Stato di incoscienza

G.mi Dottori, buonasera.
Mi chiamo Riccardo.
Ho perso il giorno del mio compleanno (il 23 feb 2013) il mio adorato papa' a 69 anni a causa di un improvviso malore: da 5 anni soffriva di parkinson, da 1 e mezzo si era associata la sla.
Lui e' stato un eroe. Ha affrontato la malattia senza paura, ho cercato tutto per salvarlo, ho pure vinto il ricorso contro l'asl per avere un farmaco sperimentale (che doveva rallentare la sla) off label. Dovevo salvarlo, glielo avevo promesso.
Niente da fare.
ll 23 febbraio mattina, giorno del mio compleanno, mamma mi chiama.
Non mi batte il cuore, non ci credo. Piango solo nel vederlo li' sdraiato sul letto.
Ma quando non l'ho piu' visto, e' come se fosse sparito il dolore.
Non piango mai da allora.Solo la visione del suo bel viso nelle foto, ma evito. Ho vissuto 40 anni con lui (ovvio, in case separate, ma sempre complici come due bambini): Tutta la vita ho temuto questo momento, ora che e' arrivato mio padre, un uomo bello, buono , generoso, perfetto non merita piu' nemmeno una mia lacrima? Cosa sono diventato, un mostro? Io penso che nessuno abbia avuto un rapporto di simbiosi cosi' come il nostro: cosa mi sta succedendo? E' giusto piangere, come quando, nell'86 , persi mia nonna: piansi una settimana, il cuore mi si dilaniava. E ora? Per chi mi ha dato la vita niente di tutto cio? Dopo che ha sofferto? Nemmeno mi viene da piangere per la sua sofferenza? Perche' voglio soffrire? Perche' io padre se lo merita. E perche' questa e' la prova che io amo solo me stesso. Continuo a pensare a me stesso. E neppure me ne rendo conto. Vi prego, aiutatemi con la vostra competenza e sincerita': ho bisogno di una risposta, anche se ho dato l'anima per tenerlo con me e questo non servira' a nulla. Quell'uomo meraviglioso. Non abbiate timore di ferirmi. Non sto capendo. Voglio solo essere sicuro di aver ricambiato il sua affetto. Grazie per il tempo e la disponibilita'.
Riccardo
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile Riccardo,
capisco le Sue domande, dubbi, colpevolizzazioni di fronte alla morte di Suo padre. Un evento tale, soprattutto se imprevisto, e che quindi non ha dato tempo di prepararsi al distacco, è un lutto ma anche un trauma.
Ognuno di noi ha, di fronte alla morte delle persone a cui si è più legati, reazioni differenti. Nel suo attale stato, si potrebbe pensare ad una risposta di "diniego", cioè il suo inconscio fa come se suo papà non se ne fosse andato perchè non sopporta questa realtà. E' un meccanismo previsto nel "lavoro di elaborazione del lutto" (Freud), è proprio il primo in ordine di tempo. Quando altro tempo sarà passato arriveranno le lacrime, il dolore pungente, e poi incomicerà a sognarlo, segno che il Suo inconscio Le permette di guardare in faccia la triste realtà.
Eviti di farsi tante domande - se può; il lutto e la sua elaborazione non passano attraverso la razionalità, è quindi per questo motivo che nella Sua mente non sta trovando risposte.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Gentile utente,

approvo quanto detto dalla mia collega. Sia forte, le fasi del lutto passano piano piano ad una elaborazione personale.

Un abbraccio

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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