e' ancora riuscito a raggiungere questo livello e spera ancora che esistano "bacchette magiche" per risolvere tutto senza impegnarsi.
Peche' ha sospeso la psicoanalisi quando le era stato detto che non era ancora il momento?
Ecco, vorrei che riflettesse su questo e arrivi ad una sua risposta.
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#5]
Ex utente
Gentile dott.ssa Esposito,
la psicanalisi la sospesi perchè ero arrivato ad uno stato di benessere accettabile e anche perchè l' impegno economico aveva un certo peso.
Non mi fu detto di non interromperla dal mio psicanalista; mi è stato detto solo recentemente dallo specialista con il quale ebbi il colloquio di psicologia clinica, che evidentemente lo stesso psicanalista non era stato in grado di elaborare la mia rabbia, e avevamo svolto un lavoro elaborando soltanto il feedback materno.
Da lì la decisione di intraprendere un nuovo percorso...
Non pretendo che vada tutto bene, dico solo che sto soffrendo da anni perchè non ancora riesco a trovare l' assertività necessaria per fronteggiare le situazioni,e come può ben immaginare, è un percorso di sofferenza costante perchè si tratta di mettersi sempre in secondo piano, mettere sempre gli altri davanti a se stessi, e poi affacciarsi al mondo e vedere che altre persone riescono nei loro obiettivi (a rincarare la dose ci si mettono persone appartenenti al mio nucleo familiare, arroganti, presuntuose, benestanti e non faccio altro che provare rabbia nei loro confronti).
Grazie della risposta!
la psicanalisi la sospesi perchè ero arrivato ad uno stato di benessere accettabile e anche perchè l' impegno economico aveva un certo peso.
Non mi fu detto di non interromperla dal mio psicanalista; mi è stato detto solo recentemente dallo specialista con il quale ebbi il colloquio di psicologia clinica, che evidentemente lo stesso psicanalista non era stato in grado di elaborare la mia rabbia, e avevamo svolto un lavoro elaborando soltanto il feedback materno.
Da lì la decisione di intraprendere un nuovo percorso...
Non pretendo che vada tutto bene, dico solo che sto soffrendo da anni perchè non ancora riesco a trovare l' assertività necessaria per fronteggiare le situazioni,e come può ben immaginare, è un percorso di sofferenza costante perchè si tratta di mettersi sempre in secondo piano, mettere sempre gli altri davanti a se stessi, e poi affacciarsi al mondo e vedere che altre persone riescono nei loro obiettivi (a rincarare la dose ci si mettono persone appartenenti al mio nucleo familiare, arroganti, presuntuose, benestanti e non faccio altro che provare rabbia nei loro confronti).
Grazie della risposta!
[#6]
Gentile ragazzo,
Le tematiche che la fanno soffrire (come "mettere gli altri davanti a se stessi") sono centrali e per essere elaborate necessitano di elaborazioni interne del livello inconscio.
Non e' possibile che si risolvano senza tali passaggi intermedi .
Puo' darsi che il lavoro compiuto con il primo psicoanalista non sia stato sufficientemente vasto e non abbia affrontato questi nuclei dolorosi. O puo' darsi che lei non sia stato in grado di elaborarli dentro di se' e realizzare un cambiamento.
La psicoanalisi non e' un farmaco che si assume e ottiene un risultato a prescindere dalla capacita'/disponibilta'/ volonta' di realizzare un cambiamento nell'interessato.
La invito pertanto a riconsiderare la situazione anche alla luce di questo malessere che ora si rende conto non essere stato superato.
I migliori saluti
Le tematiche che la fanno soffrire (come "mettere gli altri davanti a se stessi") sono centrali e per essere elaborate necessitano di elaborazioni interne del livello inconscio.
Non e' possibile che si risolvano senza tali passaggi intermedi .
Puo' darsi che il lavoro compiuto con il primo psicoanalista non sia stato sufficientemente vasto e non abbia affrontato questi nuclei dolorosi. O puo' darsi che lei non sia stato in grado di elaborarli dentro di se' e realizzare un cambiamento.
