Sono anafettivo?

Salve, ho 47 anni e non sono mai riuscito a relazionarmi seriamente con una donna: non riesco ad amarla veramente, ho quasi paura a dirle ti amo, loro stesse dicono che sembro impassibile non leperchè non le abbraccio, regali pochi...recentemente poi la situazione sembra essersi peggiorata. Da quando è morto mio padre sono sempre più rinchiuso in me stesso, ad una ragazza con cui stavo le ho detto che non ho voglia di sentire nessuno..proprio in questi giorni mia sorella che sta a Roma (io sono di Genova) mi ha invitato da lei per Pasqua, ma ho rifiutato dicendo che ho da fare. lei se la è presa dicendo che avrei dovuto accettare, che in momenti come questi avremmo potuto stare insieme...e mi ha accusato di essere senza sentimenti, addirittura arrivando a dire che una SS lo avrebbe fatto! Non so che dire, forse son davvero anafettivo e la scomparsa di mio padre ha peggiorato le cose?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
da quanto tempo suo padre è morto? Com'era il rapporto tra di voi?
Oltre a sua sorella che sta piuttosto lontana, nella sua città ha qualche altro parente?
Cosa fa nella vita? I rapporti con i colleghi di lavoro come sono?
Ha delle amicizie? Degli interessi?
Sente il desiderio/necessità di una relazione profonda con una donna, o le sta bene così?
Condivide quello che gli altri (compagne, sorella...) dicono di Lei?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Utente
Utente
Grazie dottoressa per avermi subito risposto

1) mio padre è scomparso da un paio di mesi..il nostro rapporto era meraviglioso..negli ultimi anni non stava bene e io gli stavo dietro..per mia sorella eravamo quasi ad essere in simbiosi l'uno con l'altro, era come se avessimo creato un nostro microcosmo..e la sua scomparsa mi ha molto depresso

2) Oltre a mia sorella pressocchè nessuno

3) sono un programmatore e a causa della crisi ho poco lavoro, e questo non mi aiuta certo a tirarmi su..amici pochi (ma buoni)

4) Sono un appassionato di automobilismo, di storia, ma in questi due mesi i miei interessi stanno molto scemando

5) Attualmente non ho voglia di stare con nessuno, vorrei stare solo con me stesso..prima era meglio, ma non duravano molto le mie relazioni proprio a causa di questo mio "gelo"

6) non del tutto, ritengo che non riescano a capire il mio stato d'animo che oltretutto direi per tutti i fattori precedenti sta scadendo pure nella depressione, nel sentirmi inutile...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<la scomparsa di mio padre ha peggiorato le cose?>

Gentile Utente.
certamente il lutto e per di più quello di una persona così significativa affettivamente, comporta movimenti depressivi e una scarsa disponibilità affettiva. Dunque anche l'eventuale inasprirsi di problemi precedenti.Tra l'altro la perdita è recentissima e il lutto richiede un certo lasso di tempo per essere elaborato.

Tuttavia lei denuncia una difficoltà a relazionarsi "seriamente" con le donne, ad investire affettivamente, a costruire relazioni appaganti, durature, pregressa alla scomparsa di suo padre.

<il nostro rapporto era meraviglioso..negli ultimi anni non stava bene e io gli stavo dietro..per mia sorella eravamo quasi ad essere in simbiosi l'uno con l'altro, era come se avessimo creato un nostro microcosmo>.

Suo padre viveva solo?
E lei? Viveva con lui o a casa sua?
Cosa intende per rapporto meraviglioso?
Lei ha mai pensato a un proprio progetto di vita, a costruirsi una famiglia ad esempio, o nel microcosmo descritto non c'era spazio per altro?

