Situazione familiare e personale problematica.
Mia moglie ha sempre sofferto di un disturbo delirante, con momenti alti e bassi; purtroppo, mi sono reso conto della sua condizione patologica quando già avevamo due figli.
Tutte le cure tentate, psicologiche e psichiatriche (ha frequentato cinque diversi professionisti) hanno sortito effetti blandi e temporanei. In lei si è instaurato un odio viscerale, aggressivo e plateale verso la mia famiglia d'origine; a momenti alterni nutre simili sentimenti verso alcuni dei colleghi di lavoro, oppure verso alcuni vicini di casa, o verso gli stessi specialisti che la seguono. Elabora e crede in proprie “sceneggiature”, che si inventa collegando tra loro fatti insignificanti per dimostrare che tutti tramano contro di lei.
La mia vita, finora, è stata caratterizzata dal dover fare tutto (da gran parte dei mestieri di casa, alla spesa, al gestire i figli a scuola, in avanti), dal dover sempre assumere tutte le decisioni, senza alcun supporto da parte sua. Sempre la risposta “Fai tu”, per poi esplodere in recriminazioni e insulti quando qualcosa non va nel verso che lei riteneva giusto (ma che non mi aveva mai voluto illustrare).
Non ho mai voluto interrompere il rapporto per il bene dei figli : conoscendo la situazione di fatto e di diritto che esiste in Italia per i genitori che si separano, ho avuto paura di finire come i padri che inscenano manifestazioni davanti a tribunali perchè viene loro negato il diritto alla paternità.
Mi sono imposto di resistere; ho vissuto come un carcerato vive la galera, in attesa della fine della pena. Pensavo di potermi affrancare quando i figli sarebbero diventati "grandi". Ora che loro sono maggiorenni, mi si è posto un altro problema : non riesco a superare l’idea che lasciando mia moglie costringerei i figli ad assisterla, perchè lei ha interrotto ogni rapporto con la sua famiglia d'origine, e non la ritengo capace di gestirsi da sola. E ho paura che ANCHE i miei figli si rovinino la vita.
Le sue ultime “esternazioni” sono state così violente, sia verso di me che contro la mia famiglia, che i miei stessi figli hanno chiamato il 118 per tentare un TSO … che non ha avuto alcun esito. Loro stessi si rendono conto della mia condizione, e mi hanno consigliato di “pensare di più a me”. La strana soluzione che avevo trovato si è risolta in un altro problema (i medici potranno consultare i miei recenti interventi …).
Sto cercando qualche specialista che possa aiutarmi a trovare la forza di uscire da questa situazione. Ne ho già contattati due, ma non mi hanno convinto. Non riesco a focalizzare quale sia il “percorso” che da loro mi viene proposto.
Il problema è che non so neanch’io cosa dovrei chiedere loro e cosa dovrei aspettarmi. Se uno ha il mal di pancia, va dal dottore che prescrive la pillola. Se ha mal di testa, altra visita e altra pillola. Se uno non sa più cosa fare della propria vita, ma cerca una strada per non nuocere né a sé stesso né, soprattutto, agli altri … che pillola deve prendere?
Vi ringrazio.
Tutte le cure tentate, psicologiche e psichiatriche (ha frequentato cinque diversi professionisti) hanno sortito effetti blandi e temporanei. In lei si è instaurato un odio viscerale, aggressivo e plateale verso la mia famiglia d'origine; a momenti alterni nutre simili sentimenti verso alcuni dei colleghi di lavoro, oppure verso alcuni vicini di casa, o verso gli stessi specialisti che la seguono. Elabora e crede in proprie “sceneggiature”, che si inventa collegando tra loro fatti insignificanti per dimostrare che tutti tramano contro di lei.
La mia vita, finora, è stata caratterizzata dal dover fare tutto (da gran parte dei mestieri di casa, alla spesa, al gestire i figli a scuola, in avanti), dal dover sempre assumere tutte le decisioni, senza alcun supporto da parte sua. Sempre la risposta “Fai tu”, per poi esplodere in recriminazioni e insulti quando qualcosa non va nel verso che lei riteneva giusto (ma che non mi aveva mai voluto illustrare).
Non ho mai voluto interrompere il rapporto per il bene dei figli : conoscendo la situazione di fatto e di diritto che esiste in Italia per i genitori che si separano, ho avuto paura di finire come i padri che inscenano manifestazioni davanti a tribunali perchè viene loro negato il diritto alla paternità.
