Sindrome depressiva a seguito di delusioni sentimentali

Gent.mi dottori,

sono un uomo gay di 36 anni e scrivo in relazione a due episodi di profonda prostrazione emotiva seguiti a due delusioni sentimentali verificatesi tra il 2009 e il 2013.
Ho una relazione stabile, ma a distanza, con un partner dal 2002. Lavoriamo in città diverse, entrambi con ottimi lavori e quindi molto realizzati sul piano professionale, il che ha comportato e comporta notevoli sforzi per vedersi e stare insieme, dall'una e dall'altra parte. Ciononostante, è sempre stata una relazione monogama per sforzo sia mio che suo.

Nel 2009 incontro un ragazzo di 6 anni più giovane. Da subito, chiarisco la mia situazione sentimentale e l’intenzione di coltivare solo un'amicizia (sono alquanto solitario e ritirato, con pochissimi amici, malgrado sia una persona socievole se inserita nel giusto contesto). Per circa 4 mesi ci frequentiamo assiduamente, con grande intesa e grandi pressioni da parte sua affinché ci sia qualcosa in più in nome del suo amore per me. Morale della favola: i miei sentimenti evolvono, ma si invertono i ruoli: al mio profondo innamoramento, lui contrappone un'indifferenza crescente fino a recidere ogni forma di comunicazione.

Passo l'estate del 2009 a letto: 2 mesi senza mai uscire di casa, in cui confesso il tradimento al mio compagno che, malgrado tutto, decide di restarmi accanto. Reagisco al colpo solo in seguito a un lutto familiare. Dopo l'estate, per un anno riprendo la mia vita normale ma nell'estate del 2010 c’è la ricaduta: altri due mesi sprecati stando a letto senza fare nulla.

Nel 2011 torna una certa serenità, con il rapporto con il mio partner che è molto migliorato e qualche uscita in compagnia in più. Tale serenità si protrae fino a dicembre 2013, quando reincontro questo quarantenne che conoscevo da esperienze associazionistiche in comune da adolescenti. Sì instaura la stessa dinamica: entrambi fidanzanti da 10 anni, volontà di non cambiare nulla, ma forte attrazione fisica da parte sua e grande intesa. Per tre mesi ci frequentiamo e riempio tutti i vuoti che non riempie il suo compagno, accompagnandolo a eventi pubblici e privati. Ancora una volta mi innamoro, sviluppando una vera e propria dipendenza emotiva da lui, malgrado lui dica di non amarmi, ma di volermi molto bene e di avere bisogno di me nella sua vita. In conclusione, a inizio marzo 2013, anche lui tronca ogni rapporto con me, chiedendomi di non costringerlo a chiudere anche il minimo canale comunicativo (tipo permettermi di mandargli un sms o cose simili).
E ora mi ritrovo nella stessa situazione: 7 kili in meno, giornate libere a letto, nessun interesse verso persone e cose e mi chiedo cosa ci sia di sbagliato in me se, pur avendo una relazione, finisco sempre col trovarmi coinvolto in storie con persone che cercano cose diverse (nella fattispecie, sesso, componente che nel mio caso ha un ruolo più marginale o comunque secondario alla componente emotiva).

In attesa di un cordiale riscontro, vi saluto.



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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
La sua domanda e' complessa e non la si puo' esplorare in un ambito di consulto on line.
Il suo desiderio di essere impegnato in rapporti con una forte componente affettiva affonda probabilmente le sue radici in dinamiche infantil che potranno essere esplorate solo in una serie di colloqui di persona.
Andranno indagate le sue rappresentazioni infantili dei rapporti familiari soprattutto, con riferimento ai momenti di svincolo.
La invito percio' a non indugiare oltre e a contattare uno psicologo psicoterapeuta per una valuazione.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Gentile ragazzo,
Sembra che lei reagisca ad ogni perdita con un ritiro depressivo , questo e' quello che sembra, almeno, emergere come elemento costante nella sua storia. Forse ha avuto qualche perdita durante i primi anni che non ha elaborato? Ad ogni modo, la questione, come dice la collega, appare complessa e non valutabile on line. Anche io le consiglio di rivolgersi a uno specialista che saprà indicarle un percorso terapeutico adeguato a lei. Anche se l'aspetto depressivo, nel suo caso, potrebbe non essere invalidante, tuttavia incide negativamente sulla qualità della sua vita , dei suoi interessi e delle sue relazioni. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Utente
Utente
Gent.me dottoresse,

grazie ad entrambe per il riscontro.

Rispondendo alla dottoressa Scolamacchia, no, non ho avuto perdite nei primi anni della vita. Ho trascorso parecchi anni in casa dei nonni materni perché i miei lavoravano entrambi. Diciamo che fino ai 7-8 anni dormivo anche dai nonni, poi sono passato a vivere a casa mia, anche se ho continuato a trascorrere moltissimo tempo con loro.
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Utente
Utente
Fin da bambino sono stato alquanto timido, anche se poi risultavo assai socievole una volta capito che potevo fidarmi di una data persona. Con l'età, pur riuscendo a controllare meglio la timidezza specie in ambito professionale (sono perfettamente integrato e stimato nell'ambiente lavorativo), ho mantenuto questa peculiarità caratteriale, legandomi moltissimo a poche persone.
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Utente
Utente
Il problema è che sembra ripetersi sempre la stessa dinamica: incontro persone, per caso, senza alcuna intenzione di stabilire altro da un'amicizia, e si crea una grande intesa, inizialmente specie per iniziativa loro, dato che, con la mia timidezza, ci metto tempo a carburare. Tuttavia, nel momento in cui abbasso le difese e dimostro tutto il mio affetto/amore, tali persone si allontanano.
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Utente
Utente
Essendo assai critico verso me stesso, mi metto profondamente in discussione e mi chiedo: è solo un caso che incontri persone non pronte a gestire i miei sentimenti? Oppure sbaglio io? Magari non sono in grado di capire gli altri? Forse non comprendo che, l'iter naturale di un rapporto, passa prima attraverso il sesso e non prevede l'instaurarsi di sentimenti forti dal principio?Non so che pensare
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Utente
Utente
La situazione mi diventa ancor più difficile da comprendere quando mi rendo conto che persone che sembravano assai affini a me in termini di sensibilità e che mostravano, almeno inizialmente, un interesse che sembrava andare oltre l'attrazione fisica, si rivelano essere del tutto diverse, mi dicono che ho preso lucciole per lanterne e mi fanno sentire quasi opprimente per ciò che provo.
Saluti.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20
Quando lo stesso problema torna a ripetersi con dinamiche simili, pur cambiando le persone, i periodi di vita e i contesti, e' segno di un disagio antico che si è rafforzato con esperienze successive. Pertanto, chiedersi se in lei vi è qualcosa di sbagliato, mettersi in discussione in modo ipercritico come sta facendo, considerarsi incapace di capire gli altri ecc. non fa che diminuire la sua autostima, portarla a un maggiore ritiro dalle relazioni, chiuderla in uno spazio depressivo, connotato ossessivamente.
La invito nuovamente a rivolgersi a uno psicologo/ psicoterapeuta perché solo entrando in una relazione con una persona competente, può realizzare quella che Alexander definiva "esperienza emozionale correttiva". Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico