Senso di abbandono per gelosia
Buongiorno,
ho 29 anni e sono fidanzata con un uomo di 35 da circa tre anni. Il problema che mi tormenta è questo: non sopporto che lui frequenti altre persone e che passi ore serene loro compagnia. So che è qualcosa di completamente irrazionale eppure non posso fare a meno di sentirmi messa da parte e dimenticata. Vorrei sentisse il bisogno di stare sempre con me. Se vuole vedere altra gente, penso che io non gli do abbastanza o che non è innamorato come dice.
Che devo fare?
Grazie
S.
ho 29 anni e sono fidanzata con un uomo di 35 da circa tre anni. Il problema che mi tormenta è questo: non sopporto che lui frequenti altre persone e che passi ore serene loro compagnia. So che è qualcosa di completamente irrazionale eppure non posso fare a meno di sentirmi messa da parte e dimenticata. Vorrei sentisse il bisogno di stare sempre con me. Se vuole vedere altra gente, penso che io non gli do abbastanza o che non è innamorato come dice.
Che devo fare?
Grazie
S.
[#1]
Gentile Utente,
in ogni coppia dovrebbe esistere uno spazio di condivisione dove si può stare insieme e uno spazio dove questo potrebbe non necessariamente avvenire.
>>Se vuole vedere altra gente, penso che io non gli do abbastanza o che non è innamorato come dice<<
Se il suo partner vuole vedere altre persone oltre a lei credo sia salutare per entrambi. Lei non sente di fare la stessa cosa, ossia ritagliarsi uno spazio diverso dalla coppia?
Il suo partner che ne pensa rispetto a questo?
in ogni coppia dovrebbe esistere uno spazio di condivisione dove si può stare insieme e uno spazio dove questo potrebbe non necessariamente avvenire.
>>Se vuole vedere altra gente, penso che io non gli do abbastanza o che non è innamorato come dice<<
Se il suo partner vuole vedere altre persone oltre a lei credo sia salutare per entrambi. Lei non sente di fare la stessa cosa, ossia ritagliarsi uno spazio diverso dalla coppia?
Il suo partner che ne pensa rispetto a questo?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta.
A me succede più raramente di avvertire l'esigenza di spazi da dedicare ad altre persone. E questo accade sia per il mio carattere più introverso sia perché per me è normale mettere lui al primo posto.
In che modo il fatto che lui vede altre persone potrebbe essere salutare per il rapporto?
Io penso sempre che in quei momenti lui si rilassi, si diverta e stia bene al punto da capire che io non sono poi così importante. E questo mi fa soffrire.
A me succede più raramente di avvertire l'esigenza di spazi da dedicare ad altre persone. E questo accade sia per il mio carattere più introverso sia perché per me è normale mettere lui al primo posto.
In che modo il fatto che lui vede altre persone potrebbe essere salutare per il rapporto?
Io penso sempre che in quei momenti lui si rilassi, si diverta e stia bene al punto da capire che io non sono poi così importante. E questo mi fa soffrire.
[#3]
Gentile Utente,
la possibilità di coltivare amicizie e interessi personali credo sia un bisogno che molte persone sentono come indispensabile, probabilmente è proprio quello che succede al suo compagno.
La formazione di una coppia, almeno nelle fasi iniziali, porta i due partner ad una maggiore necessità di stare da soli e tutti gli altri interessi potrebbero passare in secondo piano.
Successivamente, quando si sente una maggiore sicurezza nella coppia, si può sentire il bisogno di recuperare questi spazi più personali, non perché il partner non sia in grado di colmarli, ma semplicemente perché si tratta di aspetti "diversi" della vita di ognuno.
Ne avete discusso insieme? Che ne pensa il suo compagno?
la possibilità di coltivare amicizie e interessi personali credo sia un bisogno che molte persone sentono come indispensabile, probabilmente è proprio quello che succede al suo compagno.