Mi sono imposto di resistere; ho vissuto come un carcerato vive la galera, in attesa della fine della pena. Pensavo di potermi affrancare quando i figli sarebbero diventati "grandi". Ora che loro sono maggiorenni, mi si è posto un altro problema : non riesco a superare l’idea che lasciando mia moglie costringerei i figli ad assisterla, perchè lei ha interrotto ogni rapporto con la sua famiglia d'origine, e non la ritengo capace di gestirsi da sola. E ho paura che ANCHE i miei figli si rovinino la vita.
Le sue ultime “esternazioni” sono state così violente, sia verso di me che contro la mia famiglia, che i miei stessi figli hanno chiamato il 118 per tentare un TSO … che non ha avuto alcun esito. Loro stessi si rendono conto della mia condizione, e mi hanno consigliato di “pensare di più a me”. La strana soluzione che avevo trovato si è risolta in un altro problema (i medici potranno consultare i miei recenti interventi …).
Sto cercando qualche specialista che possa aiutarmi a trovare la forza di uscire da questa situazione. Ne ho già contattati due, ma non mi hanno convinto. Non riesco a focalizzare quale sia il “percorso” che da loro mi viene proposto.
Il problema è che non so neanch’io cosa dovrei chiedere loro e cosa dovrei aspettarmi. Se uno ha il mal di pancia, va dal dottore che prescrive la pillola. Se ha mal di testa, altra visita e altra pillola. Se uno non sa più cosa fare della propria vita, ma cerca una strada per non nuocere né a sé stesso né, soprattutto, agli altri … che pillola deve prendere?
Vi ringrazio.
[#1]
Gentile Signore,
la sua situazione familiare è sicuramente molto delicata e il cambiamento di alcune condizioni oggettive (come la raggiunta maggiore età dei suoi ragazzi) pone purtroppo nuovi e diversi problemi.
I suoi figli condividono la preoccupazione di doversi fare carico della madre?
Come stanno dal punto di vista psicologico?
Il disturbo del quale soffre sua moglie è serio e richiede una terapia seria: ci può dire di preciso quali interventi sono stati finora effettuati?
E' stata seguita da una struttura pubblica che si occupi di casi psichiatrici?
la sua situazione familiare è sicuramente molto delicata e il cambiamento di alcune condizioni oggettive (come la raggiunta maggiore età dei suoi ragazzi) pone purtroppo nuovi e diversi problemi.
I suoi figli condividono la preoccupazione di doversi fare carico della madre?
Come stanno dal punto di vista psicologico?
Il disturbo del quale soffre sua moglie è serio e richiede una terapia seria: ci può dire di preciso quali interventi sono stati finora effettuati?
E' stata seguita da una struttura pubblica che si occupi di casi psichiatrici?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la pronta risposta.
I miei figli sono molto più pragmatici di me. Non si pongono il problema di "domani", ma vedono solo la situazione attuale. Ho dichiarato loro le mie paure, ma hanno reagito in maniera per me inconcepibile ("Peggio per lei, la pazza è lei, si arrangia!").
Si sono resi conto, da sempre, che nella nostra famiglia c'è qualcosa di strano : non so quanti tra i loro amici hanno il padre che si occupa di rifare i letti, sistemare la casa, stirare, cucinare ...
Mi sembrano persone normali ; per lo meno, non manifestano (per quello che posso capire da profano) problematiche diverse da quelle di tutti i giovani adulti. Ho notato solo un dubbio nella ragazza maggiore (21 anni), che, al culmine di una violenta "esternazione" di sua madre ha voluto essere rassicurata che la malattia non è ereditaria, che non sarebbe diventata anche lei così...
