Post-anoressia

Buongiorno Dottori,
negli ultimi 3 anni la mia vita è stata molto complicata: 3 anni fa appunto ho cominciato ad essere anoressica, e ci sono subito state complicazioni mediche abbastanza pesanti: la cosa è andata avanti per un anno in day hospital e 3 volte ricoverata senza però mai flebo o simili "solo" pasti in ospedale assistiti, colloqui, integratori, niente scuola, niente attività e quando non ero in ospedale dieta rigidissima al grammo, causa di molti litigi con i miei. ovviamente c'è molto altro sotto, quando facevo i controlli bevevo un sacco, pesavo male le cose, dicevo bugie etcetcetc. poi mi sono rotta e ho deciso di non andarci più e di fare per conto mio con una dietologa ma senza quell'opprimente apparato di gente, dottori, psicologi, nutrizionisti, che mi stavano anche antipatici. sono riuscita a tirare avanti per qualche mese, prendendo zoloftl, prescritto dal mio medico in quanto mi ero piuttosto arenata, la spinta decisiva me l'ha data una gita a Praga e un viaggio a Londra: bellissimi, la svolta veramente da lì ho cominciato ad avere un po' più di chiarezza. ma lo sforzo è stato troppo e al ritorno avevo le gambe gonfissime di edemi (soffro spesso di ritenzione per mancanza di proteine) e stavo malissimo mi hanno dovuto ricoverare in ospedale, stavolta con flebo e tutto il resto. dopo ero molto pià consapevole e, in vista anche del viaggio in spagna, ho cominciato veramente a mangiare, non solo frutta e verdura come prima (anche se ne mangiavo taaanta!) ma tutto quanto. estate bellissima, ho affrontato tutto benissimo, in forze, nonostante quello che dicevano i dottori ce l'ho fatta benissimo a vivere a pieno tutta l'estate. solo CHE ovviamente la cosa mi è sfuggita di mano. sarà che ho associato al mangiare un vita generalmente migliore, sarà che stavo fisicamente e psicologicamente meglio, sarà quel che sarà, ma ovviamente se ne sono uscita abbuffandomi come non so come, ora non riesco ad uscire da questo. ovviamente ora sono nella situazione opposta, paradossalmente in 6 mesi avrò preso...boh, 30-40 kg?!?!? ora, forse non così tanto, fattostà che da gravemente sottopeso sono arrivata ad essere sovrappeso (di nuovo, tra l'altro, prima di essere anoressica ero sovrappeso) E non ce la faccio più ad avere questo rapporto col cibo, ora alterno giorni in cui dico basta, ora ritorno ad essere anoressica e mi fermo al punto giusto, ma poi semplicemente non mi riesce e continuo a mangiare un sacco anche se non ho fame. poi uno o due giorni mangio poco, sento la fame ma non mi interessa e poi ricomincio. non riesco più a sentire cose vuole il mio corpo, e comunque oggettivamente devo dimagrire ma non riesco a capacitarmene, a capire cosa sono stata e cosa sono adesso, non mi vedo, faccio solo quello che ero abituata a fare, riempiendomi di cose che per così tanto tempo mi sono privata e adesso non so veramente più cosa fare.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"E non ce la faccio più ad avere questo rapporto col cibo, ora alterno giorni in cui dico basta..."

Gentile ragazza, questo peso che oscilla dovrebbe farti capire che i disturbi del comportamento alimentare sono molto più complessi di quanto tu possa immaginare e non possono essere trattati senza l'aiuto necessario.

In genere si trattano bene con diverse figure professionali, le stesse che tu hai scartato.

Una psicoterapia in casi del genere è indispensabile.
Leggi questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html

Adesso chi ti segue?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

la sua situazione necessita di un intervento su diversi livelli, sarebbe opportuno iniziare una psicoterapia associata eventualmente ad un trattamento psicofarmacologico (consulenza psichiatrica), inoltre un nutrizionista che l'aiuti a mantenere una dieta ed un peso adatto alle necessità del suo corpo.

Che diagnosi le hanno fatto?
Cosa secondo lei non ha funzionato nel trattamento che faceva prima?


Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Che rapporto ha con la sua femminilita?
Da quanto ci dice sembrerebbe che lei utilizzi il suo corpo per punirsi (anche la pregressa tendenza a bere).
I suoi rapporti con le figure femminili della famigla?
Ha relazioni amicali o affettuose? Come vanno?
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
in perfetto accordo con quanto ha espresso la Collega dott.ssa Pileci, ribadisco che i disturbi alimentari beneficiano di un trattamento articolato a più livelli e della sinergia di differenti figure specialistiche.
La invito a prendersi cura del suo benessere, dato che i suoi disturbi a quanto riferisce persistono.

Le segnalo questo link per informazioni e centri deputati a tali trattamenti
http://www.disturbialimentarionline.it/

