Cambiamenti d'umore e ansia dipendenti da una persona e

Buongiorno gentili dottori,
mi trovo da alcuni mesi a vivere una specie di relazione (non so come definirla perchè non ha nessuna componente di stabilità) dove tutto è iniziato senza pensare al futuro ma solo all'immediato. Nei mesi però, mi è capitato di andare avanti nei miei sentimenti, cosa che l'altra persona prova ad un livello inferiore al mio, e per sua ammissione, e per evidenza dei comportamenti. In due occasioni ho provato a chiudere questa relazione che, quando stiamo insieme mi dà del bene, ma quando non ci sentiamo mi dà tanto male. Questa persona ha detto che lo stato attuale delle cose gli va bene, che non cerca impegni maggiori ma anzi, odia quando in due occasioni gli ho fatto presente una serie innumerevole di lamentele perchè non sono nella condizione di poterlo limitare.
Per un po' di orgoglio e dignità personale dovrei chiudere, ma proprio non riesco, anzi io (e le persone che mi sono accanto) noto un'incontrovertibile dipendenza dei miei sbalzi d'umore dalla sua presenza o assenza, dal suo farsi sentire o meno e addirittura, quando si fa sentire, da come mi si rivolge. Arrivo ad avere una forte dose d'ansia che condiziona le varie attività quotidiane e che razionalmente so essere sbagliata. Io so tutto: so che non proviamo le stesse cose e che, se mi va bene così ok, altrimenti quella è la porta. Ma non riesco a chiudere perchè al solo pensiero pare che mi manchi l'aria, una sorta di sensazione di soffocamento che mai mi è capitata nelle precedenti relazioni. Altra cosa che credo contribuisca a destabilizzarmi, è il suo modo di fare ondivago, un giorno mi dice che sta pensando di chiudere e il giorno esattamente successivo lo incontro per caso e mi bacia e abbraccia in mezzo a tanta gente.
La sua confusione ne genera tanta altra in me che sono abituata ad incasellare di solito tutti i pezzi della mia vita. Non so come davvero potrei risolvere questo stato di cose. Grazie dell'attenzione.
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

Se lei ha la sensazione di avere una difficolta' nel separarsi o nel gestire le sue relazioni affettive, potrebbe essere utile per lei una consulenza psicologica.

Alcune volte dipendere troppo da un punto di vista affettivo puo' compromettere la possibilta' di creare un legame di coppia soddisfacente.

A mio avviso si tratta di fare chiarezza e quindi decidere se sia opportuno o meno continuare questa relazione.

Che ne pensa?

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile ragazza,
È' piuttosto evidente che lei stia vivendo un periodo di confusione, non aiutata, sembra di capire, dal suo ragazzo. Lei sa che alcuni comportamenti che lei mette in atto (lamentarsi con lui, avanzare richieste percepite come limitanti, sbalzi di umore ecc.) sono disfunzionali e, aggiungo io, certo non facilitano un rapporto sereno per entrambi. Lei quindi si rende conto e questo e' un primo passo per affrontare il problema. Il secondo, tuttavia, e' cosa fare per evitare tali comportamenti inadeguati. In questo, credo davvero che alcuni incontri con uno psicologo de visu potrebbero aiutarla proprio per individuare strategie migliori di relazione con l'altro. Ha mai provato a rivolgersi a uno specialista per una consulenza?
Cordialmente
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind.clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
Utente
Utente
Gentilissimi Dottori,
non posso non notare che entrambi mi state dando il consiglio di un supporto psicologico, che a questo punto valuterò, anche se non nego che turbare la mia serenità (anche se un po' artificiosa)...mi turba! Perdonate il gioco di parole.
Mi dico NON SI PUO' PIACERE A TUTTI...ma il pensare che questo gap tra la mia percezione di lui e la sua di me sia non solo incolmabile, ma nemmeno nascosto da parte sua, mi crea una stretta alla gola, un impedimento a respirare per bene.
GRAZIE ANCORA DELLE RISPOSTE!


PER IL DOTT. DEL SIGNORE
Effettivamente la mia parte ragionativa mi ha già due volte portato a valutare l'ipotesi di concludere questo rapporto non pienamente soddisfacente. Tuttavia poi, il solo pensiero di non avere più nemmeno quel breve lasso di gioia, mi fa piombare subito nel panico: arrivo all'incontro con questa persona intenzionata a chiudere, mi dice "se questa è la tua scelta, la rispetto" e poi gira che ti rigira, cambio di nuovo idea. Inoltre, non so se sia un fatto significativo, vengo da una storia molto lunga, dove io ho lasciato l'altra persona perchè non mi sentivo più viva, non mi sentivo più stimolata ma anzi appiattita. Pago ancora lo scotto del passato?