Solo dopo il matrimonio (sic!) i parenti di mia moglie mi hanno comunicato che da ragazza era stata seguita da un paio di specialisti (non ho capito se psicologhi o psichiatri), che "...la facevano sempre dormire..." e “… le facevano delle flebo…”; questo in seguito ad una depressione causata dall'abbandono degli studi universitari. Per lavoro si è trasferita molto lontano dalla casa dei genitori, e qui ci siamo conosciuti. All'inizio ero convinto che i suoi disturbi non fossero niente di serio, dovuti al solito stress da lavoro e simili. Poi pensai alla "depressione post partum", dovuta alle due gravidanze abbastanza ravvicinate (20 mesi). Solo in seguito mi sono reso conto della vera situazione. Ho resistito pensando alla "fine della pena". Sono riuscito, non più di cinque o sei anni fa, a convincerla a recarsi dalla prima psicologa, che ha abbandonato dopo circa un semestre di incontri. E da allora, ne ha cambiati diversi. Purtroppo, poco più di un anno fa la situazione si è ulteriormente aggravata, perché un problema di ipertensione (prima mai tenuto sotto controllo) pare le abbia causato un’ emorragia cerebrale che ha dato avvio a problemi epilettici. Mentre fisicamente si è ripresa (fa uso di Pritor Plus, Tegretol, Keppra e Rivotril, non ha più avuto attacchi epilettici), dal punto di vista psichiatrico è terribilmente peggiorata. Dico solo che, durante alcuni suoi attacchi, sono arrivato a comprendere perché, durante il medioevo, ritenevano che simili manifestazioni fossero indice di possessione demoniaca! L’ultima psicologa che la segue l’ha indirizzata ad una psichiatra … che non ha riscontrato alcun problema!
L’ultima violentissima manifestazione risale alla mattina di Pasqua (non voleva assolutamente condividere il pranzo di Pasqua con la mia famiglia d’origine); i miei figli hanno chiamato il 118, è stata portata al DEA … ma anche qui una psichiatra, chiamata per un consulto, non ha ritenuto fossero presenti problemi.
Ed eccomi qua.
Comincio a pensare di essere io quello che ha problemi psichiatrici…
I miei figli sono molto più pragmatici di me. Non si pongono il problema di "domani", ma vedono solo la situazione attuale. Ho dichiarato loro le mie paure, ma hanno reagito in maniera per me inconcepibile ("Peggio per lei, la pazza è lei, si arrangia!").
Si sono resi conto, da sempre, che nella nostra famiglia c'è qualcosa di strano : non so quanti tra i loro amici hanno il padre che si occupa di rifare i letti, sistemare la casa, stirare, cucinare ...
Mi sembrano persone normali ; per lo meno, non manifestano (per quello che posso capire da profano) problematiche diverse da quelle di tutti i giovani adulti. Ho notato solo un dubbio nella ragazza maggiore (21 anni), che, al culmine di una violenta "esternazione" di sua madre ha voluto essere rassicurata che la malattia non è ereditaria, che non sarebbe diventata anche lei così...
Solo dopo il matrimonio (sic!) i parenti di mia moglie mi hanno comunicato che da ragazza era stata seguita da un paio di specialisti (non ho capito se psicologhi o psichiatri), che "...la facevano sempre dormire..." e “… le facevano delle flebo…”; questo in seguito ad una depressione causata dall'abbandono degli studi universitari. Per lavoro si è trasferita molto lontano dalla casa dei genitori, e qui ci siamo conosciuti. All'inizio ero convinto che i suoi disturbi non fossero niente di serio, dovuti al solito stress da lavoro e simili. Poi pensai alla "depressione post partum", dovuta alle due gravidanze abbastanza ravvicinate (20 mesi). Solo in seguito mi sono reso conto della vera situazione. Ho resistito pensando alla "fine della pena". Sono riuscito, non più di cinque o sei anni fa, a convincerla a recarsi dalla prima psicologa, che ha abbandonato dopo circa un semestre di incontri. E da allora, ne ha cambiati diversi. Purtroppo, poco più di un anno fa la situazione si è ulteriormente aggravata, perché un problema di ipertensione (prima mai tenuto sotto controllo) pare le abbia causato un’ emorragia cerebrale che ha dato avvio a problemi epilettici. Mentre fisicamente si è ripresa (fa uso di Pritor Plus, Tegretol, Keppra e Rivotril, non ha più avuto attacchi epilettici), dal punto di vista psichiatrico è terribilmente peggiorata. Dico solo che, durante alcuni suoi attacchi, sono arrivato a comprendere perché, durante il medioevo, ritenevano che simili manifestazioni fossero indice di possessione demoniaca! L’ultima psicologa che la segue l’ha indirizzata ad una psichiatra … che non ha riscontrato alcun problema!
L’ultima violentissima manifestazione risale alla mattina di Pasqua (non voleva assolutamente condividere il pranzo di Pasqua con la mia famiglia d’origine); i miei figli hanno chiamato il 118, è stata portata al DEA … ma anche qui una psichiatra, chiamata per un consulto, non ha ritenuto fossero presenti problemi.