La psicoanalisi non e' un farmaco che si assume e ottiene un risultato a prescindere dalla capacita'/disponibilta'/ volonta' di realizzare un cambiamento nell'interessato.
La invito pertanto a riconsiderare la situazione anche alla luce di questo malessere che ora si rende conto non essere stato superato.
I migliori saluti
[#7]
Gentile Utente,
mi hanno molto colpito le sue parole:
"La mia vita è stata un continuo dover accontentare gli altri, per ricevere amore e non essere allontanato, abbandonato"
I ricatti d'amore, non hanno mai aiutato a crescere nessuno, sono tremende trappole psicologiche che tarpano le ali, un figlio per crescere ha bisogno di "radici ed ali", se mancano le une o le altre, la crescita psichica e relazionale, viene sempre ad essere compromessa .
L'amore è un sacrosanto diritto per tutti, non è una moneta di scambio, non si baratta, si dovrebbe ricevere senza nulla o prestazioni comportamentali in cambio.
La rabbia può essere metabolizzata il dolore aiuta a crescere e la sua vita la sta aspettando.....
Coraggio, alla sua età è ancora possibile riprendersi la sua vita in mano.
mi hanno molto colpito le sue parole:
"La mia vita è stata un continuo dover accontentare gli altri, per ricevere amore e non essere allontanato, abbandonato"
I ricatti d'amore, non hanno mai aiutato a crescere nessuno, sono tremende trappole psicologiche che tarpano le ali, un figlio per crescere ha bisogno di "radici ed ali", se mancano le une o le altre, la crescita psichica e relazionale, viene sempre ad essere compromessa .
L'amore è un sacrosanto diritto per tutti, non è una moneta di scambio, non si baratta, si dovrebbe ricevere senza nulla o prestazioni comportamentali in cambio.
La rabbia può essere metabolizzata il dolore aiuta a crescere e la sua vita la sta aspettando.....
Coraggio, alla sua età è ancora possibile riprendersi la sua vita in mano.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#8]
Ex utente
Gentili dottoresse,
certo la psicanalisi non è un farmaco che "aggiusta" tutto, però ci sono persone che non sanno neanche cosa sia, nel senso che non ne hanno avuto bisogno.
Ciò che è frustrante per me è pensare che dopo vari anni in cui ci sono state volontà, impegno, nelle mie relazioni interpersonali io continuo a mettere da parte la mia rabbia, il mio diritto di esistere, devo essere sempre sorridente per mantenere integra qeull' armonia che mi permette di sopravvivere.
Ma così non vivo, appunto, sopravvivo! E il brutto è che nella vita non si viene premiati perchè si è buoni e bravi, anzi..
Ecco perchè ho necessariamente bisogno di poter esprimere la mia rabbia, la mia grinta, altrimenti rischio di non dare un senso alla mia vita.
Dott. ssa Randone, non avrò ancora metabolizzato la mia rabbia forse?
Purtroppo i ricatti d' amore di cui lei parla sono stati il mio pane di vita,
tramite il lavoro svolto con l' attuale dottore, sono emerse alcune importanti verità, tra cui appunto la mia necessità primordiale di "sentirmi accettato".
Ma...è possibile liberarsi di tuttò ciò??Per me sarebbe un sogno, il punto di partenza per iniziare finalmente a vivere!
certo la psicanalisi non è un farmaco che "aggiusta" tutto, però ci sono persone che non sanno neanche cosa sia, nel senso che non ne hanno avuto bisogno.
Ciò che è frustrante per me è pensare che dopo vari anni in cui ci sono state volontà, impegno, nelle mie relazioni interpersonali io continuo a mettere da parte la mia rabbia, il mio diritto di esistere, devo essere sempre sorridente per mantenere integra qeull' armonia che mi permette di sopravvivere.
Ma così non vivo, appunto, sopravvivo! E il brutto è che nella vita non si viene premiati perchè si è buoni e bravi, anzi..
Ecco perchè ho necessariamente bisogno di poter esprimere la mia rabbia, la mia grinta, altrimenti rischio di non dare un senso alla mia vita.
Dott. ssa Randone, non avrò ancora metabolizzato la mia rabbia forse?
