Non riuscirò mai ad accettare me stesso

Buongiorno,

questo è più uno sfogo che altro. Sono un ragazzo di 25 anni, che non si piace e non si è mai piaciuto. Un anno fa ho perso il lavoro e ho avuto tempo di riflettere. Avere tanto "tempo libero" fa male, soprattutto a chi come me non ha mai avuto molta autostima. Il fatto è che sono sempre stato brutto. La mia non è una bruttezza che si coglie al volo. Con i vestiti addosso e nel periodo giusto, se non mi si osserva troppo attentamente, qualcuno potrebbe persino definirmi carino. Non vorrei elencare i centinaia di difetti con cui ho a che fare (ò farò), ma voglio far presente che ormai non riesco più a guardarmi allo specchio. Eppure lo faccio, in modo compulsivo, anche per ore. Sto lì a guardarmi davanti allo specchio e schifarmi di me stesso.

Da tre mesi non esco di casa, nemmeno con gli amici perchè mi vergogno di mostrarmi in pubblico. So che a 25 anni è patetico, ma è più forte di me. Non sono come gli altri. La mia non è una bruttezza comparabile a quella degli altri. Non ho il naso storto, non sono strabico. Ho problemi irrisolvibili: lieve asimmetria del viso, una pelle precocemente invecchiata, nei ovunque che si moltiplicano e si ingrandiscono (anche in viso e ne ho uno anche sul glande!), rachitismo, ossa sporgenti, lieve scoliosi, pelle floscia (sono dimagrito e ingrassato più volte), sto diventando di anno in anno sempre più stempiato, smagliature e potrei andare avanti all'infinito.

Sono sedentario, pigro, pigrissimo. La mia pigrizia però è in parte "giustificata" dal fatto che ormai ho raggiunto uno stadio di totale apatia e disinteresse per chiunque e qualunque cosa.

So che il vostro mestiere è in fondo anche quello di dare una ragione di vita a chi pensa di non averne. Io però so perfettamente che non accetterò mai il mio corpo. Se facessi sport lo so, migliorerebbe. Ci ho provato, ho ottenuto risultati, mi sono sentito meglio, ma non sono mai stato soddisfatto, perchè ci sono difetti insanabili. E' lo scheletro che è venuto male, è la pelle che è da rifare. Non sarò mai in grado di spogliarmi davanti a un ragazzo (sì sono omosessuale). Le mie poche esperienze sessuali si son sempre fermate al sesso orale e son sempre stato passivo. Ho approfittato dei brevi momenti in cui almeno il viso aveva un aspetto semidecente per consumare i miei "intensissimi" rapporti.

Infatti non ho dei brutti linementi, ma ho una pelle che somatizza tantissimo. Mi basta dormire un'ora in meno o mangiare troppi carboidrati per sformarmi completamente.

Che vita è? Sono affetto da almeno 200 difetti. Quei piccoli difetti che le persone ogni tanto si lamentano di avere: "ho tanti nei", "ho le smagliature", "ho le scapole alate", "ho la bocca storta", "ho il culo molle"... ebbene, io li ho tutti. Tutti insieme. E mai riuscirò ad accettarmi completamente, mai. Proprio non riesco a pensare a quale potrebbe essere la mia ragione di vita. Ogni notte vado a letto sperando di non svegliarmi.

Grazie per la pazienza.
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

credo che la questione si basi principalmente sul fatto che

<<non ha mai avuto molta autostima>>,

cosa che va assolutamente chiarita e approfondita.


La Sua attenzione, pare, è rivolta prevalentemente al corpo, infatti

<<Io però so perfettamente che non accetterò mai il mio corpo.>>

anche se

<< La mia non è una bruttezza che si coglie al volo. Con i vestiti addosso e nel periodo giusto, se non mi si osserva troppo attentamente, qualcuno potrebbe persino definirmi carino.>>

Nonostante questo,

<<non riesco più a guardarmi allo specchio. Eppure lo faccio, in modo compulsivo, anche per ore.>>

forse cercando una risposta che sicuramente si trova in altro luogo.

Ha deciso che

<<mai riuscirò ad accettarmi completamente, mai.>>

mentre accettare se stessi è il primo passo per stare bene con se stessi e, di conseguenza, anche con gli altri.

Quegli altri che, nella quasi totalità dei casi, hanno anche loro dei <<difetti insanabili>> che in qualche modo hanno accettato, per poter "andare oltre".