Ed eccomi qua.
Comincio a pensare di essere io quello che ha problemi psichiatrici…
[#3]
E' possibile che sua moglie si sia presentata allo psichiatra come un persona sana e senza alcun problema perchè il disturbo di cui soffre può essere dissimulato.
Si era recata da quel medico convinta che le potesse servire o solo su sua insistenza?
Ha modo di procurarsi le vecchie cartelle cliniche che potrebbero essere in possesso della famiglia d'origine di sua moglie?
Si era recata da quel medico convinta che le potesse servire o solo su sua insistenza?
Ha modo di procurarsi le vecchie cartelle cliniche che potrebbero essere in possesso della famiglia d'origine di sua moglie?
[#4]
Ex utente
Le sedute con la prima psicologa sono avvenuti dietro mia continua insistenza (lei è sempre convinta di essere nel giusto...). Le ho dovuto far passare i primi incontri come mia esigenza finalizzata a superare l’evidente problema di coppia; dopo due appuntamenti, la psicologa ha correttamente ritenuto di doversi dedicare solo a lei ... Ogni tanto, contattava anche me, ma il “soggetto” del discorso era sempre mia moglie: il comportamento da tenere, la gestione delle sue reazioni, i tentativi da portare avanti, le medicine da farle assumere, eccetera…
Ma con questa professionista, ripeto, ha bruscamente interrotto i rapporti, e ancora oggi ne parla male. Non so cosa possa essere accaduto. Per un breve periodo l'ha seguita un'altra psicologa, ma anche qui niente di fatto, dopo pochissimo tempo. Quando l'anno scorso ha avuto il problema fisico, è stata ricoverata per controlli presso una struttura neurologica : i medici stessi, dopo alcune “esternazioni” che ha avuto durante la degenza, l'hanno indirizzata alla psicologa di reparto, che l'ha seguita per circa nove mesi. Spesso ho interloquito con questa specialista, che si è ben resa conto della situazione; purtroppo (per me, ma per fortuna per la dottoressa...) si è dovuta assentare per maternità.
Sicuramente il disturbo è dissimulabile; potrei dire che mia moglie sia "fuori di testa" per un quarto d'ora ogni ventiquattro ore ... e io passo le restanti 23 ore e quarantacinque minuti nell'attesa di quel maledetto quarto d'ora.
Mia moglie ha litigato furiosamente anche con tutti i suoi parenti (da più di sette anni non parla più con suo fratello), quindi non sono in grado di reperire alcuna documentazione che risalga alla sua gioventù.
La ringrazio per il supporto.
Non vorrei sembrarLe inopportuno, ma mi sembra che, ancora una volta, ci stiamo focalizzando sui problemi di mia moglie.
A costo di sembrare egoista, devo dire che, dopo più di venti anni, ormai ho rinunciato a tentare di risolverli…
Ma con questa professionista, ripeto, ha bruscamente interrotto i rapporti, e ancora oggi ne parla male. Non so cosa possa essere accaduto. Per un breve periodo l'ha seguita un'altra psicologa, ma anche qui niente di fatto, dopo pochissimo tempo. Quando l'anno scorso ha avuto il problema fisico, è stata ricoverata per controlli presso una struttura neurologica : i medici stessi, dopo alcune “esternazioni” che ha avuto durante la degenza, l'hanno indirizzata alla psicologa di reparto, che l'ha seguita per circa nove mesi. Spesso ho interloquito con questa specialista, che si è ben resa conto della situazione; purtroppo (per me, ma per fortuna per la dottoressa...) si è dovuta assentare per maternità.
Sicuramente il disturbo è dissimulabile; potrei dire che mia moglie sia "fuori di testa" per un quarto d'ora ogni ventiquattro ore ... e io passo le restanti 23 ore e quarantacinque minuti nell'attesa di quel maledetto quarto d'ora.
Mia moglie ha litigato furiosamente anche con tutti i suoi parenti (da più di sette anni non parla più con suo fratello), quindi non sono in grado di reperire alcuna documentazione che risalga alla sua gioventù.
La ringrazio per il supporto.
Non vorrei sembrarLe inopportuno, ma mi sembra che, ancora una volta, ci stiamo focalizzando sui problemi di mia moglie.