Purtroppo i ricatti d' amore di cui lei parla sono stati il mio pane di vita,
tramite il lavoro svolto con l' attuale dottore, sono emerse alcune importanti verità, tra cui appunto la mia necessità primordiale di "sentirmi accettato".
Ma...è possibile liberarsi di tuttò ciò??Per me sarebbe un sogno, il punto di partenza per iniziare finalmente a vivere!
[#9]
Gentile Signore,
Forse il "lavoro " psicoterapeutico non e' ancora riuscito ad affrontare tutte le aree dolenti.
Sento infatti un tono depresso nel suo modo di esprimersi e questo umore non le permette certo di vivere bene.
La rabbia a mio avviso non va "messa da parte" perche' questa rappresentazione suggerisce l'idea che sia comunque sempre presente dentro di lei e che il suo impegno "frustrante" sia quello di non esprimerla.
Le ho indicato questo particolare del suo scritto mantenendomi molto sulle generali. E' una sensazione che dovrrebbe essere elaborata da lei, se le corrisponde.
Anche la frase riferita al sentirsi accettato suggerisce una dipendenza dall'Altro (visto come soggetto superiore e impossibile da soddisfare, anche questo sempre frustrante).
Il mio invito pertanto e' riprendere la psicoterapia che ha forse sospeso prematuramente.
I migliori saluti
Forse il "lavoro " psicoterapeutico non e' ancora riuscito ad affrontare tutte le aree dolenti.
Sento infatti un tono depresso nel suo modo di esprimersi e questo umore non le permette certo di vivere bene.
La rabbia a mio avviso non va "messa da parte" perche' questa rappresentazione suggerisce l'idea che sia comunque sempre presente dentro di lei e che il suo impegno "frustrante" sia quello di non esprimerla.
Le ho indicato questo particolare del suo scritto mantenendomi molto sulle generali. E' una sensazione che dovrrebbe essere elaborata da lei, se le corrisponde.
Anche la frase riferita al sentirsi accettato suggerisce una dipendenza dall'Altro (visto come soggetto superiore e impossibile da soddisfare, anche questo sempre frustrante).
Il mio invito pertanto e' riprendere la psicoterapia che ha forse sospeso prematuramente.
I migliori saluti
[#10]
Gentile Ragazzo,
la invito a portare ogni suo bisogno nonché perplessità al suo curante attuale, è fondamentale per il procedere del percorso terapeutico e per riflettere sugli obiettivi che lei intende raggiungere.
Una domanda: se pensa di trovarsi bene con lo specialista che la segue come mai si continua a rivolgere a noi?
Ha letto gli articoli che le ho segnalato in replica #1?
la invito a portare ogni suo bisogno nonché perplessità al suo curante attuale, è fondamentale per il procedere del percorso terapeutico e per riflettere sugli obiettivi che lei intende raggiungere.
Una domanda: se pensa di trovarsi bene con lo specialista che la segue come mai si continua a rivolgere a noi?
Ha letto gli articoli che le ho segnalato in replica #1?
[#11]
Ex utente
Gentile dott. Esposito,
è vero, c'è e c' è sempre stato quel tono depresso, ecco perchè essendone consapevole e non riuscendo a disfarmene, provo molta frustrazione.
Così come è vero che il mio impegno costante è quello di non esprimerla, per non turbare l' armonia con gli altri. A mie spese naturalmente...
Gent. dott. Rinella, nella mia ultima seduta ho poi riportato i miei bisogni al mio curante, e posso ammettere che è stata una seduta costruttiva, mi sono rivolto a voi probabilmente perchè, come è mio solito fare, fatico nell' esprimere , appunto ,la mia rabbia (quindi i miei bisogni :"dottore sento che non sto progredendo").
Si ho letto gli articoli, resto dell' idea che il dottore che mi sta seguendo "faccia" per me...il problema resta sempre mio , ovvero la difficoltà nell esprimere i miei bisogni ahimè!!
grazie delle vostre risposte, cercherò di proseguire il mio percorso!
è vero, c'è e c' è sempre stato quel tono depresso, ecco perchè essendone consapevole e non riuscendo a disfarmene, provo molta frustrazione.
