Non so socializzare
Fin dall'adolescenza il mio carattere introverso e timido mi ha accompagnato in ogni situazione rendendomi la vita un inferno. Adesso che ho 22 anni posso dire di essere completamente incapace di relazionarmi con la gente. Per me, anche le piccole cose quotidiane diventano delle difficoltà come parlare con la commessa, ordinare al bar, prendere il pane.. Mi sento totalmente innaturale e goffa e mi sembra che questa cosa venga percepita dagli altri. Per non parlare di quando esco in gruppo con amici e gente che non conosco, più è grande il gruppo e più io mi sento piccola e muta. Non spiaccico parola perché mi sembra che quello che dico non sia interessante, e ho paura del giudizio degli altri quindi mi limito a sorridere. Cerco di dire qualcosa ma sono tutti brevi discorsi tanto per non passare per il soprammobile, insomma, io, che ci sia o no non fa tanta differenza. Spesso infatti passo per la ragazza 'bella ma vuota' e questo mi fa male perché anzi, io avrei moltissimo da dire, mi sento piena di cose da raccontare, simpatica e credo di essere una buona amica. Infatti, il discorso cambia quando mi trovo davanti a persone con cui ho un alto livello di conoscenza, le mie amiche di una vita, i compagni di scuola. Mi apro totalmente, non ho nessuna barriera, anzi, molto spesso divento quasi lider del gruppo, sono al centro dell'attenzione e mi piace. La stessa situazione si verifica anche quando ho davanti un ragazzo nuovo ad esempio, perché in quel caso, anche se non lo conosco, siamo io e lui, e la conversazione è incentrata su di me e su di lui. Il problema si verifica quando sono in un gruppo, che conosco poco o niente.. non trovo nulla da dire, vedo le altre ragazze spigliate e brillanti, con la battuta sempre pronta e questo mi sconforta facendomi rinunciare e a rassegnarmi all'idea che io sono così e ad accettare il fatto che è un mio limite. Eppure sono fidanzata da 5 anni, ho una famiglia unita, non mi mancano i corteggiatori, sono una bella ragazza.. Ma ho una vita sociale ristretta al minimo quasi nulla. Ho sempre invidiato quelle persone estroverse, con una capacità naturale di far presto amicizia con chiunque, io ho paura perfino di rimanere da sola con una persona che non conosco per il timore di non avere nulla da dirgli, creando quel silenzio imbarazzante che sembra durare una vita. Per aggiungere altri dettagli della mia vita posso dire che soffro d'ansia generalizzata, l'anno scorso quando lavoravo in ufficio, dover affrontare una telefonata diventava una tragedia, sapere di essere ascoltata dalle mie colleghe mi portava angoscia e disagio. Anche quando ci si trovava con tutti i colleghi mi sentivo sempre inadatta, senza nulla da dire, o comunque cose scontate e banali. Quello che chiedo io, è se secondo voi questo mio problema lo posso affrontare e vincere da sola, oppure devo rassegnarmi del fatto che è un mio limite e cercare di conviverci come ho sempre fatto.
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Cara ragazza,
lei ci chiede se può vincere da sola questo suo disagio o se rassegnarsi ed accettare questo suo "limite".
Io, per cominciare, le proporrei anche una terza via: quella di rivolgersi ad un collega di persona che possa aiutarla a comprendere i meccanismi che stanno alla base di questo suo modo di essere e a regolare, in modo più funzionale, i suoi stati emotivi.
E' evidente che, crescendo, potrà sempre più imparare da sola a gestire questo suo "limite", come lei lo chiama; così come è evidente che non siamo tutti uguali: le sue amiche hanno maggiore estroversione nelle situazioni sociali nuove e lei avrà, sicuramente, altre qualità che loro non hanno.
Tuttavia, se questa cosa la disturba, perché conviverci senza provare a fare qualcosa di concreto per superarla?
Parla, anche, di un disturbo d'ansia generalizzata. Le è stata fatta una diagnosi al riguardo o è qualcosa che ha valutato lei in autonomia?
Credo che ansia e difficoltà relazionali siano, tra loro, collegate e, probabilmente, nella formazione della sua personalità hanno avuto radici comuni. Per questo motivo ritengo che varrebbe la pena di effettuare una valutazione di persona con uno psicologo psicoterapeuta della sua zona al fine di valutare insieme quale sia il percorso più adatto a lei.
Un caro saluto
lei ci chiede se può vincere da sola questo suo disagio o se rassegnarsi ed accettare questo suo "limite".
Io, per cominciare, le proporrei anche una terza via: quella di rivolgersi ad un collega di persona che possa aiutarla a comprendere i meccanismi che stanno alla base di questo suo modo di essere e a regolare, in modo più funzionale, i suoi stati emotivi.
E' evidente che, crescendo, potrà sempre più imparare da sola a gestire questo suo "limite", come lei lo chiama; così come è evidente che non siamo tutti uguali: le sue amiche hanno maggiore estroversione nelle situazioni sociali nuove e lei avrà, sicuramente, altre qualità che loro non hanno.
Tuttavia, se questa cosa la disturba, perché conviverci senza provare a fare qualcosa di concreto per superarla?
Parla, anche, di un disturbo d'ansia generalizzata. Le è stata fatta una diagnosi al riguardo o è qualcosa che ha valutato lei in autonomia?
Credo che ansia e difficoltà relazionali siano, tra loro, collegate e, probabilmente, nella formazione della sua personalità hanno avuto radici comuni. Per questo motivo ritengo che varrebbe la pena di effettuare una valutazione di persona con uno psicologo psicoterapeuta della sua zona al fine di valutare insieme quale sia il percorso più adatto a lei.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 25/03/2013.
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