A costo di sembrare egoista, devo dire che, dopo più di venti anni, ormai ho rinunciato a tentare di risolverli…
[#5]
Gentile Utente,
Recentemente abbiamo avuto un lungo scambio sulla sua storia clinica e di vita
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/342840-frequentare-assiduamente-prostitute.html
Si è rivolto ad uno psicologo?
Se si, con quale progetto terapeutico?
Noi non possiamo dirle cosa aspettarsi, solo chi avrà il piacere di seguirla, le dirà come potrà aiutarla
Da quì non possiamo fare altro per lei, anche volendo
Recentemente abbiamo avuto un lungo scambio sulla sua storia clinica e di vita
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/342840-frequentare-assiduamente-prostitute.html
Si è rivolto ad uno psicologo?
Se si, con quale progetto terapeutico?
Noi non possiamo dirle cosa aspettarsi, solo chi avrà il piacere di seguirla, le dirà come potrà aiutarla
Da quì non possiamo fare altro per lei, anche volendo
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Considerati i farmaci che sua moglie assume, occorre propendere per una situazione cronica grave., che va seguita dallo psichiatra e in appoggio dallo psicoterapeuta, eventualmente.
Nei confronti dei Suoi figli, va presentata come tale, la situazione: di malattia. Permettere che il loro risentimento (comprensibile), la semplificazione, abbiano il sopravvento, non produce mai buoni esiti evolutivi...
Lei però ci richiama ad occuparci di Lei stesso, come persona che vive una situazione problematica. Certo che un percorso di psicoterapia potrebbe giovarLe: per capire, accettare, individuare strategie di "sopravvivenza" nel caso intenda rimanere nella coppia, elaborazione di un lutto grave quale la "perdita" della persona di cui si era innamorato che però è anche la madre dei Suoi figli, l'autocomprensione di vie di fuga che Lei ha cercato (di cui ci ha precedentemente accennato).
Cerchi uno psicologo psicoterapeuta con esperienza.
Saluti cordiali.
Nei confronti dei Suoi figli, va presentata come tale, la situazione: di malattia. Permettere che il loro risentimento (comprensibile), la semplificazione, abbiano il sopravvento, non produce mai buoni esiti evolutivi...
Lei però ci richiama ad occuparci di Lei stesso, come persona che vive una situazione problematica. Certo che un percorso di psicoterapia potrebbe giovarLe: per capire, accettare, individuare strategie di "sopravvivenza" nel caso intenda rimanere nella coppia, elaborazione di un lutto grave quale la "perdita" della persona di cui si era innamorato che però è anche la madre dei Suoi figli, l'autocomprensione di vie di fuga che Lei ha cercato (di cui ci ha precedentemente accennato).
Cerchi uno psicologo psicoterapeuta con esperienza.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#7]
Ex utente
Buongiorno Dr.ssa Randone, e ben ritrovata.
Mi sono rivolto non ad uno, ma a due psicologi, seguendo il Suo consiglio : "Le suggerisco, di affettuare svariati colloqui preliminari, soltanto cosi' potra' trovare il clinico adatto a lei ed alla sua storia emozionale."
Il primo specialista, proprio come sta accadendo qui, si è informato precisamente sulla condizione di mia moglie. E mi è sembrato proprio che tutti i miei problemi passassero in secondo piano, per la serie "Se guarisce lei, poi come corollario ti salvi anche tu".
Il secondo, dopo mezz'ora di mio discorso, mi ha chiesto : "Ma lei cosa si aspetta da questi colloqui?". Cioè, devo essere IO a dire a un professionista che strada seguire?
E ora che faccio, ne cerco un terzo?
Mi scusi, ma mi sono tuffato di testa nel discorso dello scorso thread : "La prossima volta che mi scappa di andare da uno psicologo vado a puttane : spendo uguale ma mi diverto di più...".
Non per fare un complimento gratuito ai medici che frequentano questo sito, ma mi siete serviti molto di più voi, dietro questo schermo, che i professionisti reali che finora ho interpellato.
Probabilmente sono sfortunato pure in questo ...
Mi sono rivolto non ad uno, ma a due psicologi, seguendo il Suo consiglio : "Le suggerisco, di affettuare svariati colloqui preliminari, soltanto cosi' potra' trovare il clinico adatto a lei ed alla sua storia emozionale."