PER. LA DR.SSA SCOLAMACCHIA
Ha colto perfettamente il mio primo tentativo: cercare di creare un rapporto sereno, anche se questo preclude un po' la mia personale serenità (del tipo, che se ho tutta questa ansia cerco di non mostrarla a lui ma magari di tenerla per me o più raramente di lamentarmi con mia sorella). Per quanto riguarda il suo secondo punto, cioè come evitare del tutto queste richieste e queste lamentele, ho cercato di agire su me stessa. Lui è stato molto chiaro con me, ovvero il rapporto gli va bene così come è, senza progettualità. Proprio per questo nemmeno posso dire di sentirmi presa in giro, e ripetendomi queste cose mi dico di dover vivere alla giornata. Ma se poi per quella giornata non si fa vivo, mi inizio a sentire male. E' una sensazione molto brutta. Lei crede che incida il fatto che lui a volte sia molto presente e molto attento ed altre quasi mi ignori? Lo trovo molto destabilizzante ma non so nemmeno se sia il caso di parlargliene (visti i risultati in precedenza) o davvero se io debba agire tutta su me stessa.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentilissima,
Credo che lei abbia individuo un punto importante, ovvero il fatto che il suo ragazzo alterna momenti di grande vicinanza a momenti in cui la ignora. Certo che questo e' destabilizzante. Sembra che il comportamento di lui crei in lei delle aspettative che vengono poi deluse e questo destabilizza, altro che! D'altra parte, come lei dice, il suo ragazzo e' stato chiaro all'inizio, del tipo: sono fatto così e, sembra, non ho intenzione di cambiare. Ma lei ci sta male, ed è' questo il punto ed è' su questo che la invito a lavorare. Può parlargliene, naturalmente, ma al tempo stesso può focalizzarsi su stessa e su se ed eventualmente come vuole vivere questo rapporto per evitarsi un'inutile sofferenza.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clin.
[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>arrivo all'incontro con questa persona intenzionata a chiudere, mi dice "se questa è la tua scelta, la rispetto" e poi gira che ti rigira, cambio di nuovo idea<<

lei come si è sentita quando il suo ragazzo le ha risposto in questa maniera? Immagino che avrebbe voluto sentirsi dire qualcos'altro.

>>vengo da una storia molto lunga, dove io ho lasciato l'altra persona perchè non mi sentivo più viva, non mi sentivo più stimolata ma anzi appiattita. Pago ancora lo scotto del passato?<<

Questo potrebbe rappresentare una difficoltà nel chiudere una relazione sentimentale (per paura di stare da sola?) oppure una passività nel modificare un rapporto che non funziona?





[#6]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Gentile ragazza,

per capire con obiettività le sue dinamiche relazionali sarebbe consigliabile anche secondo me intraprendere un percorso psicologico. Questo potrà aiutarla a separare le idee razionali da quelle irrazionali e capire cosa vuole lei, come persona singola, staccata da ciò che fa quest'uomo.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#7]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Del Signore,

cercherò di rispondere alle Sue domande in maniera diretta...specificando che un po' mi fa male solo pensare a scavare in questa cosa...

quando quella sera non ha osteggiato la mia proposta di chiudere, ma l'ha quasi avallata mi sono sentita davvero mancare l'aria ed è per questo che il solo pensiero di non averlo più mi ha fatto poi propendere per un compromesso. Ovviamente avrei voluto sentir dire altro; sarò più specifica, avrei voluto sentirmi rassicurata. Protetta. Calmata.
Sto cercando di cambiare in meglio certi piccoli atteggiamenti per non dargli ansia, però c'è una cosa che mi sono ripromessa: il fatto di chiudere dovrà partire da lui.
Posto che io non riesco a prendere questa iniziativa, se vuol farlo lo faccia lui. Ed io nemmeno lo aiuterò a farlo.
Sbaglio a far questo?


Gent.ma Dr.ssa Mirona,
ringrazio anche lei davvero per la risposta e l'interessamento...quindi lei crede che il mio sia un meccanismo di "dipendenza" da quest'uomo? Eppure lui non mi sta illudendo nè promettendo nulla, anzi sta sempre a ripetermi che il filo che ci lega è sempre più sottile.
Probabilmente il problema è che si verificano certi eventi per me destabilizzanti, delle occasioni d'incontro in cui si è con tantissima altra gente e lui mi dà tutte quelle attenzioni che mi fanno sentire "in coppia" (baci, abbracci, presentazioni a suoi conoscenti eccetera), salvo poi smentirsi tipo il giorno dopo. E tornare a non trovare un momento per me in due, o tre settimane, ma solo sporadiche telefonate, quando capita.



Sicuramente le dinamiche in atto in me indicano un bisogno di avere una consulenza psicologica, però credetemi...il suo modo di comportarmi non aiuta certo la mia stabilità.
Grazie ancora e buona Pasqua in ritardo!
[#8]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<il suo modo di comportarmi non aiuta certo la mia stabilità.>

Probabilmente questo alternarsi di gratificazione e frustrazione concorrerebbe a farla restare nel rapporto e sarebbe proprio quella che creerebbe un certa dipendenza.
Solo a lui attribuirebbe in questo momento la possibilità di sollevarla dal suo stato. Quando si comporta in modo affettuoso, lei spera in un cambiamento per poi ricadere nella frustrazione successivamente di fronte a un comportamento opposto.
Così si ripete il ciclo che, forse, tenderebbe a gratificare anche il ragazzo forte di tante attenzioni e devozione, che mantiene a sua volta lo status quo, affettuoso una volta e squalificante, lontano un'altra....quanto detto finora è solo un'ipotesi tra le tante possibili, dato che non conosco personalmente né lei né il ragazzo, né tantomeno ci sono qui elementi sufficienti per fornire un parere preciso.

