I giorni, ma non so davvero come fare

Salve a tutti,
ho deciso di rivolgermi a voi perchè sono mesi che convivo con un problema che mi sta logorando.
L'agosto scorso, dopo due anni di relazione stabile, io e il mio ragazzo abbiamo avuto un brutto litigio, in cui purtroppo ci siamo entrambi presi a manate (senza esagerare).
Da quel momento la situazione è degenerata, lui ha iniziato a chiudersi sempre di più, doveva andare al mare e invece è rimasto chiuso in casa da solo due settimane. Ha iniziato a uscire sempre meno e dopo aver bocciato gli esami universitari di settembre si è chiuso ancora di più.
In questi mesi io ho provato in tutti i modi a far tornare il rapporto come era.. ma a momenti era tranquillo, altri nemmeno voleva vedermi e rispondeva male.
Purtroppo sono una persona molto ansiosa, e ogni volta che percepivo un distacco da parte sua, iniziavo a mandare mille chiamate, mille messaggi, andavo sotto casa sua.. e ovviamente riuscivo solo a peggiorare ancora di più la situazione.

Non essendo un ragazzo che esprime quello che prova, non sono mai riuscita a capire cosa stesse succedendo, l'unica cosa che è riuscito a dirmi è che sta passando il periodo più brutto della sua vita, il più apatico, e che non ha più voglia di fare niente. (in particolar modo di studiare)
A gennaio febbraio ha provato a prepararsi agli esami, alcuni li ha passati, altri no, ma comunque si è dato da fare e pensavo la situazione sarebbe migliorata, invece non ha ottenuto buoni risultati, e non è cambiato niente.

A inizio marzo, dopo 2-3 giornate in cui l'ho tempestato di chiamate, mi ha detto di smetterla di lasciarlo stare, e non riuscendo a farlo mi sono presa una ventina di aspirine, con l'intento di sentirmi male in modo da riuscire a smettere di chiamarlo.
dopo qualche giorno ha deciso di lasciarmi, chiedendomi come pensavo di poter continuare una storia in queste condizioni: io che faccio questi versi, e lui che non ha più voglia di pensare nemmeno a se stesso (con l'aggiunta che tutte le volte che attraversa la strada spera di essere investito)

In questo mese poi, abbiamo continuato a sentirci e vederci, senza nessuna pressione addosso, e sembrava più tranquillo, poi di nuovo, di punto in bianco, mi ha detto di smetterla di dargli noia.

Io vorrei riuscire ad aiutarlo, e aiutare me stessa a uscire da questa dipendenza nei suoi confronti, e l'ansia che mi accompagna tutti i giorni, ma non so davvero come fare
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

ci sta chiedendo un consulto per la sua ansia o per il malessere del suo ragazzo?
Per quanto riguarda la seconda ipotesi non credo che lei possa fare molto; se il suo ragazzo è chiuso in un malessere da cui non riesce ad uscire ha bisogno di un aiuto specialistico che lei, con tutta la buona volontà, non può dargli.

Per quanto riguarda la sua (di lei che scrive) situazione, ci può dire, a parte questa vicenda, come mai si definisce una persona molto ansiosa?

Che rapporti ha con i suoi genitori?
Studia? Come vanno le cose a scuola? E le relazioni sociali?

Vedo dalla sua scheda che è un po' sottopeso. I dati che ha inserito sono esatti?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

>>Io vorrei riuscire ad aiutarlo, e aiutare me stessa a uscire da questa dipendenza nei suoi confronti<<

se di dipendenza si tratta, mi sembra opportuno ridimensionare la situazione, comprendere che ci sono aspetti del vostro rapporto che devono essere rivisti e prendere in considerazione anche l'eventualità di interrompere il rapporto.

Le crisi di coppia se non vengono affrontare si "incistano", per questo ha la sensazione di convivere con un problema che la sta logorando. Probabilmente la vostra relazione era già in crisi prima di arrivare all'agosto scorso. Che ne pensa?

Cosa intende per "dipendenza" nei confronti del suo partner?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Utente
Utente
Ringrazio entrambi per la gentile e tempestiva risposta.

Al dottor Callina rispondo:
peso 47kg per 170cm di altezza.. sono sempre stata molto magra, non ho problemi di salute ma col cibo ho un 'rapporto particolare', a periodi mangio regolarmente, altri passo giornate intere senza mangiare niente, per l'ansia di cui le parlavo.. che mi fa chiudere lo stomaco.
In pratica finche le cose vanno bene mangio, altrimenti mi viene la nausea per il cibo, e anche se ci provo non riesco a mangiare..

i genitori sono separati da parecchi anni, vivo con mia madre e mio padre lo vedo praticamente solo per aiutarlo con il lavoro 2-3 volte a settimana.
In passato ho sofferto molto della situazione, ma oramai l'ho accettata per quello che è.
Per quanto riguarda le relazioni sociali ho sempre avuto molte amicizie, anche consolidate nel tempo, ma col presentarsi di questo problema mi sono chiusa molto in casa e ho smesso di uscire.. Ormai vado solo all'università e a lavoro da mio padre..

Al dottor Del Signore rispondo:
La relazione tra me e il mio ragazzo è sempre andata bene, mai andata oltre ai normali litigi di coppia..
Il fatto è che siamo stati insieme 2 anni e mezzo, ma io ne ero gia presa 3 anni prima..
Parlo di dipendenza perchè attribuisco alla sua persona e alla sua famiglia il mio aver iniziato ad essere felice.
Non avendo mai conosciuto cosa significasse essere una famiglia unita nella mia esperienza personale, mi sono attaccata molto alla sua, in cui lui mi ha coinvolto molto.. e di conseguenza, ho smesso di cercare quello che non potevo trovare in casa mia.
Insomma da quando è iniziato il rapporto con lui, i miei problemi sono diminuiti, e come è iniziata questa situazione, si sono ripresentati tutti insieme..
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

sembra che lei abbia investito davvero molto, in termini emotivi, in questa relazione. Si è chiesta, però, quanto di questo investimento sia legato al suo ragazzo come individuo e quanto alla sua intera famiglia?

Credo di capire cosa intende quando dice che ha conosciuto cosa significasse essere una famiglia solo conoscendo la famiglia del suo ragazzo ed è bello che la sua famiglia le abbia aperto le braccia e l'abbia accolta facendola sentire una di loro.

<<ho smesso di cercare quello che non potevo trovare in casa mia.>>
Forse questo è stato un errore; forse dovrebbe continuare a cercare nelle persone che le vogliono bene il supporto che le occorre per completare il suo processo evolutivo.
Mi dice solo che i suoi sono separati, che vive con sua madre e che vede suo padre 2-3 volte a settimana. Tuttavia non mi dice se con loro parla, se si confida, come sono le vostre relazioni...

La dipendenza non è MAI sintomo di una buona relazione e può essere frutto di una relazione di attaccamento insicura con i genitori; per questo dovrebbe lavorare un po' sulla costruzione della sua identità, per aumentare le sue sicurezze, per favorire un processo che miri all'autonomia e, in questo, può esserle utile uno psicologo di persona perché da qui, pur con tutta la buona volontà, non possiamo fare molto di più.

Si dia un po' di tempo con il suo ragazzo, gli lasci lo spazio che chiede, si metta alla prova; cerchi di vedere quali altri interessi possono tenerla impegnata, ricominci a frequentare gli amici...

Continuando a chiedersi come fare ad uscire da questa situazione non farà che alimentare il pensiero e ad alimentare la sua ansia.

Un caro saluto