Il primo specialista, proprio come sta accadendo qui, si è informato precisamente sulla condizione di mia moglie. E mi è sembrato proprio che tutti i miei problemi passassero in secondo piano, per la serie "Se guarisce lei, poi come corollario ti salvi anche tu".
Il secondo, dopo mezz'ora di mio discorso, mi ha chiesto : "Ma lei cosa si aspetta da questi colloqui?". Cioè, devo essere IO a dire a un professionista che strada seguire?
E ora che faccio, ne cerco un terzo?
Mi scusi, ma mi sono tuffato di testa nel discorso dello scorso thread : "La prossima volta che mi scappa di andare da uno psicologo vado a puttane : spendo uguale ma mi diverto di più...".
Non per fare un complimento gratuito ai medici che frequentano questo sito, ma mi siete serviti molto di più voi, dietro questo schermo, che i professionisti reali che finora ho interpellato.
Probabilmente sono sfortunato pure in questo ...
[#8]
Ben trovato a lei.
Sono frasi di rito, di accoglimento del paziente, relative al primo colloquio.
Si dia tempo e dia tempo al professionista di aiutare lei soprattutto, la situazione di sua moglie è a se stante, andrebbero curate entrambe.
Se cerca di continuo e ritorna online, equivale a non cercarne nessuno.
Lei persevera nel dire:
"La prossima volta che mi scappa di andare da uno psicologo vado a puttane : spendo uguale ma mi diverto di più...".
Paragonare il lavoro di uno psicologo a quello delle mercenarie del sesso, paragone che lei fa ad ogni consulto, otre che offensivo, non mi sembra calzante.
Cari auguri
Sono frasi di rito, di accoglimento del paziente, relative al primo colloquio.
Si dia tempo e dia tempo al professionista di aiutare lei soprattutto, la situazione di sua moglie è a se stante, andrebbero curate entrambe.
Se cerca di continuo e ritorna online, equivale a non cercarne nessuno.
Lei persevera nel dire:
"La prossima volta che mi scappa di andare da uno psicologo vado a puttane : spendo uguale ma mi diverto di più...".
Paragonare il lavoro di uno psicologo a quello delle mercenarie del sesso, paragone che lei fa ad ogni consulto, otre che offensivo, non mi sembra calzante.
Cari auguri
[#9]
Capire cos'ha davvero sua moglie serve per capire se le sue preoccupazioni sono eccessive e se è vero o no che la signora non può sopravvivere senza di lei o dei suoi figli.
Se è vero che è "fuori di testa" per un quarto d'ora ogni ventiquattro ore ..." immagino che sia in grado di badare a sè stessa, di avere un lavoro, di gestire la casa, e che se non l'ha fatto è perchè non ha voluto farlo, non perchè ne è incapace.
Di conseguenza se la situazione è questa, e non stiamo parlando di una persona che necessita di assistenza costante, le sue idee relative alla non sopravvivenza della signora in caso di separazione sono probabilmente irrealistiche.
In tutti questi anni lei è stato e si è reso suo malgrado indispensabile e ammettere che sua moglie potrebbe farcela anche senza di lei sarebbe fonte di enorme rabbia, perchè significherebbe che ha sacrificato molto più del necessario.
Questa però potrebbe anche essere la realtà, cosa che noi senza conoscere direttamente la situazione non possiamo dirle.
Per questo cercavo di capire di cosa stiamo parlando, ma anche senza ulteriori dettagli da quanto ci riferisce sembrerebbe che sua moglie possa cavarsela senza di lei e senza i suoi figli, che le hanno infatti detto che sta esagerando e che la madre non ha bisogno di badanti.
Forse i suoi ragazzi sono esaperati e hanno il dente avvelenato, ma se il problema si manifesta in forma attiva per un quarto d'ora al giorno penso che abbiano ragione loro.
Se deciderà di affidarsi ad un nostro collega per un sostegno psicologico (mi sembra che non si possa parlare di psicoterapia, dal momento che non ha riferito di soffrire di alcun disturbo) dovrà essere lei a dichiarare per primo i suoi obiettivi proprio perchè non può essere lo psicoogo ad imporle quelli che secondo lui possono essere degli obiettivi adeguati.
Dovrà ad es. dire se intende essere aiutato a separarsi o no, cosa che solo lei può decidere.
