Insonnia e crisi d'ansia
Salve, ho vent'anni e da circa sei mesi a questa parte ho cominciato a soffrire di una serie di disturbi "tangibili" legati all'ansia.
Premetto, tre anni fa ho subito un grande lutto familiare dal quale non mi sono affatto ripreso, da allora le cose sono state decisamente più difficili, ma solo in questi ultimi mesi le ripercussioni si sono fatte tangibili.
E' iniziato tutto un pomeriggio per una "banale" tachicardia, colto dal panico (probabile causa) sono andato al pronto soccorso dove, fatti esami del sangue, eco ed ecg, ed anche una radiografia per escludere non so bene cosa, non è risultato assolutamente nulla, sano come un pesce. In seguito ho anche fatto altre analisi ed ecg a riposo, oltre a un ecocardiogramma, ed anche lì tutto assolutamente perfetto. Il problema è che da allora ho cominciato ad avere l'irrazionale terrore che qualcosa potesse accadere da un momento all'altro, ogni piccolo stimolo al mio corpo lo percepivo come segnale d'allarme di chissà quale malattia. Inizialmente ho cercato di non darvi troppo peso, di superare la cosa con razionalità e tranquillità, ma senza successo. Per due/tre mesi sono "stato affetto" da innumerevoli malattie, che il mio cervello sceglieva in base ai "sintomi". Poi, per un certo periodo, la cosa è sembrata scemare, aiutata credo dal mio impegno nel diminuire drasticamente la quantità di sigarette giornaliere, camomille e infusi vari, e soprattutto, da una parziale ritrovata serenità nelle cose. Ma, in seguito a nuovi periodi di stress, la cosa ha ricominciato a presentarsi saltuariamente in maniera più o meno marcata, ma mai come in queste ultime due settimane. Credo forse abbia potuto contribuire a questo improvviso aggravarsi la ricorrenza (avvenuta il primo aprile) del lutto di cui ho parlato all'inizio. La situazione è semplice. Tutte le ansie e le paure che qualcosa di grave, fatale o disastroso possa accadermi si sono ripercosse sul sonno. Ho paura di andare a dormire, paura di non svegliarmi l'indomani, paura di non riuscire a concretizzare i progetti per i giorni successivi. Questo mi porta a restare sveglio fin quando il corpo, incapace di sostenere la veglia oltre quella soglia, mi obbliga a crollare su un letto. Inizialmente non vi ho dato peso dato che, saltuariamente, mi era già capitato di star alzato fino alle 3/4 per questi motivi, ma, dopo quattro cinque giorni così ho cominciato a preoccuparmi. Ho provato con la camomilla e cose del genere ma non funzionano. Il problema è che sono cosciente della natura "patologica" delle mie ansie, ma non riesco comunque ad andare a dormire, e mi obbligo a restare sveglio ben oltre il tempo che il mio corpo desidera, nonostante gli stimoli. In più il tempo che passo sveglio lo spendo davanti a un computer e questo credo non faccia che aggravare la situazione.
A chi devo/posso rivolgermi? Quale può essere una soluzione immediata per almeno alleviare la cosa?
Grazie mille per il vostro tempo e le vostre risposte
Cordialmente
Premetto, tre anni fa ho subito un grande lutto familiare dal quale non mi sono affatto ripreso, da allora le cose sono state decisamente più difficili, ma solo in questi ultimi mesi le ripercussioni si sono fatte tangibili.