Perdoni le molte domande ma sono utili per poterle dare una risposta maggiormente compiuta, pur nei limiti di un consulto on line

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
non si preoccupi, anzi...cmq per le risposte...

si mio padre viveva da solo. nel 1991 morì mia madre e vidi già allora che aveva bisogno di qualcuno che gli stava vicino. In quel periodo stavo con un'altra ragazza, ma andando avanti col tempo il nostro rapporto peggiorava per i motivi suddetti e ci siamo lasciati. Nel 1995 decisi così di tornare a casa di mio padre per aiutarlo perchè già allora non stava bene.
Io ho sempre tentato di avere relazioni con altre donne, all'inizio mi piacevano ma poi sempre per i miei problemi di "freddezza" le lasciavo andare..forse l'unica con cui andavo veramente d'accordo era una ragazza che conobbi nel 1999 e di cui ero veramente innamorato, sicuramente mi sarei sposato con lei..ma all'inizio del 2003 un tumore al seno me la portò via. Subii un vero crollo emozionale e sicuramente fu lì che cominciai a rinchiudermi in me stesso...altri tentativi di relazionarmi cadevano nel vuoto, non so se per paura o per freddezza.
E io e mio padre abbiamo cominciato una vita assieme: io facevo tutto per lui (commissioni, spesa, portarlo di qua e di là), lui mi aiutava per quanto poteva a cercarmi clienti (sono un libero professionista).
Da due anni a questa parte le condizioni di mio padre sono sempre più peggiorate e io in pratica ho lasciato tutto per stare vicino a lui..due mesi fa lo portiamo in ospedale per una crisi respiratoria e 10 giorni dopo..chiamano dall'ospedale per dirmi che è tutto finito.
Ora non so più cosa fare, non voglio più vedere nessuno, spesso con crisi di pianto e depressione, il lavoro va male...mia sorella vorrebbe che andassi da lei a Roma per sgombrarmi la testa, ma io non voglio neanche adesso che è pasqua, giorno del resto che ormai non mi importa più nulla del suo valore...e mi sento accusare pure di non provare alcun sentimento verso mia sorella che pure lei è sola a Roma..insomma io non so più veramente cosa fare e pensare...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

secondo me andrebbe definita meglio con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona che cosa significa "freddezza".

Lei scrive: "Attualmente non ho voglia di stare con nessuno, vorrei stare solo con me stesso..prima era meglio, ma non duravano molto le mie relazioni proprio a causa di questo mio "gelo"...."

Ma si tratta di mancanza di coinvolgimento o di paura di qualcosa?
Che cosa scatta in Lei che La spinge poi ad allontanarsi?
Inoltre che cosa anche in passato non Le permetteva di avere una relazione duratura con una donna?

Ad ogni modo Le suggerisco una valutazione di persona.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Non so, sinceramente non l'ho mai capito...io penserei ad una paura di non essere accettato..sono molto timido e certe volte maledico pure questo che mi fa spesos balbettare in presenza di persone, di amici...di ragazze...che forse penso non vogliano stare con uno come me che non sa esprimersi al meglio...e io allora preferisco stare lontano da loro per evitare figuracce
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"...allora preferisco stare lontano da loro per evitare figuracce..."

E non crede che questo possa solo contribuire ad alimentare il problema?

In altri termini, quando abbiamo paura di qualcosa, abbiamo la tentazione di ritirarci e scappare lontano da ciò che ci fa paura. In questa maniera abbiamo l'illusione di gestire i nostri timori, ma non è così.

L'unico modo per superare le paure è affrontare ciò che ci fa paura.
Inoltre, facendo così, abbiamo anche l'opportunità di diventare sempre più abili nella gestione delle situazioni, superando le paure stesse.

Più si fa avanti e meno farà figuracce.

Isolarsi, al contrario, non permette di fare tutto ciò. Soprattutto, non permette di diventare abili nella lettura delle intenzioni altrui, delle situazioni, ecc...

Ecco che poi ci si sente depressi e giù...

Mi pare un prezzo da pagare troppo alto solo per evitare di rischiare e fare qualche figuraccia (ma non è neppure detto). Lei che ne pensa?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
da quanto riferisce sembrerebbe che ci siano diversi elementi che hanno sostenuto e sostengono tuttora un malessere che ha radici antiche, nella sua storia personale e familiare, inaspritosi con la scomparsa di suo padre.

Insicurezza, rapporti famigliari, lutti, ... Una condizione di sofferenza, la sua, che necessita di essere letta e decodificata direttamente da uno psicologo/psicoterapeuta che la possa aiutare ora in primo luogo nell'elaborazione del recente lutto - forse più difficoltosa per il tipo di rapporto che aveva con suo padre e la carenza di risorse ambientali - poi anche ad affrontare le difficoltà che incontra nello stabilire relazioni appaganti, a farle scorgere nuove prospettive, a restituirle un miglior benessere.

Cordialmente