Penso che potrebbe iniziare a riflettere su quale ruolo ha avuto in tutti questi anni e su quanto farebbe soffrire lei, prima ancora che sua moglie, un cambiamento che la portasse a distanziarsene.
Cordiali saluti,
Se è vero che è "fuori di testa" per un quarto d'ora ogni ventiquattro ore ..." immagino che sia in grado di badare a sè stessa, di avere un lavoro, di gestire la casa, e che se non l'ha fatto è perchè non ha voluto farlo, non perchè ne è incapace.
Di conseguenza se la situazione è questa, e non stiamo parlando di una persona che necessita di assistenza costante, le sue idee relative alla non sopravvivenza della signora in caso di separazione sono probabilmente irrealistiche.
In tutti questi anni lei è stato e si è reso suo malgrado indispensabile e ammettere che sua moglie potrebbe farcela anche senza di lei sarebbe fonte di enorme rabbia, perchè significherebbe che ha sacrificato molto più del necessario.
Questa però potrebbe anche essere la realtà, cosa che noi senza conoscere direttamente la situazione non possiamo dirle.
Per questo cercavo di capire di cosa stiamo parlando, ma anche senza ulteriori dettagli da quanto ci riferisce sembrerebbe che sua moglie possa cavarsela senza di lei e senza i suoi figli, che le hanno infatti detto che sta esagerando e che la madre non ha bisogno di badanti.
Forse i suoi ragazzi sono esaperati e hanno il dente avvelenato, ma se il problema si manifesta in forma attiva per un quarto d'ora al giorno penso che abbiano ragione loro.
Se deciderà di affidarsi ad un nostro collega per un sostegno psicologico (mi sembra che non si possa parlare di psicoterapia, dal momento che non ha riferito di soffrire di alcun disturbo) dovrà essere lei a dichiarare per primo i suoi obiettivi proprio perchè non può essere lo psicoogo ad imporle quelli che secondo lui possono essere degli obiettivi adeguati.
Dovrà ad es. dire se intende essere aiutato a separarsi o no, cosa che solo lei può decidere.
Penso che potrebbe iniziare a riflettere su quale ruolo ha avuto in tutti questi anni e su quanto farebbe soffrire lei, prima ancora che sua moglie, un cambiamento che la portasse a distanziarsene.
Cordiali saluti,
[#10]
Gentile utente,
ha letto le linee guida del consulto?
Se lei intende risolvere online un problema di salute è evidente che sta riponendo aspettative eccessive in questo servizio.
Riteniamo che abbia già ricevuto abbondanti spiegazioni e risposte dai professionisti intervenuti, nonostante il suo linguaggio non sia proprio consono alle abitudini di questo sito.
Ad ogni buon fine riteniamo che continuare a darle risposte ad oltranza o iniziare a polemizzare con lei non sia funzionale a questo servizio, quindi ci auguriamo che questo consulto possa considerarsi chiuso.
Ovviamente lei può considerarsi non soddisfatto del sito: non pretendiamo che tutti riescano ad accettare anche i limiti di questo tipo di servizio.
Cordiali saluti,
staff@medicitalia.it
ha letto le linee guida del consulto?
Se lei intende risolvere online un problema di salute è evidente che sta riponendo aspettative eccessive in questo servizio.
Riteniamo che abbia già ricevuto abbondanti spiegazioni e risposte dai professionisti intervenuti, nonostante il suo linguaggio non sia proprio consono alle abitudini di questo sito.
Ad ogni buon fine riteniamo che continuare a darle risposte ad oltranza o iniziare a polemizzare con lei non sia funzionale a questo servizio, quindi ci auguriamo che questo consulto possa considerarsi chiuso.
Ovviamente lei può considerarsi non soddisfatto del sito: non pretendiamo che tutti riescano ad accettare anche i limiti di questo tipo di servizio.
Cordiali saluti,
staff@medicitalia.it
[#11]
Ex utente
Prima di tutto, ringrazio ancora per gli interventi. Ritengo le informazioni che provengono da questo sito si siano rivelate più attendibili e più azzeccate di quelle dei professionisti “reali” che ho interpellato. Quindi vedo meno limiti *qui* che nella vita reale ...
Poi, vi prego : possiamo fare un passo indietro?
Non avevo appositamente inserito alcun espresso riferimento al precedente consulto perchè sapevo che i medici interessati avrebbero potuto accedervi senza problemi, e così essere informati del pregresso.
