Tradimento genitori
Salve Dott. Dott.ssa , mi chiamo F. ho 23 anni e le scrivo per un breve consulto. Qualche mese fa ho scoperto che mia madre tradiva mia padre. Ho deciso di affrontarla chiedendole, per correttezza nei confronti della famiglia, di dirlo a mio padre. Le dissi che se non amava più mio padre (cosa che si percepisce in casa) la cosa migliore per la famiglia sarebbe stata quella di separarsi da mio padre ed eventualmente continuare la relazione con l\'uomo che la rendeva veramente felice (non sa quanto mi è costato dirle questo). È vero che noi figli non dovremmo immischiarci nei rapporti dei nostri genitori ma se due genitori non si amano più e non vanno più d\'accordo i primi che ci rimettono, a mio avviso, siamo noi figli (consideri che ho un fratello di 17 anni). In ogni caso lei mi disse che per il bene della famiglia avrebbe troncato la relazione (cosa che io non le avevo chiesto anche perché non ne avevo il diritto) e mi implorò di non dirlo a mio padre. A distanza di qualche mese ho riscoperto che il tradimento continua e mi creda non faccio indagini sono solo molto perspicace (studio medicina e mi specializzerò in psichiatria). So che probabilmente non dovrei far nulla però sa, provo molto dispiacere per mio padre che anche se ha i suoi difetti ama molto mia madre e darebbe la vita per lei. Non considerando che ho perso completamente la stima di mia madre che ritengo si stia comportando in modo egoistico mettendo davanti la sua felicità a quella del resto della famiglia. Amore non è forse volere il bene dell\'altra persona? Se mia madre sa che questa cosa mi fa soffrire perché non può cercare di limitare questa sofferenza? Ripeto non voglio che lasci il suo amante e faccia come se niente fosse ma vorrei che affrontasse i problemi che ci sono con mio padre faccia a faccia con lui. Ovvio che di questa cosa non ne ho parlato con nessuno però mi creda, portarsi un fardello cosí grosso dentro non è semplice. Siamo umani, i problemi ci sono e possiamo tutti commettere errori ma non sarebbe più corretto affrontare i problemi piuttosto che fuggire da essi o far finta che non ci siano? In conclusione le chiedo un consiglio. Dovrei parlare di nuovo con mia madre o dovrei far finta di nulla? Non riesco più a guardare in faccia neanche mio padre e stare tutti insieme è diventato insopportabile. Probabilmente dovrei andare via di casa ma lascerei mio fratello da solo.. La ringrazio in anticipo,
[#1]
Gentile Utente,
la possibilità di gestire una crisi coniugale spetta solo ai suoi genitori. Il tradimento di sua madre è probabilmente il "sintomo" di qualcosa che non va e soprattutto è indice di una difficoltà nello gestire le problematiche nella coppia.
Lei può fare ben poco, se i suoi genitori non vogliono affrontare le loro difficoltà non può essere lei a farsi carico nel districare questo stato di cose.
Come ha fatto ad accorgersi del tradimento di sua madre?
la possibilità di gestire una crisi coniugale spetta solo ai suoi genitori. Il tradimento di sua madre è probabilmente il "sintomo" di qualcosa che non va e soprattutto è indice di una difficoltà nello gestire le problematiche nella coppia.
Lei può fare ben poco, se i suoi genitori non vogliono affrontare le loro difficoltà non può essere lei a farsi carico nel districare questo stato di cose.
Come ha fatto ad accorgersi del tradimento di sua madre?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Caro F.,
le sue riflessioni sono molto mature per un ragazzo della sua età. Ha fatto una analisi della situazione molto dettagliata; tuttavia, a me sembra, che stia "soffocando" un po' la parte emotiva, forse per proteggersi dal dolore che le ha provocato questa scoperta. E' così?
Io credo si sia assunto il ruolo di "genitore" che, però, non dovrebbe competere un figlio.
Se i suoi genitori stanno attraversando una crisi sarebbe opportuno che se ne occupassero direttamente, che chiarissero le cose tra loro senza l'intervento dei figli.
Tuttavia, proprio perché credo che lei non stia esternando la sua sofferenza, personalmente credo che dovrebbe parlare con sua madre, non tanto del suo comportamento, quanto del suo (di lei che scrive) sentire emotivo rispetto a questi eventi.
Credo sia giusto che lei abbia lo spazio per poter dire a sua madre come si sente e l'effetto che questo suo comportamento ha su di lei, incluso il fatto che per lei la situazione sta diventando insostenibile.
Un caro saluto
le sue riflessioni sono molto mature per un ragazzo della sua età. Ha fatto una analisi della situazione molto dettagliata; tuttavia, a me sembra, che stia "soffocando" un po' la parte emotiva, forse per proteggersi dal dolore che le ha provocato questa scoperta. E' così?