La formazione di una coppia, almeno nelle fasi iniziali, porta i due partner ad una maggiore necessità di stare da soli e tutti gli altri interessi potrebbero passare in secondo piano.
Successivamente, quando si sente una maggiore sicurezza nella coppia, si può sentire il bisogno di recuperare questi spazi più personali, non perché il partner non sia in grado di colmarli, ma semplicemente perché si tratta di aspetti "diversi" della vita di ognuno.
Ne avete discusso insieme? Che ne pensa il suo compagno?
[#4]
Ex utente
Ne abbiamo parlato più volte, soprattutto perché io non riesco a contenere le mie reazioni. All'inizio era più comprensivo, adesso noto che la situazione comincia a pesargli. E mi dispiace.
Lui ovviamente dice che mi ama, che non toglie nulla a me se ogni tanto vede i suoi amici, a cui è molto legato, e che a volte ha rinunciato e cene o uscite con loro non perché non desiderava andare, ma perché voleva evitare le mie reazioni e i miei musi lunghi.
Mi rendo conto che non è giusto, eppure io soffro davvero. Non è un capriccio.
Non riesco ad essere felice per lui se fa qualcosa senza di me.
Lui ovviamente dice che mi ama, che non toglie nulla a me se ogni tanto vede i suoi amici, a cui è molto legato, e che a volte ha rinunciato e cene o uscite con loro non perché non desiderava andare, ma perché voleva evitare le mie reazioni e i miei musi lunghi.
Mi rendo conto che non è giusto, eppure io soffro davvero. Non è un capriccio.
Non riesco ad essere felice per lui se fa qualcosa senza di me.
[#5]
Gentile Utente,
probabilmente lei ha un'idea di come vivere la "coppia" differente da quella del suo partner. Un po' per le aspettative o le fantasia (più o meno coscienti) che si è creata nel corso del tempo, un po' per aspetti di personalità che fanno capo all'insicurezza e alla dipendenza dall'altro.
Ha vissuto situazioni simili in passato con altri partner?
Come dovrebbe essere per lei una "coppia ideale"?
probabilmente lei ha un'idea di come vivere la "coppia" differente da quella del suo partner. Un po' per le aspettative o le fantasia (più o meno coscienti) che si è creata nel corso del tempo, un po' per aspetti di personalità che fanno capo all'insicurezza e alla dipendenza dall'altro.
Ha vissuto situazioni simili in passato con altri partner?
Come dovrebbe essere per lei una "coppia ideale"?
[#6]
Ex utente
La "coppia ideale" è quella che si è realizzata nella precedente relazione (terminata per mia decisione): avevamo due caratteri simili, ci cercavamo in continuazione, stavamo insieme ogni volta che potevamo e sembrava davvero che non ci fosse l'esigenza di vedere altre persone, se non molto raramente. Ma anche quando succedeva, io non avevo dubbi sul fatto che per lui c'ero solo io e che qualunque altra persona veniva molto molto dopo.
Forse proprio perché ho vissuto sulla mia pelle un'esperienza di coppia vissuta esattamente secondo i miei "canoni" che adesso sento che in questo caso non è così. E quindi penso che se ha l'esigenza di uscire con i suoi amici o di fare cose senza di me, lui mi ami meno di quanto faccia io.
[#7]
Cara Utente,
che cosa l'ha spinta a interrompere la precedente relazione che lei definisce "ideale"?
<<sembrava davvero che non ci fosse l'esigenza di vedere altre persone>>
come le ha spiegato anche il collega che mi ha preceduto, coltivare interessi e amicizie personali dovrebbe essere un bisogno fondamentale.
Il fatto che lei non senta questa esigenza, da un punto di vista della teoria dell'attaccamento, potrebbe dipendere da fattori che riguardano le sue modalità relazionali infantili nell'ambito della sua famiglia di origine.
Come se, per semplificare, il suo timore di essere abbandonata, possa richiamare aspetti analoghi, più o meno consapevoli, relativi alle dinamiche di attaccamento della sua infanzia.