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#9]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>però c'è una cosa che mi sono ripromessa: il fatto di chiudere dovrà partire da lui. Posto che io non riesco a prendere questa iniziativa, se vuol farlo lo faccia lui. Ed io nemmeno lo aiuterò a farlo. Sbaglio a far questo?<<

penso proprio che questo sia un errore, visto che il suo partner non sembra molto interessato a cambiare o migliorare il vostro rapporto.

Se lei dice che "deve partire da lui", qualsiasi cosa sia, è una "delega" che sta facendo all'altro, con l'intento più o meno consapevole di evitare qualsiasi assunzione di responsabilità.

La dipendenza si innesca proprio in questo modo: lei si sente insoddisfatta della sua relazione di coppia e nonostante il suo desiderio di voler "cambiare", trova delle forti resistenze dall'altra parte. Questo però non è sufficiente per farle fare una scelta più attiva.



[#10]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Gentile ragazza,

le dinamiche relazionali funzionano proprio così in molti casi. Più lui tira la corda e più lei vuole afferrarla. Il punto è: cosa accadrebbe se si spezzasse? Che significato avrebbe per lei?
[#11]
Utente
Utente
Gent.ma Dr.ssa Rinella,
probabilmente il circolo si innesca proprio nel modo da Lei descritto, tuttavia l'unica cosa che non riesco a vedere è la mala fede in lui. E insomma, adesso cercherò di lavorare su me stessa anzitutto, magari richiedendo una consulenza de visu ad uno specialista. Lei crede che sia un buon inizio il lavorare sul lasciargli i propri spazi e nel non cercarlo io ma quasi "abituarmi" alla sua discontinuità? Non so se "accontentarmi" sia giusto per me stessa...diciamo che mi pare mi faccia star bene nell'immediato, chissà sulla lunga distanza!
Grazie davvero!




Gent.ma Dr.ssa Mirona,
al solo pensiero mi pare che il "post chiusura" renda il mio futuro disorientato e mi sento in ansia, perchè tutto appare non più chiaro e incasellato, come invece di norma mi piace fare. Una sensazione del genere l'ho provata finora solo in un periodo della mia vita in cui per cause di forza maggiore mi sono dovuta trasferire lontano dalla mia città; nemmeno nell'immediato futuro rispetto al momento in cui ho chiuso la mia ultima storia molto lunga mi è successa una cosa analoga, anzi lì ero convinta di aver fatto tutto bene e senza pentimenti e di conseguenza ho tirato dritto per la mia strada con una certa progettualità. E' come se non poter controllare un'eventuale decisione di chiudere questa storia mi spaventi, tuttavia non riesco nemmeno ad essere io quella forte e decisa sufficientemente da prendere l'iniziativa e chiudere e, io che di norma tendo ad essere molto decisa, è come se non volessi responsabilità.
Quanto al significato dell'eventuale corda spezzata...se di colpo lui venisse meno nella mia vita, per quanto la sua presenza sia scostante e discontinua, sarebbe come se mi mancasse un riferimento divenuto ormai imprescindibile, una costante che so esserci ad intervalli irregolari, ma comunque esserci.
Forse è da incoscienti, né so se sia la cosa più corretta per me stessa, tuttavia preferisco cercare di cambiare io ed essere meno opprimente e creargli minori occasioni d'ansia, piuttosto che privarmi di lui. E' come se il mio ragionamento fosse, tra due mali, di scegliere quello minore.
Grazie davvero per le Sue risposte!
[#12]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
< tuttavia l'unica cosa che non riesco a vedere è la mala fede in lui>

Certi meccanismi relazionali sfuggono alla consapevolezza, non è tanto dunque questione di malafede in questo ragazzo. Tuttavia le ripeto che si tratta solo di ipotesi. Fatto sta che comunque la medesima "danza" nella vostra relazione si continua a ripetere ed entrambi vi partecipate.

Certamente incontrare direttamente uno psicologo sarebbe utile per fare chiarezza sulle sue scelte affettive, sul suo modo di stare nelle relazioni e in particolare in questo rapporto, per attivare risorse e potenzialità che le possano permettere una migliore gestione della sua vita affettiva.

Cari auguri
[#13]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Concordo con la collega Rinella.

Elaborare e capire origine e radici di questo suo "male minore" sarebbe importante. Un terapeuta potrebbe aiutarla a comprendere il perchè della sua preferenza.
[#14]
Utente
Utente
Grazie mille a tutti!
Gentilissimi...
vi farò sapere quando avrò improntato questo tipo di percorso con un terapeuta.

Cari saluti!
Ansia

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