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
Utente
Utente
ora come ora vedo con regolarità una psicoterapeuta, due volte a settimana anche se mi vergogno così tanto di questo mio atteggiamento che spesso non ne parlo nemmeno a lei, e quando lo faccio ne parlo a grandi linee evitando dettagli sgradevoli, non so veramente perchè. dottori "non" ne vedo in quanto vivo con i miei genitoni (mio babbo cardiologo, mia mamma medico di famiglia-e mio fratello studia medicina...!-) infatti non nego che una presenza così totale di persone attente alla -mia- salute abbia contribuito al mio astio e più che altro diffidenza nei confronti dei medici in genere. effettivamente ne sono "uscita", almeno da Quel problema, da sola, andando anzi contro quello che mi dicevano, anche per per indole ho la tendenza a fare esattamente il contrario di quello che mi si dice (atteggiamento che di solito si ha con i genitori, e nel mio caso quindi anche con i miei stessi medici). le persone che mi avevano in cura nella prima fase ho sempre creduto che avessero schemi predefiniti, di "anoressica tipo" ed effettivamente io non ero, almeno all'inizio, proprio così, nonostante il mio iniziale (e attuale...) sovrappeso, non mi ha mai dato fastidio il mio corpo fino ad allora, ancora non riesce bene ad inquadrare, nonostante tutte le cure, il perchè dell'inizio della malattia. in day hospital i primi mesi di ricovero vedevo le altre ragazze e mi sembravano pazze, 2 ore per riuscire a mangiare due cosette, e sempre a cercare di nascondere qualcosa, con delle tecniche che, dio mio, mi facevano veramente ridere. ovviamente poco dopo mi sono ridotta come loro, sia in ospedale che a casa. l'unico momento in cui ho avuto un buon rapporto con i medici è stato quando mi hanno ricoverato con flebo e altri trattamenti l'anno scorso, quando mi sono resa veramente conto di essere caduta in basso. ora i miei genitori spingono affinchè faccia ancora analisi, ecografie (ho il ciclo da ottobre, finora mi è arrivato solo 3 volte però, e solo il mese scorso un flusso normale, anche eccessivo, e non scarso come le 2 volte precedenti) e vari altri controlli ma è come se ora mi fossi completamente distaccata dal mio corpo, non voglio più averne il controllo, dopo aver passato così tanto tempo ad esserne ossessionata, anche se sono consapevole di non poter continuare così. Con mia madre ho un rapporto abbastanza superficiale, anche prima dei miei problemi, non le racconto i miei problemi, non ho mai avuto l'abitudine di farlo, e ovviamente questo ha complicato le cose in questo periodo, ma sono sempre stata "quella che ce la fa da sola" (e si è visto...) non chiedo mai aiuto per studiare o per altri problemi. Ho molti amici, anche se molti li ho recuperati solo ora, mentre prima tendevo a staccarmi e a legare solo con poche persone, le quali invece ora sembrano allontanarsi. di relazioni affettuose ancora niente di serio, soprattutto quest'estate ho conosciuto molti ragazzi ma niente che si spingesse al di là di vedersi 2 o 3 volte, anche perchè essendo estate, uno non cerca certo la storia della sua vita; il primo rapporto l'ho avuto ad ottobre, con un ragazzo con cui ero uscita solo una volta: non so perchè l'ho fatto, onestamente perchè non vedevo motivi per cui non farlo, mi andava, mi piaceva abbastanza, fine. l'ho rivisto solo un'altra volta, poi non ci siamo sentiti più. Grazie mille, scusate per la prolissità.
[#6]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<ora come ora vedo con regolarità una psicoterapeuta, due volte a settimana>

Gentile Ragazza,
da quanto tempo è seguita dalla psicoterapeuta?
Su cosa state lavorando?
Sta ottenendo benefici?

<anche se mi vergogno così tanto di questo mio atteggiamento che spesso non ne parlo nemmeno a lei, e quando lo faccio ne parlo a grandi linee evitando dettagli sgradevoli>

Però questo suo non parlare del problema non è di beneficio alla terapia in corso. Si trova a suo agio con la sua curante?

ma sono sempre stata "quella che ce la fa da sola" (e si è visto...
ma ovviamente se ne sono uscita abbuffandomi come non so come, ora non riesco ad uscire da questo. ovviamente ora sono nella situazione opposta,

Dunque se è scivolata nella situazione opposta mi pare che un problema persista, no?
Ha letto l'articolo segnalato dalla Collega?
[#7]
Utente
Utente
sono seguita da più di un anno, non ricordo precisamente, comunque mi trovo molto bene anche se mentre prima parlavamo solo del mio problema, adesso spesso anche della scuola, ultimamente molto presente, amici, famiglia e altre problematiche.sto cercando di aprirmi il più possibile, le parlo comunque sempre della mia alimentazione, dei problemi che riscontro e mi è molto utile. come prima, parlando con lei, mi sembrava tutto chiaro e credevo di riuscire di farcela, mentre mi ci è voluto tanto tempo per sbloccarmi, anche adesso a livello teorico credo di potermi limitare, ma in pratica non lo faccio, sono confusa, ho letto l'articolo ma non so bene dove identificarmi, certamente "deficit di autoconsapevolezza" e soprattutto il "tema della perfezione o pensiero “tutto o nulla” sono punti che mi toccano o mi hanno toccato molto da vicino. sul primo punto diciamo che mi ci ritrovo anche adesso, trovando rassicurazione però sul non porsi limiti (consapevolezza molto limitata...). dal momento che ho avuto problemi in passato, mi sento come giustificata (nonostante il senso di colpa si faccia sentire, anche se molte volte no) ad avere un alimentazione scorretta, anche perchè, limitandomi molto quando sono con altre persone, penso forse di dover fare "rifornimento"; come prima ero controllata fino al grammo adesso cerco la totale autonomia, come prima doveva essere una certa quantità e niente di meno a determinati orari, adesso non mi voglio rendere conto della quantità e ovviamente tendo a esagerare, fuori pasto. forse penso troppo al passato, dovrei proprio ricominciare da capo ma non ce la faccio a vedere una dieta o un qualsiasi regime alimentare come una cosa da seguire, ma la sentirei come una costrizione da cui uscire. con le altre persone temo la loro reazione, non oserei mai dir "ho fame", io sono quella-che-mangia-poco, nonostante tutto.
Grazie mille a tutti.
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