Ci può dire qualcosa del rapporto con i suoi genitori?
E qualcosa sul suo modo di relazionarsi agli altri? Amici / colleghi?
Vedo dalla sua scheda che è molto snella. I dati inseriti sono corretti?
Da particolare importanza alla linea o è un fattore costituzionale?
Un caro saluto
che cosa l'ha spinta a interrompere la precedente relazione che lei definisce "ideale"?
<<sembrava davvero che non ci fosse l'esigenza di vedere altre persone>>
come le ha spiegato anche il collega che mi ha preceduto, coltivare interessi e amicizie personali dovrebbe essere un bisogno fondamentale.
Il fatto che lei non senta questa esigenza, da un punto di vista della teoria dell'attaccamento, potrebbe dipendere da fattori che riguardano le sue modalità relazionali infantili nell'ambito della sua famiglia di origine.
Come se, per semplificare, il suo timore di essere abbandonata, possa richiamare aspetti analoghi, più o meno consapevoli, relativi alle dinamiche di attaccamento della sua infanzia.
Ci può dire qualcosa del rapporto con i suoi genitori?
E qualcosa sul suo modo di relazionarsi agli altri? Amici / colleghi?
Vedo dalla sua scheda che è molto snella. I dati inseriti sono corretti?
Da particolare importanza alla linea o è un fattore costituzionale?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#8]
Ex utente
Ho interrotto la relazione precedente perché mi sono resa conto che il ragazzo con cui stavo per quanto fosse una bravissima persona non mi dava più stimoli di alcun tipo. è stata una decisione sofferta proprio perché con lui ero riuscita a realizzare il mio ideale di coppia. Ma non lo amavo più.
Con i miei genitori ho un buonissimo rapporto, direi da sempre. Non ricordo episodi passati in cui ho avvertito da parte loro una sensazione di abbandono.
Per quanto riguarda i miei rapporti con gli altri, posso dire che ho un numero piuttosto ristretto di amicizie che per me sono sicuramente importanti, ma che vengono sempre dopo il rapporto di coppia. Di carattere sono piuttosto riservata, anche se non mi dispiace ogni tanto stare in compagnia.
Il problema è che mi da fastidio quando in compagnia ci sta il mio fidanzato perché so che per lui i suoi amici sono più importanti di quanto lo sono per me le mie amiche e quindi penso sempre che tolga qualcosa a me. Lo vivo quasi come un tradimento. E temo che questo possa compromettere il nostro rapporto.
Per quanto riguarda la sua ultima domanda, sono proprio snella di costituzione.... lo sono sempre stata.
Confido in una sua gentile risposta.
Grazie per la disponibilità.
Con i miei genitori ho un buonissimo rapporto, direi da sempre. Non ricordo episodi passati in cui ho avvertito da parte loro una sensazione di abbandono.
Per quanto riguarda i miei rapporti con gli altri, posso dire che ho un numero piuttosto ristretto di amicizie che per me sono sicuramente importanti, ma che vengono sempre dopo il rapporto di coppia. Di carattere sono piuttosto riservata, anche se non mi dispiace ogni tanto stare in compagnia.
Il problema è che mi da fastidio quando in compagnia ci sta il mio fidanzato perché so che per lui i suoi amici sono più importanti di quanto lo sono per me le mie amiche e quindi penso sempre che tolga qualcosa a me. Lo vivo quasi come un tradimento. E temo che questo possa compromettere il nostro rapporto.
Per quanto riguarda la sua ultima domanda, sono proprio snella di costituzione.... lo sono sempre stata.
Confido in una sua gentile risposta.
Grazie per la disponibilità.
[#9]
Cara Utente,
<<Ho interrotto la relazione precedente perché mi sono resa conto che il ragazzo con cui stavo per quanto fosse una bravissima persona non mi dava più stimoli di alcun tipo.>>
Spesso gli stimoli, all'interno di una coppia, vengono meno proprio perché non ci sono aperture individuali verso l'esterno.
