Doc da relazione

Salve.
Sono una ragazza di 20 anni, sono stata insieme a un ragazzo mio coetaneo per due anni e circa 3 mesi. Il nostro è sempre stato un rapporto particolare: non avevamo interessi in comune, io amo l'aria aperta e andare a cavallo (mia enorme passione) mentre lui ama i videogiochi, i manga, e comunque attività che lo costringono in casa; studiamo tutti e due all'università ma abbiamo scelto due indirizzi totalmente diversi (io medicina e lui economia, con conseguente carico di lavoro e di studio non ben distribuito tra noi due); abbiamo sempre avuto problemi a relazionarci coi nostri rispettivi amici, perchè a me i suoi amici di primo acchito non piacevano, mentre io non avevo amici veri, perchè non sono mai riuscita a relazionarmi bene con gli altri. Ci vedevamo tutti i giorni, più ore al giorno, senza fare nulla di interessante, cosa che ho sempre patito perchè mi sarebbe piaciuto fare nuove esperienze con lui, magari andare in un locale, o passeggiare per le vie della città di sera.. A letto io non riuscivo mai a raggiungere il piacere e mi pareva che lui non si interessasse molto della cosa. Nonostante questi problemi, di cui avrei voluto parlargli a breve, ci volevamo molto bene, io soprattutto, non avendo amici nè fratelli che abbiano mai vissuto con me, lo consideravo anche come un fratello e un migliore amico. Mi innervosivo se lui andava a godersi una serata coi suoi amici, perchè ero gelosa, ma cercavo di non farglielo pesare. In ogni caso, un giorno mi ha detto di essere triste, perchè aveva la sensazione di non amarmi più. Io all'inizio non ho dato molto peso alla cosa, pensando che fosse un sentimento passeggero, magari dovuto a un brutto sogno, e speravo che il giorno dopo fosse tutto tornato come prima. Non è stato così, lui ha cercato di spiegarmi che a volte sentiva di amarmi e altre volte sentiva che non era così, ha cercato in tutti i modi ma io non l'ho capito e l'ho abbandonato. A distanza di 3 mesi, che ho passato a piangere, non mangiare, sentirmi persa e senza scopo, ho capito finalmente che quello di cui soffre credo sia qualcosa di simile a un DOC da relazione, ho capito di essere stata una persona orribile ad abbandonarlo così e gli ho detto che vorrei rimediare, vorrei stargli vicino, in veste di sua fidanzata o in veste di amica, ma ho capito che se non lo aiuto probabilmente si porterà avanti questo problema ancora per molto tempo e vorrei vederlo felice, perchè gli voglio ancora molto bene, anche se non stiamo più insieme. Gli ho dato del tempo per pensarci. Vorrei sapere se ho fatto bene a dirgli una cosa del genere, se potrebbe effettivamente aiutarlo. Ho pensato che, se accettasse, potrei chiedere una consulenza di uno psicologo per sapere come affrontare questa situazione. Ma secondo Voi potrebbe essere una buona idea? Sarebbe meglio chiedere a uno psicologo estraneo o a quello che lo ha in cura? Grazie per l'attenzione.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile utente,
Se il suo ex ragazzo e' già in cura con uno psicologo, egli è' seguito in modo competente, per cui non comprendo come lei potrebbe aiutarlo. Se poi lei ha deciso di interrompere la relazione con lui, avrà avuto validi motivi per farlo. Basterebbe solo la sua insoddisfazione e il suo desiderio di condivisione non corrisposto..tuttavia, lei si sente in colpa..e, per riparare, vorrebbe ora aiutarlo a essere sereno? Mi chiedo perché', invece, non cominci a focalizzarsi su quello che lei vuole per se stessa e su quello che lei pensa che un rapporto potrebbe darle in termini di soddisfazione(anche sessuale), sintonia affettiva, progettualità condivisa o non so che altro.
Pertanto, ritengo che la cosa che potrebbe fare e' senz'altro rivolgersi a uno psicologo, ma uno estraneo, che non sia collegato al suo ex. Uno psicologo tutto per lei!
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clin.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

qualora tu decidessi di rivolgerti a uno psicologo per te stessa, credo dovresti capire e cambiare la tua modalità relazionale nei riguardi di questo ragazzo.
Mi sembra l'atteggiamento tipico della "crocerossina" che si annulla per il bene dell'altro. Invece dov'è la tua felicità e come costruirla?
Uno psicologo potrebbe aiutarti a prendere le distanze da questa relazione e dalla modalità che utilizzi.