E' iniziato tutto un pomeriggio per una "banale" tachicardia, colto dal panico (probabile causa) sono andato al pronto soccorso dove, fatti esami del sangue, eco ed ecg, ed anche una radiografia per escludere non so bene cosa, non è risultato assolutamente nulla, sano come un pesce. In seguito ho anche fatto altre analisi ed ecg a riposo, oltre a un ecocardiogramma, ed anche lì tutto assolutamente perfetto. Il problema è che da allora ho cominciato ad avere l'irrazionale terrore che qualcosa potesse accadere da un momento all'altro, ogni piccolo stimolo al mio corpo lo percepivo come segnale d'allarme di chissà quale malattia. Inizialmente ho cercato di non darvi troppo peso, di superare la cosa con razionalità e tranquillità, ma senza successo. Per due/tre mesi sono "stato affetto" da innumerevoli malattie, che il mio cervello sceglieva in base ai "sintomi". Poi, per un certo periodo, la cosa è sembrata scemare, aiutata credo dal mio impegno nel diminuire drasticamente la quantità di sigarette giornaliere, camomille e infusi vari, e soprattutto, da una parziale ritrovata serenità nelle cose. Ma, in seguito a nuovi periodi di stress, la cosa ha ricominciato a presentarsi saltuariamente in maniera più o meno marcata, ma mai come in queste ultime due settimane. Credo forse abbia potuto contribuire a questo improvviso aggravarsi la ricorrenza (avvenuta il primo aprile) del lutto di cui ho parlato all'inizio. La situazione è semplice. Tutte le ansie e le paure che qualcosa di grave, fatale o disastroso possa accadermi si sono ripercosse sul sonno. Ho paura di andare a dormire, paura di non svegliarmi l'indomani, paura di non riuscire a concretizzare i progetti per i giorni successivi. Questo mi porta a restare sveglio fin quando il corpo, incapace di sostenere la veglia oltre quella soglia, mi obbliga a crollare su un letto. Inizialmente non vi ho dato peso dato che, saltuariamente, mi era già capitato di star alzato fino alle 3/4 per questi motivi, ma, dopo quattro cinque giorni così ho cominciato a preoccuparmi. Ho provato con la camomilla e cose del genere ma non funzionano. Il problema è che sono cosciente della natura "patologica" delle mie ansie, ma non riesco comunque ad andare a dormire, e mi obbligo a restare sveglio ben oltre il tempo che il mio corpo desidera, nonostante gli stimoli. In più il tempo che passo sveglio lo spendo davanti a un computer e questo credo non faccia che aggravare la situazione.
A chi devo/posso rivolgermi? Quale può essere una soluzione immediata per almeno alleviare la cosa?
Grazie mille per il vostro tempo e le vostre risposte
Cordialmente
[#1]
Caro ragazzo,
il fatto che tu ti renda conto della natura irrazionale dei pensieri che riferisci è un punto di partenza, ma non è sufficiente a permetterti di liberartene perchè è probabile che il tuo sia un disturbo d'ansia.
In questo caso non potremmo suggerirti alcun rimedio d'emergenza perchè non ce ne sono: diminuire le sigarette e il consumo di alimenti attivanti come il caffè è sicuramente utile, ma è necessario che tu ti faccia aiutare di persona da un nostro collega.
E' plausibile che il tuo malessere sia stato scatenato dal grave lutto che hai subito, soprattuto se si tratta di una perdita che non hai acora superato e che ti ha messo di fronte, ad un'età per molti versi critica, alla concreta possibilità della morte.
Ci vuoi dire qualcosa di più al riguardo?
Chi è venuto a mancare e cosa gli/le è successo?
il fatto che tu ti renda conto della natura irrazionale dei pensieri che riferisci è un punto di partenza, ma non è sufficiente a permetterti di liberartene perchè è probabile che il tuo sia un disturbo d'ansia.
In questo caso non potremmo suggerirti alcun rimedio d'emergenza perchè non ce ne sono: diminuire le sigarette e il consumo di alimenti attivanti come il caffè è sicuramente utile, ma è necessario che tu ti faccia aiutare di persona da un nostro collega.
E' plausibile che il tuo malessere sia stato scatenato dal grave lutto che hai subito, soprattuto se si tratta di una perdita che non hai acora superato e che ti ha messo di fronte, ad un'età per molti versi critica, alla concreta possibilità della morte.