Così come è vero che il mio impegno costante è quello di non esprimerla, per non turbare l' armonia con gli altri. A mie spese naturalmente...
Gent. dott. Rinella, nella mia ultima seduta ho poi riportato i miei bisogni al mio curante, e posso ammettere che è stata una seduta costruttiva, mi sono rivolto a voi probabilmente perchè, come è mio solito fare, fatico nell' esprimere , appunto ,la mia rabbia (quindi i miei bisogni :"dottore sento che non sto progredendo").
Si ho letto gli articoli, resto dell' idea che il dottore che mi sta seguendo "faccia" per me...il problema resta sempre mio , ovvero la difficoltà nell esprimere i miei bisogni ahimè!!
grazie delle vostre risposte, cercherò di proseguire il mio percorso!
[#12]
Benissimo allora se si sente all'interno di un percorso che fa per lei e ripone fiducia nel suo curante.
Il progredire della terapia è legato anche all'apporto che lei è in grado di dare, nel riuscire a esprimere il suo sentire e i suoi bisogni come ha riportato sopra "dottore sento che non sto progredendo", una buona relazione terapeutica ne è il presupposto indispensabile.
Cordialmente
Il progredire della terapia è legato anche all'apporto che lei è in grado di dare, nel riuscire a esprimere il suo sentire e i suoi bisogni come ha riportato sopra "dottore sento che non sto progredendo", una buona relazione terapeutica ne è il presupposto indispensabile.
Cordialmente
[#13]
Ex utente
Un' ultima domanda gentili dottori.
Ma...sinceramente...io o chiunque abbia i miei stessi problemi, può uscire da quest' incubo???
Mi rendo conto di aver fatto una domanda che può trovare mille risposte, però vedete, purtroppo non riesco a non pensare al tempo passato tutti questi anni (soffrendo) per cercare di arrivare ad uno stato "normale". Per "normale", nel mio caso, non intendo una vita senza problemi e difficoltà , bensì ASSERTIVE, perchè è questo il punto. Persone che conosco sono sempre state "buone", inclini alla passività, alla sottomissione, e nessuna di loro è mai cambiata.
Voi mi consigliate di continuare il mio percorso, è quello che farò perchè, sinceramente, non vedo altra soluzione, però il dubbio mi viene, perdonatemi ma..mi verrebbe da chiedere : non starò forse inseguendo un' illusione....?
[#16]
Ex utente
Gentili dottori/dott.sse,
riprendo momentaneamente questo mio post, mi preme porvi la seguente domanda :
io soffro, soffro da anni..perchè il mio terapeuta non mi prescrive in maniera decisa, senza ripensamenti, un antidepressivo?
La domanda gliel' ho posta, teme che utilizzi questo "stratagemma" per accantonare il problema e non affrontarlo, io da canto mio però mi sento di rispondere che in questo stato (e sono in questo stato da anni) non andrò molto lontano, perchè non sono in grado di compiere con costanza quelle azioni che potrebbero (ammesso che dipenda da loro) aiutarmi ad uscire dal tunnel.
Sarò irrazionale ma chi soffre sono io...
Mi rivolgo a voi, gentili dottori :
io soffro dal mattino alla sera, magari non in forma così grave da pensare al suicidio, ma devo aspettare di arrivarci? Un farmaco non mi darebbe momentaneamente un pò di leggerezza? io sono comunque intenzionato ad affrontare la vita, ma sono fermo da anni.
Grazie.
riprendo momentaneamente questo mio post, mi preme porvi la seguente domanda :
io soffro, soffro da anni..perchè il mio terapeuta non mi prescrive in maniera decisa, senza ripensamenti, un antidepressivo?
La domanda gliel' ho posta, teme che utilizzi questo "stratagemma" per accantonare il problema e non affrontarlo, io da canto mio però mi sento di rispondere che in questo stato (e sono in questo stato da anni) non andrò molto lontano, perchè non sono in grado di compiere con costanza quelle azioni che potrebbero (ammesso che dipenda da loro) aiutarmi ad uscire dal tunnel.
Sarò irrazionale ma chi soffre sono io...