Dato che

<<Proprio non riesco a pensare a quale potrebbe essere la mia ragione di vita.>>,

credo che andrebbe rivisto innanzitutto il _modo_ di pensare a se stessi e alla vita, per poter poi sviluppare una prospettiva differente da cui vedere le cose.

Lo scopo è uscire da quel vicolo cieco in cui

<<Ogni notte vado a letto __sperando__ di non svegliarmi.>>






[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
cambiare si può.
Un buon livello di autostima, palestra, un'alimentazione equilibrata, vedrà che contribuiranno a modificare la sua immagine allo specchio.

Il valore\bellezza di una persona non correla soltanto con la fisicità, ma con tantissimo altro che dimora nella psiche, storia di vita, testa, pensieri....di una persona, che la rendono unica, irripetibile.

Migliorando la sua autostima, vedrà che riuscirà a vedersi e percepirsi prezioso, solo così lo trasmetterà a chi la circonda.
Coraggio.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile ragazzo,
Lei sembra focalizzare sul suo corpo molte atre insoddisfazioni e disagi che si nascondono nel suo mondo interiore, portando all'esterno quello che risiede dentro di se': ovvero, la modalità negativista e pessimista di pensiero, la percezione di se' come individuo con scarso potere personale , senso di impotenza, e bassa autostima, sembrano essere alla base del malessere che poi lei dirige sul corpo. Il corpo, in altre parole, rimane al centro della sua attenzione, distogliendolo da un'indagine profonda di quello che lei è' in tutta la sua interezza. Ritengo, quindi, che l' odio per il suo corpo abbia aspetti legati all'accettazione di se' come persona. Nella sua famiglia, era accettato? Quali rapporti aveva con le figure di riferimenti(genitori, fratelli ecc). Qual era il clima relazionale? Quali aspettative avevano i suoi su di lei? Come reagivano ai suoi insuccessi? Credo che sia importante avere altri elementi relativi alla sua storia personale per poterci esprimere in modo più accurato, pur nei limiti di un consulto on line, ovviamente.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile ragazzo,
Lei conclude con questa frase: "Ogni notte vado a letto sperando di non svegliarmi." E' da molto tempo che vive questo stato d'animo? Se sì, non sarebbe il caso di rivolgersi ad un esperto, ad uno psicologo? Sarebbe l'occasione per parlare dei suoi 200 difetti di "una bruttezza che non si coglie al volo" (è poco visibile?) e della sua insoddisfazione/infelicità...

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#5]
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Ringrazio tutti per l'attenzione riservatami.

Mi è stato chiesto di indagare sugli aspetti del mio passato che possono aver influito sul mio stato attuale.

Inizio col precisare che i miei genitori mi hanno sempre voluto bene, mi hanno sempre apprezzato e cercato di sostenere nei periodi bui. Sono una coppia fantastica e superati da tempo i cinquant'anni si amano ancora moltissimo. A mio parere, però, hanno commesso alcuni errori.

Sono meridionali, quindi non mi hanno trasmesso una buona cultura alimentare. Da bambino mi hanno sempre lasciato campo libero quando si trattava di mangiare, non mi hanno mai messo freni. Per questo sono ingrassato. Questo ha influito notevolmente sul mio sviluppo. A 14 anni dimostravo almeno 5 anni in meno. Ero un ragazzino basso, grasso e bruttissimo. Solo a 15 anni, su mia iniziativa, grazie a una dieta drastica e non controllata, ho perso diversi chili. Sono cresciuto in altezza e ho iniziato ad assumere caratteristiche normali per un adolescente di quell'età. Se non fosse che sono sempre stato più "atonico" dei miei coetanei, anche perchè non ho mai dedicato molto tempo allo sport e ho sempre avuto una pelle che faceva fatica a recuperare (in fondo avrò perso 15 chili, non 50). Forse dietro c'era anche una carenza di testosterone che non è stata indagata a dovere. Già da allora avevo enormi problemi ad accettarmi. E questa cosa in fondo me la sono sempre portata dietro.

Altra cosa che rimprovero a mio padre, è il fatto che mi ha sempre sopravvalutato e per anni mi ha fatto credere che avessi potenzialità superiori alla media. Quando, crescendo, ho appreso che non disponevo affatto di un'intelligenza superiore è stato un colpo.

Oltre ai miei genitori, ha sicuramente influito il rapporto che ho avuto con i miei compagni di classe. Alle elementari mi emarginavano e mi schernivano spesso. Ho avuto poi un momenti di pace dagli 11 ai 13 anni (forse il periodo più bello della mia vita), in cui avevo trovato un'isola di felcità. Dalla prima superiore è riniziato il calvario.