Ci vuoi dire qualcosa di più al riguardo?
Chi è venuto a mancare e cosa gli/le è successo?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile Utente,
Si rivolga ad uno psicoterapeuta.
Recentemente alcuni utenti hanno riferito di avere trovato, fuori da qui, dei colleghi psicoterapeuti non sempre comprensivi e predisposti ad aiutare i pazienti nei loro percorsi terapeutici. Alcune terapie sono nate male e con grandi incomprensioni, non sempre riconducibili al malumore dei pazienti. Noi da qui non riusciamo spesso a dare indicazioni esatte per quanto riguarda il tipo di psicoterapia da scegliere, e all’interno della scuola terapeutica, dello specialista che fa al caso del paziente che poi se ne duole.
Tra i nostri colleghi, però, ce ne sono diversi che hanno dato indicazioni per una buona scelta della terapia.
La psicoterapia ha molti tipi di scuole formative, alcune molto diverse da altre. Ma se il collega scelto per il percorso psicoterapeutico è bravo e si dedica al paziente come d’altronde la deontologia professionale raccomanda, la scuola prescelta “può” essere irrilevante.
Può leggere:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
ed altri interessanti articoli.
Queste forme che lei accusa, e che descrive con abbondanza di particolari, sono riconducibili all’esperienza negativa che lei riferisce, e che le ha provocato ripercussioni negative sul piano emotivo. Il suo terapeuta dovrà tenere conto di questo e di altri messaggi che lei, inconsapevolmente, già mostra in questa sua richiesta d’aiuto.
Tra quello che lei descrive di avere, ci possono essere attacchi di panico e forme d'ansia, determinati dalle circostanze che espone, sedimentati in una personalità piuttosto impressionabile, cosa che le procura anche pseudo forme ipocondriache.
Un breve percorso terapeutico potrà essere efficace per risolvere le sue problematiche.
Se vuole in altro intervento, potrò dare qualche indicazione sull'insonnia e sui modi per combatterla.
Le faccio tanti auguri e la saluto cordialmente.
Si rivolga ad uno psicoterapeuta.
Recentemente alcuni utenti hanno riferito di avere trovato, fuori da qui, dei colleghi psicoterapeuti non sempre comprensivi e predisposti ad aiutare i pazienti nei loro percorsi terapeutici. Alcune terapie sono nate male e con grandi incomprensioni, non sempre riconducibili al malumore dei pazienti. Noi da qui non riusciamo spesso a dare indicazioni esatte per quanto riguarda il tipo di psicoterapia da scegliere, e all’interno della scuola terapeutica, dello specialista che fa al caso del paziente che poi se ne duole.
Tra i nostri colleghi, però, ce ne sono diversi che hanno dato indicazioni per una buona scelta della terapia.
La psicoterapia ha molti tipi di scuole formative, alcune molto diverse da altre. Ma se il collega scelto per il percorso psicoterapeutico è bravo e si dedica al paziente come d’altronde la deontologia professionale raccomanda, la scuola prescelta “può” essere irrilevante.
Può leggere:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
ed altri interessanti articoli.
Queste forme che lei accusa, e che descrive con abbondanza di particolari, sono riconducibili all’esperienza negativa che lei riferisce, e che le ha provocato ripercussioni negative sul piano emotivo. Il suo terapeuta dovrà tenere conto di questo e di altri messaggi che lei, inconsapevolmente, già mostra in questa sua richiesta d’aiuto.
Tra quello che lei descrive di avere, ci possono essere attacchi di panico e forme d'ansia, determinati dalle circostanze che espone, sedimentati in una personalità piuttosto impressionabile, cosa che le procura anche pseudo forme ipocondriache.
Un breve percorso terapeutico potrà essere efficace per risolvere le sue problematiche.
Se vuole in altro intervento, potrò dare qualche indicazione sull'insonnia e sui modi per combatterla.
Le faccio tanti auguri e la saluto cordialmente.