Mi rivolgo a voi, gentili dottori :
io soffro dal mattino alla sera, magari non in forma così grave da pensare al suicidio, ma devo aspettare di arrivarci? Un farmaco non mi darebbe momentaneamente un pò di leggerezza? io sono comunque intenzionato ad affrontare la vita, ma sono fermo da anni.
Grazie.
[#17]
Gentile Signore,
Il suo terapeuta se e' uno psicologo non puo' prscriverle farmaci. Per questa competenza occorre uno psichiatra.
Ha mai chiesto una visita psichiatrIca?
Gli psicofarmaci non sono sconsigliati in caso di depressione, anzi possono aiutare ad afffontare questa complessa patologia.
Cordiali saluti
Il suo terapeuta se e' uno psicologo non puo' prscriverle farmaci. Per questa competenza occorre uno psichiatra.
Ha mai chiesto una visita psichiatrIca?
Gli psicofarmaci non sono sconsigliati in caso di depressione, anzi possono aiutare ad afffontare questa complessa patologia.
Cordiali saluti
[#18]
Mi scusi, non ne abbia a male, lei è in terapia ma continua a porre quesiti a noi.
Ma se è così convinto del percorso che sta seguendo come mai continua a porci domande?
La farmacoterapia può essere abbinata al percorso psicoterapico, quando è il caso e secondo valutazione medico specialistica, lo psicologo non è medico.
Valuti insieme al suo terapeuta se questo percorso sta andando verso gli obiettivi desiderati.
Ha letto gli articoli linkati?
Legga anche questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Ma se è così convinto del percorso che sta seguendo come mai continua a porci domande?
La farmacoterapia può essere abbinata al percorso psicoterapico, quando è il caso e secondo valutazione medico specialistica, lo psicologo non è medico.
Valuti insieme al suo terapeuta se questo percorso sta andando verso gli obiettivi desiderati.
Ha letto gli articoli linkati?
Legga anche questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
[#19]
Gentile signore,
Rileggendo i suoi messaggi mi sono resa conto che lei non ha messo a fuoco uno dei temi base della depressione: la dfficolta' di opporsi a qualcuno.
Non ne avete mai parlato con il suo terapeuta?
Una persona depressa non trova il coraggio di opporsi, perche' non ne ha la forza e gli fa paura. Esprime larvatamente il suo malessere ma senza energia.
Se non affronta questo stato d'animo però' non puo' progredire perche' non ne ha coscienza.
Opporsi implica la possibilita' di percepire il disappunto dell'altro. Accettare questa consapevolezza, questo disagio emotivo e' il primo passo da fare.
Si faccia coraggio! Per affrontare queste tematiche ci vuole un po' di determinazione ma i risultati sono significativi.
Cordiali saluti
Rileggendo i suoi messaggi mi sono resa conto che lei non ha messo a fuoco uno dei temi base della depressione: la dfficolta' di opporsi a qualcuno.
Non ne avete mai parlato con il suo terapeuta?
Una persona depressa non trova il coraggio di opporsi, perche' non ne ha la forza e gli fa paura. Esprime larvatamente il suo malessere ma senza energia.
Se non affronta questo stato d'animo però' non puo' progredire perche' non ne ha coscienza.
Opporsi implica la possibilita' di percepire il disappunto dell'altro. Accettare questa consapevolezza, questo disagio emotivo e' il primo passo da fare.
Si faccia coraggio! Per affrontare queste tematiche ci vuole un po' di determinazione ma i risultati sono significativi.
Cordiali saluti
[#20]
Ex utente
Gentile dott.ssa Esposito,
non so di preciso che altre specializzazioni abbia il mio terapeuta (credo sia anche chirurgo ma potrei sbagliarmi), ma tempo fa mi prescrisse lui stesso un antidepressivo, terapia poi interrotta quasi subito (un mese)per i disturbi sessuali che arrecava, e in virtù del fatto che qualche passo lo stavo facendo.