La tematica lì espressa poteva essere a prima vista di quelle che appaiono "interessanti" (ricordiamo sempre che siamo su Internet ...) e richiamare molti click. Che poi, visto come si è evoluto il discorso, sarebbero stati delusi.
Ho richiesto un nuovo consulto perchè gli stessi specialisti mi hanno indicato "Ci aggiorni in futuro, se vuole".
Tale aggiornamento, nelle mie intenzioni, si intendeva : "Ho fatto come mi avete consigliato, ho interpellato degli specialisti *reali*; purtroppo, anche con loro non ho trovato quello che pensavo di trovare".
Il discorso al sesso, in questo consulto, poteva non essere introdotto; ipotizziamo che la valvola di sfogo, quella descritta nel consulto precedente fosse ... che so, buttare i soldi al videopoker. Penso che, per la tematica espressa da questo consulto, cambierebbe ben poco...
Quindi : non ho alcun parametro per giudicare se uno specialista reale possa essere “giusto” per me; su cosa posso basarmi? Ho provato ad accennare alla “terapia della Gestalt”, citatami nel consulto precedente, e ho ottenuto per risposta uno sguardo della serie “Il dottore sono io, decido io!”
Cosa più importante : è sensato quello che vado cercando dagli specialisti?
O sono in torto io che immagino che sia possibile il "discorso risolutivo", la famosa "pillola magica" che permetta di trovare una soluzione, mentre non è possibile niente di tutto ciò?
Vi ringrazio, perché mi avete instillato un dubbio che prima non mi sfiorava : non è che il problema, a questo punto, sia *mio*, cioè sia io stesso a soffrire di qualche forma di disturbo delirante che mi fa ritenere reali le mie "paure" sulla non-autosufficienza di mia moglie?
Per questo mi sono sembrati illuminanti gli interventi della dr.ssa Brunialti e, ancora di più, l’ultimo della dr.ssa Massaro.
Ringrazio ancora tutti, e mi scuso ancora una volta per i toni, che hanno sicuramente travalicato ogni mia intenzione.
Poi, vi prego : possiamo fare un passo indietro?
Non avevo appositamente inserito alcun espresso riferimento al precedente consulto perchè sapevo che i medici interessati avrebbero potuto accedervi senza problemi, e così essere informati del pregresso.
La tematica lì espressa poteva essere a prima vista di quelle che appaiono "interessanti" (ricordiamo sempre che siamo su Internet ...) e richiamare molti click. Che poi, visto come si è evoluto il discorso, sarebbero stati delusi.
Ho richiesto un nuovo consulto perchè gli stessi specialisti mi hanno indicato "Ci aggiorni in futuro, se vuole".
Tale aggiornamento, nelle mie intenzioni, si intendeva : "Ho fatto come mi avete consigliato, ho interpellato degli specialisti *reali*; purtroppo, anche con loro non ho trovato quello che pensavo di trovare".
Il discorso al sesso, in questo consulto, poteva non essere introdotto; ipotizziamo che la valvola di sfogo, quella descritta nel consulto precedente fosse ... che so, buttare i soldi al videopoker. Penso che, per la tematica espressa da questo consulto, cambierebbe ben poco...
Quindi : non ho alcun parametro per giudicare se uno specialista reale possa essere “giusto” per me; su cosa posso basarmi? Ho provato ad accennare alla “terapia della Gestalt”, citatami nel consulto precedente, e ho ottenuto per risposta uno sguardo della serie “Il dottore sono io, decido io!”
Cosa più importante : è sensato quello che vado cercando dagli specialisti?
O sono in torto io che immagino che sia possibile il "discorso risolutivo", la famosa "pillola magica" che permetta di trovare una soluzione, mentre non è possibile niente di tutto ciò?
Vi ringrazio, perché mi avete instillato un dubbio che prima non mi sfiorava : non è che il problema, a questo punto, sia *mio*, cioè sia io stesso a soffrire di qualche forma di disturbo delirante che mi fa ritenere reali le mie "paure" sulla non-autosufficienza di mia moglie?
Per questo mi sono sembrati illuminanti gli interventi della dr.ssa Brunialti e, ancora di più, l’ultimo della dr.ssa Massaro.
Ringrazio ancora tutti, e mi scuso ancora una volta per i toni, che hanno sicuramente travalicato ogni mia intenzione.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 4.5k visite dal 06/04/2013.
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