[#3]
Utente
Grazie mille per le vostre esaurienti risposte, cercherò di farne buon uso!
Per rispondere alla Dr. Massaro tre anni fa è mancato mio padre per una complicazione dovuta a un problema al fegato che già persisteva da qualche anno, ma che non aveva mai fatto pensare che la cosa potesse precipitare così drasticamente da "semplice operazione, tornerà a casa in poche settimane" a "non più di due/tre mesi di vita".
Per quanto riguarda i vostri consigli cercherò di rivolgermi al più presto verso uno psicoterapeuta, sperando di riuscire a risolvere almeno il problema dell'insonnia in tempi brevi.
Vi ringrazio ancora per le vostre risposte
Cordiali saluti
Per rispondere alla Dr. Massaro tre anni fa è mancato mio padre per una complicazione dovuta a un problema al fegato che già persisteva da qualche anno, ma che non aveva mai fatto pensare che la cosa potesse precipitare così drasticamente da "semplice operazione, tornerà a casa in poche settimane" a "non più di due/tre mesi di vita".
Per quanto riguarda i vostri consigli cercherò di rivolgermi al più presto verso uno psicoterapeuta, sperando di riuscire a risolvere almeno il problema dell'insonnia in tempi brevi.
Vi ringrazio ancora per le vostre risposte
Cordiali saluti
[#4]
Mi spiace per la perdita che hai subito, oltretutto ad un'età così giovane.
Vista la modalità con la quale si sono svolti i fatti è più che comprensibile che tu ti preoccupi eccessivamente per il possibile significato di ogni sintomo fisico che senti e che ti sia successo questo:
"Tutte le ansie e le paure che qualcosa di grave, fatale o disastroso possa accadermi si sono ripercosse sul sonno. Ho paura di andare a dormire, paura di non svegliarmi l'indomani, paura di non riuscire a concretizzare i progetti per i giorni successivi".
Il fatto che il tuo stato ansioso sia peggiorato in particolare queste ultime settimane è probabilmente legato anche al cambo di stagione, perchè in questo periodo chi soffre di sintomi d'ansia sta peggio:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/3169-ansia-di-primavera-e-da-cambio-di-stagione.html
Non è una consolazione, ma di per sè comunque non è un male assoluto che tu stia peggio, perchè questo peggioramento ti può fornire la motivazione necessaria per affrontare finalmente il problema e lavorare per risolverlo.
Prima o poi avresti dovuto farlo, ed è sicuramente meglio farlo adesso piuttosto che attendere altri anni.
La morte di tuo padre è un argomento del quale si può parlare in casa o è diventato qualcosa cui non si può fare cenno?
Hai avuto modo di esprimere quello che provavi quando è mancato?
Vista la modalità con la quale si sono svolti i fatti è più che comprensibile che tu ti preoccupi eccessivamente per il possibile significato di ogni sintomo fisico che senti e che ti sia successo questo:
"Tutte le ansie e le paure che qualcosa di grave, fatale o disastroso possa accadermi si sono ripercosse sul sonno. Ho paura di andare a dormire, paura di non svegliarmi l'indomani, paura di non riuscire a concretizzare i progetti per i giorni successivi".
Il fatto che il tuo stato ansioso sia peggiorato in particolare queste ultime settimane è probabilmente legato anche al cambo di stagione, perchè in questo periodo chi soffre di sintomi d'ansia sta peggio:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/3169-ansia-di-primavera-e-da-cambio-di-stagione.html
Non è una consolazione, ma di per sè comunque non è un male assoluto che tu stia peggio, perchè questo peggioramento ti può fornire la motivazione necessaria per affrontare finalmente il problema e lavorare per risolverlo.
Prima o poi avresti dovuto farlo, ed è sicuramente meglio farlo adesso piuttosto che attendere altri anni.
La morte di tuo padre è un argomento del quale si può parlare in casa o è diventato qualcosa cui non si può fare cenno?