Io credo si sia assunto il ruolo di "genitore" che, però, non dovrebbe competere un figlio.
Se i suoi genitori stanno attraversando una crisi sarebbe opportuno che se ne occupassero direttamente, che chiarissero le cose tra loro senza l'intervento dei figli.
Tuttavia, proprio perché credo che lei non stia esternando la sua sofferenza, personalmente credo che dovrebbe parlare con sua madre, non tanto del suo comportamento, quanto del suo (di lei che scrive) sentire emotivo rispetto a questi eventi.
Credo sia giusto che lei abbia lo spazio per poter dire a sua madre come si sente e l'effetto che questo suo comportamento ha su di lei, incluso il fatto che per lei la situazione sta diventando insostenibile.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#3]
Utente
Forse non mi sono spiegato bene. L'ultima cosa che vorrei fare è entrare nel rapporto fra i miei genitor. Il problema è: 1. Io so questa cosa che mio padre non sa e non ce la faccio più a far finta di niente per cui è in gioco anche il rapporto che io ho con mio padre ( se mio padre lo sapesse e fosse d'accordo per assurdo a me starebbe bene!) 2. Non riesco più ad affrontare i momenti in cui la famiglia è riunita (pranzi, cene uscite...). Ripeto, probabilmente se vivessi fuori casa avrei meno problemi. Questa cosa non tocca profondamente solo me ma influisce anche sul rapporto che io ho con ognuno di loro. Per quanto riguarda come l'ho scoperto è stato del tutto casuale, sia la prima volta (più di un anno fa) che la seconda volta. Non mi permetterei mai di guardare telefoni o cose del genere se è questo che vuole sapere.
[#4]
Utente
Esattamente Roberto così ho fatto la prima volta e così farò adesso. Sa, da quando sono adolescente, volente o nolente sono stato costretto a prendermi delle responsabilità che non mi spettavano ed ora purtroppo sono diventato il pilastro di questa famiglia cosa che però mi impedisce di vivere pienamente la mia condizione di figlio e mi costringe a soffocare molto spesso la mia parte emotiva lasciando che quella razionale monopolizzi tutto. È ora che questa situazione cambi e che ognuno torni a prendersi le proprie responsabilità.
[#6]
Caro F.,
concordo sul fatto che la situazione debba cambiare; non mi riferisco tuttavia alla relazione tra sua madre e suo padre, su cui lei non ha potere.
Ciò che dovrebbe cambiare è il suo modo di rapportarsi a loro; cominci a fare il figlio, anche se è ormai all'ingresso della fase adulta, e cominci ad aprirsi per far uscire i suoi sentimenti, le sue emozioni...
La razionalizzazione è un meccanismo di difesa che rischia di "ingabbiarla" in una vita in cui le emozioni vengono soffocate... e questo non è il modo migliore per affrontare le situazioni che la vita ci pone davanti.
Parli con tranquillità a sua madre, le dica quanto questa cosa la fa stare male, quanto è difficile per lei sostenere lo sguardo di suo padre, si apra con lei con la maturità che le è propria ma con una mano sul cuore.
Se la situazione non dovesse migliorare credo che un consulto con un collega della sua zona, anche in convenzione, portebbe aiutarla ad affrontare con più serenità il disagio che, giustamente, sta vivendo.
Un caro saluto e, se crede, ci tenga aggiornati sugli sviluppi.
concordo sul fatto che la situazione debba cambiare; non mi riferisco tuttavia alla relazione tra sua madre e suo padre, su cui lei non ha potere.
Ciò che dovrebbe cambiare è il suo modo di rapportarsi a loro; cominci a fare il figlio, anche se è ormai all'ingresso della fase adulta, e cominci ad aprirsi per far uscire i suoi sentimenti, le sue emozioni...
La razionalizzazione è un meccanismo di difesa che rischia di "ingabbiarla" in una vita in cui le emozioni vengono soffocate... e questo non è il modo migliore per affrontare le situazioni che la vita ci pone davanti.
Parli con tranquillità a sua madre, le dica quanto questa cosa la fa stare male, quanto è difficile per lei sostenere lo sguardo di suo padre, si apra con lei con la maturità che le è propria ma con una mano sul cuore.
Se la situazione non dovesse migliorare credo che un consulto con un collega della sua zona, anche in convenzione, portebbe aiutarla ad affrontare con più serenità il disagio che, giustamente, sta vivendo.
Un caro saluto e, se crede, ci tenga aggiornati sugli sviluppi.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.1k visite dal 04/04/2013.
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