La difficoltà ad oppormi a qualcuno...è stramaledettamente vero, è proprio questa la cosa che mi manda in bestia ma che non sono ancora riuscito a risolvere, sto cercando di affrontarla da un pò di tempo ma ho fortissimi segnali interni che tendono sempre a frenarmi, a non voler contraddire l' altro, e nonostante tutta la rabbia che questo mi provoca, continuo nel mio atteggiamento. Eppure,da quel che dite, è proprio affrontare queste situazioni che potrebbe "salvarmi".
Gentile dott.ssa Rinella ,
In un precedente post lei ha espresso un parere importante : il mio problema non è tanto capire perchè sono in questa situazione, ma come affrontarla ! Le posso confermare che è verissimo tutto questo, non ho avuto figure che mi abbiano insegnato a far ciò.
Ho letto il link da lei consigliatomi, sto scrivendo a voi perchè non vado in terapia da settimane (il dottore è in ferie), e ci sono stati avvenimenti nei quali mi sono trovato, come sempre , a reprimere la mia rabbia..morivo scatenante rabbia e frustrazione.
"Molte volte le persone preferiscono vivere una vita di basso profilo, al di sotto delle proprie possibilità, piuttosto che affrontare sensazioni potenti come la rabbia, il dolore o la paura (ib.)"
Questa è la mia vita ad oggi, che la chiave sia quindi affrontare questa rabbia? la paura? Si, io fuggo dalle situazioni, lo ammetto, sono un pò vigliacco forse.
Mi sono affidato ad un esperto di psicologia clinica che mi ha consigliato la psicanalisi.
Con il mio terapeuta c' è empatia, vorrei solo "sapere" cosa fare, visto che non mi è stato mai insegnato, mi sono stufato di capire PERCHE' dottoressa, lei ha ragione, voglio solo sapere COME o forse, so già come fare, ma i sensi di colpa prendono sempre il sopravvento.
Apprezzo vivamente la vostra disponibilità.
non so di preciso che altre specializzazioni abbia il mio terapeuta (credo sia anche chirurgo ma potrei sbagliarmi), ma tempo fa mi prescrisse lui stesso un antidepressivo, terapia poi interrotta quasi subito (un mese)per i disturbi sessuali che arrecava, e in virtù del fatto che qualche passo lo stavo facendo.
La difficoltà ad oppormi a qualcuno...è stramaledettamente vero, è proprio questa la cosa che mi manda in bestia ma che non sono ancora riuscito a risolvere, sto cercando di affrontarla da un pò di tempo ma ho fortissimi segnali interni che tendono sempre a frenarmi, a non voler contraddire l' altro, e nonostante tutta la rabbia che questo mi provoca, continuo nel mio atteggiamento. Eppure,da quel che dite, è proprio affrontare queste situazioni che potrebbe "salvarmi".
Gentile dott.ssa Rinella ,
In un precedente post lei ha espresso un parere importante : il mio problema non è tanto capire perchè sono in questa situazione, ma come affrontarla ! Le posso confermare che è verissimo tutto questo, non ho avuto figure che mi abbiano insegnato a far ciò.
Ho letto il link da lei consigliatomi, sto scrivendo a voi perchè non vado in terapia da settimane (il dottore è in ferie), e ci sono stati avvenimenti nei quali mi sono trovato, come sempre , a reprimere la mia rabbia..morivo scatenante rabbia e frustrazione.
"Molte volte le persone preferiscono vivere una vita di basso profilo, al di sotto delle proprie possibilità, piuttosto che affrontare sensazioni potenti come la rabbia, il dolore o la paura (ib.)"
Questa è la mia vita ad oggi, che la chiave sia quindi affrontare questa rabbia? la paura? Si, io fuggo dalle situazioni, lo ammetto, sono un pò vigliacco forse.
Mi sono affidato ad un esperto di psicologia clinica che mi ha consigliato la psicanalisi.
Con il mio terapeuta c' è empatia, vorrei solo "sapere" cosa fare, visto che non mi è stato mai insegnato, mi sono stufato di capire PERCHE' dottoressa, lei ha ragione, voglio solo sapere COME o forse, so già come fare, ma i sensi di colpa prendono sempre il sopravvento.
Apprezzo vivamente la vostra disponibilità.
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 2.6k visite dal 07/04/2013.
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