Il fatto che entrambi i membri della coppia abbiano l'esigenza e la possibilità di coltivare interessi propri (che siano hobby, amicizie, etc.) offre nuova linfa alla coppia.
Il fatto, invece, di chiudersi in una relazione "quasi simbiotica", in cui tutto viene fatto insieme e condiviso, rischia di impoverire il legame, proprio perché, come scrive lei, si arriva ad un punto in cui uno dei due (o entrambi) non sente più stimoli di alcun tipo.
Questo è il motivo per cui è più frequente vedere che le coppie, nella prima fase di conoscenza reciproca, tendono a trascorrere gran parte del tempo insieme, senza compagnie esterne. In questa fase la coppia si alimenta di "energia propria", gli stimoli nascono dalla voglia di conoscere l'altro, di entrare con l'altro quanto più possibile in sintonia.
Scemata questa fase, per consentire l'ingresso nella coppia di nuova energia, è necessario che ci sia un'apertura verso il mondo esterno della coppia (come coppia) e dei due membri della diade (come singoli).
Io comprendo che per lei sia difficile da gestire questa situazione anche se da qui non possiamo comprendere quali dinamiche si nascondano dietro a questa sua insicurezza.
Tuttavia, proprio per evitare di compromettere il vostro rapporto, cosa che lei giustamente teme, è necessario che lei cerchi di superare questo problema, eventualmente con l'aiuto di uno psicologo di persona che possa valutare con attenzione la sua situazione, conoscere la sua storia di vita e farle vedere le cose in una nuova prospettiva.
E' importante che affronti queste tematiche per il suo benessere e per la buona riuscita di questo rapporto che sembra starle molto a cuore.
Posso chiederle quanto è durata la precedente relazione?
Un caro saluto
<<Ho interrotto la relazione precedente perché mi sono resa conto che il ragazzo con cui stavo per quanto fosse una bravissima persona non mi dava più stimoli di alcun tipo.>>
Spesso gli stimoli, all'interno di una coppia, vengono meno proprio perché non ci sono aperture individuali verso l'esterno.
Il fatto che entrambi i membri della coppia abbiano l'esigenza e la possibilità di coltivare interessi propri (che siano hobby, amicizie, etc.) offre nuova linfa alla coppia.
Il fatto, invece, di chiudersi in una relazione "quasi simbiotica", in cui tutto viene fatto insieme e condiviso, rischia di impoverire il legame, proprio perché, come scrive lei, si arriva ad un punto in cui uno dei due (o entrambi) non sente più stimoli di alcun tipo.
Questo è il motivo per cui è più frequente vedere che le coppie, nella prima fase di conoscenza reciproca, tendono a trascorrere gran parte del tempo insieme, senza compagnie esterne. In questa fase la coppia si alimenta di "energia propria", gli stimoli nascono dalla voglia di conoscere l'altro, di entrare con l'altro quanto più possibile in sintonia.
Scemata questa fase, per consentire l'ingresso nella coppia di nuova energia, è necessario che ci sia un'apertura verso il mondo esterno della coppia (come coppia) e dei due membri della diade (come singoli).
Io comprendo che per lei sia difficile da gestire questa situazione anche se da qui non possiamo comprendere quali dinamiche si nascondano dietro a questa sua insicurezza.
Tuttavia, proprio per evitare di compromettere il vostro rapporto, cosa che lei giustamente teme, è necessario che lei cerchi di superare questo problema, eventualmente con l'aiuto di uno psicologo di persona che possa valutare con attenzione la sua situazione, conoscere la sua storia di vita e farle vedere le cose in una nuova prospettiva.
E' importante che affronti queste tematiche per il suo benessere e per la buona riuscita di questo rapporto che sembra starle molto a cuore.
Posso chiederle quanto è durata la precedente relazione?
