Angoscia esistenziale
Gentili dottori,
Faccio seguito ai miei precedenti consulti. Da quando ho iniziato la terapia farmacologica abbinata all'emdr, posso dire che l'ansia e' diminuita, ho ripreso una buona qualità della vita, e sono anche migliorato caratterialmente inquanto sono meno nervoso nei confronti di chi mi circonda. Mi è rimasta però quest'angoscia di sottofondo, che mi porta ogni giorno a farmi mille domande esistenziali assurde, che mi impediscono di essere sereno totalmente. Domande sul senso della vita, sulla morte, sulla paura di morire. Queste domande non me le sono mai fatte nemmeno in età adolescenziale!!! Mi mancano molto i miei cari scomparsi, soprattutto mia mamma e ho perso la fede che sempre mi aveva accompagnato. Alle volte mi sembra di impazzire, perché entro in questo circolo vizioso senza uscita. Secondo voi a cosa può essere dovuto tutto ciò??? Grazie per l'attenzione e per il prezioso servizio oggetto!!!!
Faccio seguito ai miei precedenti consulti. Da quando ho iniziato la terapia farmacologica abbinata all'emdr, posso dire che l'ansia e' diminuita, ho ripreso una buona qualità della vita, e sono anche migliorato caratterialmente inquanto sono meno nervoso nei confronti di chi mi circonda. Mi è rimasta però quest'angoscia di sottofondo, che mi porta ogni giorno a farmi mille domande esistenziali assurde, che mi impediscono di essere sereno totalmente. Domande sul senso della vita, sulla morte, sulla paura di morire. Queste domande non me le sono mai fatte nemmeno in età adolescenziale!!! Mi mancano molto i miei cari scomparsi, soprattutto mia mamma e ho perso la fede che sempre mi aveva accompagnato. Alle volte mi sembra di impazzire, perché entro in questo circolo vizioso senza uscita. Secondo voi a cosa può essere dovuto tutto ciò??? Grazie per l'attenzione e per il prezioso servizio oggetto!!!!
[#1]
Gentile ragazzo,
Da quanto lei descrive e ci riferisce le terapie che sta seguendo sono efficaci ma in lei sembra esserci una forte ansia che non le consente di approcciarsi con il giusto distacco emozionale dalle questioni esistenziali.
Certe domande infatti potrebbero costituire un'angoscia per chiunque, ma la loro idecifrabilita'' porta ad osservarle da lontano.
In lei invece forse l'ansia cerca oggetti su cui appoggiarsi e su tali domande li trova.
Ne parli con il terapeuta e eventualmente contatti uno psicologo psicoterapeuta.
I migliori saluti
Da quanto lei descrive e ci riferisce le terapie che sta seguendo sono efficaci ma in lei sembra esserci una forte ansia che non le consente di approcciarsi con il giusto distacco emozionale dalle questioni esistenziali.
Certe domande infatti potrebbero costituire un'angoscia per chiunque, ma la loro idecifrabilita'' porta ad osservarle da lontano.
In lei invece forse l'ansia cerca oggetti su cui appoggiarsi e su tali domande li trova.
Ne parli con il terapeuta e eventualmente contatti uno psicologo psicoterapeuta.
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile ragazzo,
Le domande esistenziali che lei si pone sembrano meccanismi di difesa che, paradossalmente, la proteggono da una paura ben più grande. La paura della morte e del vuoto esistenziale e' già penosa di per se' ma talvolta la paura di vivere e' ben più terrifica. La serenità passa attraverso l'accettazione del nostro limite come esseri umani, che la morte, appunto, segna, ma soprattutto attraverso l'accettazione del nostro progetto di vita e della responsabilità ad esso connessa. Pensare alle persone scomparse che sono state per noi significative e' un modo per mantenere il contatto con quegli aspetti relazionali che ancora permangono come frammenti non del tutto elaborati. Questo contatto con loro non porta serenità perché manca l'elaborazione e la successiva integrazione di qualcosa evidentemente rimasto irrisolto. Se la persona che la segue è' anche psicoterapeuta, gliene parli, altrimenti gli chieda se può integrare l'intervento con una psicoterapia. Ci faccia sapere.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clin.
Le domande esistenziali che lei si pone sembrano meccanismi di difesa che, paradossalmente, la proteggono da una paura ben più grande. La paura della morte e del vuoto esistenziale e' già penosa di per se' ma talvolta la paura di vivere e' ben più terrifica. La serenità passa attraverso l'accettazione del nostro limite come esseri umani, che la morte, appunto, segna, ma soprattutto attraverso l'accettazione del nostro progetto di vita e della responsabilità ad esso connessa. Pensare alle persone scomparse che sono state per noi significative e' un modo per mantenere il contatto con quegli aspetti relazionali che ancora permangono come frammenti non del tutto elaborati. Questo contatto con loro non porta serenità perché manca l'elaborazione e la successiva integrazione di qualcosa evidentemente rimasto irrisolto. Se la persona che la segue è' anche psicoterapeuta, gliene parli, altrimenti gli chieda se può integrare l'intervento con una psicoterapia. Ci faccia sapere.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clin.
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#3]
Utente
Gentili Dottoresse, grazie per le risposte molto complete e celeri, se possibile avrei bisogno di un paio di chiarimenti:
- Dottoressa Esposito, ma l'ansia non dovrebbe essere un'edizione passeggera? In me ha trovato una predisposizione? Perché io prima dell'episodio della canna, della scorsa estate non ero un tipo ansioso, o almeno non credevo di esserlo
- Dottoressa Scolamacchia, quale può essere questa "paura più grande"? E cosa posso fare per sconfiggerla?
