Sono due anni che non scrivo, cambiamenti e conseguenze della mia storia

Salve cari medici, sono un po' di anni che non scrivo credo 1 anno e mezzo.
Ho sfiorato una depressione grave in passato a causa di una relazione finita male.
ora sto un po' meglio a seguito della terapia iniziata due anni fa, ancora in fase di svolgimento.

Il punto è questo, la mia vita è completamente cambiata, innanzitutto mangio, ho ripreso i miei Kg e la cosa più importante è che sono riuscita a laurearmi, ora frequento i corsi di laurea specialistica, grazie alla concentrazione che sembra finalmente tornata!
La mia vita affettiva non esiste invece, è nulla sono inoltre una bella ragazza ed ho avuto sempre i miei corteggiatori, ma ora è nulla.
Analizzandomi meglio, mi sta venendo il dubbio che sia io ad odiare lo status di coppia forse l'unica ansia mi è data dalla pressione delle sovrastrutture sociali.
Possibile che nell'osservare le coppie altrui, vedo tutto ciò che io non voglio essere?
eppure l'idea di rimanere sola un po' ancora mi spaventa.
Gli uomini in coppia mi sembrano tutti dei fantocci, e le coppie in generale mi fanno pensare ad una rinuncia della vita, ho sempre visto nelle persone in coppia un abbassamento della voglia di vivere.
Mi rendo anche conto che non essendo implicata in nessuna relazione da quasi due anni e dopo quello che ho passato per uscire dall'elaborazione del lutto, potrei aver sviluppato una sorta di intolleranza verso gli status sociali "imposti" dalla cultura in cui viviamo.
Le persone che mi sono intorno tendono a sottolineare questa cosa, come se dipendesse da me. (Non frequenti nessuno?? vuoi rimanere da sola per tutta la vita?) come se fosse dipesa dalla mia volonta..
e quindi io mi sto domandando: e se fosse proprio così??
Magari è vero sono io che voglio vivere la mia vita come loro non la concepiscono, può darsi che io sia diversa da loro e dalla maggior parte della popolazione femminile.
Quale è il problema che a loro provoca fastidio? come posso reagire a queste persone, dal momento che neanche io so dare una risposta a questa situazione.
Io non le invidio per niente!!!! però allo stesso tempo non faccio di tutta un erba un fascio, solo che non credo che esista un individuo che possa stare con me, o forse non mi interessa ;)
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
quale terapia è ancora in fase di svolgimento? Farmacologica, psicoterapica o entrambe?

Ha esposto quanto dice a noi al suo curante?

A quanto riferisce il lavoro terapeutico svolto finora le ha portato finora consistenti benefici, complimenti per i progressi fatt.

Tuttavia sembrano sussistere elementi sui quali lavorare ancora parrebbe utile, che probabilmente la portano a conclusioni come questa < solo che non credo che esista un individuo che possa stare con me... o forse non mi interessa ;)>... o forse dato il dolore provato in passato ha ancora paura e inconsapevolmente si difende ...ipotizzo