Un caro saluto
[#10]
Ex utente
La ringrazio moltissimo per le sue risposte e mi rendo conto che, razionalmente, lei ha ragione quando dice che è proprio "dall'esterno" che arrivano stimoli nuovi.
Ho difficoltà ad accettare il fatto che lui possa stare bene anche con altre persone, forse perché temo che il suo star bene a prescindere dalla mia presenza possa fargli capire che "senza di me è meglio".
La relazione precedente è durata due anni e mezzo...
Grazie
Ho difficoltà ad accettare il fatto che lui possa stare bene anche con altre persone, forse perché temo che il suo star bene a prescindere dalla mia presenza possa fargli capire che "senza di me è meglio".
La relazione precedente è durata due anni e mezzo...
Grazie
[#11]
Cara Utente,
<<temo che il suo star bene a prescindere dalla mia presenza possa fargli capire che "senza di me è meglio".>>
Questo timore sembra proprio far parte di un suo vissuto di insicurezza che, come le dicevo, meriterebbe una valutazione di persona.
Le ho chiesto quanto fosse durata la precedente relazione proprio perché immaginavo che non fosse durata troppo a lungo; un paio d'anni possono ancora rientrare in quella fase che le descrivevo prima, in cui c'è più bisogno da parte di entrambi di condividere tutto, di creare la propria intimità, le proprie sicurezze sulla coppia; è una fase che potremmo definire ancora di innamoramento, dove la passione e l'idealizzazione dell'altro la fanno da padrona.
Il rapporto, però, per poter proseguire *deve* necessariamente trasformarsi, crescere, evolvere e dovrà essere caratterizzato da affetto reciproco, fiducia, stima, progettualità... tutte qualità che non possono essere costruite in una modalità "simbiotica".
Mi rendo conto di quanto possa essere automatico questo suo modo di porsi e di come sia difficile controllarlo, infatti lei, razionalmente, comprende perfettamente il meccanismo; è per questo che credo sia davvero necessario un aiuto de visu con un collega della sua zona.
La nostra parte razionale non sempre, ed è questo il caso, va a braccetto con quella emotiva; in questi casi un lavoro sul versante emotivo può aiutare a stabilizzare la connessione tra i due emisferi cerebrali, aiutandoci a integrare il nostro sentire emotivo con il nostro sentire cognitivo. Ciò si traduce, di conseguenza, in una modifica del comportamento.
Un caro saluto
<<temo che il suo star bene a prescindere dalla mia presenza possa fargli capire che "senza di me è meglio".>>
Questo timore sembra proprio far parte di un suo vissuto di insicurezza che, come le dicevo, meriterebbe una valutazione di persona.
Le ho chiesto quanto fosse durata la precedente relazione proprio perché immaginavo che non fosse durata troppo a lungo; un paio d'anni possono ancora rientrare in quella fase che le descrivevo prima, in cui c'è più bisogno da parte di entrambi di condividere tutto, di creare la propria intimità, le proprie sicurezze sulla coppia; è una fase che potremmo definire ancora di innamoramento, dove la passione e l'idealizzazione dell'altro la fanno da padrona.
Il rapporto, però, per poter proseguire *deve* necessariamente trasformarsi, crescere, evolvere e dovrà essere caratterizzato da affetto reciproco, fiducia, stima, progettualità... tutte qualità che non possono essere costruite in una modalità "simbiotica".
Mi rendo conto di quanto possa essere automatico questo suo modo di porsi e di come sia difficile controllarlo, infatti lei, razionalmente, comprende perfettamente il meccanismo; è per questo che credo sia davvero necessario un aiuto de visu con un collega della sua zona.
La nostra parte razionale non sempre, ed è questo il caso, va a braccetto con quella emotiva; in questi casi un lavoro sul versante emotivo può aiutare a stabilizzare la connessione tra i due emisferi cerebrali, aiutandoci a integrare il nostro sentire emotivo con il nostro sentire cognitivo. Ciò si traduce, di conseguenza, in una modifica del comportamento.