Hai avuto modo di esprimere quello che provavi quando è mancato?
[#5]
Utente
La ringrazio anticipatamente per la sua gentilezza e le rispondo in breve:
L'argomento non è assolutamente tabù, anche se viene trattato con la massima "riverenza", mia madre si reca tutte le settimane al cimitero, insomma, se ne parla e la cosa è comunque presente per certi versi anche fra le "abitudini". E' una tabù fra tutti i miei amici, questo sì, ma credo possa essere comprensibile, se non ne accenno io non se ne fa parola.
Per quanto riguarda la seconda domanda non saprei davvero come risponderle. Per moltissimi versi credo di no, non ho mai saputo con chi parlarne a dire il vero, non ho mai voluto caricare mia madre di ulteriori pesi, e non sono mai riuscito a esprimermi adeguatamente coi pochi amici di cui mi fido abbastanza, le poche persone con cui ho parlato mi sono reso conto che, forse perché avevano la mia stessa età, non fossero, per così dire, in grado di comprendere, o anche solo in grado di ascoltare, e per altri versi che io non facessi altro che generare in loro ansie, o comunque "sofferenza" nel condividere un dolore di questa portata, soprattutto per l'estrema intimità del rapporto che avevo con le persone con le quali ho parlato. Quindi credo che la risposta sia no, nonostante non possa dire di aver taciuto sino ad oggi.
Nella praticità, visto il proseguire dei problemi di insonnia, più o meno gravi a seconda dei giorni, sono alla ricerca di uno psicoterapeuta, dato che non credo faccia bene al mio povero organismo continuare su questi ritmi...il legame col cambio di stagioni mi rincuora ammetto, ma ciò non toglie che col tempo la cosa non possa che aggravarsi.
Grazie ancora per il suo tempo, cordiali saluti
L'argomento non è assolutamente tabù, anche se viene trattato con la massima "riverenza", mia madre si reca tutte le settimane al cimitero, insomma, se ne parla e la cosa è comunque presente per certi versi anche fra le "abitudini". E' una tabù fra tutti i miei amici, questo sì, ma credo possa essere comprensibile, se non ne accenno io non se ne fa parola.
Per quanto riguarda la seconda domanda non saprei davvero come risponderle. Per moltissimi versi credo di no, non ho mai saputo con chi parlarne a dire il vero, non ho mai voluto caricare mia madre di ulteriori pesi, e non sono mai riuscito a esprimermi adeguatamente coi pochi amici di cui mi fido abbastanza, le poche persone con cui ho parlato mi sono reso conto che, forse perché avevano la mia stessa età, non fossero, per così dire, in grado di comprendere, o anche solo in grado di ascoltare, e per altri versi che io non facessi altro che generare in loro ansie, o comunque "sofferenza" nel condividere un dolore di questa portata, soprattutto per l'estrema intimità del rapporto che avevo con le persone con le quali ho parlato. Quindi credo che la risposta sia no, nonostante non possa dire di aver taciuto sino ad oggi.
Nella praticità, visto il proseguire dei problemi di insonnia, più o meno gravi a seconda dei giorni, sono alla ricerca di uno psicoterapeuta, dato che non credo faccia bene al mio povero organismo continuare su questi ritmi...il legame col cambio di stagioni mi rincuora ammetto, ma ciò non toglie che col tempo la cosa non possa che aggravarsi.
Grazie ancora per il suo tempo, cordiali saluti
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Penso che contattare uno psicologo sia la scelta migliore e hai fatto bene decidere in questo senso: chi ti è vicino ti può sostenere e comunicare affetto, ma ci sono questioni che devono essere risolte con un intervento adeguato che solo un professionista ti può garantire.
Ti faccio tanti auguri, se vuoi aggiornaci.
Un caro saluto,
Ti faccio tanti auguri, se vuoi aggiornaci.
Un caro saluto,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2k visite dal 03/04/2013.
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Approfondimento su Insonnia
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