Com'era in precedenza la sua visione sugli uomini e sul rapporto di coppia?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile ragazza,
Se è' in terapia psicologica, e' bene che lavori sugli attuali problemi, se non lo è', invece, sarebbe opportuno che trovasse un suo spazio di elaborazione. Il fatto che abbia superato le sue difficoltà da' l'idea che lei abbia molte risorse personali che il suo percorso (quale?) ha di certo potenziato. Sembra, attualmente, che il problema si stia spostando verso la sfera relazionale. A tale proposito, ritengo importante che lei chiarisca a se stessa quali sono i fattori che entrano in gioco quando osserva le altre coppie o pensa allo stare in coppia. Questa chiarezza e' fondamentale non solo per se stessa ma anche per mettere un limite o un confine alle "intrusioni" degli altri. Mi viene da chiedere: da quale pulpito gli altri si sentono in diritto di dare sentenze sulle sue scelte , fossero per loro anche non condivisibili? Evitiamo, noi psicologi, di dare consigli, perché' mai gli altri dovrebbero farlo? Sulla base di cosa, idee preconcette, sentito dire, quello che fanno tutti (tutti chi?) ecc. ecc.si fanno portavoci ?
Intanto, lei può dire, semplicemente, che non gradisce tali affermazioni, e successivamente, verificare con se stessa l'entita' del problema. Perdoni la generalizzazione: la gente, molto spesso, non sa quello che dice o, anche se lo sapesse, farebbe meglio a tenerselo per se', specie non richiesto.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ind. Clinico.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
Utente
Utente
Salve dottoresse!
la terapia che sto seguendo è psicologica di indirizzo sistemico relazionale.
La mia Psicoterapeuta a suo tempo si era dichiarata contraria alle medicine, quindi il periodo buio che ho dovuto affrontare è stato un po' lungo.
Si ho esposto al mio medico curante ciò che sto dicendo a voi, tranne che le coppie mi fanno pensare ad una rinuncia alla vita (questa è una cosa che mi è venuta in mente scrivendo qui).
La mia visione della coppia precedente non è mai stata buona, ma allo stesso tempo non così pessima come lo è ora.
Ho sempre visto che le coppie che funzionavano erano quelle composte da uomini succubi, e da donne che più che compagne si rivelavano madri.
Comunque sia persone che pur di non rinunciare al loro status di coppia portano avanti delle relazioni tanto per tirare avanti(per compensazione di personalità) e per non ritrovarsi soli in vecchiaia credo.
Vedo dipendenze su dipendenze, oppure persone che vorrebbero essere come il partner e quindi si infatuano del lato della personalità che loro vorrebbero avere, o di quello che vogliono dimostrare agli altri.
Io ho perso totalmente l'interesse verso gli uomini, perché vorrei avere vicino un uomo vero, che non cambia atteggiamento(personalità) nello stare con me perché oggi giorno si confonde molto il termine rispetto della donna con quello di ipocrisia.
Ho sempre cercato un uomo in grado di stare da solo, ma non ho mai capito che invece la libertà delle persone con cui sono stata era totale indifferenza.
Quindi se avere un uomo dipendente e senza personalità vicino significa avere un uomo innamorato(a livello sociale) io sono fiera di essere single :)).

Per me l'amore è su ben altri piani. Ma non trovando riscontri a livello sociale per adesso, non è che ne vado così fiera.

La mia psicoterapeuta dice che ho dei problemi con la figura maschile da risolvere, e che probabilmente risiedono nella figura di mio padre.
Per quanto riguarda l'ultima costatazione della dott. Scolamacchia, dico che è vero che i pareri degli altri vanno ridimensionati, anzi chissà i problemi che hanno e magari non se ne rendono neanche conto! però le persone amano parlare a vanvera soprattutto se non gli chiedi aiuto! ma io ho imparato in tutto questo tempo a non chiedere più pareri o aiuti alle persone, che non siano dottori o specialisti.
Ho bisogno di persone che sappiano vedere oltre il senso comune e le loro frustrazioni!!

[#4]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Perfettamente d'accordo con lei su tutta la linea. Le sue idee sono chiare e lei sa quello che vuole da un rapporto.Continui a lavorare con la sua terapeuta come sta facendo. Forse ridefinira' un po' il problema smussando qualche angolo, ma la direzione sembra tracciata. D'altra parte, quello che distingue la persona che va in terapia da quella che non ci va e' proprio una maggiore consapevolezza e individuazione, il contrario, cioè, delle banalità trite e ritrite di cui molti si riempiono la bocca. Almeno, questo e' ciò' che penso. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind.clinico
[#5]
Utente
Utente
Vi ringrazio tutti, sono contenta che si vede il miglioramento anche da quello che ho scritto sul forum, spero di riuscire a smussare gli angoli, a superare definitivamente la situazione.
Continuerò la mia terapia sarà grazie a questa probabilmente che metterò un punto al circolo vizioso di sofferenze che hanno sovrastato la mia vita.

Buon lavoro.

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