Grazie per l'attenzione e per la gentilezza!!!
- Dottoressa Esposito, ma l'ansia non dovrebbe essere un'edizione passeggera? In me ha trovato una predisposizione? Perché io prima dell'episodio della canna, della scorsa estate non ero un tipo ansioso, o almeno non credevo di esserlo
- Dottoressa Scolamacchia, quale può essere questa "paura più grande"? E cosa posso fare per sconfiggerla?
Grazie per l'attenzione e per la gentilezza!!!
[#4]
Gentile ragazzo,
L'uso di sostanze puo' rendere conclamata una predisposizione all'ansia.
Ma l'ansia puo' conclamarsi anche e soprattutto per l'evolvere delle situazioni esistenziali come la scomparsa dei genitori che porta a doversi assumere completamente l'onere di se stessi.
Sono passaggi "forti" della vita che possono dare una sensazione di destabilizzazione.
La durata di tale stato d'animo puo' essere passeggera se la persona interessata riesce a riacquistare un suo equilibrio in un arco di tempo definito (piu' o meno un anno).
Se invece tale equilibrio stenta a ristabilizzarsi cio' indica una problematica sottostante che e' consigliabile esplorare per la propria serenita' futura.
I migliori saluti
L'uso di sostanze puo' rendere conclamata una predisposizione all'ansia.
Ma l'ansia puo' conclamarsi anche e soprattutto per l'evolvere delle situazioni esistenziali come la scomparsa dei genitori che porta a doversi assumere completamente l'onere di se stessi.
Sono passaggi "forti" della vita che possono dare una sensazione di destabilizzazione.
La durata di tale stato d'animo puo' essere passeggera se la persona interessata riesce a riacquistare un suo equilibrio in un arco di tempo definito (piu' o meno un anno).
Se invece tale equilibrio stenta a ristabilizzarsi cio' indica una problematica sottostante che e' consigliabile esplorare per la propria serenita' futura.
I migliori saluti
[#5]
Utente
La cosa strana, come ho spiegato anche alla psicologa, e' che mia mamma e' mancata quando avevo sei anni e solo negli ultimi mesi ha suscitato in me questa destabilizzazione!!!! È come se di colpo fossi stato catapultato nel mondo negli adulti, in quanto prima riuscivo ad essere più sereno avendo una visione della vita quasi adolescenziale, preciso che non ho mai fatto uso di sostanze, il tutto limitato ad un episodio
[#6]
La paura più grande, io credo, sia vivere per tutto quello che la vita può comportare, in termini di responsabilità, contrattempi, fatica, sofferenza, ma anche in termini di godimento sano, piacere, rilassamento, condivisione di affetto, intimità, autenticità. Eric Berne, padre dell'Analisi Transazionale, diceva che la piena evoluzione di un individuo era vivere con SPONTANEITA' ( che, etimologicamente, vuol dire secondo le proprie scelte e non avventatamente, come qualcuno mal interpreta), AUTENTICITÀ ( ovvero essere in contatto con i propri veri bisogni e mostrarsi agli altri per quello che si è), AUTONOMIA ( che è' il contrario della dipendenza e della simbiosi) e INTIMITÀ , ossia relazionarsi agli altri facendosi coinvolgere affettivamente ed emotivamente, pur restando separati psicologicamente. Non è' facile, allora, vivere e molti, infatti, lo trovano intollerabile. La paura della morte esiste tanto più quanto la paura di vivere e' negata. Vivere presuppone anche consapevolezza, aggiungerei, e un progetto, uno scopo verso cui tendere. È' che, a volte, non abbiamo chiaro in che cosa e con chi VOGLIAMO, e non dobbiamo, impegnarci per perseguire tale progetto o piano di vita. In GESTALT, per esempio, ma non solo, si insiste molto sul concetto fenomenologico, ovvero l'importanza del QUI ed ORA, di ogni singolo istante presente che si costruisce tramite il nostro apporto responsabile e consapevole. Capisce che tutto questo è' frutto di un percorso e di un processo basato sull'elaborazione delle esperienze e sull'attribuzione di significato ad ognuna di loro.? Non si tratta tanto di sconfiggere la paura ma di accettarla e farsela amica: una volta integrata nel complesso mondo interiore individuale, troverà lo spazio che le compete, non invadendo altri spazi destinati a quello che Bergson chiamava "slancio vitale". Temo che mi sia lasciata andare a speculazioni che sembrano astratte. Se non sono stata chiara, me lo faccia sapere. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico
[#7]
Utente
No dottoressa, e' stata chiara, "la paura non va' sconfitta, ma fatta amica" ecco, il mio problema e' che forse sono entrato in un circolo vizioso dal quale faccio fatica ad uscire il più classico dei cani che si morde la coda. È come se quella canna, avesse scoperto in pentolone che avevo coperto per diversi anni!!!
[#8]
Gentile ragazzo,
Un consulto on line ha dei limiti e in tale contesto non si puo' esplorare in modo completo e davvero uile la sua domanda.
Da quello che ci riferisce nella sua vita attuale esistono delle aree di disagio e perche' sia possiile lavorarci sopra dovrebbe chiedere una consulenza di persona.
I migliori saluti
Un consulto on line ha dei limiti e in tale contesto non si puo' esplorare in modo completo e davvero uile la sua domanda.
Da quello che ci riferisce nella sua vita attuale esistono delle aree di disagio e perche' sia possiile lavorarci sopra dovrebbe chiedere una consulenza di persona.
I migliori saluti
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 3.4k visite dal 04/04/2013.
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