Al di là della bruttezza penso che i compagni non mi accettassero perchè ho sempre avuto una "goffaggine" innata. Sono goffo, sono un debole, me lo si legge in fronte. E' una cosa piuttosto evidente, un marchio che ho addosso.

La mia debolezza si legge, perchè sono ansioso, non riesco ad affrontare le sfide della vita senza essere sopraffatto dall'ansia.

Nel lavoro, prima che mi lasciassero a casa per mancanza di fondi, ero riuscito a fare un po' di carriera. Ero un "capo", anche molto stimato per le competenze. Anche lì però, non sono mai stato rispettato a 360 gradi, perchè le persone percepivano la mia debolezza di fondo.

Ed è questo il punto, io sono un debole. Non riesco a pensare al degrado che avrà il mio corpo. Non riesco a credere che il mio volot tra qualceh hanno sarà ricoperto di nei. Io non sono Bruno Vespa. Lui è forte della sua intelligenza e i nei passano in secondo piano. Io sono debole e se penso al mio aspetto tra qualche anno mi irrigidisco. Mi passa qualsiasi voglia di fare qualcosa per me stesso. Non ho più voglia di stare al mondo. Ormai è anche una questione di pigrizia. Vivere mi stanca, mi annoia.

Mi scuso per gli errori commessi, ma non revisiono perchè vorrei che ne uscisse un flusso di coscienza.

Grazie di cuore per la pazienza.
[#6]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Caro ragazzo,

<<Io non sono Bruno Vespa. Lui è forte della sua intelligenza e i nei passano in secondo piano. Io sono debole e se penso al mio aspetto tra qualche anno mi irrigidisco.>>

chi ha deciso che lei non possa essere forte della sua intelligenza?

Vede, anche rileggendo i suoi precedenti consulti su questo sito, mi sembra di percepire che la sua attenzione al corpo è continua, mi verrebbe da dire totalizzante... eppure, nonostante questo, sembra che lei non faccia nulla per contrastare i suoi, certamente sovrastimati, inestetismi.

Ci sono persone, all'estremo opposto, che per la troppa attenzione al corpo, dedicano gran parte del loro tempo alla sua cura, allo sport, al controllo dell'alimentazione... e lei cosa fa invece? Ci dice che non può compensare la sua "bruttezza" con l'intelligenza?!?

Non le sembra un po' paradossale?

Non potrebbe essere un modo per gettare la spugna e potersi crogiolare della sua "goffaggine" e dei suoi "difetti fisici"?

Mi perdoni se le mie domande le suoneranno un po' provocatorie ma credo che, in fondo, un qualche vantaggio secondario ci debba pur essere in questo suo modo di affrontare la situazione; altrimenti perché non fare nulla?

Un percorso che possa aiutarla ad accrescere la sua autostima potrà modificare la visione che ha di se stesso e consentirle, così, di ripropporre, anche all'esterno, una bellezza, una forza e un'intelligenza che, sono certo, già albergano in lei.

Un caro saluto


Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#7]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Caro ragazzo,
Il suo negativismo, dal sapore vagamente narcisistico, sembra quasi esercitare un'attrazione su di lei. Leggendo quello che ha scritto e lo stile, mi sono tornati in mente i romanzi decadenti fin de siècle. Lei, li ha letti? Huysmann, Wilde, D'Annunzio? Se le capita, glieli consiglio. Per carità, non voglio affermare che lei non stia provando disagio, e molto, anche, ma ritengo che la causa non sia la' dove lei la vede.
Quando parla della sua storia, fornisce importanti chiarimenti: per es., le alte aspettative di suo padre sulla sua intelligenza. Quanto hanno pesato sulla reale accettazione di se'? Cosa voleva che lei diventasse nella vita? Di sua madre, invece, non parla. Che ruolo ha avuto, oltre a quello di accudirla e coccolarla? E poi, l'esperienza con i compagni, la derisione, così pungente a quell'eta'...capisco che allora il corpo e' diventato l'oggetto visibile del loro accanimento! Credo davvero che siano state esperienze dolorose!
Adesso, però, lei ha il potere di fare qualcosa per se stesso! Rimanere a casa, ritirarsi non solo dal lavoro ma dagli amici, non fa che sprofondarla sempre di più in un vuoto autocompiacimento depressivo, non crede? Per cui, una valutazione da uno psicologo e' quanto mai consigliata per aiutare se stesso ad uscire da un impasse che, con il tempo, puo' davvero essere molto più dura e complessa da superare.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ind.clinico
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