Che aspettative hai su questa storia e su questo ragazzo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Utente
Utente
Gentili dottoresse,
ho interrotto la relazione perchè non capivo che lui avesse un problema di ansia, pensavo che si fosse semplicemente stufato, me ne sono andata a malincuore. Sono stata parecchio male per questa decisione e sto male ancora adesso perchè so di aver perso una parte importante della mia vita. Mi rendo conto di sentirmi molto in colpa per quello che gli ho fatto, soprattuto da quando ho capito che il suo problema era più profondo di quanto immaginassi. Gli ho chiesto se la mia presenza potesse fargli piacere ed essergli di aiuto, visto che anche per lui io sono stata una persona abbastanza importante, ma non è necessario che riprendiamo il nostro rapporto, vorrei mettere davanti a tutto la mia volontà di fare qualcosa per una persona che per me ha fatto tanto, non importa che ruolo io possa rivestire. Certo, se per caso si potesse riprendere il rapporto, a me piacerebbe e di sicuro cercheremmo di reinventarlo (visto che tutti e due abbiamo espresso la volontà di farlo, io prima e lui poco tempo fa), per un rapporto più maturo, senza annullamenti reciproci. In ogni caso, lui mi ha resa felice in questi anni, mi ha dato amore, mi ha dato stabilità e mi ha anche aiutata ad affrontare un po' la mia paura degli altri. So che mi aveva scritto una lettera per chiedermi di ricominciare ma non me l'ha data per l'ansia che incombeva; so che sta male ancora adesso perchè ancora adesso vorrebbe ricominciare ma è ansioso, e la sua ansia è in parte dovuta anche alla paura di farmi soffrire. Avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, mi chiedo solo se ci possa essere un modo per sostenerlo e per farlo star meglio. Ovviamente non voglio sostituirmi a un valido aiuto di un professionista, mi chiedo solo se nel mio piccolo, stargli vicino possa aiutarlo.
Grazie mille
Cordiali saluti
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentilissima,
Mi pare di capire che lei sia in grado di stargli vicino con affetto senza sostituirsi a uno psicologo e senza farsi coinvolgere in dinamiche relazionali invischianti. Se, tuttavia, dovesse accorgersi che il suo desiderio di aiutare fosse più forte del desiderio di averlo come amico, cioè se è' il senso di colpa a prevalere sul piacere di stare insieme, allora, sarebbe meglio riconsiderare il suo intervento sotto un altro punto di vista. Questo, per evitare confusioni tra amicizia, amore, senso di colpa o altri sentimenti.
La chiarezza con se stessa può,in definitiva, essere per lui il migliore aiuto.
Cordialmente.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ind. Clinico
[#5]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
non avevo considerato l'ipotesi di volergli rimanere accanto solo per il senso di colpa, ma riflettendoci, penso che non possa essere possibile. Sono stata insieme a lui per più di due anni nonostante molte cose che non mi piacevano del nostro rapporto, perchè gli sono sempre stata molto legata, tuttora gli sono incredibilmente affezionata e tuttora trovo la sua compagnia molto gradevole. Il senso di colpa non è una spinta a stargli vicino in questo momento, lo è solo il piacere del passare del tempo con lui e il piacere di vederlo felice. Se però in futuro noterò un cambiamento in questi miei pensieri, ridefinirò il rapporto, come Lei mi ha consigliato.
Grazie mille per l'attenzione e per i Vostri pareri.
Cordiali saluti