Un caro saluto
[#12]
Ex utente
La ringrazio davvero moltissimo per l'attenzione che mi ha dedicato.
Valuterò la possibilità di rivolgermi direttamente ad uno psicologo, sperando che mi aiuti a gestire meglio quella che sta diventando una "cosa" più grande di me.
Le chiedo solo un'ultima cosa: è possibile che due persone che hanno comunque una visione diversa dell modo di intendere il rapporto di coppia possano continuare a stare insieme serenamente?
Grazie
Valuterò la possibilità di rivolgermi direttamente ad uno psicologo, sperando che mi aiuti a gestire meglio quella che sta diventando una "cosa" più grande di me.
Le chiedo solo un'ultima cosa: è possibile che due persone che hanno comunque una visione diversa dell modo di intendere il rapporto di coppia possano continuare a stare insieme serenamente?
Grazie
[#13]
Cara Utente,
ci sono altri aspetti in cui, secondo lei, intendete il rapporto in maniera diversa o questa sua domanda si limita alla problematica che ha esposto (in breve: lui è più propenso ad una frequentazione extra coppia e lei no)?
Se l'unico aspetto in cui differiscono le visioni è questo, credo si tratti solo di trovare un punto di incontro tra le esigenze di entrambi i partner, di far maturare il suo (di lei che scrive) sentimento di sicurezza.
Ciò che è importante è avere una stessa visione in termini di progettualità, saper maturare una stima e fiducia reciproca sempre rinnovate, sapersi rispettare, non lasciarsi sopraffare dal proprio egoismo ed avere, entrambi, un proprio spazio vitale privato... in fondo questo è l'amore.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
ci sono altri aspetti in cui, secondo lei, intendete il rapporto in maniera diversa o questa sua domanda si limita alla problematica che ha esposto (in breve: lui è più propenso ad una frequentazione extra coppia e lei no)?
Se l'unico aspetto in cui differiscono le visioni è questo, credo si tratti solo di trovare un punto di incontro tra le esigenze di entrambi i partner, di far maturare il suo (di lei che scrive) sentimento di sicurezza.
Ciò che è importante è avere una stessa visione in termini di progettualità, saper maturare una stima e fiducia reciproca sempre rinnovate, sapersi rispettare, non lasciarsi sopraffare dal proprio egoismo ed avere, entrambi, un proprio spazio vitale privato... in fondo questo è l'amore.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
[#14]
Ex utente
Penso che la diversità di intendere il rapporto riguardi soltanto l'aspetto che ho esposto. Purtroppo però non si tratta di un aspetto secondario, sia perché è causa di litigi sia perché io sono portata a pensare che se lui ha "esigenze extra coppia" non può avere alcun progetto con me.
Di nuovo grazie per la disponibilità
Di nuovo grazie per la disponibilità
[#15]
Cara Utene,
<<sia perché è causa di litigi sia perché io sono portata a pensare che se lui ha "esigenze extra coppia" non può avere alcun progetto con me.>>
questa, però, è una sua modalità di pensiero che deriva, probabilmente, dal suo senso di insicurezza e dal suo sentimento di abbandono.
Ed è proprio su questo che dovrebbe lavorare, per fare in modo che la visione del rapporto diventi comune.
Un caro saluto e, se crede, ci tenga aggiornati.
<<sia perché è causa di litigi sia perché io sono portata a pensare che se lui ha "esigenze extra coppia" non può avere alcun progetto con me.>>
questa, però, è una sua modalità di pensiero che deriva, probabilmente, dal suo senso di insicurezza e dal suo sentimento di abbandono.
Ed è proprio su questo che dovrebbe lavorare, per fare in modo che la visione del rapporto diventi comune.
Un caro saluto e, se crede, ci tenga aggiornati.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 1.6k visite dal 02/04/2013.
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